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Autore: revontulet    18/07/2013    2 recensioni
“Minato. Smettila di temporeggiare. Non puoi accennare le cose e mollare poi i discorsi a metà.”
“Non ho lasciato alcun discorso a metà”
“Come no.. non mi stavi raccontando di una ragazza?”
“Ti dico chi è solo se tu mi dici chi è che ti considera solo un’amica.”
“Divertente”
“Non sto scherzando.”
“Nemmeno io.”
Sorrisero.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kushina Uzumaki, Minato Namikaze | Coppie: Minato/Kushina
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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occhi color del mare

 
Come ogni anno era finalmente arrivata l’estate. Fine dei corsi, fine degli esami, fine dei rimproveri da parte degli insegnati per le continue distrazioni in aula, fine dei compiti a casa, fine della visione quotidiana di quelle persone insopportabili che non fanno altro che rendere le giornate più pesanti di quanto in realtà non siano. Già, era questo che significava l’arrivo dell’estate per Kushina Uzumaki.
Quest’anno era tuttavia particolare: gli insegnanti avevano organizzato una piccola gita in modo da permettere ai ragazzi di trascorrere un paio di giorni al mare. Si sarebbe partiti presto la mattina del 18 giugno per ritornare poi il 19 mattina, trascorrendo la notte in un piccolo campeggio tranquillo delimitato  da siepi composte da alberi di ciliegio. La scuola per lei non era ancora finita, a questo punto.
 
La cosa che la tormentava di lì a qualche giorno era quella chioma bionda che quando vedeva avvicinarsi le faceva battere più velocemente il cuore. E lei non riusciva a spiegarsi il perché. Con Minato non ci parlava spesso, almeno non quando erano in gruppo. Preferiva parlare con lui quando erano soli, cosa che capitava spesso quando aspettavano gli altri loro amici. Loro erano stranamente (soprattutto per Kushina, eterna ritardataria) sempre in anticipo. Sorridevano, ridevano e si picchiavano dolcemente per finta, lui tirando pugnetti leggeri sul braccio di lei, lei tirandogli delle spintarelle che però non risultavano molto forti agli occhi di entrambi. All’arrivo degli altri erano spesso imbarazzati, anche se non vi era un vero motivo. Agli occhi degli altri era però chiaro che Kushina non si comportava con gli altri come faceva con Minato, e lo stesso valeva per lui.
 
“Kushina! Dimmi, secondo te è meglio che mi porti il costume rosa o quello bianco?” disse Mikoto, la più cara amica di Kushina. Mikoto era eccitatissima per quella giornata, era stata pochissime volte al mare mentre per Kushina non era nulla di nuovo, visto che aveva vissuto per anni in una cittadina accanto al mare. Si era trasferita poi a Konoha e per lei era stata una vera sofferenza dover abbandonare l’acqua.
 
Con le giornate passate a guardare film fra amiche, ad andare al parco con il loro gruppo di amici rimanendovi fino al tramonto, a osservare lo splendido e solare sorriso di Minato che nasceva ad una battuta divertente di qualcuno del gruppo che si trasformava poi in uno sguardo dolce rivolto a Kushina, che arrossiva un poco, abbassando appena lo sguardo quando lui notava che lei lo stava osservando, arrivò finalmente il giorno della partenza.
 
Quando scese dal pullman erano le nove del mattino e Kushina vide di fronte a sé la distesa azzurra che tanto le era mancata in questi anni. Le sembrava di non averla mai abbandonata, di averla vista ogni giorno anche se questo non era realmente avvenuto.
“Ragazzi, siamo arrivati! Allora, ora siete liberi di fare quello che volete, solo non allontanatevi troppo, evitate di andare in giro da soli, state almeno in coppia e vi voglio vedere per le dieci al campeggio, che è quello lì sulla spiaggia, chiaro? Avete tutti il mio numero in caso aveste bisogno di qualcosa o vi perdeste..? Bene, allora a dopo!”  Erano finalmente liberi e tutti si diressero insieme sulla spiaggia e solamente attraverso gli sguardi carichi di sfida si capirono e corsero verso l’acqua, per vedere chi sarebbe stato il più veloce e il primo a tuffarsi. Minato godeva di una velocità invidiabile, questo già si sapeva, ma nessuno poteva battere Kushina nel nuoto. Era il suo elemento. Suo e di nessun altro. In mezzo a tutto quell’azzurro lei si sentiva a casa, protetta e al sicuro.
 
