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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    27/01/2008    3 recensioni
Storia basata sul manga BT'X, di Masami Kurumada, papà di Saint Seiya. Dopo la sconfitta di Raffaello, Teppei e Kotaro sono tornati a Kamui, ma Teppei ha il morale a terra. Potrà la Luce tornare a splendere?
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prove

THE GREATEST LIGHT

Teppei sospirò, guardando fuori dalla finestra: i suoi occhi scuri, un tempo così luminosi, erano spenti, privi dell’abituale luce che li rendeva allegri e vivi. Sedeva sul pavimento della sua camera, rigirandosi tra le dita una luminosa foglia.

Kotaro entrò nella stanza, in mano aveva un giornale, il viso rischiarato da un espressione allegra e felice: “Teppei, l’impero Meccanico è stato smantellato, e le Nazioni Unite hanno messo fine alle guerre che aveva scatenato!” annunciò.

Ma Teppei rimaneva immobile, seduto sul pavimento, quella foglia in mano, quella che Karen gli aveva donato, con cui il Tenente aveva scoperto la vera natura della loro isola.

Karen..

Gli mancava da morire…

Gli mancavano tutti.

Solo lui e suo fratello si erano salvati, gli altri no.

X se n’era andato con gli altri.

Non li avrebbe mai più rivisti.

Il fratello gli poggiò una mano sulla spalla: “Stai ancora pensando a loro, vero?” gli chiese; Teppei parve uscire dal torpore: “Si… Da molto tempo… È difficile accettarlo.” ammise, alzandosi poi e dirigendosi fuori dalla camera. Kotaro lo guardò allontanarsi: “Sarà difficile che si riprenda… Ha sofferto troppo…” pensò il giovane, uscendo a sua volta.

§§§

Teppei camminò a lungo nel bosco, il peso dei ricordi sempre più opprimente.

Pensava a quando, assieme a Hokuto e Fou, aveva sfidato Meimu e Halloween, uno scontro tremendo, che erano riusciti a vincere solo grazie alla piccola Nasha, una dei due Agenti dell’imperatore Meccanico. La piccola Nasha, il cui unico desiderio era riavere il fratello di un tempo.

Quel fratello che Hokuto aveva perso e poi ritrovato come nemico.

I suoi pensieri corsero al loro ultimo viaggio, al loro ultimo volo verso lo spazio. Inseguendo Raffaello.

“Karen… Shadow…”

Ricordava la sua maestra, in groppa a Shadow, che gli volava a fianco, la treccia che si muoveva forsennatamente…

“Hokuto… Max…”

Davanti, ad aprire il gruppo, c’era Hokuto, in piedi come al solito, sul dorso di Max, il suo Bt, la Battle Gear attivata, volando accanto a…

“Fou… Je t’Aime…”

La fenice e il suo donatore sfrecciavano accanto a Max, apparentemente tranquilli, ma sapevano tutti che quello sarebbe stato il loro ultimo volo, ne erano tutti a conoscenza. Il suono del violino di Fou li aveva accompagnati per tutto il viaggio, o forse il suono se lo era sognato lui, non ne era sicuro…

E infine…

“Io… e X…”.

In coda al gruppo, lui e X, il suo migliore amico.

Non era stato fin da subito un buon rapporto il loro, no. Avevano litigato sin dal primo giorno, fino a quando non ebbero capito entrambi di potersi fidare l’un dell’altro. E il distacco era stato tremendamente doloroso. Teppei piangeva di rado, ma quei ricordi, anche se non propriamente felici, scatenavano in lui una catena di emozioni che gli strapparono a viva forza le lacrime dagli occhi.

Ormai da un mese i suoi amici erano diventati pulviscolo stellare, e ogni giorno che passava aumentava il dolore.

Improvvisamente, il ragazzo percepì una presenza accanto a sé, una strana sensazione. Il Sole era ormai al tramonto e i suoi occhi furono feriti dalla luce sanguigna del cielo e dovette coprirsi gli occhi col dorso della mano.

Alzò lo sguardo.

Nel cielo scorse una strana figura volante: “è solo la tua immaginazione Teppei! Sveglia! Non tornerà..” si disse, sedendosi sotto un albero. Solo in seguito s’accorse di essere nel luogo in cui tutto era cominciato, in cui Karen era entrata nella sua vita. Una melodia strana e dolce cominciò a diffondersi nell’aria, una melodia simile a una ninnananna; sentì il sangue correre più veloce nelle vene, l’adrenalina mischiarsi al sangue, stava per accadere qualcosa.

L’ara era immobile, s’udiva solo quella melodia, triste a suo modo; una figura si stagliò nel cielo, poi ancora un’ altra e un’altra ancora, fino a quando non vide cinque sagome librarsi nel cielo di sangue. Le cinque sagome atterrarono.

Teppei era ancora accecato dalla luce del Sole, non riusciva a distinguerle: “Chi siete? Che volete?” sbraitò il ragazzo; “Ahah! Non ti sarai dimenticato di noi, Teppei? Non è da te!!” gli urlò una voce femminile, “Umpf, e dire che è stato lui a battere Raffaello!” disse un’altra voce con tono beffardo.

“Ma che diavolo..!” esclamò il ragazzo, “Chi siete?!” disse, socchiudendo gli occhi; “I tuoi riflessi sono più lenti della connessione a infrarossi dell’Accademia, amico!” interloquì una voce molto allegra.

Finalmente Teppei li riconobbe: “Karen, Ron, Max!!” gracchiò il ragazzo con voce rotta, “Era ora! E dire che Fou suona da una mezz’ora buona il suo violino, temevamo ti fossi scordato di noi!”, “Raido!”. Quando potè distinguere le figure, vide che tutti i suoi amici erano lì, schierati, che lo fissavano: “Ragazzi, siete vivi!”, con due salti il ragazzo fu davanti a loro, con un meraviglioso sorriso: “Non mi dimenticherei mai di voi! Ma… Come avete fatto??” chiese stupito, saltando al collo di Hokuto, che arrossì; i quattro si scambiarono un occhiata: “Alcune particelle della Greatest Light erano rimaste legate a noi, e la loro presenza ha permesso agli scudi di protezione di rafforzarsi e di farci traversare l’atmosfera senza troppi danni. Come al solito, ci sei tu di mezzo!”, una quinta voce sovrastò tutti, in risposta a Teppei, Shadow parve sdoppiarsi e Teppei non riusciva a credere a ciò che vedeva: “X!!! Amico mio!!” pianse il ragazzo, balzando in avanti e abbracciandolo, “Ti sei salvato, non ci speravo!!” affermò il ragazzo. “Già, e tutto grazie a te. Tutti noi ti dobbiamo la vita.” affermò X, abbassandosi per farlo salire, “Riprendi il tuo posto, ormai sei il mio donatore, hai già superato la prova.” Disse il BT. Teppei non se lo fece ripetere due volte, balzò in groppa al cavallo e si voltò verso gli altri: “Forza! Tutti a casa mia!! urlò felice, librandosi in volo. Gli altri lo seguirono.

La Luce era tornata a brillare.

   
 
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