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Autore: Chica Anonima    17/07/2013    7 recensioni
hola,
questa è una raccolta di one-shot dal punto di vista del protagonista maschile della storia " Light & Darkness" per capirci qualcosa bisogna aver letto la storia.
vi lascio il prologo per chi non l'ha letta:
Stefania è una ragazza normalissima, se non fosse per le sue visioni, proprio così, lei riesce a vedere episodi che accadranno in un lontano o vicino futuro, nonostante questo però, la sua vita continua normalmente fino a quando una sera, in una visione vede un ragazzo che sta per scassinare una famosa gioielleria vicino a casa sua, stupidamente decide di non chiamare la polizia ma di intervenire lei stessa...
Questa non è solo una storia d'amore, ma anche di bande rivali e di una Milano completamente diversa da quella di oggi.
Dal secondo capitolo:
“ Ma come? E il nostro fine serata piacevole?” scherzava vero?
“ Ah si! Ma sai ..non mi piacciono i ladri”
“ Hai paura che ti rubo il cuore?”
Se vi interessa la trovate nella mia pagina personale, per le altre, vi auguro buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Hola ragazze!
Ecco qui la prima one-shot della storia “Light & Darkness” interamente dal punto di vista di Nicolas.
Incomincia con il primo capitolo della storia e cioè l’incontro, ma alcune scene sono state tolte perché se no sarebbe diventata troppo lunga, quindi per capirla è necessario leggere la storia.
Fatemi sapere cose ne pensate e se vale la pena scriverne ancora!
Baci
Nian07
 
 
Camminai velocemente fino al salotto, erano solo le dieci di sera, ma la villa si era già quasi del tutto svuotata, mi passai una mano tra i capelli, quella stessa sera avrei dovuto fare un colpo grosso a una gioielleria vicino al centro.
Era un colpo abbastanza facile a parere di Dom, ma lui era un caso a parte, sarebbe entrato ovunque senza farsi beccare, anni di allenamento presumo,  trovai il sottoscritto proprio in salotto, seduto comodamente, mentre bevevo il solito whisky.
 
“ Ehi Dom, mi cercavi?” mi sedetti vicino a lui sul divano, appoggiando le gambe sul tavolino e girandomi verso si lui.
 
“ Nick da quanto non ridi?” lo guardai interrogativo, non capendo il senso della domanda che mi aveva fatto e lui parve capirlo.
 
“ Intendo… che tu sei come un figlio per me, lo sai, ma mi chiedevo da quanto non ti vedo ridere? Forse da anni, non è vero?” non era da Dom, parlare così, questo era poco, ma sicuro, eppure aveva ragione, era da anni che non ridevo, ma come si fa a ridere spensierati con una vita così? Non si può.
 
“ Non ho bisogno di ridere, l’unica cosa di cui mi importa è andare avanti” ed era così, l’avevo promesso e quel tatuaggio sul petto me lo ricordava tutti i giorni, altrimenti mi sarei già buttato da un ponte, ma dovevo andare avanti, nonostante tutto, nonostante non volessi.
 
“ Capisco, fai attenzione stasera” lo guardai un secondo, per poi alzarmi e dirigermi verso la mia stanza senza rispondere.
 
Una volto entrato decisi di farmi una doccia e prepararmi, da tempo ormai quella stanza era un porcile, ma non me ne preoccupavo più tanto, nessuno sarebbe mai entrato dentro a curiosare e a me il disordine non dava fastidio, decisi comunque ti sistemare un po’ altrimenti non sarei più riuscito ad entrare.
Raccolsi l’ultima maglia, buttandola su un sedia e guardai l’ora, dovevo andare a fare il mio lavoro, se lavoro si potesse chiamare.
Scesi in garage e salii sulla mia moto, quanto adoravo la mia bambina, l’unica cosa che potessi definire veramente mia.
 
Quando arrivai davanti alla gioielleria <> l’unica cosa che mi venne in mente e che non avevo mai sentito un nome tanto idiota per una gioielleria, scassinai la serratura ed entrai, come previsto nessun antifurto, il proprietario doveva essere davvero stupido per lasciarla così incustodita.
 
