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Autore: mikchan    16/07/2013    3 recensioni
Chi dice che la vita non cambia le persone non conosce Vegeta, il grande Principe dei Saiyan. Chi, meglio di lui, può ripensare al suo passato ed essere certo di avere fatto qualcosa per cambiarlo? Certo, forse all'inizio non era voluto, forse c'è l'impiccio di una certa Bulma di nostra conoscenza, eppure Vegeta sa che, nonostante tutto, la sua vita ha decisamente preso una piega migliore.
Song-fic sulle note di A Te, di Jovanotti. (lo so, ce ne sono a centinaia, ma vorrà dire che la mia sarà la numero centouno)
enjoy
mikchan
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Vegeta
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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A TE

La luna illuminava dolcemente la Terra, provocando ombre lievi e rischiarando il viso di quel saiyan che, ormai, alla Terra si era affezionato. Con una punta di rammarico fissò la luna piena dal davanzale della sua camera e e il suo pensiero andò inevitabilmente alla sua coda. Ma, in fondo, rifletté, voltandosi a guardare la Sua luna dai capelli azzurri che dormiva tranquilla, anche senza coda la luna conserva sempre la sua bellezza onirica e splendente.
Con un sospiro, Vegeta rientrò nella stanza e si sdraiò sul letto, incrociando le mani dietro la nuca. Non riusciva a dormire per il caldo, almeno così voleva convincersi, ma, forse, anche per tutti i pensieri che prepotenti erano tornati a galla qualche giorno prima quando aveva incontrato per la prima volta gli occhi azzurri di sua figlia. Quella mocciosa l'aveva stregato a tal punto che non riusciva nemmeno più a pensare razionalmente. Ed era nata solo da pochi giorni; Vegeta tremava al solo pensiero di come si sarebbe comportato nel giro di qualche anno.
E, nel silenzio della notte, ritornò con il pensiero alla sua vita passata, a quella che aveva nascosto sotto strati di cemento ma che continuava a bussare alla porta.
Guardò di nuovo la donna che dormiva al suo fianco e si lasciò sfuggire un sorriso. Sicuro che nessuno lo sentisse, iniziò a cantare una canzone con una voce bassa, baritonale, ma stranamente dolce.

A te che sei l'unica al mondo
L'unica ragione per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio respiro
Quando ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro
A te che mi hai trovato
All' angolo coi pugni chiusi
Con le mie spalle contro il muro
Pronto a difendermi
Con gli occhi bassi
Stavo in fila
Con i disillusi
Tu mi hai raccolto come un gatto
E mi hai portato con te
A te io canto una canzone
Perché non ho altro
Niente di meglio da offrirti
Di tutto quello che ho
Prendi il mio tempo
E la magia
Che con un solo salto
Ci fa volare dentro all'aria
Come bollicine

Il suo pensiero tornò indietro di parecchi anni, ad un pomeriggio afoso, quando si era ritrovato vivo invece che morto. Non lo aveva chiesto, eppure gli avevano dato un'altra possibilità. Il destino aveva deciso di permettergli di cambiare il suo futuro, di espiare le sue colpe e di vivere.
Quando aveva incontrato quei due occhi azzurri e profondi, il suo cuore aveva mancato un battito.
Su Nameck aveva risparmiato la vita a quella ragazzina e adesso lei lo stava invitando a vivere con lei, permettendogli di allenarsi fino all'arrivo della Terza Classe. Una richiesta strana, che ben poco si addiceva alla situazione, ma che Vegeta aveva preso subito al volo. In fondo, lui era il Principe dei Saiyan, cosa c'era di male se una stupida terrestre gli offriva il suo aioto? Presto, però, le cose avevano iniziato a cambiare. All'inizio Vegeta aveva dato la colpa al clima, poi a Kakaroot e alla sua lontananza e, infine, alla ragazzina che l'aveva ospitato. Che strano tipo di sortilegio era quello che si impossessava di lui quando le sue mani callose accarezzavano dolcemente la sua pelle o quando le loro labbra si intrecciavano come due anelli di una catena?
"Nessun sortilegio, Vegeta", gli aveva risposto una vocina nella sua testa anni prima in una sera come quella. "Solo amore".
E poi una navicella, lo spazio aperto e il desiderio impellente di ricoprirsi d'oro. Ma questo non era bastato a dimenticarla.

