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Autore: Woolrich    18/07/2013    0 recensioni
Daphne Black e Tom Riddle, uniti da una sola cosa: la voglia di potere. Diventeranno molto uniti, si aiuteranno a vicenda per arrivare alla conquista del potere. Ma qualcosa va storto, Tom tradisce Daphne, la inganna. Daphne... si ritroverà in una era futura, con Harry, Ron, Hermione, Malfoy...
Daphne Black, l'ottavo horcrux di Voldemort. Leggete per scoprire.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tom O. Riddle
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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(E' la prima storia che scrivo, spero piaccia ugualmente. Sono felice di vedere le vostre recensioni e sapere come migliorare, un bacione, buona lettura.)

 

1938.- Casa Black.

 



 -Tesoro, metti il gillette in lana, quello grigio; fuori fa freddo!-.
-Ma sai che preparo gli abiti per il primo giorno di scuola da quando ho 9 anni! Non metterò quel topo morto!- rispose schietta Daphne.
-Cosa? E tu vorresti andare in giro a esibire quello straccio sconcio!? Non osare!-Osservò schifata, la camicia in seta lucida con pizzi e merletti, grigi d'usato, che arrivava fino a metà coscia della bambina. La camicia, era più che altro una camicia da notte, tutta rovinata ed allargata.
-Oso e come-
-Daphne, non ho bisogno di ripeterlo.-sibilò Samantha Black, la madre di Daphne Black.
Daphne rimase con lo sguardo soffermato, sul piccolo armadio a due ante in legno di noce, con evidenti intagli che decoravano entrambe le ante del mobile.
"Ma certo Daphne, fai come ti dice... perché non ci hai pensato prima! Che sciocca." Pensava nella mente, Daphne.
-Ma certo madre, hai ragione, pienamente ragione- disse girando la testa con calma, fino ad arrivare a fissare gli occhi della madre, pupilla nella pupilla.
-Bene. Ti aspetto in auto. I bagagli sono già nel bagagliaio, manchi solo tu-rispose la madre, tutta tirata, senza nemmeno una minima emozione che sfiorasse il suo viso. Daphne si cambiò la camicia e mise il "topo morto", come lei definiva.
-Che schifezza..- bisbigliò guardandosi nello specchio, appeso all'anta destra interna del mobile.
 
-Daphne! Dobbiamo partire immediatamente, sbrigati!- urlò la madre dal piano terra. La camera di Daphne si trovava al secondo piano, sopra la cucina, e sopra ancora la camera degli ospiti. Daphne evitò di rispondere, si avviò alla finestra per prendere la bacchetta poggiata sul divanetto.. quando all'improvviso lo sguardo si spostò sulla villa di fronte. Casa Riddle. Daphne era rimasta sempre affascinata da quella villa, l'unica volta che riuscì a vederla da più vicino, era quando un gufo sbagliò casa e invece di portare la posta dai Riddle, la portò a casa sua, così dovette portarla al custode della villa. Non si vedeva mai nessuna presenza di anima viva in quella casa, ma quel giorno Daphne vide uscire di casa i signori Riddle, una famiglia alquanto tetra e antipatica. Daphne si svegliò dai pensieri e scattò subito giù dalle scale.

