Fanfic su artisti musicali > Little Mix
Ricorda la storia  |      
Autore: _Des    17/07/2013    6 recensioni
‘Ti odio.’
‘Tua madre ha commesso un immenso errore mettendoti al mondo.’
‘Sto odiando tuo padre per non aver utilizzato il preservativo.’
‘Fai semplicemente schifo, lascia in pace Zayn.’
**
«Devo lasciarti, Perrie. Io e te non possiamo stare più insieme.» gorgogliò.
«Stai rinunciando a me, Zayn. A noi.» bisbigliò quella che da sempre possedeva una voce spettacolare, ma che in quegli istanti non aveva intenzione di esporsi in tutta la sua bellezza, causa singhiozzi trattenuti.
«Lo fai per loro, vero?»
«No, Pez.» smentì, scuotendo la testa. «Lo faccio per te.»
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Perrie Edwards, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



‘Ti odio.’ 
‘Tua madre ha commesso un immenso errore mettendoti al mondo.’
‘Sto odiando tuo padre per non aver utilizzato il preservativo.’
‘Fai semplicemente schifo, lascia in pace Zayn.’

 
Perrie chiuse il portatile, percependo l’aria venir meno.
Allontanò il computer e si sistemò meglio sul divanetto del tour bus, mentre tentava di rimpossessarsi di una certa calma che andava sfuggendole sempre più.
Sospirò, prima di scostare i lunghi capelli dietro la nuca. In quel periodo la sua hairstyle aveva deciso di stravolgere ancora una volta il colore della sua chioma, per trasformarla da un inteso biondo ad un bianco scintillante. Si ritrovò a sorridere amaramente, pensando che persino il colore dei suoi capelli era oggetto di critica.
Scosse il capo, contrariata.
Perché mi odiano, si chiedeva, cos’ho fatto di tanto sbagliato? E ancora, scuoteva il capo, chiudendo gli occhi pur d’impedire alle lacrime di solcare la pelle del viso tanto bianca.
Avvertiva il cuore perdere la vitalità di cui necessitava, il suo corpo negare qualsiasi tipo d’impulso al divertimento, allontanare l’adrenalina che l’avrebbe spinta a dare il suo massimo.
Si ripeteva che non aveva più senso vivere se l’amore e la gioia dovevano esserle proibite.
La realtà era che Zayn le mancava profondamente, si domandava in modo costante se valesse lo stesso per lui, sebbene in minima parte.
Non avevano contatti da giorni, precisamente dal rientro catastrofico dalla piccola vacanza che si erano concessi in Francia, la cosiddetta città dell’amore, ma che per entrambi era divenuta l’inferno. Il problema non erano i fans o meglio, non lo erano quelli che accettavano il loro rapporto. Credevano che quel breve periodo a loro riservato li avrebbe uniti ancor più, ma no. Era successo l’inverso: i fans li avevano scoperti e per lei non vi era stata via di scampo né dal mondo reale, né da quello virtuale. Dovunque le fan del ragazzo l’aggredivano definendola una poco di buono, un’opportunista, un’approfittatrice: per la strada, in hotel, nei luoghi che frequentavano e sul web.
Lei e Zayn avevano finito per discutere, inevitabilmente. Era stato un susseguirsi di avvenimenti: avevano anticipato la partenza, avevano diviso i voli e avevano con accortezza evitato alcun contatto l’un con l’altra.
E mentre i giorni trascorrevano lenti, entrambi avevano ripreso possesso delle vita da star, lasciandosi alle spalle giorni di puro delirio, per concentrare le energie sui tour in cui erano coinvolte le rispettive band.
E seppure fisicamente Perrie si trovava in America, in quegli istanti la sua mente vagava per le afose strade di Parigi, a passeggio con i ricordi che aveva di lei e di Zayn.
 