Passarono la giornata a giocare a racchettoni, a costruire castelli di sabbia che continuavano ad essere calpestati e distrutti da bagnanti distratti che camminavano con la testa fra le nuvole, a giocare a pallone in acqua e sulla sabbia, a cercare paguri sul fondale e a rincorrersi sulla spiaggia. Quasi si dimenticarono di pranzare e cenare da quanto si divertivano e in un baleno giunsero le dieci. Un po’ riluttanti ma distrutti i ragazzi entrarono nei loro bungalow e si rassegnarono al coprifuoco interdetto dall’insegnante e pian piano tutti si addormentarono.
 
A mezzanotte Kushina non riusciva ancora a prendere sonno, così decise di fare una passeggiata sulla spiaggia, senza allontanarsi troppo dal campeggio. Si alzò piano dal letto, che maledisse quando cigolò, ma non si preoccupò più di tanto dato che le sue amiche avevano un sonno piuttosto pesante. Nemmeno una cannonata le avrebbe svegliate in quel momento. In punta di piedi si avvicinò alla porta della piccola casetta, girò piano la maniglia e sbucò fuori con la testa, per vedere se aveva via libera. Uscì e si richiuse dolcemente la porta alle spalle, dirigendosi verso l’uscita del campeggio abbassandosi all’entrata per non farsi vedere dai guardiani notturni nel gabbiotto. Si ritrovò con i piedi sulla sabbia fredda, sensazione che non provava da troppo, troppo tempo, facendole stringere lo stomaco.
Avanzò a passi lenti e misurati sulla spiaggia profonda e morbida, illuminata solamente da uno spicchio di luna mentre ascoltava il rumore delle onde che si infrangevano leggere sulla riva. Si sedette. Quando chiuse gli occhi cominciarono a venirle in mente alcuni momenti della giornata appena passata. Ricordò la mano di Minato che le prendeva delicatamente la sua trascinandola in una corsa adeguata alla velocità della ragazza verso l’acqua, di come Mikoto invece li guardasse con la coda dell’occhio mandandole dei sorrisetti diveriti.
No. Forse si stava facendo delle illusioni. E poi da quando in qua si ritrovava a sorridere ripensando a Minato? Erano solo amici e si divertivano assieme, si ripeteva.
“Sicuramente mi considera solo un’amica” disse piano con un tono che risultò più dispiaciuto che convincente a se stessa mentre riapriva gli occhi.
“Chi ti considera solo un’amica?” disse una voce calda alle sue spalle.
“Ah! Oddio! Mi hai fatto venire un infarto! Sei forse impazzito? Non puoi arrivare così all’improvviso senza fare alcun rumore e interrompere il silenzio!” disse Kushina, arrossendo un poco e benedicendo il fatto che fosse notte e che il ragazzo di fronte a lei non vi avrebbe fatto caso.
“Scusa.. posso?” disse il ragazzo indicando la sabbia vicino a lei.
“Certo, mica è di mia proprietà” e con ciò lui si sedette. Kushina poteva sentire il calore emanato dal suo corpo. “Dimmi Minato, che ci fai qui?” “Ti avevo vista uscire dalla finestra del nostro bungalow. Non è bello girare di notte da sola, sai? Tu comunque? Non riuscivi a dormire?”Alla risposta negativa di lei, calò un silenzio carico di imbarazzo.
“Allora Kushina? Chi, con tuo sommo dispiacere, ti considera solo un’amica?” ricominciò divertito lui. Tu, avrebbe voluto rispondergli.“Ahaha nessuno, nessuno” disse imbarazzata, gesticolando e distogliendo lo sguardo dagli occhi azzurro cielo di lui. “Mh.. non siamo amici? Però se non vuoi dirmelo non insisterò.”
“Certo che siamo amici” e l’ultima parola alle orecchie di Minato risultò più amara delle altre.
Calò un secondo silenzio, al che Minato decise di sdraiarsi sulla sabbia e circondandole le spalle portò a terra con sé anche Kushina. Un brivido le percorse la schiena.
“Se non vuoi farlo tu, mi confiderò io con te. Vedi quella stella –disse indicando una stella un poco più lontana e luminosa delle altre-? Ecco quella stella mi ricorda molto una persona. La conosco da diversi anni ormai, ma non ho mai avuto il coraggio di dirle ciò che realmente provo per lei”.
“E perché lo dici proprio a me, sentiamo?” disse lei leggermente scocciata.
“Perché vedi, lei considera l’acqua e il mare la sua casa, esattamente come te. Me ne sono accordo da come ti muovevi e da come nuotavi oggi” affermò Minato sorridendo e voltandosi a guardarla. Kushina era arrossita. “Non parlare di me. Continua con il tuo ‘amore segreto’, su! Ormai sono curiosa!”
Più che un’affermazione sembrava più un ordine e Minato a quelle parole rise: aveva una risata cristallina che apparteneva solo a lui e Kushina ascoltandola non poteva non sorridere a sua volta.
“E ora perché ridi scusa?” disse ridacchiando.
“Vedi Kushina, non è possibile non parlare di te parlando di questa persona.”
“E perché? Sì che puoi! È semplice!”affermò un po’ abbronciata puntellandosi sui gomiti.
“No. È inevitabile parlare di una e l’altra”
Kushina rimase incantata dalla lentezza e dalla gestualità del giovane, che piano si alzò in piedi e aiutò la ragazza a fare lo stesso. Le prese le mani e le fece fare un mezzo giro per poi prenderle la vita e stringerla a sé. Kushina anche se spiazzata lo abbracciò a sua volta, titubante.
“Minato. Smettila di temporeggiare. Non puoi accennare le cose e mollare poi i discorsi a metà.”
“Non ho lasciato alcun discorso a metà”
“Come no.. non mi stavi raccontando di una ragazza?”
“Ti dico chi è solo se tu mi dici chi è che ti considera solo un’amica.”
“Divertente”
“Non sto scherzando.”
“Nemmeno io.”
Sorrisero.
 