Vicino il portone l'aspettava la madre, era arrabbiatissima, fuoriuscivano dalle sue orecchie dei fumi neri e i suoi occhi parevano esser diventati rosso sangue. Fortunatamente però, si limitò a guardarla male e a sbattere il portone e la portiera dell'auto, ah e anche a non fiatare per tutto il tragitto fino a scuola, ma quello per Daphne era un bene.
-Oh dimmi Daphne, pronta per il primo giorno di scuola?- chiese gentilmente Marv, l'autista.
-Mh, sì, penso di sì.. insomma, sono agitata, ma felice! Aspettavo questo momento da tanto-
-Immagino! Ricordo ancora il mio primo giorno.. ma ormai sono passati parecchi anni, troppi!-arrossì, poi, guardando la bacchetta che Daphne stringeva in mano, chiese curioso -Ah la bacchetta, dimmi, di che leg...?- ma fu immediatamente interrotto dalla risposta spedita di Daphne.
-Tasso- rispose con aria fiera, sfiorando la bacchetta bianca come la neve, con la punta delle dita, come se stesse toccando un lingotto d'oro. Ricordava ancora la spiegazione che le fece Olivander riguardo la sua bacchetta: "Le bacchette di tasso sono tra le più rare. Il loro compagno ideale è una persona altrettanto fuori dal comune e, di quando in quando, famosa. La bacchetta di tasso è rinomata perché dà al suo padrone il potere di vita o di morte, il che naturalmente si potrebbe dire di tutte le bacchette. Tuttavia il tasso ha una reputazione particolarmente oscura e spaventosa nel campo dei duelli e delle maledizioni. In ogni caso, è inesatto dire (come fa spesso chi non se ne intende) che chi usa una bacchetta di tasso è più attratto di altri dalle Arti Oscure. La strega o il mago più adatti a una bacchetta di tasso possono ugualmente dimostrarsi strenui difensori del prossimo. Le bacchette ricavate da questi alberi plurisecolari sono appartenute sia a eroi che a criminali. Quando un mago viene sepolto con la sua bacchetta di tasso, di solito questa germoglia, dando origine a un albero che custodirà la tomba del suo defunto padrone. Secondo la mia esperienza, di certo le bacchette di tasso non scelgono mai un mago mediocre o timido."
-Bene, bene, un bel legno, signorina.-rispose stupefatto, Marv.
-Poi, il nucleo è di Drago, lunga 13 pollici 1/2, indeformabile-
-Be', mi aspetterò grandi cose da te, Daphne. Siamo arrivati, buona fortuna! E attenta alle caramelle tutti i gusti +1, brutte esperienze...-augurò e consiglio con un sorriso.
Samantha scese dall'auto e aspetto che Daphne scendesse, per travolgerla in un forte abbraccio.
-Ecco il biglietto,mi raccomando, binario 9  3/4-
Per non sembrare troppo fredda confidò con delicatezza -Se hai bisogno di qualsiasi cosa scrivi, aspetterò un tuo Gufo- e mentre Daphne si stava incamminando gli urlò da dietro, attirando l'attenzioni di tutti i babbani presenti -E non aver paura del muro! A presto-.
Daphne si girò un ultima volta verso la madre, facendole un mezzo sorriso, poi si immerse nel caos della stazione di King Cross che si trovava a Londra. Daphne sapeva come arrivare ad Hogwarts, lei aveva ascoltato molte esperienze di maghi che frequentavano la scuola, la sua unica paura era di non trovare amici. Arrivò davanti il binario 9 3/4, si guardò un pò in torno per trovare il momento adatto e.. pouf, sparita nel nulla.
Si ritrovò davanti al treno rosso fuoco di Hogwarts, che fiutava vapore, e ad una marea di mamme e papà che facevano mille raccomandazioni ai propri figli. Solo lei era sola, senza nemmeno un membro della sua famiglia accanto. Sua madre, era tornata a casa, suo padre lavorava all'estero e il resto dei suoi parenti, sicuramente non stavano là a fargli da supporto. Ma lei non fece caso di essere l'unica ragazzina sola e continuò ad andare dritta con mento in sù verso il deposito dei bagagli.

