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Autore: bsalvatore    18/07/2013    2 recensioni
Il mio nome è Victoria e la mia è stata una vita abbastanza normale, finora.
Certo è stata diversa da quella dei miei coetanei, infatti i miei genitori sono vampiri, ma mi hanno avuta prima di diventarlo.
Ci sono tanti misteri però, tante cose che loro non mi hanno voluto dire.
Io mi sono sempre sentita amata, certo, ma anche incompleta, come se mancasse qualcosa nella mia vita: la verità.
Io sono sicura che i miei genitori, Elena e Damon, lo hanno fatto per me, ma ora è venuto il momento che la verità venga fuori, perchè io so che quel pezzo che mi manca c'è, esiste.
Devo solo trovarlo, da qualche parte.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline, Forbes, Damon, Salvatore, Elena, Gilbert, Nuovo, personaggio | Coppie: Damon/Elena
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Victoria!”
Sento gridare il mio nome dal piano di sotto, accompagnato da un bel po’ di rumore che sembra tormentare questa casa da questa mattina.
 
È Madison che mi chiama, sicuramente per chiedermi di dare un’ultima occhiata alle decorazioni per la festa.
Già, perché oggi è il mio diciottesimo compleanno e per mia sfortuna mia madre e Madison si sono alleate contro di me con l’intento di organizzare “un’indimenticabile festa”, come dicono loro.
 
Non posso neanche contare sull’aiuto di mio padre, il quale è stato ricattato dalla moglie: in cambio del suo silenzio, mia madre li concederà una grande nottata all’insegna del sesso più sfrenato.
 
Tipico dei miei genitori.
L’idea è abbastanza nauseante, ma poi, pensandoci meglio, mi rendo conto che alla fine hanno la mia età e mio padre è davvero molto figo, così dicono le mie compagne di scuola.
 
Ovviamente loro non sanno la verità, pensano che loro siano dei miei lontani cugini, non i miei genitori.
Non possono di certo venire a sapere che i vampiri esistono e che loro sono tra quelli.
 
Io fortunatamente sono umana e, per adesso, sto bene così:
troppi intoppi nell’essere una creatura della notte, tra sete di sangue e necessità di mantenere il segreto.
 
A pensarci meglio i miei genitori non sono letteralmente creature della notte, loro possono stare alla luce del sole grazie all’anello, ma non ho mai capito chi glielo ha dato quell’anello.
 
Ed ecco che si apre la lunga lista delle domande senza risposta che mi faccio da fin troppo tempo.
Domande che, quando vengono poste, vengono sempre sviate su altri discorsi o che ricevono risposte a metà, tipico di mio padre ovviamente.
 
“Ehi.”
È lui, mio padre.
È appoggiato allo stipite della porta con quel suo sorrisetto che fa tanto impazzire le mie compagne.
 
Sorrido al pensiero.
Loro sono davvero convinte che lui le noterà prima o poi, ma non tengono in conto di una piccola minuscola cosa: lui è l’uomo più innamorato del pianeta.
 
Lui vive letteralmente per mia madre.
Lei che è la sua roccia, il suo mondo, il suo tutto.
Quindi no, lui non guarderebbe mai loro.
 
Però c’è una cosa che mi chiedo da sempre: che cos’è che ha reso così forte il loro amore?
Cos’è che ha reso quell’amore quasi un’ossessione?
Un bisogno costante l’uno dell’altra?
 
Altra domanda senza risposta, ma ormai non ci faccio neanche più caso.
“Lo sai che dovresti essere di sotto?” mi dice lui.
 
“Me lo stai dicendo a causa del ricatto?”
“Ricatto?” ripete pensieroso prima di avvicinarsi a me “bhè sì, probabilmente è un ricatto, ma tua madre è così sexy quando ricatta” finisce la frase sedendosi sul mio letto e io chiudo istintivamente il mio diario.
 
Lui è un grande papà, ma talvolta può essere davvero iperprotettivo e la cosa lo rende inevitabilmente un impiccione.
“Non ti preoccupare, non sbircerò i tuoi segreti, a meno che non lo abbia già fatto” dice nel suo solito modo da furbo.
 
