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Autore: Beneath_Your_Beautiful_    16/07/2013    3 recensioni
–Dovevamo solo essere pronti per essere finalmente un'unica cosa. Solo insieme non c’è fine, Haz. Ti amo-, disse Louis per poi sospirare e chiudere gli occhi. L’ultima cosa che Louis William Tomlinson sentì.. fu la mano di Harry che stringeva la sua e una lacrima calda che gli bagnava il viso.
Con le forze che gli rimanevano, Harry strinse forte la mano di Louis e sussurrò –Non lasciarmi andare, perché sono stanco di sentirmi solo-, poggiò la testa sul volante e si voltò a guardare Louis, piangendo, finchè l’ultima lacrima bagnò il suo viso.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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-Ciao. Ci sentiamo.- disse semplicemente aprendo la porta senza voltarsi.

-Dove vai? Resta un altro po’. Adesso andiamo insieme.- esclamò l’altro con una nota di terrore nella voce.

Louis si fermò di colpo sulla soglia, con il cuore in tumulto e gli occhi che bruciavano.

-Non posso!- disse, quasi in un sussurro, non voleva che il ragazzo alle sue spalle capisse che avrebbe voluto solo piangere. –Non devo andare dove vai tu.- concluse trattenendo a stento le lacrime. Non si girò altrimenti Harry avrebbe visto i suoi occhi rossi e non voleva mostrarsi di nuovo debole, anche se quel gesto non era altro che segno di debolezza.

-No?- chiese interrogativo il riccio, -Non puoi cosa?- finì con la voce rotta e tesa, avvicinandosi lentamente a Louis e prendendo la sua mano.

-Non posso!-. Era quasi un pensiero continuo e convulso. Continuò a sussurrarlo a sé stesso ‘Non posso! Non posso! Non posso!’. Aveva il fiatone, non riusciva a respirare, come se avesse corso ininterrottamente per ore.

Quando Harry gli aveva preso la mano aveva sentito un brivido lungo la schiena e aveva preso a girargli la testa. Era confuso, troppo confuso.

All’inizio avrebbe voluto sottrarsi da quella presa calda e familiare, da quella mano che avrebbe sempre voluto sentire nella sua vita, ma era stato più forte di lui. Aveva lasciato che la mano del suo Hazza stringesse la sua ed egli stesso aveva incrociato le sue dita fra quelle di Harry, con la forza della disperazione, come se volesse rimanere per sempre con lui anche se aveva la consapevolezza di non poterlo fare. Aveva assaporato quel tocco come se fosse stata l’ultima volta che avrebbe potuto farlo. Una lacrima calda scese sul suo viso.

Il viso di Harry era invece teso, ma nel momento in cui si vide ricambiato, un grande sorriso si aprì sulle sue labbra… ma si spense subito, come una fiammella  spinta da un vento forte che non è destinata a rimanere accesa. Louis aveva cercato infatti di sciogliere quel legame ferreo ma dolce.

Non poteva! Non poteva rimanere ancora lì! Avrebbe rischiato di fare del male ad entrambi, e soprattutto ad Harry, e non era questo che voleva.

Harry era la sua debolezza, il suo dolore, il suo pianto, il suo sorriso, la sua felicità e il suo punto di forza. Harry era il suo tutto, lui era la sua kryptonite.

Per questo motivo doveva andare via, adesso che ne era convinto. Via da tutto!

Cercò di liberarsi dalla presa di Harry, ma lui lo strinse ancora più forte.

-Louis! Louis… cosa non puoi?- chiese Harry disperato, iniziando a scuoterlo come per svegliarlo da un incubo.

Louis era deciso a non arrendersi, così si voltò tenendo gli occhi bassi e aiutandosi con l’altra mano riuscì ad essere libero.

-BooBear, guardami!!- suonava come un ordine dettato dalla disperazione di poter perdere per sempre qualcuno.

Louis, come scosso da qualcosa, alzò lo sguardo.

Fu in quel momento che Harry fece lo stesso, e lo vide. Lo vide nella sua straordinaria bellezza. Lo vide nella sua fragilità.

Louis aveva smesso di piangere, i suoi occhi avevano smesso di bruciare. Il suo cuore aveva smesso di battere.

-Non posso rimanere qui, con te!-. Pronunciò quelle parole con una calma assurda, e con una freddezza tale da gelare le ossa e il cuore di Harry. Aveva calcato la voce
su quel ‘te’, come per far intendere che il problema e la colpa di tutto ciò fosse proprio Harry.

Il piccolo era scosso dai singhiozzi, e lo guardava negli occhi, come implorando pietà.

Ma durò solo qualche istante, perché il suo sguardo si trasformò da deluso … ad arrabbiato.

