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Autore: _That Star_    19/07/2013    4 recensioni
_DeForest Kelley_
One shot dedicata non solo a questo grande uomo, ma anche a qualcun altro, di molto, molto vicino a lui.
Genere: Angst, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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My shadow.

 


Hello, hello, anybody out there?

'Cause I don't hear a sound

Alone, alone
I don't really know where the world is

But I miss it now


Scusate. Scusate. Voglio uscire di qui.”

Dev'essere la centesima volta che lo dico, ma mi ritrovo sempre chiuso tra queste pareti bianche, alte, alte fino a chissà dove. Il suono della mia voce svanisce tra il soffocante silenzio. Non so nemmeno da quanto tempo sono qui dentro ma inizio a capire che mi sto arrendendo; non ho più fiato, mi passa persino la voglia di fuggire, di tornare a casa. Tutto ciò che vorrei è un grido, una voce, un bisbiglio, che mi dica che va tutto bene. Che tra poco tutto questo finirà. Che sono vivo.

Cosa dico, io sono vivo. Allungo le mani, le giro, le tocco. Con esse pervado la mia faccia, tiro le guance con le unghie fino a sfigurarmi il volto con una smorfia di dolore. Man mano scendo, tocco il collo fino quasi a soffocarmi. Sento le mie gambe, stringo le braccia.

Io ci sono. Sono presente. Possibile che nessuno mi veda.

Ora sento l'ira, la rabbia, l'odio, ingiustificato probabilmente, ma talmente intenso da farmi alzare ciondolando come un ubriaco fino alla parete opposta a me. Sbatto prima le mani con tutta la forza che ho in corpo, ed urlo, strillo continuo ad gridare. Quando mi accorgo che non è abbastanza, le stringo a pugno e percuoto quella parete come fosse il mio primo nemico. Poi calcio e mi spingo con tutto il mio peso.

Fatemi uscire di qui!”

 

I'm out on the edge and I'm screaming my name
like a fool at the top of my lungs
sometimes when I close my eyes

I pretend I'm alright
but it's never enough
cause my echo, echo
is the only voice coming back

 

Sono io! Aiutatemi, DeForest Kelley!” non so neanche cosa cavolo sto dicendo, ma continuo a ripetere il mio nome, talmente forte che dopo poco mi fermo a tossire. Ma non finisce qui. Oh no io ho appena cominciato. Continuo a lanciarmi contro la parete e puntualmente casco a terra, tutte le volte con qualche botta in più. Ma poco importa, posso sopportare il dolore fisico, è quello psicologico che mi sta uccidendo. Mi butto di petto e cado a terra rintontito. Boccheggiò maniacalmente reclinando la testa in alto e catturo così un po' di ossigeno. Mi rialzo, deglutisco, ancora cammino storto, lentamente. Appoggio le mani con delicatezza sulla parete, come fosse una sottilissima lastra di vetro. Respirò profondamente e poi libero un ruggito che si annidava tra le pareti della mia gola da troppo tempo. E appena riesco grido ancora ed ancora fino a quando non mi accascio sconfitto dai miei stessi singhiozzi, e piango.

Portatemi via.” sussurro tremante senza neanche sapere bene a chi è riferita quella frase. Porto le ginocchia al petto, mi chiudo in me stesso ed accarezzo le mie braccia fingendo che sia mia moglie a farlo.

 

My shadow, shadow
Is the only friend that I have.

 

Alzo lo sguardo e noto che contro la parete si è proiettata un'ombra che pare proprio la mia. Pian piano il petto di quell'essere si tinge di blu, la parte inferiore rimane scura. La mia stessa faccia si dipinge su di lui.

Dottor McCoy!” dico io ridendo di me stesso e strofinandomi ancora di più le braccia. Aiutami Carolyn sto diventando matto. Aiutami.

Quella creatura mi guarda, il viso è sereno, gli occhi vispi.

Vai via!” gli dico nascondendo il mio volto rigato dalle lacrime, tra le gambe. Rimango in quella posizione per solo Dio sa quanto, poi, curioso di vedere fino a dove la mia pazzia può portarmi, alzo lo sguardo. Lui...esso, è ancora nella stessa posizione di prima e mi osserva confuso. Si allontana cautamente e si gira di spalle. Sono certo che ha tirato fuori qualcosa dalle tasche.

