Storie originali > Noir
Segui la storia  |       
Autore: Kelsen    18/07/2013    1 recensioni
Michael Blackwolf è un vecchio capitano della polizia di Chicago, Stati Uniti negli anni a metà del 1800. Sposato con Rose, bellissima donna che è il centro della vita di Michael nonostante questa ruoti attorno alla criminalità del South Side di Chicago.
Joe Harris è il vice di Blackwolf, giovane e brillante investigatore che si alterna come protagonista nella narrazione della storia.
Omicidi, intrighi di amore, droga e mafia si fondono in un noir del 1860.
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
[Capitolo I – Windy City]

**Chicago,  22 Giugno 1860**

< Perché è un bravo ragazzo, perché è un bravo ragazzo, perché è un bravo ragazzo…. > Tacciono, sorrido e li osservo aspettando che finisca la tortura. < E nessuno lo può negar!> Applausi, altri sorrisi, qualche pacca sulla spalla e poi è il turno della torta. Rose, mia moglie, ci tiene a far ricordare al quartiere che il vecchio e stronzo Blackwolf è ancora vivo e vegeto.
La amo, come si può amare una sorgente d’acqua nel mezzo del deserto Texano, come il soffio leggero del vento nelle calde giornate d’agosto. Non qui a Chicago. Qui non esiste l’estate.
La città del vento è come costantemente ombreggiata da un velo fitto e imprescrutabile di nebbia che permette a malapena di vedere a pochi passi di distanza, soprattutto in inverno. Sembra quasi che quella nebbia respiri di vita propria, ti abbracci e ti protegga come una sorella quando la sera torni a casa dopo una sbronza e ti avvolge e risucchia nel suo oblio come una spietata assassina quando ritiene giunta la tua ora.
Amo Rose. La amo e la bacio con dolcezza mentre gli invitati iniziano a lasciare la nostra casa a due piani, spartana quanto curata negli arredi, di certo non grazie a me, e la stringo con forza per sentirne il calore.
Gli invitati spariscono e Rose torna in cucina per sistemare la casa dopo la festa, io devo lavorare. Finalmente sono libero.
< Ciao tesoro… buonanotte.> Parole dolci ma non ragionate, quasi meccaniche fermandomi sul ciglio della porta. < Ciao tesoro, torna presto.> Lei mi risponde. E” un nostro rito ripetere sempre questa formula prima di separarci.

