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Autore: Charlie_Rock    15/07/2013    4 recensioni
Uno dei grandi problemi della vita di Yixing è la puntualità. Lui ci prova veramente ad essere in orario ma il tempo sembra sfuggirgli via dalle dita mentre non guarda. Un secondo è in anticipo d’un quarto d’ora e il secondo dopo è in ritardo di dieci minuti. Magari con un orologio a muro, avendo sempre sotto gli occhi l’orario, cambierà qualcosa.
[ Prima classificata al contest K-POP: THE ULTIMATE REVOLUTION indetto da eos_92, MoCo, Orient_Express e taemotional ]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kris, Kris, Lay, Lay
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Personaggi: Lay, Kris, minor!Chanyeol
Pairing: FanXing
Prompt: "Ticchettio dell'orologio" dal pacchetto "I giardini pensili di Babilonia" del contest "K-POP: THE ULTIMATE REVOLUTION".
Parole: 6.700+
Riassunto: La vita di Yixing è come il letto di un fiume in cui, inesorabile, scorre il tempo, che lentamente lo modifica a proprio piacimento; e il ragazzo non può far altro che lasciarsi trasportare dalle acque.
Note: U
n appunto sul nome di Kris mi sembra necessario perché i suoi nomi confondono sempre tutti: internet mi dice che il suo nome, uno dei suoi mille nomi, dovrebbe essere Wu YiFan ma siccome non mi piace come suona con Yixing, sfruttando il fatto che molte altre fanwriter lo facciano, l’ho lievemente modificato semplicemente in Wu Fan. Kevin, utilizzato come secondo nome, è come lo chiamavano in Canada, o per lo meno così dice il suo annuario.
L' HTML mi odia, ho impiegato più di un'ora a cercare di dare al testo un'apparenza di decenza, spero di non aver lasciato mezzi di testo in font divero, aver dimenticato spazi o averne aggiunto; se notate errori di questo genere fatemelo notare, vi prego. ; - ;
Buona lettura.
~

 

 

 

SONOLAPRIMAPORCAMIGNOTTA

 

 

Let time go by

 

 

Yixing percorre ogni mattina la stessa strada per andare in facoltà: discende la serpeggiante via di casa propria fino ad arrivare all’incrocio principale del paese e si dimentica sempre di guardare a destra e a sinistra prima di attraversarlo, per arrivare al marciapiede dall’altro capo della strada, per poi proseguire nel viale alla sua destra. Nel viale si affacciano villette e palazzine basse, ed essendo la via principale del paese sono presenti anche alcuni piccoli negozi e qualche bar. Yixing ogni mattina passa di fronte ad “O’clock”, un negozio di orologi, unica ragione per cui lui continui a percorrere sempre lo stesso tragitto ogni giorno: il proprietario di O’clock è un ragazzo che deve avere circa la sua stessa età -poco più di vent’anni-, tremendamente alto, affascinate e con i capelli tinti di biondo.

Il biondo lava la vetrina ogni mattina, all’ora in cui Yixing passa lì davanti. Lui non si ferma mai, rallenta appena il passo poco prima del negozio e si prende tutto il tempo per osservare le spalle larghe del negoziante, le sue gambe spropositatamente lunghe, la vita stretta, i muscoli tesi quando si mette in punta di piedi per arrivare all’angolo più alto della vetrina, e una volta che lo supera accelera un po’. In una giornata autunnale come questa, in cui i rami degli alberi che ornano il marciapiede sono spogli e secchi, le mattonelle coperte da un tappeto di foglie rosse e marroni e il cielo è sporcato da nuvole grigio fumo, la pesante sciarpa rossa che Yixing tiene al collo nasconde il suo sorriso, perché vedere quell’affascinante ragazzo biondo lo mette di buon umore, non può farci niente.

Non ha mai pensato di fermarsi però, o di trovare una scusa per parlarci, non ha mai fantasticato su di lui e in realtà quel ragazzo non ha nessuna importanza nella sua vita, nella sua testa, se non quella di un incontro mattutino casuale.


~

 

È  per questo che, quando Yixing prende la decisione di comprarsi un orologio, si concentra su di che colore lo voglia e si chiede se il chiodo arrugginito, che era già presene nel muro della sua stanza quando si è trasferito, lo possa reggere. Non pensa al commesso. Magari pensa all’ennesima sfuriata del suo migliore amico Lu Han, per il ritardo di mezz’ora che ha fatto al loro appuntamento, perché non è il primo e sicuramente non sarà l’ultimo.

Uno dei grandi problemi della sua vita è la puntualità. Lui ci prova veramente ad essere in orario ma il tempo sembra sfuggirgli via dalle dita mentre non guarda. Un secondo è in anticipo d’un quarto d’ora e il secondo dopo è in ritardo di dieci minuti. Magari con un orologio a muro, avendo sempre sotto gli occhi l’orario, cambierà qualcosa.

 

 

Quando entra da O’clock, quella sera, ha la sua solita sciarpa sopra la bocca, una felpa nera e le mani affondate nelle tasche dei jeans, i capelli castani sono scompigliati dal pungente vento freddo autunnale e, sinceramente, non ha neanche pensato a farsi un po’ carino per il ragazzo biondo, a coprire il brufolo sulla sua guancia con un po’ di BB cream e magari anche a nascondere le occhiaie che gli circondano gli occhi. Se ne pente quando il proprietario del negozio, come lo vede entrare, alza lo sguardo dalla rivista che sta leggendo e gli sorride, con la sua bocca piccola e i suoi denti bianchi. Sarà che non è più mattina e che al di fuori della mattina Yixing questo ragazzo non l’ha mai visto, sarà che non è di spalle, troppo preso a lucidare il vetro, sarà che gli sta sorridendo ed è ancora più affascinante ma, per la prima volta, pensa che non gli dispiacerebbe per niente fare colpo su uno come lui, su di lui.