-Vuoi che ti aiuto col bagaglio, signorina?- chiese un ragazzo alto e snello, con un ciuffo di capelli d'orati, che gli cadevano sopra i suoi occhi verdi e profondi come un lago, indossava un completo molto elegante, che non si abbinava affatto con il "topo morto" di Daphne.
Daphne, era una ragazzina molto bella. Aveva capelli lunghissimi biondi e dei bei occhi azzurri come il cielo, che cambiavano colore a seconda del suo umore. Era molto alta e indossava sempre abiti antichi e curati, che si intonavano alla sua carnagione chiara, come quell'odioso pullover grigio, che lei pensava fosse di sua nonna Beatrix Black.
-Sì.. grazie, molto gentile-rispose
-Sei del primo anno, giusto?-chiese il ragazzo, posando la valigia di Daphne sul vagone.
-Sì-
-Io frequento il terzo anno. Sono di Serpeverde, spero che verrai smistata nella mia casa. - ammiccando -Adesso vado nel mio vagone, è stato un piacere aiutarti. Ah, a proposito, io mi chiamo Lestrange, Oliver Lestrange-
-Io sono Black, Daphne Black-
-Wow, il primo giorno di scuola e già mi ritrovo di fronte ad una Black in carne ed ossa. Non è da tutti i giorni- ammiccò Oliver, prendendo lo zaino. -Allora ci vediamo alla cerimonia di smistamento, Black- la salutò sorridendo, e dirigendosi verso l'ultimo vagone.
-Ciao, e grazie dell'aiuto!-
Daphne rimase un attimo a pensare perché Oliver l'aveva chiamata Black e non Daphne, lei odiava essere chiamata Black. Ma il suo dubbio fù scosso da un immagine che gli si presentò  di fronte. Alzò la testa e si ritrovò davanti, all'altezza dei suoi bellissimi occhi, che erano diventati grigi, una figura che la lasciò estasiata. Era un ragazzo, Daphne pensò che era del primo anno, perché pareva alquanto disorientato. Quel ragazzo aveva qualcosa di strano, un aurea che riusciva ad attirare lo sguardo di Daphne. Vide che era accompagnato da un professore, a quanto ne sapeva lei, il professore si chiamava: Albus Silente, insegnava trasfigurazioni; era un uomo sui 50 anni, con una lunga barba bianca che contrastava gli occhi azzurri e una carnagione rosea, come quella di un bambino.
-Tom, lascia a me i bagagli, tu va a sederti. Ti troverò più tardi per dirti due cose- ordinò al ragazzo.
Adesso Daphne sapeva come si chiamava, si chiamava Tom.
Tom aveva occhi neri, capelli corvino ed una carnagione pallida, con dei lineamenti marcati ed eleganti. Il ragazzo entrò in un vagone, e Daphne lo seguì cautamente. Entrati sul treno, percorsero il vagone fino in fondo, poi Tom, entrò in uno sportello. Daphne si fermò, sapeva di non poter entrare subito o avrebbe fatto una pessima figura, cosa avrebbe potuto pensare Tom.. magari che lo seguiva? Aspettò 5 minuti fuori dallo sportello, senza farsi vedere, poi si avvicinò ad esso e bussò cautamente. -Posso?- chiese Daphne a Tom, che era seduto sul sedile a sinistra della porta, vicino al finestrino. -Prego, siediti pure-rispose il ragazzo. -Io sono Daphne Black, piacere- tendendogli la mano.
-Io sono Tom Riddle-
-Riddle?-
-Sì, perché?-
-Io abito a Little Hangleton, davanti casa Riddle- rispose Daphne impietrita.
-Casa Riddle? Chi ci abita?-chiese colpito, Tom.
-Be' è difficile da dire.. non si vedono mai i proprietari, solo Frank, il custode. Per un momento ho pensato che era casa tua, ma a quanto pare ho dedotto male-
-Io sono nato in orfanotrofio, non ho ne una casa, ne una famiglia-sussurrò Tom, per farsi sentire il meno possibile, guardando fuori dal finestrino, il treno che ingranava le marce e partiva lentamente.
-Scusa, non volevo ferirti-si scusò umilmente Daphne.
-Non mi hai ferito, io sto bene senza quella mezzo sangue di mia madre-
Daphne sbarrò gli occhi e fisso Tom con uno sguardo incuriosito e scioccato. -Perché dici così, Tom?-
-Mi ha abbandonato, non ho mai conosciuto nessuno dei miei genitori...-
Daphne tirò fuori dalla maglia un ciondolo in oro, un po’ rovinato -Questo è un medaglione che mi regalò mio padre- lo aprì e mostrò una foto che conteneva all'interno. -Questa è la mia famiglia, è tutta la casata dei Black.-
-Quell’uomo chi è?-chiese Tom
-Mio padre, Arthur Black. Un grand'uomo... ora è in Islanda, lavora per il ministero della magia-
Tom abbassò le sopracciglia -Ministero della magia?-domandò.
-E' un istituzione che governa il mondo della magia. Lo scopo principale del Ministero è quello di tenere il mondo della magia nascosto ai Babbani.-
-Capisco-