Era furioso, e aveva una tale rabbia dentro, che avrebbe potuto prendere a pugni colui che gli stava davanti.

-Perché non puoi, eh? Non puoi rimanere con me? Cosa non puoi, Louis? Dimmelo! Perché sei sempre pronto a strapparmi il cuore dal petto, a prenderlo come fosse tuo, ad usarlo per poi gettarlo come fosse un rifiuto? Perché devi sempre distruggermi? Perché devi sempre rovinare tutto,cazzo? Perché? Sei uno stronzo! Ti odio!
Perché non ti accontenti di dirmi che mi ami, che vuoi passare il resto della tua vita con me? Non è forse così?
Perché non ti basta mai starmi semplicemente accanto e amarmi, tenermi per mano, baciarmi, farmi tuo per sempre anche se di nascosto da tutto e tutti? Perché non ti accontenti mai, dannato stronzo? Perché non provi a rendere tutto un po’ più facile invece di ferirmi sempre? Invece di prendere tutte le decisioni da solo? Invece di andare e tornare sempre, quando e come vuoi tu, senza preoccuparti di nulla? Eh, Louis? Perché? Perché cazzo, non sei in grado di rendere le cose un po’ più facili?- si allontanò di scatto e sferrò un pugno contro la parete che aveva di fronte, incurante del dolore e della mano che sanguinava. Se non si fosse allontanato in tempo, avrebbe sferrato quel pugno sul petto di Louis, come se con tutta quella rabbia avesse potuto rompere la barriera che li divideva ancora una volta, che li portava a litigare ancora. Come se rompendola avesse potuto prendere il cuore di quel ragazzo una volta per tutte.

Adesso era a terra, in ginocchio, con il dolore che gli squarciava il petto, e voleva urlare, soltanto urlare, ma l’unica cosa che riusciva a fare era piangere. Adesso la sua rabbia era disperazione.

Harry non si era più voltato a guardare Louis, altrimenti lo sguardo di lui lo avrebbe soltanto distrutto ancora di più e avrebbe fatto accrescere la sua rabbia. La rabbia di non riuscire a dare una risposta ai suoi ‘perché’, la rabbia di sentirsi nuovamente sconfitto, di non riuscire mai a trattenerlo come avrebbe voluto.

Non si era voltato, e per questo non aveva visto lo sguardo di Louis, non aveva visto la sua espressione.

Louis lo lasciò così, a terra. Sanguinante.

Si voltò , e uscendo si chiuse la porta alle spalle.


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Si dice che dopo una tempesta c’è sempre un arcobaleno, ma lì, quell’arcobaleno non sarebbe arrivato tanto presto. Erano troppo distrutti. Troppo a pezzi. Troppo sanguinanti. E solo il tempo avrebbe potuto guarire tutte quelle ferite.
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Harry alzò lo sguardo.

Se n’era andato. Lo aveva fatto di nuovo, questa volta senza preoccuparsi minimamente dei suoi sentimenti. Se n’era andato lasciando altre domande, altri dubbi. Se n’era andato perché era codardo. Ma questa volta se n’era andato per sempre.

Harry sapeva. Sapeva cosa fare.

Andò verso il bagno. Si fermò davanti allo specchio. Si guardò e cominciò a ripetere il suo nome. Fissava il suo volto, i suoi lineamenti, gli occhi rossi per il pianto. Quello che aveva intorno iniziò a scivolare via. Cercò di aprire gli occhi, ma non vide nulla. Cominciò a respirare molto forte, cercando di distinguere qualcosa intorno a sé, qualsiasi cosa gli facesse capire dove si trovasse, ma voleva trovare solo una cosa. Volevo trovare gli occhi di Louis, e il suo sorriso rassicurante. Voleva che lui fosse lì a dirgli che non se n’era mai andato e che mai lo avrebbe fatto. Ma sapeva che non era così. Respirava sempre più affannosamente. Era come non esserci più. Stava capitando di nuovo, e questa volta lo aveva voluto lui. Aveva paura, tanta paura.

Di colpo! Fu come svegliarsi da un incubo durato un’eternità. Gli girava la testa.

Si sciacquò il volto con dell’acqua fredda e fece scivolare lungo la gola delle pasticche. Si diresse verso il letto e si coricò. Fu così che sprofondò in un sonno senza sogni, circondato solo dal buio.

Quando si svegliò vide sulla mano del sangue rappreso, vide le braccia rosse e terribilmente graffiate, vide del sangue anche su di esse. Tutti i ricordi di quant’era accaduto erano vivi nella sua mente, e provava a controllarsi, ma l’unica cosa che sentiva era la paura. Viva e costante.

Si mise a sedere, cercando di regolare il respiro, cercando di ragionare. Doveva fare qualcosa!

