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Autore: Madcap    29/01/2008    2 recensioni
Viscido amico, da quando te ne sei andato
Niunaltro animale al fianco aver ho amato
Furon forse lacrime d’un povero deficiente?
O amico orrido, torna, mio mollusco piangente.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Viscido amico, da quando te ne sei andato

The Rime of the Ancient Mollusk

 

Viscido amico, da quando te ne sei andato

Niunaltro animale al fianco aver ho amato

Furon forse lacrime d’un povero deficiente?

O amico orrido, torna, mio mollusco piangente

 

Ancor mi perdo nel rimembro dei tentacoli

Con i quali t’insinuavi nei più privati cubicoli

E di donzelle le gonne spiavi flemmatico

Non visto; per poi ricordarmi in modo pragmatico

 

Che della casa d’un crostaceo ne ricavi alcova

Tu, o dongiovanni, poco ti curi dell’ova

Di belle mollusche stregate da scivoloso

Fascino, dal tuo sommo viscidume colposo

 

Mai a memoria d’uomo un tal compagno s’è avuto

Però tu, col tuo sostegno muto

Sapevi leggere l’amor mio sopito

Allorché t’allontanavi dal noto appetito

 

Che un gorgoglio di stomaco non ben nascose

Ahimè! La cupidigia umana per appetitose

Chele di granchio. Vedesti forse come specchio

La ribollente, profumosa acqua del secchio?

 

Cadde la pentola con scroscio e finì sul ditone

L’ululato mio taurino non celò l’emozione

Di te che pari ad uno stoicheggiante saggio

Mai prima lacrime versasti, com’un dolente paggio

 

Colsi il lamento tuo, bestemmiai controvoglia

Ma il dolore al re alluce superava la soglia

Tu, sensibile eppur tenace mollusco mio!

Erroneamente pensasti ad un urlo di brio

 

Che la tua cottura annunciava, malvagio.

Ti vidi perplesso, ti misi a tuo agio

Non capisti quanto mi costò il tacere

E che nell’intimo gridavo, non certo di piacere?

 

Fuggisti, ferito, mi lasciasti orfano

Al mare gettai mesto un garofano

Sperando tu ne fossi raggiunto, marcio amico

E del mio affetto ricevessi il plico

 

Rimasi solo e spaventai il mozzo

Quand’ei accorse nel luogo sozzo

Tremarello e giovine e ancor ignaro

Che lo aspettava un rancio amaro

 

Poiché sorprese lacrime d’un marinaio brusco

Rivolte invero alla fuga del mollusco;

Riuscii a farle passare dall’alluce dipendenti

Se ne andò il fanciullo bello, battendo i denti

 

Rimasi solo col dolore a cogitare

A chi importò, del ratto che a nuotare

Nel frattempo s’era messo nel pentolone?

Al viscido caro io pensava, con un magone.

 

E per calmarmi, mi succhiai il ditone.

 

 

E’ una cosa molto stupida, e ne sono consapevole e orgogliosa. Per inciso, so bene che strutturalmente non è una ballata e che il mollusco piangente c’è poco e niente XD ma fa parte dell’idiozia! Prego infine il gentile pubblico di non consigliarmi uno psichiatra: ho già preso contatti.

 

Shaida

  
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