“Non lo hai fatto” gli rispondo convinta.
Lo conosco bene, so che non lo farebbe mai, anche se come ho detto è un impiccione.
Sta per ribattere, ma non lo fa.
Con me non lo fa mai, solo perché sono sua figlia ovviamente.
 
“Credo che questo te lo debba dare adesso, è solo una parte del regalo. Lo ha scelto tua madre, anche se non avrei dovuto dirtelo.”
 
Mi porge una scatolina in raso blu, è molto bella e deve provenire da qualche costosa gioielleria.
La apro e vi trovo dentro un anello bellissimo.


 
“Oh papà …” sono senza parole, così li butto le braccia al collo e lui ricambia il mio abbraccio stringendomi forte: “Buon compleanno mostriciattolo.”
 
Mi chiama così fin da quando ero piccola e questo mi fa sorridere, ma mi fa anche scendere una lacrima a rigarmi il viso.
“Victoria” esclama mia madre entrando nella stanza e rimanendo anche un po’ commosso dal momento d’affetto tra me e papà.
 
La vedo sorridere, così come sta facendo lui.
Sono davvero due parti della stessa anima e io voglio loro un sacco di bene.
 
Ci stacchiamo dal nostro abbraccio e mio padre viene richiamato dalla sua mogliettina: “Damon devi aiutare Matt con le bibite. Devono essere scaricate dal camion e lui non ce la fa da solo.”
 
“Allora” chiedo alzandomi dal letto “si può sapere quanta gente avete invitato?”
“Lo stretto necessario” risponde mia madre strizzandomi l’occhio e portandosi via il suo uomo.
Aiutare Matt con le bibite? Certo e io dovrei anche cascarci.
 
Mentre i due piccioncini perversi escono, Clare entra nella mia stanza e rimane letteralmente a bocca aperta davanti all’anello.
“Oh mio dio! È bellissimo!” esclama.
 
“Già” le rispondo un po’ sovrappensiero.
“Non lo metti?” mi chiede la mia amica sedendosi sul letto.
Le sorrido e infilo il piccolo, ma alquanto prezioso regalo all’anulare destro.
Clare è la mia più grande amica, forse anche l’unica.
Lei conosce il segreto dei miei genitori essendo la figlia di Matt e Madison, loro cari amici.
 
“Allora, qual è il problema?” mi chiede intuendo che c’è qualcosa che non va in me.
Infatti è da qualche giorno che mi sento strana, probabilmente è a causa della visita al cimitero di settimana scorsa.
 
Mi decido a raccontare tutto a Clare, prima di farlo però, mi alzo e chiudo la porta.
“Settimana scorsa mio padre è uscito con un mazzo di fiori. Ho deciso di seguirlo perché ero convinta stesse aiutando per l’organizzazione della festa e volevo saperne qualcosa di più.”
 
“Ma?” mi invita a continuare Clare dopo una mia breve pausa.
“Ma in realtà è andato al cimitero.”
“Che cosa ci faceva Damon al cimitero?”
 
“Era in visita. In visita a un certo Stefan Salvatore.”
Clare aggrotta, se è possibile, ancora di più le sopracciglia: “Chi diavolo è Stefan Salvatore?”
“Non è ho idea” risposi sincera.
 
Questa cosa mi aveva lasciata davvero turbata.
Non sapevo chi fosse, ma sicuramente doveva trattarsi di qualcuno di speciale per mio padre, qualcuno che era anche suo parente.
 
“D’accordo, mi rendo conto che questa cosa sia abbastanza inquietante, ma ci penseremo domani ok? Sono sicura che Elena ti darà una spiegazione.”
 
Scuoto la testa “Sì può darsi, ma questa è solo l’ultima delle tante domande che mi pongo da troppo tempo. Voglio dire, perché non mi vogliono mai dire come si sono conosciuti? Perché non mi parlano dei loro anni al liceo? O al collage? Perché non parlano mai del loro primo amore? Perché mio padre non mi vuole raccontare del 1864? Di chi ha trasformato lui e mamma?”
 
