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Autore: CrisEmme    18/07/2013    3 recensioni
Nei giorni di pioggia, quando ci saranno i tuoni... Loro alzeranno gli occhi al cielo e capiranno che sei tu che stai suonando la tua batteria facendogli capire che non li hai mai abbandonati e li stai proteggendo da qua su.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cory Monteith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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13 Luglio 2013

 

Sono sveglio, mi sento più leggero del solito ma non capisco il perchè.

Mi sono alzato dal letto di questo strano Hotel, un letto matrimoniale dalle coperte rosse.

Mi siedo su di esso guardandomi intorno sembra tutto strano, sul comodino ci sono le pillole che ho usato per addormentarmi.

La notte scorsa avevo un gran mal di testa e non riuscivo a chiudere occhio dal dolore così ne presi due nella speranza del loro effetto.

Sono uscito con dei miei amici, mi sono divertito tantissimo ma sono stato tutto il tempo a pensare a lei... A Lea.

Mi mancava da morire, e mi manca ancora di più ora.

Sarò stupido ma lei è l'amore della mia vita e non la lascerò mai come le ho giurato la scorsa settimana quando mi sono inginocchiato davanti a lei e le ho chiesto di andare a vivere insieme. Neanche il tempo di chiederglielo che già avevo scelto tutto.

Ripensandoci mi viene da ridere ed è sopratutto per questo che l'amo da morire. Perchè sa come farmi ridere ed è l'unica ragazza che è stata ed è capace di farmi sentire un uomo felice facendomi dimenticare anche per qualche istante dei miei problemi che non sto nemmeno a ricordare.

 

Sono le 7 circa, la prima cosa che mi viene in mente è mandarle un messaggio, così con uno scatto veloce mi sposto sul bordo del lettone e prendendo il cellulare provo a mandare messaggi ma non riesco, il telefono sembra cadermi di mano così senza un senso.

Quando lo raccolgo noto circa una decina di messaggi non letti ma mi sembra strano. Li ignoro e tento di scriverle un ''Goodmorning my future wife!!”ma la linea sembra inesistente.

Non mi preoccupo perché mi capita spesso, la linea da questa parti fa alquanto schifo il più delle volte e Lea capirà.

A Vancouver viene spesso, qui ci vive la mia famiglia e a loro fa piacere vederla.

 

Mi alzo finalmente da questo scomodissimo letto rosso per dirigermi verso la doccia.

Mi faccio schifo, se solo Lea mi vedesse... Già mi immagino la sua faccina con il broncio in piedi davanti a me che logicamente mi guarda alzando la testa, data la mia ''troppa'' altezza confrontata alla sua, con le braccia incrociate sul petto che mi sgrida dicendo:'' Cory corri a darti una sistemata che così non va assolutamente bene... E togliti quella barba! Ti amo.''

Così con un sorriso da ebete corro a lavarmi.

 

Sono stato lì dentro qualche minuto, mi sono messo addosso la mia maglietta preferita, quella blu con con dei semplici blue jeans.

 

*BOOOM! *

 

Un grande tonfo mi fa saltare e davanti a me la porta cade a terra.

Non so cosa fare, ho davanti una decina di agenti della polizia in divisa che perquisiscono la mia stanza senza degnarmi di uno sguardo.

 

-Ehi! Che state facendo...?? Ehi!!

 

Ma nessuno mi guarda. Io sono nel corridoio davanti ad alcuni di loro, ma sembra che non mi sentano il che mi da fastidio.

Dentro di me sento un senso di rabbia per il loro ignorarmi ma questo si confonde sempre di più a questo senso di paura e terrore che cresce in me. Sopratutto quando sento quelle due parole.

 

*-E' QUI! *

 

Tutti immediatamente corrono nella stanza da letto come se avessero trovato qualcosa di spaventoso e non so cos'altro dire per descrivere la loro reazione.

 

-E' qui? Come è qui. Certo che sono qui. Sono ore che cerco di dirvelo ma a voi non interessa! Ma aspettate... Non lì...”

 

Io non sono in quella stanza io sono qui vicino la porta del bagno, nel corridoio.

Mi sto preparando per andare a casa mia, nostra... Mia e di Lea. Mi sta aspettando, dobbiamo sistemarla per vivere insieme.