McCoy a Enterprise, McCoy a Enterprise.”

Inizio a ridere talmente forte che mi ingozzo delle mie stesse risa. Mi agito, sbatto le mani contro il pavimento e sta volta le lacrime che scorrono sulle mie guance sono dal ridere che sto facendo.

Pian piano mi calmo e gattonando, mi avvicino ai suoi piedi. Come un animale alzo il muso e ringhio. “Quanto sei stupido.” lo dico a denti stretti e guardandolo con disprezzo, come se lo stessi dicendo a me.

Lui mi fissa schifato, finchè non si allontana ulteriormente da me.

Dottore, la riportiamo sulla nave?”

Leonard.

I miei occhi si ingrandiscono a dismisura, la bocca si spalanca. E allora reagisco. Mi alzo di scatto e prima che lui possa rispondere gli rubo quella sotto specie di telefono dalla mano.

Leonard! Leonard! Portami via da qui, portami via! “

Il McCoy mi strappa il telefono dalle mani.

Spock diamine fammi salire!”

Sbatto l'oggetto in un angolo della stanza ed inizio a prendere a pugni il mio personaggio, fino a sporcarmi le mani di quello che forse è il mio sangue.

 

Listen, listen
I would take a whisper if
that's all you have to give
but it isn't, isn't
you could come and save me
try to chase it crazy right out of my head

 

Smetto di ferirlo quando mi accorgo che lui è la chiave. Lui è la salvezza. Lui è la vita.

Ti prego, aiutami, portami a casa, o comunque via da questa gabbia. Non so come ci sono arrivato, non so nemmeno il per-” mi blocco di colpo. Lo stanno teletrasportando, svanisce sotto i miei occhi e ciò che rimane impresso nella mia mente sono i miei occhi azzurri.

Alzo lo sguardo e fra tutto quel bianco che mi avvolgeva, ora scorgo una sfumatura grigia.

Will-” devo stare al giocoCapitano Kirk! Capitano Kirk!”

 

I don't wanna be down and
I just wanna feel alive and
Get to see your face again once again
Just my echo, my shadow

 

Sparisce anche la scia grigia. Ora sono solo, di nuovo. Sto male, sto peggio di prima. Dentro di me so di aver perso la mia unica possibilità di salvarmi, la mia testa pulsa all'indecisione se decretarmi o no pazzo. Le mani mi tremano. Le guardo e lecco il sangue su di esse. Lo sento. E' il sapore di qualsiasi sangue.

Mi sdraio per terra in posizione fetale, e piango, regolarmente, senza sobbalzi.

 

You're my friends

 

William.” lo dico a bassa voce, “Leonard.” impercettibilmente.

E poi inizio a parlare. E talvolta rido. Gli racconto tutto quello che mi è successo oggi, e una volta terminato il racconto ricomincio a parlare, ricordando con nostalgia tutte le vicende che abbiamo vissuto in più di trent'anni di amicizia, svelo loro dei retroscena che neanche si immaginavo. Me la ricordo la loro risata, e la mia mente la riproduce, solo per farmi sentire un po' meglio. E funziona.

Passano ore ed ore.

Inizio ad essere stanco, saluto i miei amici promettendogli che domani sarei stato ancora lì con loro. Li vedo annuire.

Mi preparo infine per dormire, e appena chiudo gli occhi, capisco.

I'm dead, Jim.”

 

Hello, hello
anybody out there?

 

 

 

 

 

Bene...cioè, male in realtà. Scusatemi per questa schifezza, ma sono stata colta da un attacco di nostalgia estrema, con tanto di lacrime, ieri notte.

La canzone è di Jason Walker, Echo. Ho evitato di riportare tutte le volte il ritornello e ho cambiato You're my only friend in You're my friends, plurale, perchè volevo si riferisse a Shatner e Nimoy.

Non so che dire, spero solo che vi sia piaciuta.

Vi abbraccio forte,

_That Star_

 

  
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