-Come posso aiutarla?-

-Uhm, starei cercando un orologio.- dice guardandosi attorno e tirando giù la sciarpa per liberare la bocca.

L’uomo lo guarda e il suo sorriso si fa un po’ canzonatorio ma non irrispettoso. –Intuivo.-

Ottimo, Yixing, buona prima impressione.

Yixing sorride a disagio e lo sguardo del biondo si sofferma sulla fossetta sulla sua guancia e forse non è tutto perduto, ma non ci pensa troppo.


~

 

La prima notte Yixing vorrebbe alzarsi dal letto, strappare via l’orologio dal muro e sbatterlo a terra, perché il ticchettio è maledettamente insopportabile. Non l’ha sentito quando ha inserito le batterie, tra lo sciacquio dell’acqua mentre lavava i piatti e la tv accesa, ma ora ogni singolo ticchettio della lancetta dei secondi è assordante, sembra rimbombare nel piccolo appartamento e conficcarsi nel suo cervello come un chiodo. Lui vorrebbe solo dormire e invece non fa che rigirarsi sotto il piumone con gli occhi spalancati nel buio.


~

 

La frase che Yixing ripete più spesso nell’arco di una giornata è: “non ho voglia di vivere”; non perché non abbia veramente voglia di vivere, sia malato di depressione, abbia istinti suicidi o sia un ragazzo triste, è semplicemente svogliato. Yixing vive la propria vita in modalità risparmio energetico, come dice sempre Lu Han. Lui ha l’università, gli esami, il lavoro part-time come insegnate di chitarra e gli amici e questo riempie abbastanza la sua esistenza. Yixing non ha mai sentito –a differenza della maggior parte dei suoi coetanei- il bisogno di avere un ragazzo per completare la propria vita. Non ha voglia di impegnarsi ad attaccare bottone, a farsi bello, a rendersi affascinate, a far finta di essere qualcuno che non è veramente per far colpo su qualcuno che neanche conosce.

~

 

Infatti, particolarmente più di malumore del solito a causa della notte insonne, il mattino successivo quando arriva davanti ad O’clock, il passo rallentato inconsciamente, non pensa veramente a far colpo sul biondo, anche se è stata un’idea che la sera prima gli ha attraversato la mente, e neanche a coprirsi quel brufolo con la BB cream o a trovare un modo per attaccare bottone.

Per Yixing è una giornata come le altre e lui è tornato uno sporadico incontro mattutino su cui non ha intenzione di sprecare le proprie energie. Per questo si ferma con un piede alzato, a metà d’un passo,  preso alla sprovvista quando il biondo chinato sul secchio per sciacquare la spugna lo nota e lo saluta con un sorriso e un mezzo inchino. Non se lo aspettava.

Yixing è svogliato ma non è asociale, anzi è di compagnia e un po’ logorroico, quindi risponde al sorriso senza farsi pregare e al saluto con un inchino e quando il biondo gli chiede se è rimasto soddisfatto dall’orologio non gli fa capire che è tremendamente in ritardo e dovrebbe correre alla fermata del pullman, risponde cortesemente alla sua domanda e alle futili chiacchiere che vengono dopo.


~

 

L’orologio continua a tenere sveglio Yixing e il gigante biondo continua a salutarlo e a fermarlo per fare due chiacchiere, e gli inutili commenti sul tempo diventano presentazioni, informazioni sulla loro vita e una tazza di caffè al bar lì davanti anche se Yixing è, come suo solito, in ritardo per la lezione.

Yixing accetta un po’ per gentilezza, un po’ perché Wu Fan è davvero simpatico, dietro la sua aria posata e la sua espressione naturalmente scontrosa che nasconde sorrisi a cui il moro non può fare a meno di rispondere. Accetta, forse, anche perché Wu Fan sta cominciando a piacergli un po’; e, quando sale di corsa le scale dell’università perché è in ritardo in almeno un quarto d’ora, il sorriso che gli hanno lasciato in volto le chiacchiere con il proprietario di O’clock non lo porta via neanche il fiatone.


~

 

Dopo due settimane, più o meno, il ticchettio dell’orologio smette di essere una presenza estranea e ingombrante nella vita di Yixing, e Wu Fan è diventato parte della sua quotidianità insieme a questo. Yixing si ritrova a sprecare tempo –tempo che scorre via come un fiume in pienacon lo sguardo perso nel vuoto, immerso nel suo mondo anziché nello studio per l’appello1 che avrà a breve, immaginando di baciare le labbra di Wu Fan.

 

~

 

Una notte lo sogna: si stanno baciando nella penombra dell’armadio dove si nascondeva quando era piccolo, a casa di sua nonna. Le mani di Wu Fan e la sua bocca sono così calde e quando le sue dita stanno cominciato a scendere sul cavallo dei suoi pantaloni, Yixing si sveglia con quella lieve sensazione di nausea che lasciano nello stomaco i bei sogni quando sono solo sogni. Il fantasma caldo del tocco dei polpastrelli di Wu Fan sulla pelle gli lascia una frustrazione addosso così forte che, anche se sono le sette di una mattina in cui non ha lezione, si strappa le coperte di dosso e si veste velocemente senza neanche pettinarsi e per la prima volta da quando si sono rivolti la parola è lui a dare per primo il buongiorno a Wu Fan ed a invitarlo a prendere un caffè.

Quando pensa alle mattine in cui il biondo non era nessuno, gli sembrano un tempo lontano, un eco sbiadito, cancellato da tutti i secondi scanditi dall’orologio che ticchetta nella sua stanza e dai sorrisi perfetti che gli augurano il buongiorno.