“Non lo so Victoria. Però forse c’è un motivo per cui non ti hanno detto tutte queste cose.”
Scuoto la testa: “è come se mancasse un pezzo di tutta la loro vita nei pochi racconti che mi fanno.”
 
La mia amica sembra pensarci un po’ su: “Adesso che ci penso anche mio padre mi parla raramente dei suoi anni al liceo. Mi ha detto che Elena è stata la sua prima ragazza e che poi ha incontrato mia madre dopo il collage, ma questo vuol dire che è stato single per tutto quel tempo?”
 
Sentiamo bussare: è Madison.
“Ragazze, dovete prepararvi, tra poco arriveranno gli invitati e io devo ancora trovare Elena e Damon.”
 
“Oh prova a cercarli in bagno. O in camera da letto” le consiglio io.
Clare ride e io con lei.
Poi ci andiamo a preparare, un po’ più spensierate di prima.
 
 
 
 
 
Guardo fuori dalla finestra della mia stanza.
C’è davvero molta gente e io non ho davvero voglia di stare in mezzo a quella folla.
 
C’è persino quell’idiota di Mark Red che io non sopporto e non so perché sia qui.
Però devo ammettere che è davvero carino nel suo completo nero con papillon.
 
“Allora, sei pronta?” mi chiede mia madre sullo stipite della porta.
È bellissima, senz’altro più bella di me.
Con questo non voglio dire di essere gelosa, essere sexy non mi interessa affatto e, anzi, mi piace vedere mia madre sempre perfetta.
Le voglio così bene …
 
Annuisco e le chiedo tacitamente di allacciare la mia collana al collo.
Ce l’ho fin da quando ero piccola, non so chi me l’abbia regalata …
 
“Sei bellissima” mi sussurra guardandomi orgogliosa.
“Sai dovreste, tu e papà, di sparire in continuazione. Almeno evitate di inventare scuse assurde nelle quali non casca nessuno.”
 
Mia madre arrossisce un momento e poi sorride con me: “Un giorno ti innamorerai anche tu di un uomo e allora capirai.”
Oh non credo che di amori come il loro ce ne siano tanti in giro.
 
 
 
 
 
È da un po’ che la festa è iniziata e già molte mie compagne hanno cominciato a perseguitare mio padre.
Poverine, non sanno quanto può diventare vendicativa mia madre.
 
“Le hai viste?” mi chiede Clare indicando con il bicchiere che ha in mano le nostre compagne di trigonometria “quanto sono oche da uno a dieci?”
 
Rido.
Clare mi fa sempre ridere, probabilmente deve essere quel suo modo di fare e di parlare.
 
Probabilmente agli altri può sembrare snervante perché appare superbo, ma io so che non è così.
Diciamo che Clare è solo molto teatrale.
 
“Comunque ti ho organizzato un mezzo appuntamento con Red.”
“Che cosa hai fatto?”
Ok, sarà anche la mia migliore amica, ma a volte la ammazzerei.
 
“Ehi, ho visto come lo guardavi e ora lui ti sta aspettando in biblioteca.”
È da tutto l’anno che lui mi fa la corte e io l’ho sempre respinto, questa è la buona occasione per liquidarlo definitivamente.
 
Con fare deciso appoggio il bicchiere che ho in mano e mi dirigo verso la biblioteca.
Non appena entro due labbra mi si fiondano sulla bocca cercando la mia lingua.
 
Deve essere ubriaco o letteralmente impazzito, il chè aggrava notevolmente il suo perenne stato d’idiota totale che lo porta a fare molte cavolate.
 
Lo sbatto contro lo scaffale per allontanarlo e lui non si oppone.
Deve aver capito che non mi interessa.
Sbattendo con quelle sue spalle muscolose però, qualcosa cade dai polverosi scaffali ed io liquido subito il ragazzo: “Senti non mi interessi, quindi se ora puoi lasciarmi sola …”
 
Mark scuote le spalle e se ne va.
Era decisamente ubriaco, infatti non sembra riuscire ad articolare una frase.
 