** Notte fonda, South Side di Chicago – Michael Blackwolf**
Cammino per le strade sporche e disastrate del South, Dio s’è dimenticato di quel buco di merda e il Governatore dell’Illinois pare altrettanto.  Ormai i tempi degli Inglesi sono lontani, solo mio padre ne continua a blaterare quando racconta della volta in cui ha conosciuto il Generale Washington.
Ormai siamo abituati ad essere una Nazione ma pare che non sia cambiato molto. La carta costituzionale può essere usata come contenitore per la pizza qui nel South Side, avrebbe la stessa utilità.
< Ciao Joe…chi è il ciccione che vedo sbucare dal vicolo?> Joe Harris è il mio vice, lavora con me nella omicidi di Chicago sin da quando ne sono diventato il responsabile qui nel South Side. E” un giovane di venticinque anni, moro, occhi verdi brillanti e dalla mente altrettanto fine. < Ehi Blackwolf. Auguri.> Gli lancio una occhiataccia e non serve che aggiunga altro. < Il ciccione del vicolo è Jason Thorne, ebreo della South Loomer che rivende gioielli. Gli porti i tuoi brillocchi, lui te li paga e poi li rivende al doppio.> Mi riassume mentre ci avviciniamo alla scena. < Non sembra una rapina…colpo in testa, pulito… Secondo te quello è tutto sangue e cervella o c’è anche del cazzo di grasso li in mezzo? > Non rispondo ai suoi sproloqui, sa che non lo faccio mai, e prima che si accorga che sta parlando da solo con il cadavere io sono già sparito nel vicolo.
**Chicago Police Department, Ufficio – Michael Blackwolf**
Entro nel bagno e lo sguardo mi cade sullo specchio. Di rado mi capita di ritrovarmi da solo con la mia immagine. Io e lei non siamo mai andati molto d'accordo. A differenza di mio padre, biondo con gli occhi azzurri e di stirpe europea, io ho preso tutto da mia madre. Di New York City.
Una ampia cicatrice diagonale mi dipinge il volto in una espressione costantemente burbera, gli occhi verdi scuri mi guardano con insistenza mentre la mia mano sinistra indaga il mento saggiando una barba fatta da appena un giorno che inizia a diventare ispida. Alto, fisico allenato e dalla muscolatura agile, se non fosse per la faccia che urla una certa età, una vita d’esperienza probabilmente superiore rispetto la realtà dei fatti, potrebbe rassomigliare ad un quarantenne in forma. Ma “Michael Blackwolf” è il vecchio stronzo che maltratta le reclute e gira con due pistole, questa è l’immagine che il mondo ha di me e quell’uomo nello specchio può dire e credere di essere un po’ chi gli pare.
< Caldo del cazzo…> Bestemmio mentre mi lavo la faccia e infine mi passo la mano bagnata fra i capelli castano chiari tornando nell’ufficio.
< Il tizio del negozio di fianco alla West Loomer, due isolati di distanza dalla gioielleria del ciccione, è in sala interrogatori.> Joe sbuca fuori dal nulla irrompendo nel mio ufficio e gli faccio solo un cenno. < Vai tu.. scopri se i tanti soldi che abbiamo visto gli faceva perdere il ciccione di concorrenza spietata erano un motivo sufficiente per farlo fuori.>

** Joe – Sala Interrogatori – CPD**
< Frankie frankie frankie…> Scuoto il capo con una espressione che vuole forzatamente apparire seria mentre mi avvicino alla scrivania dietro la quale è già seduto Frank Newman, anche lui gioielliere in una via parallela al negozio della nostra vittima. Suo concorrente ed eterno rivale in affari, primo sospettato nonché visto nella zona dove è stato ucciso il ciccione poche ore prima della sua morte.
< 3500 dollari. Ecco quanto hai perso solo negli ultimi tre mesi grazie al buon, vecchio e grasso, signor Jason Thorne.  Una bella sommetta se si tiene presente che tu sei noto per essere uno fra i migliori artigiani della città. Hai anche un diploma in gemmoqualcosologia, ahn? > Sorrido beffardo mentre lo vedo montare la rabbia. < Poi arriva Thorne…con la sua panza gonfia, i suoi prezzi imbattibili… E ti ritrovi inculato.>
< Non l’ho ucciso sbirro… era un cane di merda Jason…ma non c’entro un cazzo.> Mi risponde con una innaturale calma per essere Frank Newman e per essere accusato di omicidio. Soprattutto per l’omicidio di Jason Thorne.
< Sai come l’hanno ucciso? > Mi viene naturale…a domanda retorica corrisponde sopracciglio arcuato all’inverosimile. < Una pistolettata in mezzo agli occhi.> Sorrido. < Il calibro del proiettile sono sicuro coinciderebbe con la tua pistola ma te ne sarai già liberato…sei furbo, no? > Non faccio pause, non deve rispondermi, deve cagarsi sotto al momento giusto. < Ma ti sei dimenticato qualcosa…  Il ciccione aveva una puzza strana.> Gli poggio la mano sulla spalla e lo sento saltare sulla sedia mentre inizio a sussurrargli in un orecchio. < Zolfo. Sai per cosa si usa anche lo zolfo? > Non riesco a trattenere nemmeno un sorriso a trentadue denti quando sto per affondare il colpo finale. < Per la polvere da sparo. In questo momento i nostri uomini stanno probabilmente mangiando un po’ del tuo buon “pesce” e staranno bevendo il tuo vino…una volta finito di aver abusato del mandato che il Giudice dell’U.S District Court gli ha concesso, troveranno la tua polvere da sparo e scommetto che troveranno la stessa identica puzza…zolfo.> Alzo le spalle. < Troppo zolfo… o te la sei preparata da solo o dovresti denunciare chi te l’ha preparata…ti sta spedendo dritto in carcere caro Frankie.>
Attimi di gelo, il silenzio cade nella sala e il mio sorriso spavaldo cede all’aria cupa e dura che di solito spetta a Michael.