~

 

La settima tazza di caffè è un incontro al bar, in un invernale pomeriggio soleggiato, casuale, o almeno così ha fatto credere Yixing a Wu Fan, quando invece è passato di fronte al negozio, ha visto il cartello “torno subito” attaccato alla porta e ha capito immediatamente che doveva essere nel locale dall’altra parte della strada.

Ormai hanno abbastanza confidenza per lasciare da parte il linguaggio formale e gli onorifici e Yixing può ordinare per entrambi perché sa cosa prende Wu Fan e sa anche quanto zucchero ci mette, e che lo sparge sulla superficie coprendola tutta e poi lo fa affondare con il cucchiaino, in modo metodico. Il biondo gli sorride quando torna con il suo cappuccino e il proprio marocchino2 e li poggia sul tavolo con cautela, terrorizzato di poterli rovesciare.

Hanno abbastanza confidenza e Yixing può lasciarsi sfuggire di essere gay, inserendo a proposito in una discussione una considerazione sul suo ex ragazzo. Lo fa perché ha notato come Wu Fan lo guarda; alza lo sguardo -speranzoso in maniera non proprio velata- dalla propria tazzina, e il suo cuore rallenta perché comunque sta scoprendo il fianco senza una dichiarazione di pace. Cerca gli occhi di Wu Fan che però guardano i passanti oltre la vetrata.

-Certo che è piccolo il mondo: il mio ex, faceva esattamente la stessa cosa.- si limita a rispondere questi, girandosi, incrociando i loro sguardi con finta leggerezza. Il cuore di Yixing batte più velocemente e nasconde un sorriso dietro un sorso di caffè. Non gli è sfuggito l’utilizzo del maschile, e neanche come Wu Fan l’abbia sottolineato appena, con la voce.

Hanno anche abbastanza confidenza da scambiarsi i numeri e Yixing lo prende in giro per la foto nella patente che per caso finisce sul tavolo e per il suo secondo nome inglese.

-Kevin!- ride, e neanche lui sa perché lo trovi così comico, -ti salverò così in rubrica!

Wu Fan rotea gli occhi ma ride insieme a lui.

Quella notte Yixing è rannicchiato sotto le coperte, dopo aver rotolato per il letto matrimoniale come una ragazzina perché Wu Fan l’ha cercato per messaggio.

From: Kevin

Kevin è un bellissimo nome, comunque!

 

Il ticchettio dell’orologio lo culla lentamente nel sonno, mentre il cellulare poggiato sul cuscino a fianco alla sua testa lampeggia perché è arrivato un nuovo messaggio.


~

 

A Yixing piace Wu Fan, ormai è un dato di fatto. Quando Lu Han gliel’ha fatto notare, aspettandosi una furiosa negazione da parte dell’amico, Yixing si è limitato a sorridere ed annuire, lasciandolo spiazzato. Yixing vive in modalità risparmio energetico, sì, ma non è stupido, e non è asociale e Wu Fan è bello ed “ha cominciato lui!” -protesta, quando Lu Han gli ricorda tutte le volte che ha affermato di non aver bisogno di un ragazzo.

A Yixing piace Wu Fan perché è organizzato ma non è uno di quelli che vuole avere tutto sotto controllo e comandare, è composto ma non si guarda intorno imbarazzato quando lui scoppia a ridere sguaiatamente, non si arrabbia troppo quando arriva in ritardo, gli piace la sua sciarpa rossa, e quando ha un’opinione diversa non cerca di imporla alzando il tono di voce ma con il ragionamento, e se non ci riesce, perché Yixing è testardo come un mulo, non si offende, e non si offende neanche quando Yixing lo prende in giro ma risponde per le rime con un sorriso divertito. Non si aspetta che il moro si ricordi delle stupidaggini, come il modello della sua macchina, ma gli ripete spesso quello che ritiene importante tenga a mente –come i giorni e gli orari degli appuntamenti, perché hanno cominciato ad uscire assieme, come amici-.

A Yixing piace Wu Fan, punto.

 

~

 

Yixing invita Wu Fan a casa sua perché è vicina, perché dovevano andare al parco ma sta piovendo e hanno dimenticato l’ombrello e il bar è chiuso. Salgono le scale di corsa, ridendo. Asciugano in modo sbrigativo i piedi sullo zerbino, lasciano le giacche bagnate sul tavolo, e Yixing sparisce in bagno e quando torna lancia un asciugamano a Wu Fan, cogliendolo alla sprovvista dritto in volto, e ridono.

-Ti serve un cambio di pantaloni? I miei sono fradici.- domanda Yixing, prima di sparire nella camera da letto che non ha una porta che la divida dalla cucina. Wu Fan lo segue con discrezione.

Yixing si toglie i jeans, scoprendo la pelle d’oca delle sue cosce, li scalcia in un angolo e s’infila un paio di pantaloni della tuta.

-Sì, forse non sarebbe male un cambio.-

Yixing affonda dentro l’armadio e risale in superficie con un altro paio di pantaloni dall’aria morbida e calda.

-Penso ti staranno un po’ corti.-

-Meglio di niente, grazie.-

Per un attimo Wu Fan sembra indeciso se cambiarsi lì, davanti a lui, o meno, poi si sbottona i jeans e Yixing decide di voltare lo sguardo  per metterlo a proprio agio –anche se sbircia con la coda dell’occhio. Le gambe di Wu Fan sono belle, slanciate, muscolose, perfette. Yixing teme di essere arrossito e volta lo sguardo, perdendosi il sorriso sornione che spunta sulle labbra dell'altro, che ha notato il suo occhi studiarlo.