Si alzò per andare a prendere un bicchiere d’acqua e fu in quel momento che la vide.

Una busta. Sopra il tavolo.

La prese e la rigirò fra le mani, sedendosi. Ogni suo movimento era lento, misurato.

Portava il suo profumo. Ed era bagnata.

L’avvicinò al volto. Quelle erano le sue lacrime.

L’aprì. Sapeva già cosa aspettarsi, l’aveva già fatto molte volte.
 
Ciao Haz,
te ne ho scritte davvero tante di lettere, per chiederti scusa, per spiegarti come stavano veramente le cose, per salutarti ogni volta che andavo via come ho fatto anche oggi. Si, ma questa è l’ultima lettera. Prometto che non ti cercherò più, che non ti farò più stare male, che non dovrai più preoccuparti della nostra storia e del nostro amore. Né delle critiche o dei pregiudizi. Sono sicuro che avrai pensato che questa sia una delle tante altre lettere, ma no. No, perché non tornerò più da te. So l’odio che provi per me e per quello che ho fatto perché sapevo come sarebbe andata a finire, ma credo di aver fatto la scelta giusta per entrambi. Sapevo che me ne sarei andato senza neanche salutarti, ma lasciandoti in lacrime e distrutto, come sempre e come solo io so fare.
Mi dispiace, e sono qui per dirti solo una cosa.
Sai che qualche mese fa ho esagerato fumando, sai che ho anche esagerato con la droga ma davvero non ce l’ho fatta. Hai idea di cosa ho provato su quella barca a guardarti in silenzio, mentre gli altri mi rimproveravano, mentre cercavano di farmi tornare in me? Hai idea di come mi sono sentito non vedendoti arrivare, rimanendo semplicemente seduto lì a guardare il mare, senza preoccuparti di me? Si è rotto qualcosa dentro me, perché TU, anche se il tuo ragazzo stava per morire dentro -e si, dentro sono ormai morto- tu non hai fatto niente, standotene ad ascoltare quello che i manager ci hanno proposto. Non mi aspettavo chissà cosa, ma speravo veramente che tu potessi almeno voltarti a guardarmi, volevo solamente essere salvato, Haz. So che a causa di queste parole ti sentirai in colpa ma penserai anche che hai fatto tutto ciò per il nostro bene e che avresti voluto guardarmi e soprattutto salvarmi. Ma no, Harry, ti sbagli. A volte nella vita bisogna cogliere l’occasione di dimostrare le cose, e tu quel giorno, anche se soffrivi e morivi dentro, come me, saresti dovuto venire.. se non come il mio ragazzo, almeno da amico, non credi? Ti odio per quello che hai fatto quel giorno, perché si! Lo stronzo e l’insensibile della situazione sono sempre io. Io vado via, io ti ferisco, io ho la copertura.. ma nessuno pensa a quanto stia male a tenere la mano di qualcun altro o a baciare qualcun altro che non sia tu. Nessuno pensa che per me è stata la cosa più difficile oggi, come tante volte, con la consapevolezza di non tornare più, chiudere quella porta e lasciarti a terra in quello stato? Harry, tu sei quello che subisce, quello che viene ferito, il più piccolo e quello che deve essere protetto, ma si sbagliano, perché anche io ho un cuore e ho bisogno che tu te ne renda conto. Tu hai bisogno di uno scudo che ti protegga, di qualcuno che ti tenga per mano.. e io ero quello scudo, ero quella mano. Io sarei rimasto a proteggerti per tutta la vita, ma non può essere così, perché non so invulnerabile. Mi scheggio, vengo ferito  paro colpi su colpi, ma adesso mi sto ammaccando e rischio di rompermi e a quel punto chi ti proteggerebbe più? Quindi Harry, io vado via, così che tu possa avere i tuoi spazi e il tuo modo di costruirti uno scudo. So che ti sembrerà egoista, ma il punto è che tu sei veramente forte, ma non te ne accorgi, e che anche io ho bisogno del mio scudo. Quindi, non ti prometto che smetterò di amarti –perché non potrò mai farlo- ma ti prometto he starò lontano da te finchè non capirai cosa vuoi da te stesso e da noi.
Continuerò a deluderti sempre, a non sorridere, a sembrare falso, a deludere le fans finchè tu e tutti gli altri non deciderete che non sono un robot e che ho dei sentimenti. Sono stanco di essere il cattivo, e ti lascio andare Harry, perché probabilmente non siamo forti come avevamo creduto. Vivrò la mia vita e tu non ne farai parte. È meglio così per tutti. Evitiamo di fingere, di soffrire e di farci del male. Si, perché sono stanco di essere l’unico che dovrebbe renderti veramente felice, e invece sono soltanto l’unico che ti ferisce sempre e irreparabilmente.
Addio Haz.
Guardami, perché sarò sempre lì e vedrai ciò che non sei mai riuscito a vedere in me.
Io sono Louis William Tomlinson, e voglio essere considerato e apprezzato come tale, non come Louis dei One Direction. Potrò sembrare egoista, ma so che capirai.
Louisxx
 
Lesse quella lettera altre quattro-cinque volte, cercando di convincersi che tutto ciò non fosse vero. Ma l’odore di Louis su quel pezzo di carta stavano a dimostrare che erano le sue mani a scrivere tutto ciò e che era stato il suo cuore ad avergli dettato quel gesto anche se contro la sua volontà, e le lacrime ne erano la dimostrazione.

