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Autore: Dudy    15/07/2013    5 recensioni
Ed è questa la consapevolezza che sono costretto ad afferrare, contro la mia volontà. Una consapevolezza che, forse, potrebbe aiutarmi ad uscire fuori dal caos in cui sto vivendo, ma che non fa altro che trasportarmi sempre più in basso, facendomi annegare in una voragine che si ripiega su sé stessa inveendo su di me, anima innocente ma troppo strana, troppo diversa, per appartenere a un mondo dominato dalla razionalità e dalla logica della scienza, un mondo dove l’animo umano non può essere altro che uno sfondo, rimanendo incastrato dietro una coltre di interessi ferrei, indiscutibili. Materiali.
Ed è per questo che io non ne farò mai veramente parte.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ogni tanto, nel bel mezzo di una normale giornata afosa, una di quelle che a fine agosto creano nella mente l’irragionevole desiderio di provare sulla pelle il gelo dell’inverno, capita di sentirsi strani.
Forse perché quella voglia di freddo inizia a tramutarsi in realtà, e allora si avverte un brivido percorrere non il proprio corpo, non le proprie mani, non le proprie braccia né la propria schiena. In un certo senso ci si rende conto che quella sensazione di gelo tanto in contrasto con le alte temperature estive  non riguarda la materia, andando invece a infiltrarsi nei pensieri. Nei ricordi. Nelle emozioni.
Chissà perché.
Ci sono anche altri momenti in cui ci si sente strani. Come quando ci si ritrova distesi sul letto, persi in una noiosa apatia, e si comincia a pensare: nella mente affiorano le immagini di grandi personaggi, reali o inventati, mentre le scene affascinanti di film e libri iniziano a emergere quasi con prepotenza.
E allora si avverte quella voglia irrefrenabile e al tempo stesso assurda, che intima di alzarsi, di svegliarsi, di aprire gli occhi; un’emozione che spinge a voler compiere davvero qualcosa di grandioso, di memorabile, qualcosa il cui ricordo potrà forse sbiadire, i cui particolari si potranno confondere, ma che non potrà mia essere cancellata se non per quella minima e insignificante parte che potrebbe essere definita come “spazzatura”, e che in ogni caso non potrebbe mai avere rilevanza tale da essere ricordata con chiarezza.
Eppure, chissà, forse questo qualcosa potrebbe essere davvero troppo grande?
Fatto sta che si rimane lì, distesi sul letto, a fantasticare: a sognare.
E infine, ci sono quei momenti in cui ci si sente solo, totalmente e unicamente persi.
Persi, perché intorno a sé non è possibile trovare alcun punto di riferimento. In “Strada facendo”, Claudio Baglioni parlava di un gancio in mezzo al cielo. E ora, dov’è finito? Semplicemente, non c’è.
Persi, perché se ci si volta indietro si trova solo confusione. E se ci si guarda davanti? Non si trova niente.
Persi, perché all’improvviso il tutto è diventato il nulla, e il nulla è diventato il tutto. E, anche se ci cerca di costruire una spiegazione, una soluzione, questa appare lontana, irraggiungibile. Persa anch’essa.
E adesso, eccomi. Nel pieno di uno di questi momenti. Cerco in ogni modo di aggrapparmi al vortice di emozioni che mi attanaglia lo stomaco, come sperando che almeno una di esse potrà portare in me un accenno di chiarezza, spazzando via almeno una minima parte del caos che avverto dentro e fuori di me, creando realmente un gancio, un appiglio che possa tirarmi fuori da questa situazione straziante per la quale, tuttavia, non riesco a non provare una specie di sadico piacere, senza capirne il motivo. E’ quella parte oscura e inconcepibile che costituisce, in un certo senso, il lato affascinante del dolore, celandosi dietro la negatività di esso e trovando spazio nei recessi più profondi e nascosti dell’anima. E’ la bellezza del male che provoca altro male, ed è da questo male che sto tentando di uscire, cercando quel fatidico e indispensabile punto di riferimento, ferma certezza tra la più grande confusione, faro di luce nella più temibile tempesta.
Se fossi un’altra persona, direi chi eri tu il punto di riferimento che ho perso.
Ma io non sono un’altra persona. E me ne rendo conto.
Perché se al tuo posto ci fosse stato qualcun altro, per me sarebbe stato più o meno lo stesso, come è già accaduto in precedenza. Perché non sei tu che mi manchi, e questo lo so bene. E forse è per questo che è finita. Che è sempre finita.