“Ho bisogno di parlarti.”
Si ritrovò a respirare angosciosamente nel backstage, consapevole del fatto che l’intera crew e le ragazze l’avessero osservata correre via dal palco durante le prove e rifugiarsi in un angolo sperduto del dietro le quinte, dopo aver letto qualcosa dal suo smartphone.
Zayn le aveva inviato un messaggio. Zayn aveva deciso di farsi vivo dopo due settimane di pura assenza. L’aveva cercato tante volte, aveva chiesto di lui ai ragazzi che, essendo amici del tenebroso moro, le avevano rifilato scuse su scuse per poi liquidarla con un ‘ci si sente’ balbettante, perché persino a loro sembrava una crudeltà congedare in quel modo una ragazza disperata, preda del dolore.
Zayn era stato schietto. Zayn non era mai schietto con lei.
Zayn era stato freddo e coinciso. Zayn non sapeva essere freddo, né tanto meno coinciso con lei.
Zayn l’aveva trattata con indifferenza. E sapeva di non essergli mai stata indifferente.
Il respiro le venne a mancare, gesticolava pur di trovare sollievo, ma nulla aveva effetto.
«Perrie.» gridò Jesy, andandole in contro. «Che succede?» domandò, notando le difficoltà respiratorie della ragazza che non ebbe la forza di risponderle. «Okay, calmati.» posò le mani sulle sue spalle e con cautela prese ad indicarle certi esercizi per la respirazione, gli stessi che tal volta applicavano per esercitare il diaframma, sperando di non scaturire una fame d’aria maggiore.
Le impose di serrare gli occhi e di non aprirli fin quando non avesse avvertito il controllo entrare in suo possesso.
Solo quando Perrie la rassicurò, mostrandole di essersi ripresa, la mora chiese spiegazioni.
«Zayn mi ha chiesto di parlare.» mormorò soltanto la ragazza. I suoi intensi occhi azzurri arrossarono, lasciando intendere alla più grande tra le due, Jesy, che la questione fosse più preoccupante di quanto credessero lei e le altre.
«Non saranno delle quindicenni con problemi ormonali a dividervi, Pez.» proruppe l’amica, strappandole un sorriso.
«Quelle quindicenni sono sue fan.» evidenziò allora.
«Ma Zayn ti ama, perché dovrebbe farti soffrire.»
«Per non permettere che altri 13 milioni di persone lo facciano.»
Jesy non trovò il coraggio di ribattere. Aveva sperimentato sulla pelle la crudeltà di quel mondo fatto di viaggi, foto e privacy inesistente e sapeva con certezza che alcune fans possedevano il potere di persuadere, inducevano chiunque a demordere pur di mantenere un determinato controllo su quello che si definisce idolo, ma del quale non si vuole poi realmente la felicità.
Perrie e Zayn sin dall’inizio avevano dovuto vedersela con schiere di ragazzine urlanti, raccapricciate dal loro amore che pure era così semplice, così puro, così vero.
Jesy si sentì incapace d’illudere la ragazza dai profondi occhi azzurri, le strinse una mano e mormorò qualcosa, prendendo coraggio.
«Devi promettermi una cosa, però.» Pez le lanciò un’occhiata, permettendole di continuare. «Non permettere che gli occhi azzurri così belli che possiedi si spengano, non lo permettere mai.» E Perrie annuì confusa, prima di abbandonarsi tra le braccia dell’amica.
 
