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Autore: Jade Tisdale    16/07/2013    0 recensioni
Tutti conosciamo Ashley Tisdale come una ragazza bella, famosa e felice. Ma com'era la sua vita prima di diventare una star? In questa fanfiction immagino la vita di Ashley al tempo del liceo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ashley Tisdale
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo.

 

La mia bambina nacque in uno splendido giorno di primavera. Avevo deciso di chiamarla Angel. Era bellissima e somigliava molto a me fisicamente, a parte per gli occhi, che erano verdi come quelli del papà: per il resto, era bassina rispetto alla sua età e aveva i capelli mossi e castani. Di carattere era più docile e sensibile, proprio come Scott. E pensare che erano già passati undici anni dalla sua morte. Mia figlia ne aveva compiuti da poco dieci. Io ero diventata famosissima, sia come attrice che come cantante. Ero rimasta single per tutti quegli anni e stavo benissimo: il mio unico amore era mia figlia. Quanto a Christopher, venne sbattuto in galera e quel giorno, il giorno dell'undicesimo anniversario della morte di Scott, sarebbe uscito. Mia figlia sapeva la verità, le avevo raccontato tutto per filo e per segno, eppure moriva dalla voglia di conoscere suo zio. Forse perchè non aveva mai conosciuto alcun parente paterno: i genitori di Scott, dopo la sua morte e l'incarcerazione di Christopher, lasciarono la città per disperazione. I primi quattro anni furono davvero duri per me: piangevo di continuo e per un breve periodo divenni anoressica. Poi tutto passò, ma il dolore dentro di me regnava ancora. L'uomo che amavo era morto tra le mie braccia e non me lo sarei mai scordata. Io e Scott meritavamo un futuro insieme, ci saremmo dovuti sposare e avere una famiglia felice e invece suo fratello, per gelosia, avevo rovinaro tutti i nostri piani. Oggi ho ventinove anni e provo ancora tanto odio verso Christopher, ma mia figlia vuole conoscerlo e non posso obbligarla a fare il contrario: anche se in un certo senso ho paura, credo che sia la cosa giusta da fare. Ero in salotto a leggere un libro quando, all'improvviso, mi ritrovai mia figlia davanti che mi squadrava da testa a piedi.
"Cos'è, non dirmi che fai finta di niente!" esclamò guardandomi.
"Che intendi dire tesoro?"
"Lo sai benissimo."
Sbuffai e posai il libro.
"Ti prego mamma, tra poco lo zio esce di prigione e non voglio arrivare in ritardo!" mi disse quasi pregandomi.
"Angie, mi spieghi perchè desideri tanto conoscerlo dopo tutto ciò che ci ha fatto?"
"Perchè lui è il fratello di papà. Oltre a te, è la persona che è stata più vicina a lui e desiderio tanto sapere qualcosa in più su papà."
Dopo qualche attimo di disapprovazione, le feci un mezzo sorriso, presi le chiavi della macchina e andammo fuori dalla centrale di polizia. Un milione di paparazzi erano lì davanti: la mia fama aveva portato i giornalisti a scavare nel mio passato per capire chi fosse il padre di mia figlia e di conseguenza, avevano scoperto che era stato ucciso dal fratello. Sapevano che sarei andata lì, ma io ed Angel ce ne restammo nascoste in un angolo. Quando Christopher uscì, mi venne quasi un colpo. Non era cambiato per niente. Era sempre lui, lo stesso Christopher di undici anni prima, coi capelli tirati indietro e quell'aria maledettamente strafottente. Anche se erano passati tanti anni, avrei tanto voluto tirargli un pugno in faccia, ma sapevo di non poterlo fare. Così, mentre tenevo la mano di mia figlia, ci avvicinammo sempre di più a lui. Si era messo dietro a un albero riuscendo a nascondersi dai paparazzi e caso vuole, ci ritrovammo uno di fronte all'altro.