A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande
A te che hai preso la mia vita
E ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al tempo
Senza misurarlo
A te che sei il mio amore grande
Ed il mio grande amore

Capelli biondi e occhi azzurri: un super saiyan. Così Vegeta era ritornato sulla Terra ed era deciso a combattere contro i cyborg. Si diceva che il suo obiettivo era dimostrare la sua superiorità a Kakaroot, ma nel profondo cercava di non pensare che, in realtà, combatteva per due occhi azzurri. Due occhi azzurri che durante quel viaggio l'avevano costantemente accompagnato e, lentamente, lo avevano modellato, fino a far comparire nel suo cuore uno spiraglio di luce, che si era trasformato in oro.
A lei doveva quella trasformazione e a lei doveva anche il mutamento della sua anima. Perché, nel momento in cui quel figlio venuto dal futuro era stato trafitto da l'onda di quell'essere, la sua rabbia si era colorata di blu e il suo primo pensiero dopo la sconfitta di Cell erano stati lei e quel figlio che aveva abbandonato e che, inconsciamente, sapeva già di amare. A prova di questo, lei l'aveva riaccolto in casa, e l'aveva perdonato, dando un senso al tempo che li aveva separati.

A te che io

Ti ho visto piangere nella mia mano
Fragile che potevo ucciderti
Stringendoti un po'
E poi ti ho visto
Con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo
A te che mi hai insegnato i sogni
E l'arte dell'avventura
A te che credi nel coraggio
E anche nella paura
A te che sei la miglior cosa
Che mi sia successa
A te che cambi tutti i giorni
E resti sempre la stessa

Un ragazzino dai capelli viola e dagli occhi così simili ai suoi gli si affacciò nella mente, riportando in vita ricordi che mai avrebbe immaginato di possedere.
Quel moccioso del futuro a cui si era involontariamente affezionato era ricomparso anche nel presente, così simile alla madre da fare male. La sua metà saiyan, però, contrastava con la fragilità di quella donna, talmente bella e delicata da potersi frantumare alla minima carezza.
Ed è grazie a lei se quel saiyan si è ammorbidito, lasciandosi alle spalle il desiderio di uccidere e imparando a sognare qualcosa di diverso da sangue e sofferenza. Quella donna forte e coraggiosa, capace di tenere testa al grande principe dei saiyan e riuscendo a farsi amare e a dimostrare che tutti sono capaci di provare dei sentimenti. Quella donna un po' pazza, che su Nameck aveva rischiato di uccidere, era stata la miglior cosa che gli era mai successa e in tutti quegli anni non si era mai pentito di averla scelta come compagna. Anche sotto il controllo di Babidy, era riuscito a pensare a lei e a ciò che di lei l'aveva fatto innamorare, ma che non avrebbe mai ammesso: Vegeta era cambiato, ma restava pur sempre l'erede al trono della più potente stirpe dell'intera galassia.

A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei
A te che sei
Essenzialmente sei
Sostanza dei sogni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che non ti piaci mai
E sei una meraviglia
Le forze della natura si concentrano in te
Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l'orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
A te che sei l'unica amica
Che io posso avere
L'unico amore che vorrei
Se io non ti avessi con me
a te che hai reso la mia vita bella da morire,
che riesci a render la fatica un immenso piacere