Aveva indossato un vestitino e consentito a Leigh Anne di ideare un trucco semplice, ma ad effetto per l’evento. Jesy aveva pensato ai capelli e Jade non aveva fatto altro che distrarla tutto il tempo, rammentando barzellette davvero patetiche, ma semplicemente fenomenali, se da lei raccontate.
Ed in quel momento si trovava in un salottino dell’albergo in cui alloggiavano, in attesa che un dipendente qualsiasi facesse il suo ingresso per annunciare l’arrivo di un ospite.
Contorceva le mani per la tensione, mentre il suo cuore aveva ripreso animo e palpitava senza sosta.
«Signorina.» si sentì chiamare. Alzò lo sguardo e vide un fattorino accennarle un sorriso prima di continuare. «Ci sono visite per lei.»
«Grazie per avermi avvisata.» rispose cordialmente, ricambiando il saluto. Il ragazzo, che avrà avuto all’incirca vent’anni, si congedò per lasciare posto ad un ennesimo ragazzo alto, dai tratti orientali accennati, i capelli corvini erano ben sistemati a spazzola e un barbetta scura, non troppo folta circondava il viso del giovane. Indossava indumenti semplici, ma alla ragazza parve di contemplare un dio greco.
Con passo sicuro, Zayn percorse l’intero salotto, fermandosi solo a pochi passi di distanza dalla ragazza, seduta su una comoda poltrona del salone. Non tentò un avvicinamento, né un minimo contatto fisico, rimase sulle sue, con lo sguardo glaciale posto altrove.
«Ciao.» gli sorrise.
«Ciao.» mormorò lui con quel tono rude e freddo che le strinse il cuore. «Andiamo fuori, ho bisogno di fumare.» disse soltanto avvicinandosi alla vetrata che conduceva nel giardino dell’hotel. Perrie sospirò, convinta che quello strazio a momenti avrebbe avuto termine per dare spazio al vero e proprio supplizio. Aveva tentato di prepararsi psicologicamente al peggio, ma la sua mente, il suo corpo, il suo stesso animo si rifiutavano d’immaginare la fine, perché Perrie non l’attendeva e non l’avrebbe mai attesa.
Lo raggiunse all’esterno in silenzio, per osservarlo mentre estraeva una sigaretta e la portava alle labbra. L’aspirava con avidità, senza sosta, quasi quello fosse l’unico sfogo del quale poter fare uso.
«Sei nervoso.» sussurrò all’improvviso, attirando la sua attenzione. «Non promette bene.» ammise poi.
«Come stai?» le domandò di getto, calpestando il mozzicone oramai terminato.
«Semplicemente, non sto.» smorzò un sorrisino che parve creare solo dell’astio in Zayn. Il ragazzo aveva difficoltà nell’esprimersi, ma quella non era di certo una sua colpa, pensò.
«Perrie, io..» e proprio quando stava per rivelare qualcosa, si arrestò. L’ammirò, notando la bellezza che la ragazza emanava quel giorno e quegli occhi dei quali tanto era innamorato e senza i quali non avrebbe saputo né vivere, né resistere. «Mi dispiace.» bofonchiò, abbassando lo sguardo. Perrie morse le labbra, tentando di non urlargli contro il dolore che le stava infliggendo.
Codardo. Era tanto codardo da non avere la forza di ammettere le reali intenzioni che l’avevano spinto a combinare quell’incontro. Voleva che comprendesse da sé, che tra i due fosse lei a compire il cosiddetto lavoro sporco.
«Non girarci attorno.» lo pregò, sorridendo forzatamente pur di trattenere le lacrime.
«Devo farlo, Pez.»
«Non chiamarmi Pez.» sbottò lei, allora. «Voglio che lo ammetti senza mezzi termini.» mormorò, serrando i denti.
Zayn rimase interdetto qualche istante, rendendosi finalmente conto dell’odio che in lei stava nascendo, del dolore che le stava provocando e che persino dentro sé covava.
«Devo lasciarti, Perrie. Io e te non possiamo stare più insieme.»  gorgogliò.
«Stai rinunciando a me, Zayn. A noi.» bisbigliò quella che da sempre possedeva una voce spettacolare, ma che in quegli istanti non aveva intenzione di esporsi in tutta la sua bellezza, causa singhiozzi trattenuti.
«Non vorrei.» ammise il ragazzo.
«Lo fai per loro, vero?» esplose all’improvviso, lasciandolo di stucco. «Per le tue fans, per non ferirle, per farle felici. Ti proibisci il mondo, pur di renderle speciali.» Perrie non seppe come e da dove, ma trovò il coraggio di svelare senza indugi ciò che da mesi le passava per la testa e che sapeva essere la verità, almeno in parte.
«No, Pez.» smentì, scuotendo la testa. «Lo faccio per te.» e quando i loro occhi s’incontrarono la ragazza comprese che Zayn stava dicendo il vero. «Lo faccio perché sono stanco di vederti piangere, di non poterti consolare, di leggere la merda che dicono sul tuo conto senza poter intervenire. Lo faccio perché voglio che la tua vita sia migliore, non che tu debba vivere con il timore di uscire in strada ed essere assalita.» gridò il ragazzo, all’estremo della pazienza. «E se questo significa soffrire e lasciarti andare, non credo di essere pronto a tanto, ma per te affronterò tutto questo.» Perrie si sentì tremare. Lui l’amava, voleva proteggerla a costo di patire ogni sorta di punizione. Zayn non la disprezzava affatto, era semplicemente ferito dalle conseguenze così spregiudicate delle loro azioni affatto sconsiderate.
Ed erano obbligati a non contestare il verdetto del destino.
Con estrema lentezza le si avvicinò, per la prima volta in quell’incontro, poggiò le mani così grandi in confronto alle sue, nelle quali Perrie si perdeva e delle quali amava il tocco, sui fianchi della ragazza e accostò le labbra ad uno dei suoi orecchi, per sussurrarle:
«Ti amo piccola hippie, ricordatelo.» fu un attimo e le lacrime scorsero veloci sul viso della ragazza che da giorni si batteva pur d’impedirne la fuoriuscita. Perrie avvertì una massa eterogenea di sentimenti che le si ammassavano all’altezza del petto, causandole attacchi improvvisi di dolore.
«Va’ via.» disse insicura, cedendo ai singhiozzi. Il moro si scostò, non prima di averle stampato un dolce bacio d’addio sulla guancia bianca, la stessa che le lacrime inondavano, poi se ne andò a passo svelto. Perrie non alzò lo sguardo per ammirare un ultima volta il suo dio greco, tanta era la tensione che dominava su di lei. Preferì abbandonarlo al suo destino, prima di permettere che un pianto convulso prendesse nuovamente potere in lei.
Stupido, stupido idiota, continuava a ripetersi. Eppure lei non sapeva che a pochi metri di distanza, in un’auto nera dai finestrini oscurati, il suo dio greco l’accompagnava in quel pianto sofferto che per entrambi segnava l’inizio del più grande castigo.
 