"Ashley?" disse lui quasi come per chiedere conferma.
Cercai di sorridere, ma in realtà stavo quasi per mettermi a piangere. Christopher distolse lo sguardo da me e lo posò sulla piccola. Si accovacciò e le tirò indietro una ciocca di capelli.
"Questa è tua figlia, suppongo." disse ad un tratto.
"Si, lei è Angel.." risposi tenendole stretta la mano.
"Tu sei.. Sei lo zio Christopher?" chiese la mia bimba.
"Oh, si, sono io: chiamami zio Chris!" concluse lui, con un sorriso.
Mia figlia ricambiò allo stesso modo. Facemmo una passeggiata in centro e poi andammo in un parco giochi. Mi scocciava stare con Christopher, ma l'idea di non accontentare mia figlia mi dava sui nervi. Così, una cosa tira l'altra, passò qualche ora.
"Mamma! Dobbiamo andare a trovare papà!" esclamò ad un tratto mia figlia. 
"Oh, ma certo tesoro, andiamo subito.."
"Vieni anche tu zio Chris?" chiese Angie.
"Certo, molto volentieri." esclamò lui.
Ecco, pure al cimitero mi toccava portarlo. Finsi un altro sorriso e in meno di cinque minuti arrivammo a destinazione. Non riuscivo proprio a capire come faceva mia figlia ad essere entrata subito in confidenza con lui, l'uomo che odiavo con tutto il mio cuore. Ci avvicinammo alla lapide con la foto di Scott, che era proprio di fianco a quella della mia amica Angel. Mia figlia sapeva che il suo nome era tratto da quello della mia migliore amica. Chris guardò la foto di Angel e poi si concentrò su quella di Scott. Io mi avvicinai a quella del mio amore e gli diedi un bacio. Un attimo dopo, iniziai a piangere e scappai da un altra parte per non farmi vedere da mia figlia. Troppo tardi. Chris mi stava seguendo con Angie nella mano. Mi accovacciai a terra e cominciai a disperarmi. Christopher lasciò la piccola poco più in là e si sedette al mio fianco, mentre ero impegnata in un pianto che non finiva mai.
"Shh! Calmati, dai, è tutto okay..." mi diceva Chris per farmi calmare.
Mi sembrava di risentire le ultime parole di Scott.
"Perchè non hai ucciso anche me quel giorno?" chiesi tra un singhiozzo e l'altro.
"Non lo so. Ero impazzito, ti amavo alla follia e il pensiero che tu eri di mio fratello, mi faceva arrabbiare. Così ho pensato che se avessi ucciso lui, nessuno dei due ti avrebbe mai avuta. A te non ti ho uccisa perchè eri incinta e avevi una bella vita davanti, quindi mi dispiaceva."
"Ah si? E della vita di Scott non ti dispiaceva?"
"Tu eri più importante. Mi dispiace."
"Le tue scuse non lo riporteranno indietro. Se mi amavi per davvero, avresti dovuto uccidermi: a quest'ora non soffrirei così tanto!"
"Si ma, se ti avessi uccisa, avresti fatto morire anche tua figlia e a quest'ora Angel non sarebbe qui." concluse lui facendo avvicinare mia figlia.
La abbracciai forte, mentre lei mi asciugava le lacrime.
"Ashley, che ti piaccia o no, devi andare avanti e sappi che io sono cambiato e da oggi, vi aiuterò in ogni modo: sono di famiglia." disse Chris infine.
Forse era vero, era il momento di cambiare. Dovevo cercare di dimenticare, in un modo o nell'altro, anche se sarebbe stato difficile. Ma io Scott lo amavo ancora e la vicinanza di Chris mi faceva staere peggio. Però sapevo di doverlo fare. Dovevo farlo per Angel. Dovevo farlo per Scott. Dovevo farlo per l'amore che ci legava e che purtroppo, era finito troppo presto.

   
 
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