Yixing continua a frizionarsi i capelli e si siede sul letto sfatto, Wu Fan si siede al suo fianco, tirandosi su i pantaloni caldi. Come previsto lasciano scoperto quasi metà polpaccio e Yixing, che ha la testa bassa e lo sguardo puntato a terra, se ne accorge e sorride. Wu Fan muore per quella fossetta che gli si forma sulla guancia e per una volta è lui a guardarlo e non lo nasconde.

-Che c’è?- domanda Yixing quando alza lo sguardo e incrocia quello profondo di Wu Fan. Glielo legge dentro che sta per succedere qualcosa: c’è l’aspettativa nel modo in cui luccicano i suoi occhi scuri.

Yixing conta i quattro ticchettii dell’orologio più lunghi della sua vita, prima che Wu Fan si decida a chinarsi verso di lui e baciarlo, poi il tempo si perde negli schiocchi bagnati delle loro labbra.

~

 

Il giorno del loro primo vero appuntamento, Yixing si preoccupa per la prima volta, veramente, delle sue occhiaie, della sua pelle non perfetta, dei suoi capelli che non vogliono stare giù e del fatto che non trovi le sue camicie bianche, finite nel fondo dell’armadio perché troppo difficili da stirare per uno che indossa anche le t-shirt sgualcite, pur di non dover usare il ferro da stiro.

Quando Wu Fan suona il campanello, lui si sta ancora allacciando le scarpe e saltella, ancora con le mani sui lacci, verso il citofono e apre senza neanche chiedere chi è. Afferra la giacca, le chiavi di casa e  il portafoglio, si guarda nuovamente allo specchio per sistemarsi il ciuffo sulla fronte e scende le scale di corsa sbattendosi la porta alle spalle. Wu Fan lo aspetta davanti alla porta del condominio, poggiato sulla sua macchina nera, costosa, -perché anche se non ha molti soldi, le macchine sono una delle sue passioni-, tiene le mani nelle tasche dei pantaloni, neri ed eleganti, e la giacca dell’abito aperta che lascia spazio alla sua camicia bianca, infilata dentro quei pantaloni che gli fasciano le gambe facendole sembrare ancora più lunghe e magre.

Yixing si sente improvvisamente ridicolo perché Wu Fan è elegante come lo è sempre, anche in jeans e maglietta sportiva, ma lui… Con la sua camicia ancora un po’ sgualcita anche se ci ha litigato per almeno un’ora, lasciata fuori dai jeans neri, molto più stretti di quelli che usa di solito, per sembrare sexy, si sente ridicolo, anche per il fondotinta in faccia e i capelli ordinati. Sorride a disagio mentre Wu Fan gli viene incontro, e alza una mano per toccarsi il ciuffo, come fa sempre quando è agitato, ma la mano si blocca appena sfiora i capelli perché si ricorda della lacca, e si sente ancora più ridicolo e non sa neanche lui il perché.

Il profilo di Wu Fan viene illuminato dalla luce gialla del lampione quando entra nel cerchio di luce dentro cui Yixing si è fermato e il moro vede che sta sorridendo e non è un sorriso di derisione: è soffice e appena accennato.

-Sei bellissimo.- respira Wu Fan sulle sue labbra, prima di baciarlo, accarezzandogli una guancia e sicuramente portandogli via un po’ di BB cream e affondando l’altra nei suoi capelli, spettinandoli un po’. Yixing si aggrappa alle sue spalle, stringendole forte e stropicciandogli la camicia in quei punti, e si sente un po’ meno ridicolo.

-Anche tu.- sussurra sulle labbra di Wu Fan, nel mezzo del bacio, sperando che le lingue si mangino le sue parole.

 

 

Quella notte è anche la loro prima notte insieme. Yixing chiede a Wu Fan di salire quando lo riaccompagna a casa e il biondo aspetta finché non sono dentro l’appartamento prima di sbattere Yixing contro la porta, senza violenza, e baciarlo.

-Mi hai fatto impazzire tutta la sera.- ringhia contro la sua carne.

Yixing ridacchia e pensa ai loro piedi che si sfioravano sotto il tavolo, durante la cena, a quando Wu Fan l’ha raggiunto nel bagno degli uomini, al vino rosso con cui forse ha un po’ esagerato.

Per la prima volta Wu Fan non è posato, ordinato ed elegante. Strattona la camicia di Yixing per infilarci sotto la mano, accarezzargli lo stomaco, i fianchi, e stuzzicargli un capezzolo, facendo contorcere dolcemente il moro sotto le sue mani. A Yixing torna in mente il sogno nell’armadio di casa di sua nonna e ride nella bocca di Wu Fan, facendo ridere anche lui. Wu Fan spinge Yixing verso la camera da letto, mentre questi gli sfila la giacca e la lascia cadere a terra; inciampano nei loro piedi e non riescono a smettere di ridere, e Wu Fan in realtà non è ubriaco, ma questo è l’effetto che gli fa il moro, e si toccano dove riescono ad arrivare, frenetici, e si baciano scomposti, con la saliva che cola lungo il mento.

Quando Yixing viene spinto sul letto, la risata che gli si mozza in gola come la schiena rimbalza sul materasso, allunga le braccia all’indietro, magre e candide, lasciate scoperte dalle maniche della camicia arrotolate fino ai gomiti. Wu Fan s’inginocchia sopra di lui, sovrastandolo e a Yixing ricorda –pensiero accompagnato da un brivido d’eccitazione che scorre sotto la pelle- un coguaro pronto ad attaccare che osserva con occhi scuri i suoi i capelli scompigliati, le labbra rosse e gonfie di baci, lucide di saliva, il petto che si alza e si abbassa irregolarmente e gli occhi che luccicano. Wu Fan lascia andare un lungo sospiro poi comincia ad armeggiare con la sua cintura, gliela sfila con facilità, lasciandola scivolare a terra, e apre il bottone dei jeans e tira giù la cerniera, afferra i due lembi della stoffa, la strattona un poco, giusto quello che basta per esporre il tessuto grigio dei boxer, perché i jeans sono davvero stretti e il moro non collabora. Yixing affonda le dita nei suoi capelli e gli massaggia la cute ed esercita una leggera pressione verso il basso, spingendolo verso il suo inguine.

