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Autore: CassieAinsworth92    18/07/2013    6 recensioni
Melanie è una ragazza un po' stronza alle prese con i soliti problemi adolescenziali. Con le solite preoccupazioni per la scuola, gli amici, e i ragazzi. Per uno in particolare. Solo che ancora non lo sa.
Riuscirà ad accettare i suoi sentimenti? Riuscirà a farsi strada nel cuore del ragazzo?
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Zayn Malik
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ei! c: è la mia prima storia e spero vi piaccia y.y
Dal momento che, appunto, è la mia prima storia, mi farebbe piacere che lasciaste una, anche corta, recensione, per sapere cose ne pensate, e specialmente per sapere se devo continuarla c:
Grazie, ciau (?) c:



Per l'ennesima volta mi ritrovo a scarabocchiare su un foglio nell'aula punizioni. 
Per l'ennesimo casino che mette a repentaglio la mia promozione. 
Fisso l'orologio, e le lancette sembrano immobili, il tempo non passa e la noia aumenta. Mancano ancora 3 ore.
Sento crescere il bisogno di fumarmi una sigaretta, ma non posso rischiare di farmi beccare, non adesso.
Non appena l'insegnante si allontana, il gruppo di ragazzi che fino ad ora era rimasto in fondo all'aula si alza, uno
di loro si avvicina a me e dice :

<< Ti va di unirti a noi? >>

Io non mi prendo neppure la briga di guardarlo per capire se fa sul serio, la voglia di sigarette aumenta ogni secondo di più fino a diventare insostenibile, dunque mi alzo e li seguo. Non appena mi trovo all'esterno del cancello mi metto a cercare il pacchetto di malboro nello zaino, ne tiro fuori una, la metto tra le labbra e mi metto a cercare l'accendino, a quel punto un altro ragazzo si avvicina, mi fermo, e lo guardo. E, come mi aspettavo, lui mi chiede una sigaretta. Stando bene attenta a mostrargli l'interno del pacco, ancora pieno, lo richiudo,lo metto nello zaino, e, sempre guardandolo negli occhi, dico:

<< Mi spiace, questa era l'ultima. >>

Il ragazzo dapprima mi guarda accigliato, poi ride e si allontana.
Lo guardo confusa, ma non m'importa, così torno a fissare altrove mentre mi godo la mia sigaretta. 
Forse dovrei smettere, ma non mi importa neanche di questo, non è il momento di pensarci, ora sono nei guai e ne ho bisogno.
Mi giro verso di lui e mi accorgo che gli altri sono spariti,ci mancava solo questa, non mi va di stare con quello stronzo.
O almeno, così dicono. dalle voci che girano non sembra affatto una brava persona, anzi, sembra appunto uno stronzo. 
Ma non ho scelta così mi incammino nella sua direzione.
Lo trovo seduto su un muretto, e, controvoglia, mi avvicino.

<< Torno in aula. >> Dico, nel modo più scocciato possibile.
<< Che succede tipa tosta, hai paura di essere beccata? >> E si gira sorridente.

Lo guardo seccata e me ne vado senza nemmeno rispondergli, e nel momento in cui entro in classe mi accorgo che qualcosa non va.
L'insegnante è lì. Si volta verso di me e sorride compiaciuto. Merda.

<< Dal momento che vi piace stare in punizione, tu e Malik avrete un'altra settimana da passare qui. Divertitevi. >>

E se ne va un'altra volta. Mi accascio disperata sulla prima sedia che trovo e penso alla settimana che mi aspetta.
Non ho resistito nemmeno un'ora in sua compagnia figuriamoci un'altra settimana, da soli, oltretutto.
Il modo migliore per sopravvivere ad una situazione così spiacevole credo sia non rivolgergli la parola.
Sarà facile. Tanto nemmeno lo sopporto, dice sempre una marea di idiozie. 
Il tempo che manca alla fine della punizione lo passo con lo sguardo fisso sulla lavagna vuota. Non voglio incontrare il suo sguardo, meno ho a che fare con lui meglio sto. Mi pare ovvio.
Anche l'ultima, interminabile ora di punizione volge al termine, permettendomi così di tornare finalmente a casa.
Lentamente prendo lo zaino e con calma lo metto in spalla, ora che devo tornare a casa non ho la minima idea su come spiegare il tutto ai miei. Probabilmente faranno una sfuriata, probabilmente hanno ragione.
Nonostante questo, non ho assolutamente voglia di starli a sentire, dunque passerò prima a casa di Cassie.
Sono felice di vederla, anche se per poco, lei è una delle poche, se non l'unica, persona con cui riesco ad essere me stessa, tenera e gentile. Ed anche lei lo è con me. Suono il campanello e subito mi apre. Apro la porta e lei è lì che mi aspetta. 

<< Non sapevo che saresti passata! >>

Mi imbarazzo, forse avrei dovuto avvertire.

<< Mi spiace, ho bisogno di parlarti. >>
<< Entra pure >> E mi sorride, anche lei è felice di vedermi, spero.

Entro e mi lascio cadere sul letto, più spensierata di prima, ma ancora nel panico, ed attacco a raccontare tutto quello che è appena accaduto, e per un attima non sembra appartenermi, sembra la storia di qualcun'altro.
Lei ascolta ed annuisce, e non capisco se stia fingendo o meno, ad ogni modo continuo, ed alla fine lei mi dice:

<< Non è andata così male dai, potevano sospenderti. >>
 

E forse ha ragione, ma io sono triste comunque, perchè odio le ore di punizione, ed odio stare con quella gente, anzi, odio stare con la gente, in generale, più del dovuto.

<< Sì, ma dovrò passare ore con quel tipo, e nessuno lo sopporta, compresa me, forse solo i suoi amichetti. >> 

Gli faccio notare, come se non fosse la cosa più ovvia del mondo. Davvero, non capisco come faccia a pensarla così.
Insomma, io sono disperata solo al pensiero di passare delle ore in quell'aula infernale, per di più in pessima compagnia e lei non sembra per nulla turbata. La cosa mi secca, almeno un po'.
Forse se ne accorge perchè la sua espressione cambia, diventa seria. Si toglie con una mano i lunghi capelli neri che continuano a ricaderle davanti agli occhi verdi, che ora sono fissi su di me.

<< magari non è come sembra. Persino tu sembri una stronza, eppure non lo sei. Magari anche la sua è semplicemente una maschera.
Dovresti provare a conoscerlo. >> 

Non ci avevo mai pensato fino ad ora. Ma non ho alcuna intenzione di conoscerlo.
Mentra Cassie va alla ricerca di cibo, io resto sdraiata sul letto. Chissà se ha ragione, magari potrei essermi sbagliata, accade così spesso ultimamente.
Sono così presa dai miei pensieri da non accorgermi della mia amica che ora è seduta e mi osserva, mentre io resto immobile con lo sguardo perso nel soffitto, infine mi alzo con calma, è tardi e credo che dovrei tornare a casa, devo ancora parlare ai miei, così la saluto e me ne vado. 
Che ansia, non ho assolutamente voglia di parlare a mio padre, è impossibile, è troppo stupido. Lo odio. Spero che mia madre lo faccia ragionare.
  
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