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Autore: Marti Lestrange    18/07/2013    5 recensioni
Piccola shot su Clary e un incubo ricorrente. Si risveglia e Jace è accanto a lei.
Piccolo accenno al Clace nel finale.
Dal testo:
{Nel tuo incubo, Jace è a pochi metri da te, ma non riesci mai a raggiungerlo. Senti la sua voce che ti chiama, lo senti pronunciare il tuo nome, e suona così disperato alle tue orecchie che il cuore ti fa male e una morsa allo stomaco risale lungo l’esofago e ti opprime la gola. Vorresti piangere. Piangere per la stanchezza, la disperazione, la rabbia, l’angoscia. Piangere perché lo senti accanto a te, intorno a te, ma allo stesso tempo sai con tutta te stessa che non riuscirai a trovarlo.}
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oneshot scritta in occasione dell'iniziativa "Multifandom Challenge" indetta dal gruppo Facebook "Fanfiction Challenges".

 
 
 
Fandom: Shadowhunters.
Prompt: incubo.
Rating: verde.
Titolo: “You are the night time fear {You are the morning, when it’s clear}”.
Personaggi/pairing: Clarissa Fray, Clary/Jace [nel finale].
Note: il titolo è tratto dalla canzone “No light, no light” dei Florence and The Machine; i versi in corsivo sotto il titolo sono parole del sommo Dante, tratte da Il Paradiso; immagine da tumblr.com.





 

Ad Alice, perché shippa Clary e Jace con me, da sempre;
a Silvia, perché le avevo promesso un'altra storia su TMI;
a tutte le amanti del Clace, perché "Clary ama Jace, e lo amerà per sempre".




You are the night time fear {You are the morning, when it’s clear}

 
 

“Ma già volgeva il mio disio e ‘l velle,
sì come rota ch’igualmente è mossa,
l’amor che move il sole e l’altre stelle.”

 
 
Nel tuo incubo corri, Clary. Corri e corri.
Ti manca il fiato, le gambe fanno male e il petto minaccia di esplodere. Senti il sangue che pulsa. Il cuore pompa, incessante, le orecchie fischiano e il tuo fiato è pesante, carico di angoscia. La vista ti si appanna e cominci a barcollare, ma continui a correre. Imperterrita.
 
Nel tuo incubo, Jace è a pochi metri da te, ma non riesci mai a raggiungerlo. Senti la sua voce che ti chiama, lo senti pronunciare il tuo nome, e suona così disperato alle tue orecchie che il cuore ti fa male e una morsa allo stomaco risale lungo l’esofago e ti opprime la gola. Vorresti piangere. Piangere per la stanchezza, la disperazione, la rabbia, l’angoscia. Piangere perché lo senti accanto a te, intorno a te, ma allo stesso tempo sai con tutta te stessa che non riuscirai a trovarlo. 
 
Nel tuo incubo, ad un certo punto ti fermi. Davanti a te c’è la porta dell’Istituto, alta e severa. Ti guarda, sembra osservarti, e forse si fa beffe di te, una piccola ragazza con il sangue dei Nephilim. Chi vuoi prendere in giro, Clarissa Fray? Una voce ti rimbomba nelle orecchie, e ha il suono della voce di Alec. Sei solo una piccola sciocca che si atteggia da Nephilim. Ti vesti come noi, stai con noi, mangi con noi e ti alleni all’Istituto, ma sei solo una Mondana che gioca a fare la grande. Non sai niente del sacrificio, non sai niente della morte e della guerra. Non sai niente della paura. La voce rimbomba, severa, e le porte dell’Istituto si spalancano di fronte a te, e un vento potente e violento ti investe, facendoti barcollare e cadere sul pianerottolo di pietra di fronte all’imponente edificio. Sei sola, Clary. Ed è buio.
 