Rimasta sola, raccolgo la piccola scatolina che era caduta a causa dell’impatto con la zucca vuota di Red.
È tutta impolverata e, dopo aver tolto un po’ di polvere, la apro.
 
 C’è una foto dentro, sembra il giorno del diploma e c'è mia madre con altre due ragazze.
Non le conosco e non le ho mai viste prima, eppure sembrano così amiche.


 

Giro la foto e trovo scritto: Caroline, Elena e Bonnie. Amiche per sempre.

Piego la foto e la metto in tasca, ci penserò dopo.
Infatti nella scatolina c'è anche una lettera contenuta in una busta.

Su di essa c’è scritto: Per Elena.
 
La apro con il cuore in gola.
Qualcosa mi dice che lì c’è scritto ciò che cambierà radicalmente la mia vita.
 
 
Cara Elena,
so che probabilmente non merito il tuo perdono per tutto quello che ti ho fatto, ma durante questi mesi di gravidanza tu mi sei stata accanto ugualmente, dopo tutto.
 
Ancora una volta sei stata l’eroina per tutti noi.
Sei stata la mia forza in questa situazione che ero convinta di non poter affrontare.
 
È vero, all’inizio ti ho odiata.
Ti ho odiata perché tu avevi Stefan, ma io non sapevo che in realtà quello che credevo fosse amore nei suoi confronti non lo era.
 
Ti ho odiata perché la felicità che io avevo sempre voluto ce l’avevi tu, ma in realtà non sapevo che quella felicità l’avevo avuta anch’io.
Solo che l’avevo buttata via.
 
Ti ho odiata perché mi avevi resa umana, ma in realtà non sapevo che quella era la seconda opportunità che la vita mi stava dando dopo cinquecento anni d’inferno.
 
Tu mi hai permesso di comprendere tutte queste cose e per questo ti ringrazio.
Anche se so che non troverò mai il modo giusto per farlo come si deve.
 
E ti ringrazio anche di amare Damon in un modo che non avevo mai visto prima.
Non pensavo si potesse amare tanto qualcuno.
 
Non so davvero cosa dire, so solo che questa mia seconda vita, seppur breve, è stata meravigliosa.
Non potrò mai ringraziarti abbastanza per tutto quello che hai fatto per me, perciò ti chiedo ancora una cosa: prenditi cura di Victoria.
 
Amala come forse io non sarei mai stata in grado di amare, sarai sicuramente una madre migliore di quanto lo sarei stata io.
 
Grazie ancora, immensamente.
Katherine
 
 
Guardo la lettera, la fisso, come se qualcosa in me desiderasse solo che essa svanisca.
Ma del resto io lo avevo sempre saputo che c’era qualcosa di diverso in me.
 
Per esempio non avevo gli occhi di Damon e lo sapevo che non c’entrava la genetica in quello.
 
 
 
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutte!
Probabilmente vi avviso che potrei essere impazzita.
Non so come mi sia saltato in mente di scrivere anche questa storia, però mi sembrava carina la trama e l’ho buttata giù.
 
So che probabilmente sarete molto perplesse e mi rendo conto che anche voi avete gli stessi dubbi di Victoria, ma non vi preoccupate che essi saranno chiariti!
 
Comunque per i personaggi di Victoria e Clare mi sono rifatta a queste due attrici: Victoria Justice (ho preso anche il nome) e Ashley Benson.
 
Ho scelto la prima perché in molti dicono che assomiglia a Nina Dobrev e secondo me è un po’ vero.
Mentre la seconda perché è la figlia del bel Donovan, il quale è biondo con gli occhi azzurri, così io ho seguito le leggi della genetica.
 
Posso pregarvi per favore di scrivere cosa ne pensate?
Sinceramente a me sembra un esperimento un po’ azzardato, ma tentar non nuoce.
Fatemi sapere voi!
 

Victoria:





Clare:


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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