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Autore: shezza    15/07/2013    6 recensioni
“Sei adorabile” disse toccando con la punta delle dita i miei zigomi, proprio sotto il punto vicino agli occhi in cui mi spuntavano delle ‘adorabili rughette’ quando sorridevo, come le piaceva sempre definirle.
“Ma smettila”
Le presi il viso tra le mani e la baciai, come non avevo mai fatto prima. La baciai perché la amavo follemente, la baciai perché non si scordasse di me in quella settimana in cui sarebbe stata via, lontana da me. La baciai perché non volevo lasciarla andare.
Ero sicuro di aver trovato la donna con cui avrei passato il resto della mia vita. Sapevo che era lei, perché era l’unica che riempiva le mie giornate, che sapeva farmi arrossire con solo uno sguardo, mozzarmi il fiato in gola se solo sorrideva. E non sapevo come avrei fatto a vivere senza di lei.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn Harries
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2 Aprile, aeroporto di Londra.
 

“Mi mancherai così tanto”
Sentii sussurrare Allyson tra le mie braccia, mentre la stringevo a me in un forte abbraccio e le accarezzavo lentamente i capelli. Affondai il viso nel suo collo e mi lasciai inebriare ancora una volta dal suo profumo travolgente e che mi sconvolgeva totalmente i sensi, godendomi quegli ultimi minuti insieme a lei. “Anche tu”
La ragazza si staccò leggermente da me per fare in modo che i miei occhi si scontrassero con i suoi, così piccoli ed incredibilmente chiari. Si alzò in punta di piedi per arrivare alla mia altezza e mi lasciò un leggero bacio sul naso, sorridendo quando vide le mie guance tingersi immediatamente di rosso.
“Sei adorabile” disse toccando con la punta delle dita i miei zigomi, proprio sotto il punto vicino agli occhi in cui mi spuntavano delle ‘adorabili rughette’ quando sorridevo, come le piaceva sempre definirle.
“Ma smettila”
Le presi il viso tra le mani e la baciai, come non avevo mai fatto prima. La baciai perché la amavo follemente, la baciai perché non si scordasse di me in quella settimana in cui sarebbe stata via, lontana da me.  La baciai perché non volevo lasciarla andare.
Ero sicuro di aver trovato la donna con cui avrei passato il resto della mia vita. Sapevo che era lei, perché era l’unica che riempiva le mie giornate, che sapeva farmi arrossire con solo uno sguardo, mozzarmi il fiato in gola se solo sorrideva. E non sapevo come avrei fatto a vivere senza di lei.
“Devo andare, o perderò l’aereo” mormorò quasi dispiaciuta quando si staccò con mio grande disappunto dalle mie labbra, tornando di nuovo seria. “Tornerò presto” aggiunse, chiaramente consapevole del fatto che non volevo che se ne andasse così presto, del mio desiderio di stare ancora con lei.
“Io sarò qui ad aspettarti…”
Furono quelle le mie ultime parole, poi mi lasciò un altro meraviglioso sorriso e si voltò, trascinandosi dietro la sua enorme valigia stracolma di vestiti e cose inutili.
“Ti amo!” urlai, ma la sua chioma scura e voluminosa era già scomparsa tra la folla frettolosa.
Nei giorni successivi ci eravamo sentiti molto spesso. Lei era dovuta andare a trovare una vecchia zia che si trovava in America, sarebbe rimasta a casa dei suoi parenti per una sola settimana. Mi aveva mandato cartoline, chiamato durante il pomeriggio per rimanere ore intere a parlare, mi aveva mandato messaggi ogni notte per sapere come andavano le cose. Mi raccontò di tutti i posti meravigliosi che aveva visitato durante il suo soggiorno a San Francisco, di cosa aveva fatto senza di me e aveva finalmente ammesso che le mancavo, le mancavo tanto.
Mi accorsi che era già passata una settimana quando, una notte, ricevetti un ultimo messaggio da lei: ‘Non vedo l’ora di poterti riabbracciare domani’.
E così il giorno dopo mi presentai puntuale all’aeroporto e attesi il suo arrivo per quelle che mi parvero ore intere. Ma il momento in cui avrei potuto riabbracciarla di nuovo non arrivò mai.