 

Mi avvicino a quella porta affacciandomi appena al suo interno vedendo gente accanto al letto, dove pochi minuti fa stavo sdraiato a dormire.

 

Improvvisamente non riesco a capire più niente. Vedo un uomo che scopre il lenzuolo e mi vedo.

Eccomi, non sono stupido. Mi vedo, sono lì sdraiato.

Alcuni di loro se ne vanno, altri si mettono in ginocchio con le mani sul volto e uno avvicinando le labbra ad un oggetto ripete... ''E' morto.”

 

No.. Non è possibile, non sono morto. Io mi sento così... Vivo.

Non posso essere io quello.”

 

Mi avvicino piano verso quel maledetto letto dalle coperte rosse, mi chino su quel corpo pallido posando sulla guancia la mia mano senza sentire alcuna sensazione.

L'unica che percepisco dopo il terrore ormai sparso in ogni singola cellula del mio corpo é la confusione, fin troppa.

 

Non capisco cosa sta succedendo e non so nemmeno a chi chiedere, mi sento così... Solo.

 

La prima persona che mi viene in mente è la mia ragazza, ma non so come contattarla.

Un agente mi ha preso il cellulare e sta leggendo i miei messaggi. Chissà se leggerà anche il mio ultimo...

 

Non sono nemmeno riuscito a dirle 'Ciao' salutandola con un bacio, non ricordo più che sapore hanno le sue labbra. DIO QUANTO MI MANCA.

 

Esco di lì mi manca il respiro anche se non dovrei averne più uno. Mi metto seduto su quel scalino accanto alla porta d'ingresso a guardare le persone che fanno su e giù da quella stanza.

Dopo qualche ora vedo quattro persone che mi portano su di un lettino coperto da quella maledetta coperta rossa.

Mi portano via... Ma dove? Corro verso di loro entrando nella loro macchina.

 

-Portatemi da lei!”

 

Gli urlo contro rimanendo seduto nel sedile posteriore e guardandomi attorno cerco di capire dove mi stanno portando.

 

La strada è lunga e io non ne posso più, arriviamo finalmente dopo qualche minuto. Tento di aprire la porta ma non riesco quindi provo a passarci attraverso.

 

-OH MIO DIO. Ci sono riuscito! Woooh!”

 

Uscito dalla macchina facendo un gesto di vittoria come uno scemo sento alle mie spalle dei singhiozzi di più gente ma soprattutto di una in particolare.

LEI.

 

-Amore!”

 

Le corro incontro ma sembra non notarmi. Devo ancora abituarmi a questa cosa fastidiosa.

Provo a stringerla ma non ci riesco, sta piangendo e non vuole vedermi.

Non vuole vedere come mi hanno trovato dice che le fa male, ma non sa quanto fa male a me vederla in questo stato.

 

-Ehi Lea... Basta... Smettila...”

 

Non mi senti! Non mi sente!

 

Mi viene da urlare, solo questo. Continuo a farlo senza smettere deve sentirmi, DEVE.

Poi d'un tratto vengo accecato da una luce e in questa vedo mia nonna...

 

-Ehi Cory basta urlare, fa male alla tua bellissima voce...”

 

-Nonna?? Ma tu non sei m...? Ah si è vero che scemo...Anche io...”

 

-Cory! Dai ora devi venire con me, starà bene.”

 

-No, non starà bene... Io non starò bene...”

 

-Credimi posso aiutarti ma devi seguirmi.”

 

Nonna tende la sua mano verso di me con quel suo sorrisone... Credo di averlo preso da lei quel sorriso che tutti ammirano.

 

-Okay...”

 

Prendo la sua mano e stringendola mi porta in un luogo strano che in qualche modo mi fa passare parte della paura che avevo dentro, ma non tutta. Così mi voltai verso di lei dicendole:

 

-Nonna ti prego non voglio abbandonarla... E' tutto per me e gli altri Mark Naya... Dianna... Hanno bisogno di me... Io ho bisogno di loro... Li ho traditi... Li sto abbandonando... Li sto ferendo... Glielo avevo promesso....”

 

Metto le mani sul viso scoppiando a piangere, poi nonna le prende e le scosta alzando il mio sguardo verso il suo.