-Aspetta, mi spoglio anch’io.-

Wu Fan si tira su sulle ginocchia e comincia a sbottonarsi la camicia. Yixing rimane sdraiato placidamente tra le sue gambe e piega un ginocchio per strusciarlo lentamente sul cavallo dei pantaloni di Wu Fan, mentre questo ha le mani occupate con i bottoni. Il biondo viene incontro ai movimenti di Yixing, con il bacino, facendolo sorridere. Non staccano lo sguardo l’uno dall’altro neanche per un momento, e la fossetta maliziosa sulla guancia di Yixing e i loro occhi neri sono le promesse di una notte indimenticabile.

Wu Fan allontana la gamba di Yixing per potersi togliere i pantaloni e le mutande. È completamente depilato e il moro se lo aspettava da uno ordinato e curato come lui. Wu Fan si china nuovamente sopra Yixing e gli strattona i pantaloni con forza, lasciandoli all’altezza delle ginocchia e poi tira giù anche le sue mutande liberando la mezza erezione del moro. Yixing non si depila, e forse si vergognerebbe dei peli ricci e scuri in un altro momento, ma ora non gliele frega niente e neanche a Wu Fan importa, perché prende in mano il pene di Yixing e poi si china a prenderlo tutto in bocca, tocca la pelle dell’inguine con le labbra e affonda il naso nei peli. Yixing profuma di sapone e pelle e a Wu Fan non interessa che sia depilato o meno, non gli interessa se ha i brufoli, se è spettinato o se ha la maglietta sgualcita.

Wu Fan lo ama fino al mattino, in una notte di sesso fatta di spinte lente e profonde che fanno inarcare la schiena di Yixing poggiata sul materasso, di morsi sulla carne, sudore, risate ansimate, sperma; fatta delle unghie di Yixing che graffiano la schiena di Wu Fan, di bocche calde e parole sussurrate a fior di labbra. Forse è perché non lo faceva da molto, ma Yixing è convinto che il sesso con Wu Fan sia il migliore di sempre e verso le sei del mattino guarda il cambio graduale della luce dell’alba dalla finestra, con gli occhi socchiusi, e il respiro di Wu Fan nel suo orecchio lo fa sorridere prima d’addormentarsi.


~

 

Wu Fan comincia a passare le serate a casa sua e a dormire da lui, perché per stare in due l’appartamento di Yixing è più comodo, ed vicino al negozio. Yixing comincia a conoscere le sue piccole abitudini quotidiane -come il lasciare sempre il dentifricio aperto e tutti i rubinetti chiusi male, canticchiare mentre lava i piatti, spazzare il pavimento dopo tutti i pasti, bere un bicchiere di succo alla pera a colazione- e, tra le altre, quella che trova assolutamente più bizzarra di tutte: la cura della pelle alle dieci meno un quarto. A quell’ora Wu Fan ha una sveglia impostata nel suo cellulare che lo avverte che è giunto il momento di cominciare a spalmarsi creme al cetriolo, esfolianti ai sali del mar morto e altre idiozie, e interrompe qualunque cosa stia facendo quando suona –chiude le chiamate, smette di guardare la tv, di mangiare-.

Ma certe notti Yixing gli si siede in braccio mentre guardano la tv, anche se magari hanno già fatto sesso prima di cena, e lo bacia lento e languido, come è solito, ed allora Wu Fan spegne la sua sveglia, anche se non lo farebbe per niente al mondo e lo porta a letto. Wu Fan si prende sempre tutto il tempo per prepararlo, con le dita e con la lingua, finché non lo sente sciogliersi ed aprirsi sotto le sue cure e allora gli bacia la spina dorsale e le spalle mentre gli si spinge dentro, o gli bacia le labbra e la mascella. E quando sono entrambi soddisfatti tra le lenzuola sfatte che sanno di sperma e dopobarba, Wu Fan accarezza i capelli di Yixing, il suo respiro calmo si fonde con il ticchettio dell’orologio -non c’è nient’altro ed è come una ninna nanna- e il moro non può fare a meno di addormentarsi. Solo a quel punto Wu Fan si alza per la sua cura del viso.

Yixing pensa di amarlo un po’ per questo perché anche se è per una cosa stupida, Wu Fan lo sta mettendo prima di se stesso.


~

 

-A che pensi?- domanda Wu Fan, con voce impastata dal sonno e roca, allungando una mano a toccare il fianco nudo di Yixing lasciato scoperto dal lenzuolo.

-All’orologio…- Yixing ha la schiena poggiata al muro, perché il suo letto non ha spalliera, e volta lo sguardo verso Wu Fan. –È cominciato tutto da quell’orologio, non ti sembra strano?-

Wu Fan alza le spalle e rimangono in silenzio ad ascoltare il ticchettio del tempo che passa.

-Questa è la nostra canzone.- sorride Yixing.

-Questa?-

-Il ticchettio dell’orologio.- spiega, sorridendo divertito e la fossetta nella sua guancia è profonda e Wu Fan sa che vuol dire che è particolarmente felice, che lo è veramente.

Il biondo si alza e fa il giro del letto.

-Vuoi ballare la nostra canzone?- propone Wu Fan, porgendogli una mano.