 
 
10 Aprile dell’anno successivo, stesso aeroporto.
 
Ero rimasto lì tutta la notte. Mi ero accontentato di una di quelle scomodissime poltrone su cui i turisti o i viaggiatori in partenza, durante quelle lunghe e agitate giornate in aeroporto, si fermavano. Ma non avrei comunque chiuso occhio.
Avevo controllato costantemente il tabellone che indicava tutti gli aerei in arrivo o quelli che ancora dovevano partire per tutta la giornata, osservato coppie salutarsi e intere famiglie ricongiungersi. Ma tra la folla cercavo solo lei.
Avrei voluto rivedere i suoi occhi cristallini, sentire la sua risata da bambina, il suo sguardo puntato su di me quando capiva che mi aveva provocato le farfalle allo stomaco. Avrei voluto passare un’altra serata accanto a lei, accoccolati sul divano a guardare la televisione e a mangiare schifezze, o a prenderci in giro e dire cavolate come facevamo sempre.
Ma sapevo che stavolta sarebbe ritornata da me. La sua voce si stava quasi sbiadendo nella mia mente in mezzo a tutti quei ricordi, ma ricordavo ancora chiare le sue parole.
Tornerò presto.
 
Era già l’alba quando decisi di rispondere ad una delle tante chiamate di mio fratello Jack.
“Finn, finalmente! Dove cavolo sei?!” Sentii l’evidente preoccupazione e agitazione nella sua voce, e nonostante fossi anch’io stanco e angosciato, cercai di mantenere un tono neutro con lui. “All’aeroporto.”
“Che ci fai in aeroporto a quest’ora? Dai, torna a casa, ti staranno ancora cercando”
Presi un respiro profondo, passandomi una mano sugli occhi stanchi e gonfi.
“No, non posso... Devo rimanere qui.”
Sentii Jack sospirare impercettibilmente attraverso il telefono. Avrei giurato che si fosse passato una mano tra i capelli, faceva sempre così quando era nervoso.
“Non puoi capire... Devo aspettare che lei torni” dissi prima che il mio gemello riuscisse a replicare. In quei pochi secondi che ci separarono sentii il mio respiro farsi sempre più affannoso e le lacrime premere contro le palpebre, in attesa di uscire.
“Finn, lei... Lei non tornerà, lo sai. Torna a casa, ti prego”
“Ma tu non capisci!” ripetei, noncurante delle piccole lacrime che iniziarono a rigarmi le guance. “Allyson me l’ha promesso...”
“Ma è passato più di un anno...”
“...mi ha detto che ci saremmo riabbracciati! Che sarebbe tornata!” sentii la mia voce rimbombare nella grande sala dell’aeroporto semivuoto.
E mi parve di sentire la sua voce farsi debole e più roca quando mi rispose, dopo qualche lunghissimo secondo di silenzio.
“Finn, lei è morta un anno fa.”




e SBAM!
spero proprio di avervi lasciato di merda nel finale ahahah
Mi scuso subito per la cagatina che ho scritto e per avervi fatto leggere una cosa così deprimente,
ma dovrete farci l'abitudine, mi piace far morire la gente muhuhuhahaha
No dai, non sono così perfida.
Diciamo che sono 'nuova' in questa sezione, quindi siate clementi lol. Si accettano recensioni positive o critiche che siano, fanno sempre bene :)
Ah,
 se vi va passate anche da mia sorella _secsihoran e dalle mie cugine dansslaugh e EaterOfCarrots
A preeeeeeeesto 

Michi ;)

p.s.: se volete passate dalle altre mie one shot, Destined to be to together (se vi interessa la sezione One Direction) e Kiss under the rain siete le benvenute 

 

  
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