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Autore: Elisewin_vive    27/01/2008    4 recensioni
Dedicata ad Harry e Ginny, la mia coppia preferita, che amo, e dedicata a tutti quelli che come me li amano perché sono teneri, gentili, introversi, timidi e perché a mio parere sono perfetti insieme.
E' un po'la conclusione che avevo immaginato di HP7 and the Deathly Hallows naturalmente avendo purtroppo letto gli spoiler su Wikipedia anche se la conclusione reale di HP7 è perfetta a mio parere...
Comunque questa storia è piena di SPOILER accennati perciò se non avete letto il libro sarà molto difficile capire anche se non impossibile...
Questa è la mia prima storia a capitoli... spero che vi piaccia... è molto più complessa delle one-shot ma mi piace anche di più...
Genere: Romantico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Un raggio di luna rischiarò il cielo trapunto di stelle, illuminando il viso di Ginny Weasley, seduta sul tetto della Tana a pensare, mentre da sotto si sentivano i grossi respiri del Demone che dormiva.

 

“ Non devo piangere, non posso piangere, non voglio piangere.

Io sono forte, Harry. Io sono determinata, Harry.

Non devo, non posso, non voglio amarti, Harry.

Non ti amerò.

Tu mi hai lasciata, Harry. Mi hai lasciata, per la seconda volta.

Te ne sei andato, Harry. Te ne sei andato con Ron ed Hermione ma senza di me.

Senza parlarmi, senza guardarmi, senza ascoltarmi, senza sfiorarmi, Harry. Senza me.

Ma io non piangerò, sarò forte. Non soffrirò per te, ho già sofferto abbastanza, non trovi?

Non piangerò.

Non mi hai mai visto piangere e adesso non sarà la prima volta che mi vedrai farlo.

Ma anche se piangessi non mi vedresti: non sei qui.

Non sei qui ad abbracciarmi, non sei qui a baciarmi, non sei qui con me.

Ma adesso rispondimi: sono stata solo un gioco per te? Ti sei divertito a vedermi soffrire? Mi hai preso in giro?

Ma adesso spiegami: cosa sono io per te? Una delle tue innumerevoli fan? La sorella del tuo migliore amico?

Ma adesso dimmi: cosa hai provato per me? Una millesima parte di quello che provo io per te? O solo amicizia?

Ma adesso non credermi: perché se ho detto che non piangerò e che non ti amerò è una bugia. ”

 

Il silenzio della notte fu interrotto da singhiozzi e il viso della ragazza fu rigato dalle lacrime.

 

***

 

Nello stesso istante, un ragazzo alto, con scuri capelli perennemente scompigliati e con una cicatrice sulla fronte coperta parzialmente dalla frangia, pensava, immerso nel buio di Grimmauld Place 12.

I suoi occhi smeraldini si posarono sul cielo di quella notte, illuminato dalle migliaia di stelle splendenti nel cielo, dei quali naturalmente la più bella e la più luminosa era la Stella Polare che puntava verso nord.

Nord. Puntava verso la Tana.

Ripensò a Ginny e a quanto fosse simile alla Stella Polare: luminosa, splendente, grande, più bella delle altre.

 

“ Ginny, dove sei?

Ginny, cosa fai?

Ginny, cosa provi?

Ginny, dimmi che sei al sicuro.

Ginny, dimmi che non mi stai pensando

Ginny, non soffrire.

Ginny, non pensarmi.

Ginny, non amarmi.

Ginny, non piangere perché non potrei sopportare di vedertelo fare per la prima volta.

Ginny, non essere arrabbiata con me perché renderebbe ancora più difficile allontanarmi da te.

Non ho potuto sfiorarti, non ho potuto guardarti, non ho potuto parlarti, non ho potuto ascoltarti.

Non ho potuto sfiorare le tue mani, eleganti, con le dita lunghe e morbide; non ho potuto sfiorare la tua pelle, liscia e profumata di fiori, come i tuoi lunghi capelli rossi.

Non ho potuto guardare i tuoi occhi azzurro cielo chiaro, in cui potevo vedere il riflesso dei miei.

Non ho potuto guardare il tuo bel viso, aperto, solare, luminoso, gentile, sincero e forte.

Non ho potuto parlare con te, per vederti ascoltarmi, con gli occhi allegri, svegli, a seguirmi.

Non ho potuto ascoltare te e la tua voce gentile e dolce, e sentire quella tua limpida e cristallina risata accarezzarmi le orecchie e avvolgerle.

Non amarmi, ma non essere arrabbiata con me e non odiarmi, perché morirei. ”

 

E, mentre pensava, le lacrime scesero giù dagli occhi verde smeraldo, cadendo sulla camicia bianca.

 

***

 

- Ginny, dove sei? C’è il mostro che vaga per la camera di Ron! Muoviti, vai a fermarlo! -

- Uffa, mamma! Vado subito! –

Ginny si lavò la faccia, ancora rossa per le lacrime della sera precedente e cercando di stare calma si impose di non piangere più e soffocando un singhiozzo nell’asciugamano, si asciugò il viso, tornato al luminoso colore originale.

Ricondusse il mostro sul tetto e scese in cortile, cercando di non pensare a dove potessero essere Harry, Ron ed Hermione mentre uno gnomo scavava cercando vermetti.

Si sedette sul prato, alzando gli occhi al cielo, mentre la sua mente ripensò a quei bellissimi momenti passati insieme a lui…

Un brivido le accarezzò il collo e lo rivide: lui che parlava con sua madre alla stazione di King’s Cross, lui che le sorrideva mentre scendeva le scale della Tana che conducevano in cucina, lui che parlava davanti ai membri dell’ES, al Piede di Porco, lui che la baciava dopo aver vinto la Coppa di Quidditch, lui che la baciava nella sua camera…

Lui che la baciava nella sua camera l’altro giorno… e gli occhi della ragazza lacrimarono di nuovo, la seconda volta per quel ragazzo… Harry.

- Harry ti aspetterò! – urlò la ragazza al cielo azzurro.

 

***

 

Quella mattina Harry Potter, il Prescelto, si svegliò, dolorante alle ossa e si rimise in piedi, sforzandosi di non pensare a Ginny Weasley, la sua ragazza, o meglio la sua ex ragazza.

“ Perché l’aveva lasciata? Perché era stato così stupido?

Lui l’amava, ecco perché.

E tutti quelli che lui amava erano morti: i suoi genitori, Diggory, Sirius, Silente, Edvige, Malocchio… Ed erano morti per lui…

E lui non voleva cha anche a Ginny toccasse questa sorte, vero?

Avrebbe fatto di tutto pur di vederla felice e spensierata, solare e simpatica, senza problemi.

Avrebbe sacrificato la propria vita per la donna che amava.

Ma non ci sarà bisogno di questo. Io ucciderò Voldemort e ritornerò.

Ritornerò da te. ”

Le mani gli tremarono a quel pensiero e gli occhi ridivennero lucidi e riscuotendosi dai suoi pensieri, il ragazzo mormorò al cielo: - Ginny ritornerò! -

   
 
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