Si sentiva uno stupido perché non faceva altro che piangersi addosso, a rimpiangere ciò che non ha mai fatto, a giustificarsi dicendosi che è ancora immaturo per poter capire certe cose. Ma la verità era solo una: non aveva mai capito quello che Louis provava. Mai veramente, fino in fondo.

E si malediva per questo, perché questa volta lo aveva perso per sempre. Non sarebbe più tornato e avrebbe cercato di smettere di amarlo.

In fondo Louis aveva ragione. Tutti gli avevano addossato le colpe, le critiche e le parole più brutte perché era il più grande, perché era il più forte e queste cose poteva sopportarle; ma nessuno si era mai accorto quanto male gli facesse tutto ciò, quanto subiva in silenzio senza mai lamentarsi, perché amava Harry e perché avrebbe dato la vita per quell’amore.
 

*-Sarei capace di dare la mia vita per te, Haz. Anche adesso, in questo istante. Sarei pronto a non esistere più, a non sentire il tepore della tua pelle, a non sentire i tuoi baci o la tua voce che per me è la miglior musica. Ne sarei capace, se qualcuno mi assicurasse che tu saresti felice, per sempre. Se qualcuno mi promettesse che tu non soffra.- disse Louis tenendosi stretto al corpo del più piccolo, cercando di assaporare ogni lembo di pelle, di farla combaciare con la sua come se potessero diventare un'unica cosa. Passando la sua mano tozza fra quei ricci perfetti.

***

-Louis ti prego. Non lasciarmi solo su quel palco immenso, in mezzo a tutta quella gente che mi scruta. Sono nudo là sopra, e voglio che tu sia la mia coperta,Boo.-
-Sarò lì con te. Ti prometto che questa sera non ti lascio solo se è quello che vuoi, ok? Sono qui, Haz, non avere paura. Solo io posso averti nudo e ammirare la tua bellezza.- disse ammiccando, con quel sorriso che mozzava il fiato ad Harry.

***

Louis entrò nella camera che i due condividevano. Non vide nessuno. Magari Harry non era ancora tornato dalla festa che si stava tenendo giù nel salone dell’hotel, eppure non lo aveva visto. Si distese sul letto a guardare il soffitto, il silenzio come suo unico compagno. Ma all’improvviso, sentì qualcosa, qualcuno. Dei singhiozzi provenienti dal bagno. Si alzò cauto e si avvicinò alla porta. Sapeva a chi appartenessero quei singhiozzi, perché li avrebbe riconosciuti fra mille, e perché dentro si stava già spegnendo qualcosa in lui.
Si avvicinò alla porta e la schiuse piano, lentamente, per non interrompere quel pianto bellissimo ma straziante. Ma quello che vide non fu per niente bello.
Harry aveva in mano un paio di forbici e delle pasticche erano sparse per terra.
Louis si precipitò su di Harry e gli tolse quelle forbici dalle mani.
-Che stai facendo? Che cazzo ti salta in mente?- chiese incredulo a quella scena raccogliendo il contenitore delle pasticche.
-Harry!! Cosa sono queste?- chiese con sguardo di rimprovero.
-Louis .. Lou.. io non ce la faccio. Non ce la posso fare. Non sono abbastanza, davvero.- scoppiò a piangere buttandosi fra le braccia del più grande.
Quella sera Harry stava tentando una strada del tutto sbagliata. Ne era uscito e ancora stava lottando per riuscirci del tutto, dopo aver incontrato Louis, dopo che quest’ultimo gli aveva fatto fare quella promessa.Dopo aver creduto che Harry si fosse addormentato, era corso nella camera dei manager che li seguivano in tour, e non ne era uscito se non alle quattro di mattina. Harry lo aveva visto rientrare, gli occhi rossi, tremava.
-È tutto a posto piccolo, dormi.- lo aveva assicurato. Harry si era stretto forte a lui e aveva chiuso gli occhi.*
 

Anche quella notte, come molte altre, come ogni anno, ogni mese, ogni settimana, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto e ogni istante da quando si conoscevano, Louis continuava a lottare e ad essere forte per loro due. Per il loro amore.

