THE
GREATEST LIGHT
Teppei sospirò,
guardando fuori dalla finestra: i suoi occhi scuri, un tempo così luminosi,
erano spenti, privi dell’abituale luce che li rendeva allegri e vivi. Sedeva sul
pavimento della sua camera, rigirandosi tra le dita una luminosa
foglia.
Kotaro entrò
nella stanza, in mano aveva un giornale, il viso rischiarato da un espressione
allegra e felice: “Teppei, l’impero Meccanico è stato smantellato, e le Nazioni
Unite hanno messo fine alle guerre che aveva scatenato!”
annunciò.
Ma Teppei
rimaneva immobile, seduto sul pavimento, quella foglia in mano, quella che Karen
gli aveva donato, con cui il Tenente aveva scoperto la vera natura della loro
isola.
Karen..
Gli mancava da
morire…
Gli mancavano
tutti.
Solo lui e suo
fratello si erano salvati, gli altri no.
X se n’era
andato con gli altri.
Non li avrebbe
mai più rivisti.
Il fratello gli
poggiò una mano sulla spalla: “Stai ancora pensando a loro, vero?” gli chiese;
Teppei parve uscire dal torpore: “Si… Da molto tempo… È difficile accettarlo.”
ammise, alzandosi poi e dirigendosi fuori dalla camera. Kotaro lo guardò
allontanarsi: “Sarà difficile che si riprenda… Ha sofferto troppo…” pensò il
giovane, uscendo a sua volta.
§§§
Teppei camminò
a lungo nel bosco, il peso dei ricordi sempre più
opprimente.
Pensava a
quando, assieme a Hokuto e Fou, aveva sfidato Meimu e Halloween, uno scontro
tremendo, che erano riusciti a vincere solo grazie alla piccola Nasha, una dei
due Agenti dell’imperatore Meccanico. La piccola Nasha, il cui unico desiderio
era riavere il fratello di un tempo.
Quel fratello
che Hokuto aveva perso e poi ritrovato come nemico.
I suoi pensieri
corsero al loro ultimo viaggio, al loro ultimo volo verso lo spazio. Inseguendo
Raffaello.
“Karen…
Shadow…”
Ricordava la
sua maestra, in groppa a Shadow, che gli volava a fianco, la treccia che si
muoveva forsennatamente…
“Hokuto… Max…”
Davanti, ad
aprire il gruppo, c’era Hokuto, in piedi come al solito, sul dorso di Max, il
suo Bt, la Battle Gear attivata, volando accanto a…
“Fou… Je
t’Aime…”
La fenice e il
suo donatore sfrecciavano accanto a Max, apparentemente tranquilli, ma sapevano
tutti che quello sarebbe stato il loro ultimo volo, ne erano tutti a conoscenza.
Il suono del violino di Fou li aveva accompagnati per tutto il viaggio, o forse
il suono se lo era sognato lui, non ne era sicuro…
E
infine…
“Io… e
X…”.
In coda al
gruppo, lui e X, il suo migliore amico.
Non era stato
fin da subito un buon rapporto il loro, no. Avevano litigato sin dal primo
giorno, fino a quando non ebbero capito entrambi di potersi fidare l’un
dell’altro. E il distacco era stato tremendamente doloroso. Teppei piangeva di
rado, ma quei ricordi, anche se non propriamente felici, scatenavano in lui una
catena di emozioni che gli strapparono a viva forza le lacrime dagli
occhi.
Ormai da un
mese i suoi amici erano diventati pulviscolo stellare, e ogni giorno che passava
aumentava il dolore.
Improvvisamente,
il ragazzo percepì una presenza accanto a sé, una strana sensazione. Il Sole era
ormai al tramonto e i suoi occhi furono feriti dalla luce sanguigna del cielo e
dovette coprirsi gli occhi col dorso della mano.
Alzò lo
sguardo.
Nel cielo
scorse una strana figura volante: “è solo la tua immaginazione Teppei! Sveglia!
Non tornerà..” si disse, sedendosi sotto un albero. Solo in seguito s’accorse di
essere nel luogo in cui tutto era cominciato, in cui Karen era entrata nella sua
vita. Una melodia strana e dolce cominciò a diffondersi nell’aria, una melodia
simile a una ninnananna; sentì il sangue correre più veloce nelle vene,
l’adrenalina mischiarsi al sangue, stava per accadere
qualcosa.
L’ara era
immobile, s’udiva solo quella melodia, triste a suo modo; una figura si stagliò
nel cielo, poi ancora un’ altra e un’altra ancora, fino a quando non vide cinque
sagome librarsi nel cielo di sangue. Le cinque sagome
atterrarono.
Teppei era
ancora accecato dalla luce del Sole, non riusciva a distinguerle: “Chi siete?
Che volete?” sbraitò il ragazzo; “Ahah! Non ti sarai dimenticato di noi, Teppei?
Non è da te!!” gli urlò una voce femminile, “Umpf, e dire che è stato lui a
battere Raffaello!” disse un’altra voce con tono beffardo.
“Ma che
diavolo..!” esclamò il ragazzo, “Chi siete?!” disse, socchiudendo gli occhi; “I
tuoi riflessi sono più lenti della connessione a infrarossi dell’Accademia,
amico!” interloquì una voce molto allegra.
Finalmente
Teppei li riconobbe: “Karen, Ron, Max!!” gracchiò il ragazzo con voce rotta,
“Era ora! E dire che Fou suona da una mezz’ora buona il suo violino, temevamo ti
fossi scordato di noi!”, “Raido!”. Quando potè distinguere le figure, vide che
tutti i suoi amici erano lì, schierati, che lo fissavano: “Ragazzi, siete
vivi!”, con due salti il ragazzo fu davanti a loro, con un meraviglioso sorriso:
“Non mi dimenticherei mai di voi! Ma… Come avete fatto??” chiese stupito,
saltando al collo di Hokuto, che arrossì; i quattro si scambiarono un occhiata:
“Alcune particelle della Greatest Light erano rimaste legate a noi, e la loro
presenza ha permesso agli scudi di protezione di rafforzarsi e di farci
traversare l’atmosfera senza troppi danni. Come al solito, ci sei tu di mezzo!”,
una quinta voce sovrastò tutti, in risposta a Teppei, Shadow parve sdoppiarsi e
Teppei non riusciva a credere a ciò che vedeva: “X!!! Amico mio!!” pianse il
ragazzo, balzando in avanti e abbracciandolo, “Ti sei salvato, non ci speravo!!”
affermò il ragazzo. “Già, e tutto grazie a te. Tutti noi ti dobbiamo la vita.”
affermò X, abbassandosi per farlo salire, “Riprendi il tuo posto, ormai sei il
mio donatore, hai già superato la prova.” Disse il BT. Teppei non se lo fece
ripetere due volte, balzò in groppa al cavallo e si voltò verso gli altri:
“Forza! Tutti a casa mia!! urlò felice, librandosi in volo. Gli altri lo
seguirono.
La Luce era
tornata a brillare.