Aprì la porta della suite e si ritrovò ad osservare le sue amiche che, sedute sui divani del salotto comune, l’attendevano impazienti. Bastò uno sguardo perché comprendessero e si fiondassero su di lei, per stritolarla in un immenso abbraccio.
«Voglio stare sola.» proferì in un sussurro.
«Dai, Pez. Questa sera usciamo, ti distrai e..» ma Perrie interruppe i fantasiosi progetti di Leigh.
«Voglio solo stare da sola.» e la fermezza delle sue parole, spiazzò tutte loro che seguivano con lo sguardo la fragilità della ragazza, mentre quest’ultima si trascinava stancamente verso la sua stanza.
«Perrie..» la richiamò Jade. «Siamo qui per te.» Perrie guardò la ragazza dalla chioma blu notte, annuendo, prima di concedere ad ognuna di loro un’occhiata, in cui regnava un minimo di gratitudine. Quando questa raggiunse Jesy, la mora schiuse le labbra a causa della sorpresa, mimando il nome della giovane amica a causa della sorpresa: quegli occhi, così azzurri, così belli, avevano perso vitalità, sembravano privi di luce.. erano spenti


my spaaaaaaaaace. 
Già ho pubblicato una nuova OS. 
Voglio solo dirvi che sono totalmente pro zerrie, 
perché amo perrie e zayn singolarmente e li 
trovo perfetti insieme. 
Spero vi piaccia, l'ho scritta di getto una notte.. lol

byyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyye. 
Desi. 

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Little Mix / Vai alla pagina dell'autore: _Des