Quella sera, su quel palco, aveva rischiato tutto pur di non lasciarlo solo.

Ma Harry non gli aveva mai detto che aveva infranto quella promessa già parecchie volte, e che aveva continuato a prendere quelle pasticche.

I ricordi arrivarono prepotenti, strazianti. Non riusciva a smettere di pensare, né tanto me di ripetersi quanto fosse stato stupido.

Louis aveva rischiato tutto per loro, lo aveva sempre protetto ed era risultato sempre come il cattivo.

Harry aveva pianto, si era nascosto, era stato debole ed era pur sempre il giusto della situazione.

Si sentiva una merda, perché aveva provato talmente tanto amore, da credere che tutto andasse bene e che tutto fosse al suo posto. Invece aveva commesso l’errore più grande della sua vita. Si, perché parlava, cercava di spiegarsi e di capire, ma non ci riusciva mai come avrebbe voluto.

Ma adesso non sarebbe più stato Hazza. Adesso avrebbe dimostrato a Louis e a sé stesso che era abbastanza forte da farcela da solo.

Avrebbe rispettato Louis e la sua decisione.

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I giorni, come le settimane e infine i mesi… passarono. Louis ed Harry lasciarono la casa che avevano condiviso fino a quel momento. Harry ne aveva comprata una tutta sua, anche se era talmente grande che a volte si sentiva più solo di quanto non fosse. Ma ci portava le ragazze che incontrava ad ogni party o festa, voleva sempre concludere qualcosa.. ma non ci riusciva mai. Non riusciva a pensare che il suo corpo potesse appartenere a qualcuno che non fosse Louis, quell’idea lo ripugnava. A volte i ragazzi, soprattutto Zayn e Liam gli facevano compagnia. Louis era sempre con Eleanor o cercava una scusa per non esserci. Se veniva, era su un altro pianeta o passava la maggior parte del tempo al telefono o con Niall. Zayn gli aveva detto che Louis stava provando ad amare El. Harry ci era rimasto un po’ male, ma se Louis fosse stato felice con Eleanor, allora lo avrebbe anche accettato. Infatti il maggiore della band, da quando aveva lasciato Harry, aveva comprato una casa, anch’essa molto grande, per poterci abitare con Eleanor. All’inizio la ragazza era stata contraria perché capiva quanto Louis potesse stare male a quella separazione, e perché non voleva affatto prendere il posto di Harry, ma lui l’aveva pregata e alla fine lei era rimasta. Le aveva detto che voleva veramente provare ad amarla, che ci avrebbe provato con tutto sé stesso. Eleanor dal canto suo non poteva fare nulla, perché anche se sapeva che era sbagliato, amava Louis, e non lo avrebbe di certo lasciato proprio in quel momento. Cercavano di uscire, di divertirsi e Louis faceva il possibile per non pensare ad Harry. Una volta aveva anche provato con Eleanor, lei all’inizio era titubante, perché era convinta che Louis avesse bevuto troppo e non sapesse cosa stesse facendo, ma alla fine si era lasciata andare. Ma proprio nel momento in cui Louis stava per penetrarla con tutta la delicatezza che aveva in corpo… si fermò. Disse ad Eleanor che non poteva farcela, che non poteva appropriarsi di un corpo che sapeva non poteva essere suo. Che il corpo che voleva, il tocco e i baci che desiderava erano quelli di Harry. Le disse che solo le urla di dolore e piacere al tempo stesso, o solo le lacrime di Hazza, potevano saziarlo e farlo sentire vivo. Perché l’unica persona che amava e che avrebbe mai potuto amare era il suo Hazza. E perché prendere il corpo di Eleanor sarebbe stato meschino da parte sua. Non aveva intenzione di usarla e per questo le diede la libertà di andarsene se voleva, ma lei rimase. Louis le aveva detto che tanto sarebbe stato in tour e in sala di registrazione per la durata di tutto l’anno, e che pensava di passare dai suoi quando avrebbe avuto un po’ di tempo a disposizione, per cui Eleanor poteva considerarsi padrona di quella casa e organizzarci tutto quello che voleva. Per caso una volta lei, aveva pure scoperto che Louis gliel’aveva intestata fin dal principio, quella casa. Era il suo modo per ringraziarla, le aveva detto quando gli aveva chiesto spiegazioni.

Il tempo passò e Louis ed Harry cominciarono a sciogliersi un po’ e a parlare del più e del meno. Facevano parte della stessa band e passavano la maggior parte del tempo insieme, era inutile fare finta che non esistessero. Durante i concerti erano  molto più freddi inizialmente, ma adesso, dopo un anno, avevano iniziato a sciogliersi.

