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Autore: Byeol_VIP    18/07/2013    1 recensioni
«Allora vieni qui, mia Sailor. Fammi vedere cosa sa fare la tua bacchetta.»
[BangHim]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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{Ehy, boy! You are my Sailor!}- Alternativamente, come salvare una persona ed essere preso per il culo.

 
«Dovevi vederti Bbang! Sembravi un supereroe di seconda mano! » Himchan scoppiò a ridere come un invasato, continuando a battere il pugno sul materasso del suo letto.
«Cos’avevo che non andava, eh?» si lamentò Yongguk, imbronciandosi. Il ghigno di Himchan si fece ancora più largo, mentre scostava i libri di letteratura, che l’amico stava fingendo di usare, dedicando a Bbang tutta la sua attenzione.
«Oh no, niente, caro. La prossima volta, però, se metterai anche un mantello alla Superman, chiamami. Non sia mai mi perdessi tale meravigliosa visione.» proclamò, cercando di trattenere le risate.
«Si, certo. E magari anche una tutina aderente, con connubio di calzamaglia.»
«Oh, si. Sarebbe uno spettacolo che non mi perderei per nulla al mondo.»
Himchan lanciò un’occhiata a Yongguk e tentò di immaginarselo con una calzamaglia rosa. L’unico risultato fu un cuscino in faccia da parte del più grande che, come previsto, aveva intuito i suoi pensieri, e una risata così sguaiata da procurargli dei crampi allo stomaco.
«Yah! Kim Himchan!» Bbang lo richiamò, con vani sforzi.
Ormai il biondino, ancora persona nella fantasia di Sailor Bbang e il killer-aegyo come super potere, non lo ascoltava più e continuava a ridere, rotolandosi sul pavimento di parquet.
«La finisci?» abbaiò, di nuovo, Yongguk. Himchan non poté fare altro che continuare a spanciarsi, mentre batteva i piedi a terra.
«Ti prego…» riuscì a dire Channie dopo pochi minuti, ancora con gli occhi pieni di lacrime «Ti prego infilati una calzamaglia e mettiti a sculettare. Ti prego!» continuò, petulante, mentre gettava di gusto la testa all’indietro, ancora scosso da una risata incontrollata.
Bbang si ripropose di ignorarlo. Così, tanto per non incrementare le sue idee malsane. Perché Yongguk lo sapeva perfettamente che sarebbe bastato un attimo, un bbuing bbuing pronunciato da parte di Himchan, e si sarebbe ritrovato in mezzo alla strada, vestito da Sailor Moon, con tanto di scettro e musichetta alienante di sottofondo.
 «Se te lo fossi scordato, ho un labbro gonfio…io.» sbottò, infine, indicando con enfasi il suo labbro inferiore, ricoperto da un orribile livido violaceo. Himchan smise di rotolare sul pavimento e guardò il moro, trattenendo ugualmente un sorriso sotto i baffi.
«Se non avessi fatto il supereroe, a quest’ora, non saresti conciato così.» lo rimbeccò, sedendosi affianco a lui.
Finalmente aveva smesso di pulire il pavimento, in preda a violenti raptus di risate, e poteva dedicare tutta la sua attenzione a Yongguk.
«Umpft. Ma tu avresti un bel livido, adesso…se io non avessi fatto il supereroe.» brontolò Bbang con una faccia da cane bastonato.
A quelle parole la scena di quel pomeriggio si fece di nuovo strada nella testa di Himchan che dovette mordersi violentemente il labbro, per evitare di essere ucciso e poi gettato nell’Han River da quello che, un tempo, era stato il suo migliore amico.
«Ma dovevi vederti, Bbang! Ti giuro. Eri qualcosa di…assurdo.» mormorò il biondo, scuotendo la testa, incapace di trattenersi. 
«Yah! Io ti ho salvato e tu mi ringrazi così, eh? Ingrato.» si lamentò il bruno, scansando il libro di letteratura dal centro del letto, per poi sdraiarcisi sopra. Himchan sorrise lievemente e lo imitò, ripescando il libro di Grammatica da un antro oscuro del suo zaino.
«Vuoi un ringraziamento ufficiale?» chiese il più piccolo dopo qualche minuto, fingendosi interessato agli esercizi che avrebbe dovuto svolgere.