Io non sono innamorato di te, non lo sono e non lo sono mai stato. Né lo sarò. Ciò che amavo non eri tu. Ciò che amavo era tutto quel vento di sensazioni che, senza saperlo, mi trasmettevi. Le emozioni. Non i sentimenti. Non illuderti, ti prego: ciò che provavo non era diretto a te, ma a tutta la miriade di sconvolgimenti emotivi che avvertivo. E’ strano, lo so. Io sono strano. E mi dispiace, per tutto, so che non lo meritavi.
Ma tu eri solo il mezzo.
Io amavo il fine. Non amavo le tue azioni, ma il risultato che esse provocavano dentro di me. Non sei la prima. Né l’ultima. Perché l’amore non si può fermare. Ma io non amo le persone. Amo i brividi che corrono nell’anima, l’attorcigliarsi della mente, la sensazione di volare mentre si cade nel vuoto. Non le persone.
Lo ripeto: io sono strano.
E questa mia stranezza mi riporta sempre e inevitabilmente nella confusione che è diventata mia, propria del mio essere, come se mi appartenesse, come se io appartenessi a lei. Nella mia mente, i pensieri sono freddi. Gelidi. Vorrei fare qualcosa di grande, ma semplicemente non posso. Non posso perché sono incatenato qui, nella mia condizione bloccata tra polvere, ombre, ed emozioni.
Ed è questa la consapevolezza che sono costretto ad afferrare, contro la mia volontà. Una consapevolezza che, forse, potrebbe aiutarmi ad uscire fuori dal caos in cui sto vivendo, ma che non fa altro che trasportarmi sempre più in basso, facendomi annegare in una voragine che si ripiega su sé stessa inveendo su di me, anima innocente ma troppo strana, troppo diversa, per appartenere a un mondo dominato dalla razionalità e dalla logica della scienza, un mondo dove l’animo umano non può essere altro che uno sfondo, rimanendo incastrato dietro una coltre di interessi ferrei, indiscutibili. Materiali.
Ed è per questo che io non ne farò mai veramente parte.
Perché io non mi innamoro delle persone. Io mi innamoro delle emozioni. Della dissolvenza di un attimo in un ricordo, della sensazione piacevole e al tempo stesso straziante che porta un pensiero, un’idea. Un qualcosa di profondo, tanto irreale da poter diventare realtà.
E’ questo il male, questa le sofferenza in cui ritrovo un sofferente e agonizzante piacere.
Io mi innamoro delle emozioni. Io sono schiavo delle emozioni. 





ANGOLO AUTRICE
Eccomi qui. E' la prima volta che scrivo una storia originale, e non avrei mai pensato di farlo. Ma oggi, beh, mi è venuta l'ispirazione e ho iniziato a scrivere. E così ecco qui questa OS, un po'...particolare, sì. 
Non so come mi sia venuta in mente, ma mentre scrivevo la aprole prendevano forma e così...é uscito fuori questo.
All'inizio, il protagonista avrebbe dovuto avere il volto (e il nome) di Harry Styles dei One Direction, ma poi ho preferito non nominarlo. Ho pensato che un nome ben preciso avrebbe dato al personaggio una caratteristica troppo nitida e precisa, cosa che contrastava molto con il suo carattere (posso definirlo così? Sì, sono io l'autrice, ma non so praticamente nulla di quello che ho scritto (?) XD), "schiavo" delle emozioni e dell'irrazionalità. 
Però chissà, magari in futuro riaggiusterò un po' la storia e la pubblicherò nella sezione "One Direction".
Ci penserò.
Inoltre, so bene che citare "Strada facendo" in un contesto del genere può essere banale e anche inopportuno, ma non ho potuto non metterlo. Non so perché, ma citare "il gancio in mezzo al cielo" mi sembrava....boh. In ogni caso ho deciso di farlo. 
Comunque, come ho già detto, è una OS un po' particolare. 
E' molto corta, ma mi è uscita così, e poi la lettura di una cosa del genere potrebbe anche risultare pesante, quindi forse è anche un bene il fatto che non sia molto lunga.
In questo momento sono ancora troppo sconvolta (mi sconvolgo smepre quando pubblico qualcosa di nuovo) per esprimere un mio parere su ciò che ho scritto. Quindi, ecco, lasico la aprola a voi: che ne pensate?
Lasciate una recensione!
Vi ringrazio per essere arrivate a leggere fin qui e anche solo per aver aperto la storia.
Beh, non ho più niente da dire....
Chissà se ci rivedremo in futuro! XD
Sciauuu a tutte! 
:)
  
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