Nel tuo incubo, vedi Jace da lontano. È con i suoi fratelli, Alec e Izzy. Ti vede e anche gli altri due si girano a guardarti. Tu li vedi, ma non riesci a muoverti. Le tue gambe ti tengono ferma, attaccata al suolo come se i tuoi piedi avessero la colla. Sei bloccata, impotente, e non puoi far altro che guardare, e ascoltare. I tre parlottano sottovoce, ti osservano, e poi Izzy ride, con quella sua risata alta, accattivante, seducente. Alec ti guarda, severo come al solito, le braccia incrociate sul petto in una posa che trasuda disapprovazione e ostilità. Jace, invece, semplicemente ti fissa. Ti fissa con quei suoi occhi infiniti, due pozze di insondabile mistero, e non sembra nemmeno capire chi sei. Cominci a chiamare il suo nome. Jace. Jace. Jace. Lo chiami fino a che senti la voce abbandonarti e il cuore battere all’impazzata. Non riesci più a trattenere le lacrime. Divampano dai tuoi occhi come fiamme, calde e salate, ti scorrono sulle guance esangui e pallide, mentre Jace continua a fissarti, le mani in tasca e le spalle leggermente curve. Non muove un dito, non emette suono, non ha nessuna reazione. Ti guarda e si limita a respirare, perché nemmeno se ne accorge, ma non sembra vivo. Non sembra Jace.
 
Nel tuo incubo, ti accasci al suolo senza forze dopo tanto gridare e battere i pugni contro quel muro invisibile che sembra tenerti prigioniera, lontana da Jace. Ti risvegli e lui non c’è più. Sebastian è inginocchiato accanto a te, ti osserva e sembra quasi preoccupato, nonostante la sua strana espressione malsana e colma di finto affetto. Ti accarezza una mano, e la sua pelle è gelida contro la tua, gelida e morta. I suoi occhi sono freddi, glaciali, lontani. Le sue labbra si inclinano in un sorriso infernale e il lampo della risata di Lilith ti riecheggia nelle orecchie.
« Sei tutta mia, sorellina » ti sussurra Sebastian chinandosi su di te. Il suo fiato ti sfiora la pelle sensibile dell’orecchio e un brivido ti corre in tutto il corpo.
Non riesci a muoverti, sei ferma lì, distesa su quel pavimento asettico, intorno a te il nulla, e soltanto Sebastian che ti guarda e sorride, canticchiando non sai quale inquietante motivetto. Ti sembra di conoscerlo, di ricordare qualche nota, ma sono accenni di un lontano passato, echi che vanno a sbattere contro la tua mente e contro quella parte di te che si rifiuta di ricordare.
« Ora nessuno ti farà più del male, vedrai. »
« Jace… » sussurri, e la tua voce suona tremendamente roca e debole.
« Shhh » Sebastian ti accarezza una spalla. « Jace se n’è andato, non ti ferirà mai più. Ora sei con me, Clary. »
Vorresti gridare. Apri la bocca per parlare, per protestare, e vorresti avventarti contro di lui e picchiarlo, fargli del male, fargli capire che no, non è possibile, Jace tornerà da te, non può essersene andato e averti lasciata lì, non con lui. Poi tutto diviene indistinto, e indefinito, e senti un profumo, un profumo che conosci bene. Sa di sole e di luce. Sa di Jace.
 
 
« Clary. »
« Clary… »
La sua voce.
« Era solo un incubo, Clary. »
Apri gli occhi e Jace è seduto accanto a te, sul bordo del letto, e ti accarezza le braccia. Senti i calli delle sue mani e quei segni ti sanno di casa e di consapevolezza. Ti ricordano il suo coraggio. E anche il tuo.
« Era un incubo? Sicuro? » gli chiedi, e senti che la tua voce è sempre la stessa, forse un po’ assonnata, forse già invasa dalla luce di Jace.
« Sicuro. Ci sono io con te. Andrà tutto bene. »
« Mi prometti una cosa, Jace? »
Lui annuisce, serio.
« Prometti di non lasciarmi mai? »
« Pensavo mi chiedessi qualcosa di più arduo, miss Fray » ridacchia, con quella sua risata che ti incanta. « Lo sai che starò con te. Sempre. Però te lo prometto. Lo giuro su di noi, ricordi? »
Tu annuisci e gli accarezzi le mani. Andrà tutto bene. Andrà tutto bene, Clary.

   
 
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