Yixing gli prende la mano e Wu Fan lo tira su, gli circonda la vita con un braccio, con l’altro gli stringe ancora la mano, e il moro poggia la propria mano libera sulla sua spalla e cominciando a ondeggiare a ritmo dei secondi; stanno ballando un lento, in mutande in camera da letto, senza musica, ma Yixing non si sente ridicolo e pensa di amare un po’ di più Wu Fan anche se continua a non averglielo ancora detto, e sospira una risata contro il suo collo, facendolo sorridere.


~

 

Gli alberi cominciano a mettere gemme verdi e qualche foglia e loro si vedono già da mesi, Wu Fan esce di casa prima di Yixing, perché il moro continua ad alzarsi tardi  e dorme ancora mentre Wu Fan gli prepara la colazione. Continua anche ad essere un ritardatario cronico e neanche l’orologio sul muro è servito a qualcosa. Yixing continua a passare davanti alla vetrina di O’clock, la mattina, mentre il gigante biondo pulisce i vetri. Solo che ora questi si gira, gli poggia la mano bagnata sulla guancia e gli dà il bacio del buongiorno.


~

 

Una mattina in cui gli alberi sono in fiore ed ormai la sciarpa rossa è nell’armadio, Yixing si lascia cullare ancora un poco dal caldo delle coperte primaverili prima di alzarsi. Sul tavolo c’è un foglio tenuto fermo da una bottiglia di sciroppo d’acero -perché la leggera brezza che soffia dalla finestra aperta non lo faccia volare via- e l’orribile grafia di Wu Fan recita: pancake nel forno. Yixing sorride, alza le braccia per stiracchiarsi, mentre l’aria mattutina gli pizzica la pelle e lo sveglia, e pensa che le giornate che cominciano in questa maniera siano le migliori.

 

 

Yixing rallenta, come sempre, poco prima di arrivare al negozio, ancora sorridendo e con un motivetto allegro in testa ma Wu Fan non sta pulendo le vetrine e il sorriso di Yixing si spegne, perché da quando fa quella strada non è mai successo.

Si ferma nel mezzo del marciapiede, e il motivetto allegro è soppiantato da un brutto presentimento. Yixing non ha il tempo di pensare, la porta si apre e lui fa un passo indietro, nascondendosi dietro il tronco di un albero, e si dà dello stupido perché potrebbe semplicemente essere un cliente particolarmente mattiniero.

Un ragazzo alto almeno quando Wu Fan, con i capelli rasati, esce, e Wu Fan segue questo ragazzo fuori. Si dicono qualcosa ma Yixing non riesce a sentirlo da quella distanza, però distingue il sorriso di Wu Fan, e pensa di uscire dal suo nascondiglio, sentendosi infantile per le proprie paranoie.

Poi il ragazzo rasato ride e bacia Wu Fan.

Yixing spalanca gli occhi in modo quasi doloroso.

Una cornacchia, nascosta dalle fronde verdi di un albero, gracchia un grido macabro, nuvole morbide corrono nel cielo spinte dal vento, una macchina grigia li supera pigramente, i secondi non passano più.

Wu Fan bacia il ragazzo rasato.

A Yixing va di traverso la saliva e comincia a tossire, attirando l’attenzione dei due su di sé.

Il tempo accelera, secondi che battono impazziti come il cuore stordito di Yixing contro la cassa toracica.

-Yixing...- sussurra Wu Fan, e sembra terrorizzato.

-Lui chi è?- chiede il ragazzo rasato e sta ancora sorridendo, come se non riuscisse a percepire la tensione nell’aria.

-Lui chi è?- ripete Yixing e la sua voce è strozzata e gli graffia la gola.

-Sono Chanyeol, il suo ragazzo, piacere di conoscerti.- lo sconosciuto risponde tranquillo, senza aspettare che Wu Fan li presenti, e accenna un inchino con la testa, continuando a sorridere.

Yixing vorrebbe toglierglielo a forza di schiaffi quel sorriso, ed è ingiusto perché dovrebbe avercela con Wu Fan, invece. Gli occhi gli si riempiono di lacrime, la vista gli si appanna e lancia un ultimo sguardo deluso al biondo, prima di girarsi e correre via di nuovo verso casa.

-Ma che problemi ha?- sente chiedere da Chanyeol e vorrebbe girarsi e gridarglieli i suoi problemi, per farli sentire a tutto il vicinato, per spezzargli il cuore come ora è spezzato il suo, ma non ne ha il coraggio.


~

 

Wu Fan lo chiama ma Yixing non risponde, lo tartassa di messaggi pregandolo di dargli una possibilità di spiegazione e Yixing si limita a rispondere con una sola domanda, tutto quello che gli basta sapere.

To: Kevin

È veramente il tuo ragazzo?

 

Non vuole sentire altro, altre spiegazioni, altre scuse. Un e allora cambia tutto, un no e allora, forse, non cambia nulla. Il cellulare che prima vibrava come impazzito ora giace inerte nelle mani di Yixing, che sta seduto sul materasso nudo del suo letto perché quando è tornato a casa ha strappato via le lenzuola che odoravano ancora di Wu Fan e le ha lanciate a terra. Fissa lo schermo con insistenza, senza sbattere le palpebre, il cuore che trema e le mani pure.

Dopo cinque minuti, scanditi crudelmente dal ticchettio dell’orologio, il cellulare non ha ancora vibrato e allora lo poggia con lo schermo sul materasso, come se non guardarlo possa cambiare qualcosa e prende il libro dal comodino, quello che ha cominciato la settimana scorsa, quando Wu Fan ha passato una delle rare notti nel proprio appartamento e lui ha dormito da solo, e poi non ha continuato perché Le mani stringono convulsamente le pagine ingiallite e le piegano. Non ci vuole pensare alle notti passate con Wu Fan, alla notte precedente, a come gli ha sorriso mezz’addormentato quando è tornato dalla doccia e l’ha abbracciato, accarezzandogli i capelli lentamente perché qual gesto ripetitivo ed alienante rilassa tutti e due. Bugiardo. Prova l’istinto di buttare il libro contro il muro e non lo fa solo perché è della biblioteca.

