16/07/2013
7 recensionisometimes human contact can help with pain.
Rosso. ***
Rosso come il sangue che sgorga noncurante dalla ferita che tu stesso hai inferto.
Rosso come i tuoi occhi; occhi di un traditore inconsapevole che, affrontata la realtà, si avvale del beneficio del dubbio finché può, vigliacco fino al midollo.
Rosso come la passione che un tempo avvolgeva il frutto delle tue azioni e dei tuoi pensieri e di cui credevi di esserti liberato senza inutili convenevoli.
Rosso come la fiducia svanita, anche se non sai se questo è il suo colore.
È una pozzanghera di sentimenti, grande come poche, ingannevole come tante, ma non puoi fare a meno di attraversarla, spoglio di ogni tuo singolo colore.
Non sai cosa stai facendo, né tantomeno credi a ciò che, prepotente, sembra annebbiarti la vista.
Eppure cerchi un’ancora, una costante, qualsiasi cosa sia in grado di concederti anche solo un lieve ed innocuo sospiro.
Ma non la trovi.
Forse perché è troppo tardi o forse perché non è mai stato così presto.
Non sai nemmeno se ciò di cui hai bisogno è tempo. Riflessione.
Su cosa dovresti riflettere poi?
Su come i tuoi artigli abbiano attaccato ancora una volta quell’umanità che svanisce con il trascorrere frenetico di quelle vite che pensavi ti avrebbero accompagnato?
Non sai nemmeno questo.
Artigli che come pallottole improvvisate sembrano privare tutto ciò che ti circonda della luce che un tempo lo accarezzava dolcemente, quasi fosse un bambino paffuto in cerca delle coccole di una madre poco presente.
Hai appena ucciso… un amico?
Lacrime, come fiere nemiche, raggiungono quella bocca che è ormai arida. A corto di parole. Espressioni.
Sorreggi il suo corpo e gli dici che non è tutto apposto, perché come può lui consolarti persino in punto di morte? Dovresti essere tu al suo posto.
Tu lo hai privato di sorrisi e sbalzi d’umore; di colazioni e amici; di gioie e rimpianti. Di certezze.
Eppure non ci sei.
Il rosso, a detta di sua madre, era il colore che avrebbe potuto ammaliare anche l’animo più puro. La sensualità di una rosa che alla fine ti punge. Non nasconde più le sue spine.
Ma lui invece nasconde le sue: artigli che soffiano via tutto. Lentamente. Sconsideratamente.
Pensieri che volano come aquiloni sospesi. Lontani dalla terra che, stabile, li aspetta.
Derek non conosce nulla di tutto ciò.
Derek non conosce quella mano che sembra gridare fermezza.
È un tocco saldo e quasi morbido. Non lo merita.
E, ancora una volta, non lo conosce.
Eppure sente di non poter vacillare; non quando fremiti fantasmi lo imprigionano come il peggiore dei criminali.
E lì, sotto quella mano, trova solo una risposta.
Forse un porto sicuro, ma questo ancora non lo sa.
Stiles.
__disenchanted's corner: so, here's the thing: non scrivo da dicembre e credo si noti abbastanza...
e questa è la mia prima 'bambina' per il 2013 e non è uscita proprio come speravo. c'est la vie, right?
il fatto è che gli sterek hanno risucchiato tutta la mia sanità mentale e ormai non sono più capace di scrivere quattro parole in croce. (♥♥)
ma spero comunque di leggere la vostra opinione, è davvero importante per me. ;_;
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