Passarono diversi minuti a fissarsi, nessuno dei due voleva cedere per primo. Si trovavano così buffi che cominciarono a ridere e decisero di tornare al campeggio. Va bene che tutti erano a dormire, ma non si sa mai, qualcuno avrebbe potuto svegliarsi e non trovando il/la compagno/a di stanza avrebbe potuto creare un vero casino. Slacciarono il loro abbraccio e tenendosi d’occhio reciprocamente cominciarono ad avviarsi in silenzio, un silenzio rotto solo dalle onde.
“Sono arrivata ..Grazie della compagnia.” Aggiunse Kushina grattandosi con la punta dell’indice una guancia, notando che Minato la guardava fissa. Il ragazzo era un gradino sotto di lei, ma era lo stesso leggermente più alto.
“Parlavo di te, comunque” disse, avvicinandosi e sussurrandole all’orecchio. Si allontanò di poco e vedendo che Kushina non accennava a spostarsi, la baciò. Un bacio che Kushina non si aspettava, non se lo aspettava soprattutto da lui. Non se lo aspettava, ma lo ricambiò. Era un bacio impacciato e un poco goffo. Era il loro primo bacio. Lui le cinse la vita, lei gli appoggiò le mani sulle spalle.
“Anche io” gli sussurrò a fior di labbra con un sorrisino imbarazzato.
“Sai, casa tua può esserla non solo il mare.”
"I tuoi occhi hanno il colore del mare. Tu sei il mio mare.”
 
Quando rientrarono ognuno nel proprio bungalow nessuno dei due riuscì a prendere sonno fino alle prime ore dell’alba.



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È la prima fan fiction che pubblico °^°
Ero un po' riluttante all'inzio ma poi ho deciso di buttarmi xD
Adoro i personaggi di Minato e Kushina e credo che insieme siano perfetti, una coppia dolcissima *.*
Non so quanto sia riuscita ad avvicinarmi ai loro caratteri originali, ma non importa :) il tempo per migliorare non manca!

 

  
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