Guarda di nuovo il cellulare, anche se non l’ha sentito vibrare, ma pensa che magari gli sia potuto sfuggire, anche se sa che è impossibile e infatti non trova nessun messaggio. Guarda con insistenza la pagina sessantasette del libro ma le parole si mischiano, si confondono, diventando macchie nere e lui rilegge la stessa frase, quando è abbastanza concentrato da leggere veramente, almeno una ventina di volte e continua a non capire cosa ci sia scritto. Osserva il cellulare nero con la coda dell’occhio una sillaba sì e una no ma quello continua a non vibrare.

Chiude il libro con un tonfo perché è inutile, e si alza a prendere dalla cucina un bicchier d’acqua per sciogliere il nodo alla gola, per la bocca impastata, per fare qualcosa e tenersi occupato. Dieci minuti non gli sono mai sembrati così lunghi. Ha le gambe molli quando si alza e meccanicamente muove i passi verso la cucina e prende un bicchiere dallo scolapiatti, sapere che l’ha lavato ieri Wu Fan gli dà fastidio ma lo riempie lo stesso d’acqua, direttamente dal rubinetto del lavello, e beve a forza.

Sulla soglia della camera da letto guarda il cellulare ancora poggiato con schermo all’ingiù sul materasso e mordendosi l’interno delle labbra lo raggiunge, lo prende in mano e il tasto centrale lampeggia.

Gli è arrivato un messaggio.

Yixing spera che sia Lu Han che gli chiede perché non è andato a lezione, sua madre che gli manda messaggi stupidi perché ha imparato ad usare le emoticon, la sua compagnia telefonica che lo avverte di qualcosa che non gli interessa.

Sblocca lo schermo e il messaggio è di Wu Fan.

From: Kevin

Sì.

 

Yixing toglie la batteria dal cellulare e lo butta dentro un cassetto.


~

 

La casa è silenziosa. Non c’è nessun Wu Fan che canticchia mentre lava i piatti e il ticchettio dell’orologio è di nuovo assordante e ingombrante, quasi doloroso mentre pulsa nelle tempie e sotto la pelle di Yixing.

Ticchetta e scandisce il tempo, tempo che a Yixing non appartiene più. Tempo che in realtà non gli è mai appartenuto.

Tutti i secondi, i minuti, le ore e i giorni e i mesi passati con Wu Fan sembrano racchiusi tutti tra quei piccoli ingranaggi che fanno muovere le lancette e ticchettare in modo così disturbante, fastidioso, irritante.

E ogni ticchettio sembra ripetere: “Era tutto solo una bugia”.

Yixing si sente impazzire, allora afferra l’orologio e lo butta a terra. Il vetro s’infrange, pezzi di plastica volano ovunque, le batterie escono e finalmente il tempo smette di ticchettare e di scorrere e Yixing è immerso nel silenzio.


~

 

Wu Fan viene a bussare un paio di volte alla sua porta, la prima volta Yixing maledice la propria distrazione perché apre senza chiedere chi è, ma ha la prontezza di riflessi di sbattergliela in faccia prima che Wu Fan la possa bloccare. Wu Fan gli parla attraverso il legno, comunque, e gli dice i soliti “non è come pensi” e “lasciami spiegare”, ma Yixing si mette le cuffie dell’mp3 e non lo ascolta.

La seconda volta Wu Fan converge la sua frustrazione -perché è una settimana che Yixing non risponde al telefono e non si fa vedere- in un calcio alla porta così forte che la fa vibrare e Yixing teme che la possa buttare giù. Wu Fan urla, per farsi sentire, e anche con le cuffie nelle orecchie Yixing lo sente. Cazzo Yixing, non fare così!”. Dopo un po’ esce la vicina del suo pianerottolo e minaccia Wu Fan di denunciarlo se non se ne va subito. Yixing non è mai stato così tanto grato a quella vecchiaccia. Il biondo sbatte un’ultima volta il pugno sul legno della porta, poi Yixing lo sente scendere rumorosamente le scale e poi il silenzio più completo, nuovamente.

Il silenzio ingloba Yixing, se lo mangia, lo digerisce e lui smette di esistere, smette di esistere il tempo, Wu Fan, il suo corpo. Le orecchie gli fischiano e quando si sveglia ha ancora la schiena poggiata sulla porta e gli occhi umidi di lacrime.


~

 

Yixing è ancora innamorato di Wu Fan e per questo, quando Lu Han passa alle minacce per convincerlo ad uscire di casa, lui cambia strada, allungando il tragitto, passando per una traversa in cui i cani, nei giardini delle villette, abbaiano ogni volta che passa, facendolo spaventare.

Yixing è orgoglioso, è ancora innamorato di Wu Fan ed è stupido, e non lo vuole perdonare e non vuole neanche che gli si dica che non c’è bisogno che lo faccia. Non vuole accettare le scuse di un ragazzo che l’ha preso in giro ma sa che lo farebbe. Non vuole neanche essere lasciato -sempre che si possa dire così in una situazione come la loro- per quel tipo dal sorriso strano perché questo lo ucciderebbe.

Yixing quindi cambia strada ed aspetta che il silenzio metta lentamente a posto le cose.