< Se lo meritava quel vecchio coglione…> Ringhia tirando un cazzotto sul tavolo incrinandone il legno. < Sapevo che non lavorava pulito…credeva forse che poteva arrivare con la sua faccia da cazzo nel mio territorio e fottermi tutto il lavoro? > Sospira. < Sono felice che sia crepato…spero solo che i diavoli dell’inferno non si limitino a punzecchiarlo con la forca…tanto si sa che gli piacevano i cetrioli.> Sguardo eloquente di chi odia con tutto se stesso. Si può odiare qualcuno, qualcosa…lui odiava non essere unico. Non essere più il gioiello del South ma essere invece relegato a “Quello tirchio del West Side”. Già perché oltre a vendere a meno, soprattutto, Thorne comprava anche a prezzo migliore.

**Casa Blackwolf, North Side – Michael Blackwolf**
Il pivello aveva fatto un buon lavoro. Nonostante la faccia da cazzo e acerba come una fragola di inizio ottobre aveva imparato con incredibile velocità a stare in una sala interrogatori.
Frankie ha confessato, il caso è stato chiuso oggi, dopo una settimana dall’omicidio, e mi posso prendere la settimana di ferie che mi spetta da quindici anni. Voglio andarmene con Rose in montagna, in Colorado, a pisciare nei fiumi e dare da mangiare alle capre. Voglio andarmene in Colorado per avere un po’ di intimità con mia moglie, averla tutta per me e soprattutto concedermi tutto per lei, cosa che accade estremamente di rado visto il mio lavoro. So che lo detesta. Odia aspettarmi con il terrore che qualche coglione mi ficchi la testa in un tritacarni, odia vedermi correre via ogni volta che qualcuno decide di prendersi un proiettile in mezzo al petto o un coltello da 12 nel collo. Odia il mio lavoro almeno quanto mi ama e nasconde tutte le sue preoccupazioni per non farmelo pesare.
< Michael hanno bussato alla porta….vai tu che c’è di nuovo Blacky…il pipistrello di due sere fa..Stavolta gli sparo dritto in mezzo agli occhi.> Già. Mia moglie sa sparare. Anche se viviamo nel North Side è la prima cosa che le ho insegnato. Probabilmente l’unica.
< Joe…che ci fai qui? Se è un altro caso devi sentire Ramirez… Io sono in ferie.> Fisso Joe e vedo nei suoi occhi la stessa inquietudine e paura del primo giorno di lavoro quando mi venne affidato come recluta fresca d’accademia. < Non è un nuovo caso…ho ricevuto il rapporto dei ragazzi che hanno perquisito la casa di Newman.> No. Cazzo no. < Non c’è traccia della polvere da sparo con lo zolfo, utilizza della normale polvere da sparo. Inoltre non ci sono più nemmeno la moglie e la figlia, pare abbiano comprato una carrozza di lusso, dei cavalli da tiro da quasi 3000 dollari l’uno, e siano fuggiti chissà dove…Hanno portato via tutti i loro vestiti ed effetti personali.>
Non gli do a vedere lo stupore, continuo a fissarlo con la stessa aria scocciata di prima mentre lo stomaco mi si chiude. < Dove cazzo ha preso tutti questi soldi Frank? > Joe mi fissa e dopo qualche secondo aggiunge:
< Ma soprattutto… Se non è stato Frank che ha confessato sotto i nostri occhi nemmeno quattro ore fa… Chi cazzo ha ucciso il ciccione?>

[End Cap. I]
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Noir / Vai alla pagina dell'autore: Kelsen