 

-Ehi smettila di piangere... Ora ti faccio vedere io stupidino!”

 

Nonna riprese la mia mano facendomi vedere tutti i miei cari. Loro erano in lacrime e per questo non capivo il senso di quello che mi stava facendo. Perchè farmi vedere persone a me care piangere... Mi faceva sentire peggio.

 

-Nonna lo vedi... Devo tornare per loro...”

 

-Cory aspetta...”

 

-Cosa?!?!”

 

Nonna sorrise, poi mi portò in un altro luogo, dove c'erano scritti tutti messaggi. Erano di ragazzi che scrivevano cose stupende su di me, che mi raccontavano come un eroe. Quello che non mi ero mai sentito.

Ma in quel momento leggendo quelle cose erano riusciti a farmi sentire tale.

 

-Loro sono i miei fan...!”

 

Lei annuì continuandomi a sorridere mentre io felice mi porto le mani tra i capelli incredulo di quanto potessero amarmi anche senza sapere niente su di me.

Poi nonna prosegui dicendomi:

 

- Ehi Cory, ora hai capito il perchè di questo? Piangono perchè hanno perso una persona speciale, un amico... Un idolo e questo vuol dire che non li hai abbandonati, loro sanno che starai con loro per sempre. Come tu non lascerai loro, loro non lasceranno te... Rimarrai per sempre nel loro cuore. Per loro tu non sei qui con me... Per loro sei ancora lì tra la gente... A farli sorridere, a farli sentire bene. Sei un ricordo che rimarrà per sempre VIVO. Questo è il bello dei ricordi... Sono Eterni caro.”

 

Ascoltai quelle parole... Volevo piangere ma non ce la facevo. Lei mi aveva fatto sentire meglio ma mancava una persona e lei non me l'aveva ancora fatta vedere.

 

-Nonna posso chiederti una cosa ti prego?”

 

-Certo dimmi...”

 

-Fammi vedere Lea... Fammela salutare per l'ultima volta... Ma non voglio dirle Addio...”

 

-Okay ho capito cosa vuoi fare...”

 

-Grazie!”

 

Non ho fatto in tempo a ringraziare mia nonna che già mi trovavo da Lea.

Era seduta sulla sua poltroncina, raggomitolata su se stessa con i capelli che le coprivano il viso e un fazzolettino colmo di lacrime.

Mi avvicino a lei lentamente mettendomi in ginocchio come se le stessi chiedendo di sposarmi, posando una mano sulla sua guancia umida.

 

-Ehi amore... Smettila di piangere, io sono qui e ci sarò per sempre, non ti abbandonerò mai... Non sarò io tuo marito... Ma sarebbe stato fantastico esserlo, svegliarmi tutti i giorni al tuo fianco...”

 

Una lacrima rigò la mia guancia...

 

-Che stupido ora piango anche io visto? “Bambinone goffo” a tutti gli effetti..”

 

Risi tirando su con il naso mordendomi appena il labbro inferiore trattenendo altre lacrime.

 

-Io ho promesso di renderti felice e anche se non ci sono più come prima cercherò di farlo in questo modo... Ti aiuterò a trovare qualcun altro degno di te e in grado di essere un buon padre...

Ti amo e ti amerò per sempre...”

 

Mi alzo appena sfiorando le sue labbra facendo tornare in mente il loro sapore... Fragola la mia preferita...

 

-Ora devo salutarti... Non è un addio... Ma un semplice Ciao... Sono partito ma poi tornerò...”

 

Mi volto e vedo nonna, vado verso di lei e prima di andarmene le chiedo un solo ed ultimo favore.

 

-Nonna vorrei una batteria... E vorrei che sentissero anche loro quando la suono...”

 

Lei mi guarda facendomi l'occhiolino per poi prendermi sottobraccio.

 

-Tranquillo nipotino... So come farti sentire... Nei giorni di pioggia, quando ci saranno i tuoni... Loro alzeranno gli occhi al cielo e capiranno che sei tu che stai suonando la tua batteria facendogli capire che non li hai mai abbandonati e li stai proteggendo da qua su.”

 

-Grazie nonna. Ti voglio bene.”

 

 

 

 

 

GRAZIE CORY. 

   
 
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