Si guardavano, si parlavano all’orecchio e a volte si sorridevano. Era inutile non essere neanche più amici.

Ma loro non sapeva che un’amicizia può diventare amore, ma un amore non potrà mai essere amicizia.

Successe tutto una sera d’estate. Nessun motivo per pensare che ciò potesse accadere. Forse fu qualcuno che li guardava o li proteggeva da lassù. O probabilmente il destino.

Dovevano dirigersi a casa di Zayn che aveva organizzato una festa, piccola per i suoi standard, e aveva invitato tutti gli amici di ognuno dei cinque, anche quelli del passato. Soprattutto quelli, perché erano stati loro che li avevano sostenuti nei momenti peggiori.

Eleanor era andata a passare un week-end dai suoi e aveva da studiare parecchio per dare una materia. Harry aveva chiesto a Louis se gli andasse di andare con una sola macchina, e avevano stabilito che sarebbe passato Harry a prendere il maggiore.

Ma a quella festa non ci arrivarono mai. Gli amici li aspettarono per ore, provarono a chiamarli e i cellulari squillavano a vuoto. Fu a quel punto che Liam, Niall e Zayn decisero di abbandonare la festa per vedere che fine avessero fatto.

Harry aveva avvisato Zayn che lui e Louis sarebbero arrivati dopo -tutti e tre sapevano di cosa aveva organizzato-, ma adesso stava veramente perdendo troppo tempo.

Li trovarono distesi, si tenevano per mano. Piccole chiazze di sangue si allargavano a sporcare le lenzuola candide e vestiti stracciati o dispersi si vedevano un po’ dappertutto.

O almeno questo era quello che vollero vedere i tre ragazzi.

Sesso, amore, chiamatelo come volete.

Erano diventati un'unica cosa. Fra i baci umidi, i piccoli morsi che lasciavano segni indelebili sulla pelle, e gli sguardi con cu si erano appartenuti quella notte, finalmente, dopo tanto tempo … direte voi.

Ma è qui che vi sbagliate! Sarebbe andata a finire così se quei due corpi distesi non avessero avuto gli occhi chiusi, e se le mani che si stringevano non fossero state pallide, o se quelle chiazze di sangue sulle lenzuola candide non avessero imbrattato tutto il resto, o se magari quei vestiti stracciati non avessero rappresentato il deturpamento del corpo dei due, o se magari il resto degli indumenti che erano volati via dalla valigia non si fossero trovati sparsi per tutta la corsia della strada. Sarebbe stato davvero bello se quell’umidità che bagnava le loro guance non fossero state semplicemente lacrime salate e i segni indelebili sulla pelle, le contusioni provocate dall’impatto.. o se almeno quegli ultimi sguardi non fossero stati di addio.
 

*-Harry, dove stiamo andando? La casa di Malik è nella direzione opposta!- aveva esclamato Louis, dopo i primi minuti di silenzio che avevano caratterizzato la durata del loro viaggio. Ma aveva visto che il paesaggio che li circondava non era quello che caratterizzava il posto in cui abitava Zayn, ne era certo.

-Lo so,Louis. Non ti sto portando da Zayn infatti. Noi non andremo a quella festa. Non adesso.- disse con una calma assoluta.

-Cha dici Harry? Che vuoi fare? Dove ci stai portando?- disse Louis cercando di non mostrarsi preoccupato. In fondo era il suo Hazza, poteva fidarsi.

-So che avevo ripromesso a me stesso di rispettare le tue decisioni e di darti tempo, e di non fare nulla finchè non me lo avresti chiesto tu. Ma non ce la faccio più… e ho deciso di essere padrone della mia vita. So che non potrai essere il mio scudo per sempre, e che non potrai amarmi per sempre, e che non potrai perdonarmi.. ma come tu hai cercato di avere una nuova vita con El, anch’io voglio costruirmi una nuova vita, lontano da te. E’ per questo che stasera vado via da Londra. Ho già acquistato un’altra casa in un piccolo paesino vicino Nottingham, così da potermi allontanare da tutto ciò che mi ricorda te e le mie origini. Voglio ricominciare a vivere e ad amare, come stai facendo tu, anche se sono consapevole che non potrò mai amare nessuno come ho amato te.. per questo ti voglio chiedere un piccolo favore prima di andare via…-

-Vorresti dire che lasci la band e tutti noi?- e soprattutto me?, chiese incredulo e terrorizzato Louis.