«Potrei pensarci, sai?»
Il biondo scoppiò a ridere, come se avesse fatto qualcos’altro di diverso durante tutto il pomeriggio. Stavolta, però, fu seguito a ruota da Yongguk.
«Ero davvero così imbarazzante?» domandò il bruno quando ebbe placato le risa. Adesso capiva come si era sentito Himchan.
Quest’ultimo si accigliò, arricciando le labbra in un tenero broncio. La matita, con cui aveva appena finito di scrivere delle frasi indecifrabili sul suo quaderno, roteò nell’aria.
«Mh si, abbastanza. Certo, se dovessi scegliere la frase più imbarazzante tra il ‘Non ti azzardare a toccarlo’  e il ‘Sono qui per lui. Veditela con me, ora’ non saprei davvero da dove iniziare.» mormorò, continuando ad infierire sull’orgoglio del povero Bbang.
Improvvisamente, una domanda lampeggiò nel cervello di Yongguk, che aveva volutamente deciso di ignorare le frecciatine del suo migliore amico.
«Senti Himchan…perché voleva picchiarti, poi? Queste cose un eroe le dovrebbe sapere.»
Il biondo fece un piccolo sorriso e scrollò le spalle: «Forse avrò detto qualcosa di sbagliato, al momento sbagliato. O forse, semplicemente, non sopporta il fatto che io sia più bello di lui.»
«Modesto.»
«No, fortunatamente no.»
Si guardarono per un attimo, entrambi sdraiati sul copriletto blu notte. Entrambi con un piccolo sorriso divertito.
Si conoscevano da un’eternità, ormai. Perché reprimere ancora quei sentimenti?
Preda di questi pensieri, improvvisamente, Himchan spinse le sue labbra su quelle di Yongguk. Dolcemente.
In modo del tutto inaspettato, Yongguk si trovò ad assaggiare il sapore di Himchan. E, in modo del tutto inaspettato…gli piacque.
«E questo…?» domandò intontito Bbang, una volta che Himchan si fu staccato.
«Mh, vediamo...ringraziamento per avermi salvato?»
«Capisco.» disse solo Yongguk, assumendo un espressione pensierosa. Himchan trattenne il fiato e chinò la testa sui libri.
«Himchan?»
«Si?»
Il biondo alzò gli occhi, ma quelli di Yongguk erano persi tra le pieghe del copriletto.
«Ricordi quella volta in quinta elementare? Quando Jongup ti aveva rubato il camioncino, tu stavi piangendo e io te l’ho riportato?»
Il più piccolo si accigliò, storcendo il labbro superiore. Non capiva dove volesse andare a parare, ma annuì ugualmente.
«Ecco. Credo che tu non mi abbia mai ringraziato.»
Himchan ci mise un secondo a realizzare le parole di Yongguk. E ci mise ancora meno tempo ad attaccare di nuovo le labbra del suo migliore amico, catturandole in un bacio più audace del precedente e meno spinto del successivo.
«E quella volta in prima media, Himchan? Non dimentichiamocela, eh.»
Il biondo rise e diede un altro bacio a Yongguk.
«Ah, e quando ti ho salvato dalla furia di JoonHong? Non mi hai mai ringraziato, sai…ma ti ho salvato da morte certa.»
«Ah si? Devo preoccuparmi, Bbang? Ogni volta che ci sei tu, mi succede qualcosa.»
«Ma no. E’ solo che io sono la tua Sailor Bbang, no? Ti seguo, per proteggerti.»
Il moro lo aveva detto con aria ironica e un sorriso da schiaffi stampato in faccia, ma Himchan non poté far altro che scoppiare a ridere. L’immagine di Yongguk, vestito con un improponibile divisa alla marinara e circondato da cuoricini rosa brillante, aveva un non so che di raccapricciante.
«Allora vieni qui, mia Sailor. Fammi vedere cosa sa fare la tua bacchetta.»
Yongguk scosse la testa, arpionando le gambe del biondo, per avvicinarlo a sé.
«Come sei volgare, Himchan.» sussurrò con voce roca, contraddicendo le sue stesse parole.
Il più piccolo si issò cavalcioni sul suo migliore amico e rise. Di nuovo.
«E’ colpa tua, Sailor Bbang
   
 
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