Un altro ricordo e un altro sorriso. Lei e il suo caratteraccio e la sua voce da gallina erano le uniche cose capaci di tenere testa alla sua testardaggine. Un uragano in versione femminile, capace di essere iperattiva ed esasperante e allo stesso tempo dolce ed eccitante. Maledettamente eccitante, gli suggerì una voce nella sua testa, ripensando a quello che era successo poche ore prima. Vegeta gettò di nuovo uno sguardo alla moglie e notò che si era mossa, lasciando scoperto il seno pallido e perfetto illuminato dalla luce della luna. Il saiyan si mise prono, con il volto rivolto verso la moglie e, lentamente, fece scivolare la mano sul suo ventre, assaporando quella pelle morbida e perfetta che ormai era diventata una droga per lui. Ogni volta che ne stava lontano per molto tempo, finiva sempre per impazzire, spaventando pure se stesso. Passò poi le dita sui seni soffici e sodi, pensando che se non li avesse, bisognerebbe inventarli. La sua mano si fermò infine sul suo viso, accarezzandole una guancia e pensando un po' malignamente che quando stava zitta era cento volte più bella. Si ritrovò a sorridere, suo malgrado, quando dovette ammettere che, in realtà, la apprezzava molto di più da sveglia, e non solo a letto.
Si può amare una persona a tal punto che i battiti del cuore siano uguali? Vegeta non lo sapeva: era un tipo pratico, lui, non uno da sentimenti. Ma in quel momento sapeva che il cuore della donna che stringeva tra le braccia era perfettamente a tempo con il suo.
Il colibrì e l'aquila: due animali così diversi ma in fondo così simili, bisognosi l'uno dell'altro e capaci di imprese inimmaginabili per poter stare assieme.

"A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande,
a te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più,
a te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,
a te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore,
a te che sei, semplicemente sei, sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei...
e a te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni miei...sostanza dei sogni..."

Vegeta guardò la moglie e si specchiò negli occhi azzurri, mentre la sua voce intonava le ultime note.
I due si guardarono a lungo, senza dire niente. Ma in fondo non servono le parole quando si appartiene l'uno all'altro, quando ci si conosce alla perfezione, senza riserve.
A sorpresa, Vegeta, iniziò ad accarezzare il viso della moglie, e si avvicinò alle sue labbra, respirando profondamente quel profumo ormai indispensabile e baciandola, prima dolcemente, poi con più passione.
Con un colpo di reni si portò sopra la donna che lo guardò maliziosa, accarezzandogli la schiena.
“Sai”, sussurrò il saiyan avvicinandosi all'orecchio. “Stavo pensando che in fondo questa vita non è male, Bulma”.
La moglie sorrise. “E chi ha mai detto il contrario”, rispose avvicinandosi e baciando il marito, trascinandolo in un amplesso che difficilmente avrebbero dimenticato.
E, sotto la luce protettrice della luna, i due anelli della catena, il colibrì e l'aquila, si giurarono ancora eterno amore, ringraziando quella seconda possibilità che aveva reso possibile tutto quello che avevano sempre sognato.


Salve gente!
Okay, so perfettamente che su questo fandom ce ne sono a centinaia, se non migliaia di fic ispirate a questa canzone, ma la ripetizione casuale della play-list non la decido io e nemmeno l'ispirazione che mi prende quando invece dovrebbe aiutarmi a concludere l'altra storia che ho in ballo.
Vabbé, tornando alla storia. Io amo la coppia Vegeta-Bulma, in modo particolare il loro rapporto e come sono entrambi cresciuti e migliorarti grazie all'altro. Spero di essere riuscita a passare questo pensiero anche a voi e di non avere scritto castronate.
Ho un dubbio, però, che mi assale. Secondo voi, Vegeta è OOC? Oddio, secondo me la canzone è maledettamente OOC, ma in generale, se si guarda il contesto, non lo è più così tanto! Ditemi voi cosa ne pensate: se è davvero troppo, inserisco l'avvertimento.
Ora vi saluto, sperando di riuscire a concludere il capitolo per l'altra fic che avrei dovuto postare ieri!
a presto
mikchan 
  
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