Tirai fuori la busta che mi ero portato e mi avvicinai alla prima vetrina pronto a romperla in qualche modo, ma in quel momento nel silenzio della città, sentii dei passi e non passi qualunque era rumore di… tacchi?
La prima cosa che mi venne in mente fu che doveva essere una prostituta che stava andando a lavoro, invece quando mi girai, vidi una ragazza bionda che mi fissava stupida sulla soglia.
Rimasi quasi incantato, proprio come lei e in quel momento pensai di aver trovato un'altra cosa oltre la mia moto che volessi veramente mia. Che fosse un.. come lo chiamano? Colpo di fulmine? Nah non credevo, non ero quel genere di ragazzo.
Mi ripresi subito e parlai per primo, lei era ancora incantata a fissarmi, a quanto pareva facevo lo stesso effetto a tutte le donne.
 
“ Bambolina, se hai finito con la radiografia io dovrei lavorare”
 
La vidi spalancare ancora di più, i suoi bellissimi occhi scuri da cerbiatta per poi cambiare espressione in meno di un secondo.
 
“ Senti brutto idiota chiamami ancora bambolina e ti ficco il mio tacco quindici in testa e ora esci subito da qui!”
 
Bella e con carattere, pensai, proprio il mio tipo di ragazza, ma dovevo lavorare e lei mi stava infastidendo e io dovevo finire il lavoro, così feci una faccia incazzata e tirai fuori la pistola, cercando di spaventarla.

“ Senti, bambolina, quella che se ne deve andare sei tu, se non vuoi un buco in fronte” lei fece finta di nulla e rispose subito, possibile che non avesse paura? Forse era della polizia

“ Ok, me ne vado” disse e tirai un sospiro di sollievo.

 “Era ora, e ringrazia che ti lascio andare” dopo di che,mi girai mettendo a posto la pistola per continuare il mio lavoro, ma avevo fatto male i miei calcoli, la bambolina infatti, non ancora contenta, mi tirò qualcosa di appuntito in testa, faceva un male cane e solo quando mi girai scoprii essere una sua scarpa.
Mi scappo un gemito di dolore e tornai a guardarla in faccia, da quando gli angeli potevano scendere sulla terra a tormentare i ladri?

“ Ma tu sei pazza! E che cavolo ti ridi? Potevi uccidermi!”
“ In tal caso non saresti mancato a nessuno, ora esci o chiamo la polizia” quella frase mi colpì dritto al cuore, ma le risposi come se non fosse successo nulla.
“ Sono io quello con la pistola bella! E io dico che devi uscire tu”
“ Bella?? Vuoi che ti rompo il setto nasale con l’altra scarpa?” altro che angelo! Era un diavolo con tanto di corna, ma io ero peggio di lei e non l’avrei lasciata vincere.

“ Adesso basta, abbiamo giocato e mi sono anche divertito, ma te ne stai approfittando un po’ troppo” detto quello, tirai di nuovo fuori la pistola e sparai al lato del muro, sorridendo soddisfatto quando chiuse gli occhi per lo spavento.
Io invece, gli spalancai quando vidi arrivare tre poliziotti dietro di lei, eravamo in una marea di guai.

“ Buonasera, vi dichiaro in arresto per tentata rapina” ecco, ci mancava solo questa!

Presi la scarpa che mi aveva lanciato e mi avvicinai alla pazza, che se la rimise, forse senza neanche accorgersene, tanto era presa dalla polizia. Gli segui fuori dal negozio e diedi le chiavi della mia moto ad un poliziotto, che sorrise soddisfatto, non potevo lasciare la mia bambina da sola e poi come saremmo potuti tornare indietro una volta usciti dalla caserma? Perché si, ero sicuro che in un modo o in un altro saremmo usciti.
Salii in macchina ancora arrabbiato per essere stato beccato e per aver dovuto dare la mia moto in mano ad un poliziotto, avrei dovuto disinfettarla.

Una volta usciti dalla caserma:

Quando uscimmo iniziai subito a stuzzicarla, non ero mai stato preso, ma come prima volta era stata decisamente divertente, non pensavo che i poliziotti fossero così stupidi.

“ Mi devi un favore bambolina” avevo capito quanto quel soprannome la facesse arrabbiare, ma era troppo divertente!
“ Veramente sono stata io a salvarti, ora se non ti dispiace me ne torno a casa” ma come pensava di tornare a casa? A piedi? Lasciai perdere se ne sarebbe resa conto da sola.

“ Ma come? E il nostro fine serata piacevole?” dissi, riferendomi alla scenetta che mi ero inventato con i poliziotti, avevo proprio sbagliato mestiere, avrei potuto fare benissimo l’attore!

