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Autore: Kikka936    16/07/2013    0 recensioni
Chanel Jonson,16 anni e Londinese.
Che dire di me? Bè da quando mio padre se ne andato quando avevo 2 anni e mia madre mi ha lasciata da mia zia a 8 anni , la mia vita è cambiata totalmente. Prima ero sempre sorridente mentre ora non parlo più con nessuno.
Sono sola e nessuno capisce il dolore che provo. Non mi sono mai affezionata più a nessuno, mia zia Cheryl il primo mese ha cercato di coccolarmi e strani vicina ma io mi sono allontanata. Sono fuggita da tutto e tutti.
L'unico con cui parlo è il mio cuginetto di 7 anni, Noah . Avvolte credo sia l'unico che mi capisce solo guardandomi negli occhi. Finchè poi nella mia vita non è arrivato un piccolo raggio di sole...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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Bussano alla porta.
Io mi sveglio di colpo, sfortunatamente ho il sonno fin troppo leggero.
Una testa fa capolino dalla porta. 
Guardo Noah e sorridendo gli faccio segno di avvicinarsi.
Lui sale sul letto e si sdraia di fianco a me.
"Ciao Chanel, la mamma ha detto che la colazione è pronta. Vieni?" 
Annuisco e lui corre giù dalle scale con la grazia di un elefante, nonostante abbia solo 7 anni! 
Prendo la roba dalla scrivania e vado a farmi una doccia. Dopo 15 minuti sono in giù in sala da pranzo a far colazione con dei pancake. 
Mia zia si avvicina e mi passa le chiavi della mia moto. Una signora moto.
"Sbrigati tesoro o farai tardi al primo giorno di scuola, e se riesci passa a prendere Noah" annuii continuando a mangiare.
"Ci vediamo dopo" disse mia zia prendendo Noah per mano dopo che mi accarezzò una guancia e uscirono di casa. Andai in sala a prendere il casco e vicino c'era la foto dello zio John. Aveva gli stessi occhi grandi e celesti di Noah, in quella foto c'eravamo tutti e quattro risaliva a 3 anni prima quando lo zio doveva ancora sapere della sua malattia. Accarezzai la foto. Presi il casco integrale nero e uscii.
Erano le 7.40 del mattino , la zia era uscita presto perchè doveva andare fino al suo ufficio così poi non avrebbero ritardato a scuola mentre io volevo solo fare un giro in moto. Il fresco vento di settembre faceva svolazzare i miei capelli ancora biondissimi per il sole e il mare. Zia Cheryl dice che ho preso i capelli di mamma e gli occhi verde chiaro da papà, però ero troppo piccola per ricordarmelo. 
Verso le 8.15 decisi di dirigermi a scuola.
Si sa che purtroppo la vita è piena di sorprese. Arrivata nel parcheggio della scuola faccio per svoltare a sinistra quando un tizio mi picchia dentro la moto e finiamo entrambi atterra. Fortuna che andavamo "piano" .
Aprii gli occhi e inizia a urlare al tizio.
"EHI! Idiota ti sembra il caso?! Chi ti ha dato la patente?" Cercai di tirarmi su ma  la gamba sinistra mi faceva troppo male.
Mi sfilai il casco provando a muovermi ma niente mi faceva male. L'idiota in questione ebbe almeno la cortesia di tirare si la mia moto 
"Ehi scusami stai bene?" Cercai di guardarlo negli occhi oltre la sua visiera nera.
"Secondo te?!" 
Si tolse il casco e rimasi un attimo schioccata. Aveva degli occhi del colore della tempesta e capelli biondi scuri  e un viso dai lineamenti perfetti. Mi guardò, e nei suoi occhi scorsi della preoccupazione. 
Preoccupato?per me? 
Sicuramente non lo è per te ma per la sua moto, oppure hai visto male. La mia coscienza aveva ragione.
"Ce la fai ad alzarti?" Mi allungò le mani ma io le tolsi dalla mia visuale con uno schiaffo .
"Certo che si!" Mentii . La gamba mi faceva davvero male. Provai ad alzarti ma con scarsi risultati.
Lui ignorò la mia risposta e si avvicinò a me, mise le braccia intorno alla mia vita e mi tirò su. 
Io gli battei le mani , senza troppa forza , sulle spalle cercando di allontanarlo da me ma lui rifiutò.
"Senti" disse allontanandomi dal suo corpo per guardarlo "per colpa mia ti sei fatta male lascia almeno che ti porti in infermeria o all'ospedale , potresti esserti slogata la caviglia e va medicata" io lo guardai. Non riuscivo a smettere di fissare i suoi occhi ora così seri e determinati. 
"Ok" sussurrai
"Ma prima parcheggia la mia moto" mi adagiò su di un muretto e spostò le moto,così mi caricò sulla sua e mi portò al pronto soccorso. 
Durante il tragitto mi rifiutai di tenermi a lui,che andava a una velocità molto moderata, e cercavo di non piangere dal dolore.
Una volta arrivati lui mi accompagnò fino a una sedia e poi mi disse di stare tranquilla che avrebbe chiamato qualcuno per farmi visitare e si allontanò.
Nel frattempo tirai fuori il telefono e chiamai la zia.
Uno squillo
Due squilli
" pronto?" 
"Zia sono io ascolta non ti allarmare ok? Sono scivolata con la moto ma non mi sono fatta niente ok?"
Iniziò ad alzare la voce 
"Tesoro come posso non preoccuparmi?' Dove sei che v.."
La interruppi.
"Ora ti mando il messaggio con tutto sembra più grave di quello che sembra ma non lo è tranquilla" e riattaccai. 
Vidi il ragazzo che venne verso di me...
 
 
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Questa è la mia prima storia :) mi chiamo Fabiana , spero possa piacervi e ringrazio chiunque la recensisce :) io comunque vado avanti perchè, personalmente mi piace e ho rande idee :) grazie a tutti ciaooooo
  
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