Harry scoppiò in una fragorosa risata e Louis si rese conto di non sentire quel suono da un tempo tale che gli sembrava un’eternità. Aveva sempre pensato a quanto gli mancasse il respirò di Harry sulla sua pelle, il suo tocco delicato ma forte, i suoi baci e tutto, ma mai a quanto gli fosse mancata la sua risata. Quella vera e liberatoria, quella che riusciva a fare solo quando stava veramente bene, e questo accadeva solo quando era Louis a farlo ridere con le sue buffonate. Sul palco, durante i concerti, lo aveva sentito ridere di nascosto, dopo le cose stupide che lui faceva per le fan –ma che in fondo sapeva, faceva soprattutto per vederlo e sentirlo ridere, anche se in lontananza, anche se distrattamente per gli altri, Louis proteggeva sempre Harry-, ma non sentiva quella risata così forte e rauca, così vicina.. da tanto, troppo tempo, forse. E adesso era lì, per lui, ed era più bella che mai.

Harry riprese –No, sciocco. Certo che no! Ma cosa ti salta in mente? Come potrei abbandonare tutto, la band, il mio sogno.. cambio solo “zona di residenza”.- disse facendo le virgolette con le dita, nel miglior modo che la guida gli consentisse.                                  -Allora,posso chiederti questo favore?-

Louis lo guardava ancora sbigottito ed affascinato. Lo amava, lo amava sempre di più.

-Ehm.. si certo.- disse distogliendo imbarazzato lo sguardo da Harry.

-Bene.. vorrei che tu, stasera, prima della festa… venissi in un posto con me. Voglio passare del tempo solo con te e.. voglio parlarti. Ti prometto che poi andremo alla festa come stabilito.- concluse rivolgendo un grandissimo sorriso –supplichevole-  a Louis che lo guardò storto e disse –Cioè… dopo che siamo arrivati fin qui, e mi hai fatto tutta sta predica.. cosa dovrei dirti? ‘No Harry, non possiamo o.. non voglio, torniamo indietro’? Scherzi vero?- concluse con quello sguardo e quel sorriso che volevano dire ‘Grazie Haz, era tutto quello che volevo’.

Harry scoppio nuovamente a ridere vedendo la faccia buffa di Louis, che lo seguì fragorosamente.

-Anche perché ho già avvisato Zayn che saremmo arrivati dopo.- concluse senza ammettere repliche.


Harry lo porto in un posto stupendo. C’era il prato, il fiume e il cielo.. coperto di stelle. Si distesero a terra, come due amanti o due fidanzati alle prime armi. Dopo qualche minuto di silenzio, iniziarono a parlare.. e fu in quel momento che si confessarono tutto. Tutto quello che si erano tenuti dentro per un anno ormai.

Dopo essersi resi conto di aver trascorso un’oretta in quel modo, decisero che era meglio tornare. Adesso stavano bene. Sapevano cosa volevano e di cosa avevano bisogno.

Erano per la strada del ritorno, ormai nei paraggi della zona in cui abitava Zayn, quando Harry decise  di chiedere a Louis di una cosa che aveva notato ma di cui non aveva avuto il coraggio di parlargli.

-Louis.. cosa vuol dire il tuo.. il tuo ultimo tatuaggio?- fece quasi del tutto titubante.

Louis inizialmente non rispose ed Harry pensò che non volesse dirglielo, così non insistette.

Ma dopo qualche minuto, prendendo un respiro profondo, disse – Siamo tu ed io, Harry. Il lembo destro della corda, sono io e quello sinistro tu.- disse girando il polso.

Harry si girò a guardare e chiede perplesso, con aria innocente  –Perché io non posso essere il destro e tu il sinistro?-.

-Perché la destra sostiene sempre la sinistra. Io sono il tuo scudo, ricordi? La tua coperta. Io ti sostengo,Harry.-

Il piccolo annuì e attese che Louis continuasse e così fece.

-Se ci fai caso, però, la corda è solo una e si intreccia come un nodo inestricabile  fino a formare il simbolo dell’infinito. Noi siamo due cose diverse, Harry, ma un'unica cosa, e ci siamo talmente dentro a questo amore, che non ne potremmo mai uscire. Siamo inestricabili. E siamo infiniti. Le nostre emozioni e sensazioni, tutto quello che proviamo quando stiamo insieme, tutto ciò ha talmente tante sfumature, che è infinito.-

-E allora perché questa corda è spezzata, Louis? Perché hai permesso a qualcosa, o qualcuno di separarci, di dividerci e di spezzarci dentro come è spezzato questo infinito?-

Harry prese il braccio di colui che gli stava accanto e lo girò, facendoglielo vedere, come per mostrargli che aveva ragione. Louis strozzò una risata. Era tenero il suo amore.

Quando però alzò gli occhi per riportare lo sguardo fuori dal finestrino…
.. vide che Harry stava andando fuori corsia.

Urlò il suo nome per attirare l’attenzione del piccolo, ma un momento prima che Harry e Louis, che aveva preso il possesso del volante, cercarono di sterzare…
… un auto proveniente al senso opposto, li investì in pieno.