“ Ah si! Ma sai ..non mi piacciono i ladri” già a chi piacevano i ladri? A nessuno, come darle torto, nonostante ciò me ne uscii con una frase che stupii anche me stesso.

“ Hai paura che ti rubo il cuore?” e si, in quel momento avrei voluto sul serio rubarle il cuore, non avevo mai incontrato una ragazza come lei, possibile che fosse riuscita a sciogliere il mio cuore da playboy?

“ Non ho più un cuore ed ora buonanotte” la vidi girarsi intorno, capendo forse che non aveva nessun mezzo per tornare, sbuffai esasperato.

“Vieni ti porto io a casa” la presi per un braccio e la tirai poco gentilmente verso la mia bambina, lei sussurro qualcosa, ma non le diedi ascolto rispondendo con “ certo certo”

Salimmo in moto e mi feci guidare da lei verso casa sua, che scoprii essere vicino la gioielleria, forse era passata per puro caso, mentre tornava a casa, non potevo saperlo e in quel momento neanche mi importava, ero troppo concentrato sulle sue braccia che mi circondavano il busto e andai ancora più veloce per farla stringere di più a me, era una sensazione bellissima, in molte erano salite con me su quella moto, ma con nessuna era successa una cosa del genere, anzi delle volte mi davano anche fastidio.

Una volta arrivati a casa sua mi ringraziò e scappò letteralmente via da me, ma io le avevo preso il telefono in caserma per prendere il suo numero, lei non si era accorta di nulla e la cosa non mi stupii, in molti mi dicevano che avevo delle mani magiche e prendere un cellulare per me era stata una cavolata, ma non sapevo ancora se volevo rivederla.

Quando arrivai finalmente a casa, trovai alcuni dei ragazzi sul divano, tutti iniziarono a fare domande per sapere cosa fosse successo e perché non avevo i gioielli, non risposi a nessuno di loro ignorandoli del tutto e mi diressi direttamente in cucina, sicuro di trovarci Dom a bere e infatti fu così.

 Gli raccontai di quello che era successo, tra una risata e l’altra, nei minimi particolari, ebbi quasi paura che si arrabbiasse, invece una volta che ebbi finito si mise anche lui a ridere, in effetti era assurdo, era la prima volta che mi capitava una cosa del genere e ormai erano quasi dieci anni che lavoravo per Domenico.

Dopo pochi minuti lo vidi riprendersi dalle risate e girarsi verso di me, con aria seria, lo guardai anch’io sicuro che stesse per dire qualcosa che non mi sarebbe piaciuto per nulla.

“ Chi è questa ragazza?” ecco appunto, cosa voleva adesso da lei? Lasciai perdere i miei sospetti e risposi alla sua domanda.

“ Non lo so Dom, ho visto dal suo cellulare che si chiama Stefania o almeno credo leggendo i suoi messaggi ho visto molti Stefy, quindi presumo si chiami così ed è fidanzata con un certo Marco, non ho avuto molto tempo per sbirciare sai…”

“ Capisco, beh se hai il suo numero scrivile, era da tempo che non ti vedevo ridere così, forse quella ragazza è veramente quello che ti serve” guardai Dom stupito, ma aveva ragione, era da tempo che non mi divertivo così e se per stare bene avrei dovuto scriverle, beh l’avrei fatto in fondo non mi dispiaceva per nulla.

Uscii dalla stanza salutandolo e dirigendomi verso la mia, presi il cellulare e scrissi un messaggio alla <> o almeno così l’avevo segnata in rubrica e inviai.

Spero di rivederti presto BAMBOLINA, non sognarmi troppo eh! Ps: spero non ti dispiaccia se ho preso il tuo numero, come sicuramente dispiacerà a Marco, notte.

Rileggendolo una volta inviato, mi immaginai la faccia che avrebbe fatto e iniziai a ridere da solo come un cretino, attirando
l’attenzione di alcuni ragazzi che erano in corridoio a chiacchierare e che mi guardavano stupiti, già erano pochi quelli che mi avevano visto ridere così, continuai ad andare avanti non facendo caso ai loro mormorii.

Quando entrai nella mia stanza stavo ancora sghignazzando, mi spogliai velocemente e mi buttai direttamente sul letto, era stata una serata stancante dopo tutto, ma quella notte forse dopo anni, mi addormentai con il sorriso sulle labbra.
 
  
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