-Imparerai e conoscerai molte cose qua ad Hogwarts. Vedrai che presto avrai tutto più chiaro.-lo rassicurò Daphne.
Tom annuì. In quel momento entrò il professor Silente.
-Ah, salve, signorina Black-disse il professore con sguardo penetrante e dubbioso.
-Salve professor Silente-rispose educatamente Daphne.
-Come mai in questo vagone, Daphne?- chiese Silente.
-Io... veramente, era tutto pieno, professore- inventò una patetica scusa.
-Ah davvero? In tal caso, devo avere delle allucinazioni, avrei giurato di aver visto uno sportello completamente vuoto, nel secondo vagone- disse sbrigativo, Silente.
-Mi sarà sfuggito- rispose Daphne, tenendo testa.
-Bene, ora però ti chiedo di uscire, solamente per pochi minuti, devo riferire a Tom alcune cose-.
Daphne, leggermente offesa, si alzò dal posto e andò ad aprire la porta scorrevole del vagone, -Le sarei grata se al termine della conversazione mi facesse un cenno per rientrare-.
-Non si preoccupi, signorina- rispose cortesemente Albus Silente.
Così Daphne uscì dallo sportello e si avviò verso la fine del treno, dove era salito Oliver. Il treno era lunghissimo, non finiva mai. Era arrivata al ventiquattresimo vagone, ne mancavano sei e sarebbe arrivata all'ultimo. Aprì l'ultima porta e.. finalmente era dentro all'ultimo vagone. Il trentesimo vagone era diverso dagli altri, non c'erano le cabine, era uno spazio tutto aperto, ma al centro dei sedili c'erano dei tavoli, dove molti ragazzi giocavano a spara scoppio.
-Ehi, guardate chi c'è: Black, unisciti a noi!- urlò Oliver dall'ultimo tavolo, infondo al vagone.
In quel momento Daphne si ricordò che doveva cambiarsi, non si sarebbe mai tenuta quel pullover. Ma decise che avrebbe rimandato la questione a più tardi e si sarebbe unita a Oliver e gli altri.
-Ciao..- disse Daphne a tutti gli amici di Oliver.
-Ragazzi, vi presento Black, Daphne Black- disse fiero delle sue parole.
All'improvviso tutti i ragazzi li difronte iniziarono a urlare e parlare uno sopra l'altro, per loro avere una matricola era splendido.
-Ciao Daphne!-, -Ehi come va?-, -Ciao!-, -Sei una Black!!?-, -Mio padre lavora per i Black! lo conosci?-, -Ciao Daphne Black, bei capelli, fai la tinta?-, -Oh ciao Black!-, - Benvenuta Black!!-.
 -SILENZIO!-.
Daphne si voltò di colpo verso il lato dove proveniva la voce, era Riddle.
-Tom.. hai finito di parlare col professore?-
-A quanto pare- rispose secco.
-Chi è Daphne? E' un tuo amico?- chiese Oliver fissando Tom con le sopracciglia torve.
Daphne non sapeva cosa dire, insomma, non poteva dire di essere sua amica, dopotutto non lo conosceva bene, -Veramente..- ma la sua risposta fu bloccata da...
-Sì, infatti dobbiamo andare, vero Daphne?-.
Daphne rimase pietrificata, Tom Riddle aveva appena detto di essere suo amico. Ma la cosa che la lasciava di stucco era: "come diamine è riuscito ad arrivare qua? Doveva parlare con il professore..." pensava perplessa.
-Daphne, andiamo!?- ripetè Tom.
-Ehm.. sì, certo, arrivo-rispose con la testa tra le nuvole. -Allora, a dopo, alla cerimonia.- disse rivolta a Oliver che stata fissando in malo modo Tom.
-Sì Daphne, a dopo... stai attenta-
-A cosa?- domandò incuriosita, Daphne a Oliver.
-In generale...- continuando a fissare Tom.
-Ah.. certo. Ciao ragazzi!-
Ci fu nuovamente un coro di saluti.
Tom afferrò Daphne per un braccio e la portò fuori, nel vagone finale c'era un balconcino, dove si poteva prendere un po’ d'aria.
-Amico, perché mi hai portata qui? E come mai dopo nemmeno 2 minuti ti ho ritrovato dietro le mie spalle? Hai parlato pochissimo col professore!?- fece mille domande Daphne.
-Amica- disse sorridendo, -ti devo chiedere una cosa-.
-Cosa?-
Tom si sistemò un pò il colletto, poi trovò il coraggio e sputò fuori: -Silente mi ha detto che sei pericolosa, che i Black, sono pericolosi-.
-E ti credi a quel vecchio bacucco?- chiese Daphne. Si sentiva assalita dalla paura, paura di perdere qualcosa.. forse, iniziava ad affezionarsi a Tom? Ma come era possibile, lo conosceva a malapena,  eppure, qualcosa di lui l'aveva fatta incantare.
-Io non ho detto di credergli. Io non penso che sei cattiva, poi, perché io dovrei essere buono?- rispose sereno.
-Tom, c'è qualcosa di te che mi affascina, non so cosa.. mi sembri come una scacchiera, hai mille sfaccettature. Ti andrebbe di tornare in cabina e parlare del nostro passato? Sento come se siamo legati da qualcosa...-.
-Va bene- rispose con sguardo intenso e profondo.