L’impatto fu talmente violento che la macchina dei due ragazzi si ribaltò per tre volte, per poi finire nella corsia, fortunatamente, di emergenza.

Si, ma la macchina era ridotta malissimo e loro erano accartocciati fra le macerie, ma ciò gli permise di evitare che qualcun altro proveniente da una delle corsie potesse nuovamente investirli.

La lamiera della porta aveva trapassato il torace di Louis che ebbe solo il tempo e le forze per voltarsi, guardare Harry negli occhi e pronunciare –Dovevamo solo essere pronti per essere finalmente un'unica cosa. Solo insieme non c’è fine, Haz. Ti amo-, per poi sospirare e chiudere gli occhi. L’ultima cosa che Louis William Tomlinson sentì.. fu la mano di Harry che stringeva la sua e una lacrima calda che gli bagnava il viso.

Harry aveva la gamba rotta e aveva violentemente sbattuto la testa. Quando vide BooBear chiudere gli occhi e lasciarlo lì, solo, cominciò a piangere. Si sentiva debole e sapeva che neanche lui ce l’avrebbe fatta. Con le forze che gli rimanevano strinse forte la mano di Louis e sussurrò –Non lasciarmi andare, perché sono stanco di sentirmi solo-, poggiò la testa sul volante e si voltò a guardare Louis, piangendo, finchè l’ultima lacrima bagnò il suo viso e lui esalò l’ultimo respiro.*
 

Così li aveva trovati la polizia che era arrivata pochi minuti dopo, avendo ricevuto una chiamata dal conducente dell’altra autovettura che riversava in gravi condizioni.

Harry con gli occhi aperti a ‘guardare’ Louis e a stringergli la mano.

Quando erano arrivati i soccorsi li avevano tirati fuori dall’auto, che incredibilmente non era esplosa. Avevano adagiato dei lenzuoli a terra ed era lì che li avevano distesi, senza avere il coraggio di separare le loro mani.

Ed era così che i ragazzi li avevano trovati, fermandosi per caso durante il tragitto.

Non potevano credere che quei due corpi appartenessero ai loro amici, non era possibile.

Tutto ciò non era semplicemente possibile! pensarono.

Si erano stretti tutti e tre l’uno all’altro, e Niall aveva nascosto il viso fra le braccia di Liam, incapace di poter guardare quei corpi distesi a terra. Inermi.

Louis era morto sul colpo, a causa di uno squarcio, ancora visibile, sul petto, avevano detto dopo l’autopsia. Harry invece aveva sofferto fino alla fine, per poi morire a causa di un trauma cranico, di tutto il sangue perso e delle ferite provocategli dall’impatto.

Sarebbe potuto entrare in coma se i soccorsi fossero arrivati qualche minuto prima.

Ma solo insieme non c’è fine, aveva sempre ripetuto Louis a Niall quando gli parlava di Harry. Loro due, non potevano vivere senza l’altro.

Solo allora Niall capì cosa gli aveva detto Louis qualche giorno prima, dopo essersi fatto quell’ultimo tatuaggio.


*-Sai Niall? La gente potrebbe fraintendere questo- disse indicando l’interno del suo polso. –Io non ho spezzato l’infinito, non ho detto che fra me ed Harry si è spezzato qualcosa. Questo.. infinito si, è spezzato.. ma solo perché io ed Harry siamo spezzati adesso, ma ci serve solo qualcosa per poter ridare vita a questo legame. Io non l’ho spezzata,questa corda, questo pezzo che non c’è, è quello che manca a noi per poter essere finalmente una cosa sola, per poter finalmente essere infiniti.-*
 

Louis era stato fino alla fine la destra di Harry, la sua coperta… il suo scudo.

Perché nella vita ti innamori veramente solo una volta, e di una persona soltanto.










Spazio Boo
Ciao a tutti. Non ho idea di quanto saranno i tutti che hanno avuto il coraggio di arrivare fino a questo punto xD
in ogni caso vi dico grazie se siete arrivati fino a qui o anche se ci avete solamente provato :)
Spero fermamente di non avervi annoiato, anche perchè a me la storia sembra abbastanza scorrevole ;)
Sono quindici pagine e un rigo. Esatto, questa storia vale tanto, e vale anche molto del mio tempo perchè a dirvi la verità all'inzio l'idea era un altra,
non doveva avere questa fine.. ma poi ho deciso di mettere due delle mie idee insieme e ne è uscito questo.
Non pensavo potesse venire così bella, e non crediate che mi sia divertita a farli morire.. perchè sono morta anch'io con loro, ma penso che in fondo non ci potesse veramente essere un'altra fine, altrimenti io avrei visto incompleta, questa OS.
Ok.. adesso vado :)
J xx

 
  
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