~

 

Yixing percorre ogni mattina la stessa strada per andare in facoltà: discende la serpeggiante via di casa propria fino ad arrivare all’incrocio principale del paese e si dimentica sempre di guardare o a destra o a sinistra prima di attraversarlo, per arrivare al marciapiede dall’altro capo della strada, per poi proseguire dritto e girare alla seconda a sinistra: una stradina secondaria di basse villette. E, benché la percorra ogni mattina, quando passa davanti al cancello di metallo bianco del numero ventitré, a passo spedito, sobbalza sempre e lancia qualche maledizione al cane che comincia ad abbaiare dall’interno del cortile.

Quando gli alberi sono di nuovo secchi e Yixing tira fuori la sciarpa rossa dall’armadio, il silenzio ha ordinato lentamente tutti i pezzi, come le tessere di un rompicapo, ma c’è uno spazio vuoto, e non è il silenzio che lo può riempire.

Quando torna a casa ci sono sempre i piatti sporchi nel lavello, finché non si decide a lavarli, il pavimento della cucina è sempre sporco di briciole, non fa colazione la mattina perché si sveglia troppo tardi e non ha tempo di prepararla, è da molto che non beve un buon caffè perché sono pochi i posti in cui si può fare, qualche volta canticchia perché la casa è troppo silenziosa e lancia ancora delle occhiate veloci al chiodo piantato sulla parete, quando si sta preparando per uscire, e mentre prima quel gesto involontario gli attanagliava dolorosamente le viscere e gli faceva passare la voglia di mettere piede fuori di casa, ora gli fa solo pensare un po’ malinconicamente che nella sua vita manchi qualcosa, o che forse l’abbia perso per strada.

Yixing decide di comprare un orologio, pensa di che colore lo voglia, pensa all’ennesima sfuriata di Lu Han per il suo ritardo e pensa al commesso del negozio, quasi con un sorriso. Quando entra da O’clock non sa con che intento lo stia veramente facendo. Wu Fan è diverso, sembra più vecchio quando alza lo sguardo su di lui e i suoi occhi si spalancano, ma forse è solo perché ha nuovamente i capelli neri, del loro colore naturale. Il ticchettio degli orologi investe le sue orecchie come il suono malinconico del violino, come il rumore di un ricordo.

-Yixing...- sussurra, e il suo stupore somiglia a quello di quel giorno di primavera.

-Uhm, sto cercando un orologio.- Yixing sorride, tirandosi giù la sciarpa per lasciare libera la bocca, imitando il se stesso impacciato dell’anno prima.

Gli occhi di Wu Fan si soffermano sulla fossetta sulla sua guancia e poi risponde al sorriso e a Yixing sembra di tornare indietro nel tempo, per un secondo: rivede le colazioni lasciate sul tavolo, la faccia di Wu Fan tutta bianca per la crema, i rubinetti che gocciolano, i baci del buongiorno in mezzo al marciapiede, ma è solo, appunto, questione di un secondo che non dura neanche il tempo di un ticchettio dell’orologio appeso dietro il bancone, perché non si può tornare indietro nel tempo.

-Certo, hai già in mente qualcosa?-

-Lo voglio blu.- Wu Fan sta infilando dentro la busta il suo orologio nuovo e Yixing lo sa che gli deve dire qualcosa, che è agitato, che non sa da dove cominciare e questa volta conta dodici ticchettii prima che Wu Fan faccia la sua mossa, alzando di scatto la testa dopo aver messo lo scontrino nella busta.

-Yixing, mi permetterai di spiegare quello che è successo tra noi due, con Chanyeol?-

Chanyeol, Yixing si era dimenticato quel nome. E forse è questo che manca nella sua vita, manca Wu Fan, mancano le sue spiegazioni ed in realtà quel “” non è servito a niente.

Magari adesso ascolterà Wu Fan che gli racconta della partenza anticipata di Chanyeol per il servizio militare, di come sia stato innamorato di lui, e di come la loro relazione si fosse fatta tiepida anche prima che Chanyeol partisse; di come gli avesse fatto promettere che l’avrebbe aspettato, delle lettere senza sentimento e piene di sensi di colpa, e di come si fosse innamorato di quel ragazzo con i capelli castani scompigliati e la sciarpa rossa che passava ogni mattina davanti al suo negozio e di come abbia rovinato tutto perché è stato un codardo.

-Sì, ma non ora, ti va di farlo davanti ad un caffè?- Yixing sorride ed è tranquillo, se non per quella falena solitaria che svolazza bassa nell’oscurità del suo stomaco.

-Certo, stacco alle nove.- Wu Fan sorride quasi incredulo.

-Lo so.- si limita a rispondere Yixing, prendendo la sua busta ed uscendo dal negozio.

Non si può tornare indietro nel tempo, non si può neanche rimanere cristallizzati negli spazzi tra i secondi, ma si può andare avanti.

 

 

 

 

 

 

Note:

1 Appello: Nella prassi universitaria, ogni convocazione prevista per ciascuna sessione di esami.

2 Marocchino: tipo di caffè che si prepara con una base di espresso, cioccolata fondente e latte montato a crema.

Okay, io avevo in mente delle belle note elaborate ma, dopo aver impiegato ore, ore ed ore a tentare di postare questa fic, il mal di testa ha steso anche l'ultimo dei miei neuroni. Quindi non so, ringrazio le quattro giudici per essersi impegnate così tanto in questo contest, perché hanno scritto commenti belli ed utili e si sono smaronate anche ad evidenziare anche gli errori sintatico grammaticali (che spero di aver corretto tutti, se no non uccidetemi, vi prego).

Vorreri copirare i giudizi e i commenti, perché sono veramente adorabili, ma sono un po' lunghetti quindi lascio stare, se vi va di leggerli sono qui.

E poi boh, vi lascio anche questa fanart, di The Almighty P perché come l'ho vista ho pensato fosse perfetta. 

Grazie per aver letto. ~

  
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