Tornati nella cabina, Daphne si cambiò il gillette grigio e si mise la divisa di Hogwarts.
Mentre Tom finiva di mettersi il mantello, Daphne chiese curiosa -In che casa pensi di essere smistato?-.
-Ci sono delle case?-
-Certo: Grifondoro- fece una faccia schifata, imitando il vomito -Tassorosso- alzò entrambe le sopracciglia e presentò un espressione di disprezzo, come se i Tassorosso erano il nulla. -Corvonero- sta volta non fece nessuna espressione, loro per il fatto che apprezzava la loro intelligenza -e.. Serpeverde- concluse.
-Mi piace l'ultima... parlami di quella casa- chiese Tom incuriosito.
-Bene, perché sai è la casa migliore, quella dove verrò smistata, tutti i Black erano Serpeverde- disse fiera.
-Allora, Serpeverde è stata fondata da Salazar Serpeverde, i nostri colori sono il verde e l'argento, e il simbolo è il serpente. La nostra fama è oscura, quindi, la migliore. I peggio sono i Tassorosso, dei mollaccioni. I Grifondoro sono dei falsi eroi, e i Corvonero, dei sapientoni. Insomma, solo noi siamo ben messi-concluse.
-Io dove verrò smistato?-
-Lo deciderà il cappello, per come ti ho potuto conoscere, io direi Serpeverde-
Tom sorrise -Mi piacerebbe stare nella tua stessa casa-.
-Anche a me- sorrise anche Daphne. -Tom, dimmi, tu...- faceva fatica a chiederglielo, ma ad un certo punto, prima che Daphne continuò la domanda, entrò un ragazzo nella cabina.
-Oh, ciao, scusate avete fatto caso se ci era qua un cucciolo di cane, tutto nero era- chiese con un gran vocione un ragazzo alto due metri, con una chioma folta di capelli lunghi e ricci, corvino. Aveva due occhi neri come la pece, che brillavano sotto i raggi del sole ed un nasone a patata che muoveva, come se volesse cercare il cane con l'olfatto.
-No, nessun cane- disse Tom.
-Sicuri?-richiese il ragazzo.
-Sicurissimi- intervenne Daphne un po’ scocciata. -se hai finito, la porta è quella- indicando con gli occhi l'uscita.
-Scusatemi tanto- concluse il ragazzo e se ne andò.
Daphne e Tom erano scioccati dalle dimensioni del ragazzo, pensavano fosse un orco.


