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Autore: Payton_    17/07/2013    4 recensioni
"Resti lì, seduto di fianco al tuo vecchio amico, deciso a mantenere la promessa che gli hai fatto quando eravate solo dei ragazzini. Non lo abbandonerai mai nelle notti di luna piena, starai al suo fianco anche se non potrà mai saperlo."
Storia in attesa di giudizio al contest "Ramoso: un personaggio maltrattato" di avalonne
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Giuro solennemente di non avere buone intenzioni'
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Un uomo che ha mantenuto le sue promesse

A Peter la promessa d’essere un amico.

È tardi e dovreste essere a letto da un pezzo. No, non tutti e quattro barricati dietro le tende del baldacchino di Peter, ma il vostro amico è troppo giù di corda perché possiate ignorare la cosa.

“Siamo sicuri che ce la farai anche tu.”

Rassicurare Peter non è mai facile, è come se in lui vivesse perennemente la certezza del proprio fallimento.

“Esatto, e poi le corna che sono spuntate a James l’altro giorno non erano gran che. Vuoi mettere con il pelo nero che è cresciuto a me? Quella che era un mezza trasformazione!” aggiunge Sirius. Fingi di prendertela e rispondi a tono, ma sai benissimo che sta sdrammatizzando per alleggerire l’ansia di Peter.

“A me non è successo niente. Nemmeno una volta” mugugna appunto quest’ultimo, torturandosi le mani.

“Se ti consola, io vorrei che non mi succedesse niente ogni mese” interviene Remus, facendo una smorfia infastidita.

“Ma se sei così carino con la coda!” esclama Sirius sghignazzando, ricevendo un energico spintone.

Li ignori, tornado a rivolgerti a Peter: “Prova adesso!”

“Adesso?!” ripete lui, sgranando gli occhi.

“Al massimo non succederà nulla, no? Magari è la volta buona.”

Peter vi osserva tutti e tre in silenzio qualche istante, poi annuisce, poco convinto.

“Su, concentrati” lo incita Remus, sorridendo incoraggiante.  

Peter chiude gli occhi, iniziando a concentrare tutte le proprie energie nella trasformazione, ma anche questa volta non accade nulla. Ci speravi, purtroppo.

Senza pensare, balzi in ginocchio sul letto, puntando l’indice della mano destra verso il tuo amico. “Avete visto?” chiedi a Sirius e Remus “Proprio lì, sotto al naso: dei baffi da topo!”

Inizialmente ti guardano come se fossi pazzo, ma poi Remus intuisce quello che stai facendo e ti segue a ruota: “Adesso non ci sono più, ma c’erano, li ho visti pure io.”

“Sicuro, dei grossi baffi da topo” aggiunge Sirius, avendo capito anche lui il vostro gioco.

“Davvero?” chiede Peter sorridendo, stupito. Si vede che non credeva di farcela.

“Baffi da topo: non ho dubbi!” ribadisci, annuendo convinto. “Te l’avevo detto che era la volta buona!”

Peter è finalmente felice e di conseguenza lo sei anche tu. Sai che riuscirà sicuramente a diventare Animagus, un giorno. Ha solo bisogno di convincersene, e se non sono i suoi amici che lo possono aiutare nel farlo, chi mai potrebbe?

 

 

A Remus la promessa d’essergli sempre vicino.

Avanzi deciso lungo il prato del castello, ripensando ai giorni in cui le suole delle tue scarpe schiacciavano l’erba e facevano scricchiolare le foglie.

Dai un ultimo sguardo alla Torre di Grifondoro, dove c’è tuo figlio Harry. Non andrai da lui, questa volta.

Ti dirigi verso il Lago Nero, certo di trovare ciò che stai cerando. Chi, stai cercando. Ora, come allora, hai un compito da svolgere.

Remus è seduto con la schiena poggiata al tronco del vecchio salice che vi ha visti crescere, illuminato dalla luce del Lumus della sua bacchetta. Sai cosa sta scrutando con quello sguardo serio e cupo: la Mappa del Malandrino, che prima era nelle mani di Harry. E sai anche che ciò che sta osservando è il nome di Peter, che è tornato dall’oltretomba per tormentarlo con maggiore intensità.

Invisibile ai suoi occhi, ti siedi al suo fianco, in un déjà vu di quando eravate studenti a Hogwarts.

Ha il volto tirato, Remus. È pallido e ha gli occhi cerchiati da occhiaie scure che ti sono fino troppo familiari.

Alzi lo sguardo verso il cielo, in cerca della luna, piena e luminosa, nemica-amica di tante notti passate.

Sai che Remus non si trasformerà questa notte, Severus Piton prepara per lui una pozione che gli consente di rimanere umano. Sai anche, però, che dentro di lui il lupo scalpita, preme per uscire e minaccia di squarciargli il petto.

Resti lì, seduto di fianco al tuo vecchio amico, deciso a mantenere la promessa che gli hai fatto quando eravate solo dei ragazzini. Non lo abbandonerai mai nelle notti di luna piena, starai al suo fianco anche se non potrà mai saperlo.

Ramoso è morto con te, James, ma non è morta, e mai morirà, l’amicizia che ti lega a Remus. Starai per sempre al suo fianco nelle notti in cui il lupo andrà a fargli visita. Glielo hai promesso.

 

 

 

A Sirius la promessa d’essere un fratello.

L’hai sentito. Non sai come o perché, ma l’hai sentito morire. Hai chiuso gli occhi e quando li hai riaperti ti sei ritrovato nei giardini di Hogwarts, proprio sotto al salice dove stavate sempre in estate tu e gli altri Malandrini.

Sai che non è il vero salice. È lo stesso posto in cui hai atteso Lily quando sei morto.

“Sirius!” senti Harry gridare il nome del suo padrino con tanta disperazione da farti male, e sai che l’ha sentito sicuramente anche Sirius. Lo conosci troppo bene e sei certo che sta pensando di tornare indietro. No, la vita da spettro non era adatta per te come non lo è per lui, ma non sai come fare per impedire che faccia questa sciocchezza.

“Sirius!” senti Harry gridare ancora e ti si stringe un nodo alla gola, perché non puoi andare da lui e dirgli che andrà tutto bene. Almeno c’è Remus al suo fianco. E Lily, anche se lui non può vederla.

Nel silenzio innaturale di quel posto, percepisci chiaramente il suono delle ali di un Boccino d’Oro sbattere rapide. Allunghi la mano destra e lo afferri al volo, osservandolo agitarsi tra le tue dita. 

Vedendolo, sai esattamente cosa devi fare: inizi a lasciare andare il Boccino per poi riafferrarlo al volo dopo pochi attimi; lo liberi, e poi lo riprendi, come facevi quando eri uno studente e giocavi nella squadra di Quidditch di Grifondoro. Sei certo che Sirius riconoscerà il ritmo familiare scandito delle ali del Boccino.

Lo vedi spuntare dall’orizzonte nero che hai davanti agli occhi, magro e sciupato come l’hai osservato per anni ad Azkaban, solo che finalmente anche lui puoi vedere te.

Mentre ti si avvicina è sempre più chiaro anche a lui il concetto che entrambi siete morti, eppure tutto questo ti sa tanto di vita. Per nessuno di voi due le cose sono andate come speravi, ma in questo istante riesci solo a pensare che potrete stare nuovamente insieme. E adesso sarà davvero per sempre.

   
 
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