Buongiorno a tutti, Lettori e Lettrici di Efp.
La noia estiva e puro fancazzismo mi hanno portato a scrivere e pubblicare la mia prima fanfic, sperando che non sia troppo demenziale per un pubblico così speciale *ammicca al lettore* 
Bene, buona lettura.
-Cumberbuddy
                                                                         -------------------

Ball of Fur 

Era febbraio, una fitta nebbia avvolgeva Londra e il detective era steso a pancia all'aria sul divano del 221b, mentre il dottore aggiornava il suo blog svogliatamente.

Non c'erano casi da settimane ormai, e i due coinquilini combattevano solamente contro la noia. 

Inoltre Sherlock era ammalato, riducendosi a un ammasso spettinato, ricoperto di maglioni e coperte varie, incapace perfino di sparare allo smile tanto odiato presente su una delle pareti dell'appartamento. 

"MMMMMMMMMMMMM"

"...Sherlock?"

"MMMMMMMM"

"Ma cosa..?"

Il dottore incuriosito si giró verso il coinquilino, trovandolo a indicare la cucina con la testa. 

"MMMMMMMMM-" 

"Per l'amor di Dio Sherlock, cosa c'è?"

Sherlock si limitò a fissare John con un broncio infantile sul viso: gli occhi felini socchiusi, un labbro in fuori e le soppracciglia aggrottate.

Aggiungendo il naso rosso e i capelli spettinati. 

Il detective starnutí rumorosamente e fissò il coinquilino con uno sguardo innocente che, impietosito dalla condizione dell'amico, stette al gioco. Si sistemò meglio sulla sedia per essere completamente davanti a lui e abbandonò il blog. 

"Un MMM se hai fame e due se hai sete. Tre se ti serve altro."

"MMMMMMMMMM  MMM"

"Quindi hai fame?"

Sherlock arricció il naso.

"Hai fatto due MMM"

Il detective scosse la testa, lasciando il dottore perplesso. 

".. Era uno e mezzo?"

Sherlock annuí velocemente, con gli occhi brillanti e un sorrisino puerile sulle labbra. 

"Quindi qualcosa sia per mangiare che per scaldarti il pancino."

Sherlock guardò John con un sopracciglio alzato poi lasciarsi scappare un ghigno. 

"Latte caldo e biscotti?"

Il detective fece una smorfia e tirò fuori la lingua. 

"BRODO DI POLLO" esclamò trionfante John. 

Sherlock annuì vistosamente con un sorrisone stampato sul viso. 

"Va bene Madame, il suo volatile in brodaglia arriverà in un secondo"

Sherlock roteò gli occhi per poi stendersi su un fianco e dare la schiena al compagno. 

"Un gatto" pensò John mentre armeggiava fra pentole e piatti  
"É un gatto. Io non ho un inquilino, ho un gatto."

 E un miagolio si alzò dal salotto.