Arrivarono fino a Hogwarts, per il tragitto parlarono della scuola e del quiddich. Daphne aveva rimosso completamente la domanda che voleva fare a Tom. Arrivati alla stazione scesero. Daphne e Tom si incamminarono verso un uomo che urlava con una lanterna in mano, di andare verso di lui: -Tutti qua quelli del primo anno, tutti qua! Primo anno! Venite qui!-. L'uomo con la lanterna si chiamava Gazza, era un uomo alto e secco, con capelli unti grigi e occhi storti che terrificavano al solo movimento.
-Adesso, seguitemi, ci siete tutti?- urlò Gazza.
-Siiiiiiiiiii- rispose con tono assordante la folla, che non riusciva a trattenersi dall'emozione.
Arrivarono alla riva di un lago, dove li aspettavano diverse barchette.
-Salite in 4, su ognuna- spigò Gazza, mentre preparava i gruppi. -Tu, chi sei?- chiese-.
-Mirtilla, signore- rispose la ragazza con due codine ai lati della testa, con voce stridula.
-Bene Mirtilla, tu vai con questo e questa- indicando Tom e Daphne, che guardavano Gazza con disprezzo.
-Ciao, io sono...- iniziò mirtilla, ma fu bloccata da Daphne, -MIRTILLA, Sì lo sappiamo! Questo ci basta-.
Mirtilla offesa si girò e salì sulla barchetta. Tom e Daphne si accomodarono ai lati opposti, lasciando il piacere di sedersi vicino a Mirtilla, ad un ragazzino occhialoni e lentiggini, di nome Patrick. Dopo che Gazza divise tutti in gruppi, partirono per dirigersi verso il castello. Dopo aver attraversato tutto il lago, iniziava a fare molto freddo e Daphne diventava sempre più bianca. Scesero dalle barchette, che legarono a dei tronchi di albero e si incamminarono dietro la guida di Gazza, il custode. La strada per arrivare fino al castello era molto ripida e ne Tom, ne Daphne, parlarono. Si ritrovarono di fronte ad un enorme portone, che si spalancò ed emano un forte cigolio terrificante. Annabeth, una ragazzina un po’ cicciottella, prima era caduta nell'acqua del lago, e adesso stava tremando come una foglia emettendo versi e balbettii. Il custode Gazza che li aveva lasciati incustoditi per pochi minuti, tornò e fece cenno di entrare nella sala grande. Appena misero piede dentro la sala, ci fu un esclamazione da parte di tutti: Wow........!
Tutti erano rimasti colpiti dalla grandezza della sala e dal tetto, che pareva essere un cielo stellato vero, ma in realtà era solamente un effetto magico. Gazza, portò i ragazzi fino in cima alla sala, vicino il tavolo dei professori e li lasciò lì, dando loro un ultimo sguardo schifato.
Un uomo molto anziano stava al centro della sala, aveva capelli e barba bianca, e indossava una tunica blu.-Benvenuti, quest'anno ad Hogwarts, ci sarà come ogni anno, lo smistamento in case. Prego la Professoressa McGrannit di venire qua, ha tenere il cappello.-disse gioioso il Preside Dippet, che guardava estasiato i nuovi arrivati. -Ora, la professoressa McGrannit vi chiamerà uno a uno, e voi vi accomoderete sullo sgabello-. La professoressa Mcgrannit aveva degli occhiali ovali, ed era molto magra e rugosa, portava uno chinone che le dava un aria ancora più seria e selettiva.
-Bene, iniziamo subito- disse senza fare nemmeno un sorriso. -David Goyne-. David andò a sedersi sullo sgabello, la professoressa gli mise il cappello in testa e... -Grifondoro!- esclamò il cappello. Tom e Daphne si guardarono estasiati, quasi increduli del fatto appena avvenuto. -Batilda Fletcer- -Grifondoro!-, -Hannah Boold- -Tassorosso-, -Sesilia Battru- -Serpeverde!-, -Dennis Bild- -Corvonero-. Poi arrivò il momento di Daphne.. -Daphne Black- -SERPEVERDE!- urlò immediatamente il cappello. Daphne eccitata corse a sedersi al tavolo di Serpeverde, aspettando con ansia il turno di Tom. Dopo una ventina di persone arrivò anche il turno di Tom. -Tom Riddle- -Serpeverde!- anche con Tom il cappello fu molto veloce. Tom corse da Daphne, che lo abbracciò. -Complimenti Tom, siamo Serpeverde!- disse sorridente Daphne. Tom gli sorrise -Già-. Le tavolate delle quattro case si riempirono di cibo e tutti gli studenti si iniziarono ad abbuffare di tortini, muffin, torte, lasagne, patatine, pizzette, succo di zucca...... a volontà….


Avviandosi verso le scale per il dormitorio, -Buonanotte Tom- sussurrò Daphne in sala comune.
-Buonanotte, Daphne- sorrise. Tom quella notte rimase davanti il camino, sul divano in pelle nera, a pensare.
  
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