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Autore: FairLady    19/07/2013    6 recensioni
La storia si colloca tra l'incidente che Elena e Matt hanno avuto sul Wickery Bridge, e la fine della quarta Stagione, in cui Elena si risveglia in transizione. Ho voluto dare la possibilità ad Elena e Alaric di incontrarsi per l'ultima volta, nell'Altro Lato.
Prima Classificata e Premio per la Storia più Triste al "Contest a Pacchetti. Fandom TVD. Trio" indetto da Kath.Mary sul forum di EFP
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alaric Saltzman, Elena Gilbert, Matt Donovan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tonfo sordo dell’auto che si schiantava contro la superficie piatta del fiume poteva essere paragonato perfettamente a quello più secco e tagliente che Elena sentì aprirsi nel petto quando il deja-vù la colse.
Non poteva credere che stesse accadendo di nuovo, nello stesso tragico modo. Era decisamente assurdo, ma forse era così che sarebbe dovuta andare un anno prima e, amaramente, si rese conto che il destino non avrebbe mancato il bersaglio due volte.
Volse lo sguardo verso Matt che stava al posto di guida, accanto a lei, già completamente incosciente. Era sempre stata un’abile nuotatrice, con una resistenza piuttosto lunga, così, scuotendolo e strattonandolo, cercò di risvegliarlo, senza però riuscirci.
Matt non poteva morire! Non doveva! Non così, non in quel momento., edecisamente non per colpa sua!
“Matt! Matty! Svegliati!” urlava mentalmente mentre lo percuoteva.
Poi, un altro dejà-vù le si presentò davanti agli occhi: Stefan si fece avanti nelle acque torbide del fiume e scardinò la portiera del conducente. Elena si sentì così sollevata che avrebbe pianto, se avesse potuto. Ovviamente non c’era tempo per i sentimentalismi. Il vampiro si mosse verso di lei per liberarla dalla cintura e portarla in salvo.
“Come diavolo ti salta in mente di salvare me?” urlò tra sé, ripetutamente, indicandogli con veemenza il suo fragile amico umano, che aveva sempre avuto il brutto vizio di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Stefan, però, era ancora di un altro avviso e si protese verso di lei, che continuava a respingere il suo tentativo aiuto.
Infine, come aveva sempre fatto prima di allora, Stefan si arrese alla volontà di Elena, sapendo in cuor suo che se avesse salvato lei e Matt fosse morto lei non glielo avrebbe mai perdonato. Così, riluttante, liberò l’umano dalla cintura e lo portò in superficie. Elena si sciolse nel sollievo un momento prima di realizzare che per lei era giunta davvero la fine, ma era pronta ad andare incontro al suo destino, dopotutto; quel destino che si sarebbe dovuto compiere mesi prima, quando anche i suoi genitori erano morti in quelle stesse acque.
 
Aprì gli occhi, lentamente, quasi dolorosamente, quando la luce li ferì. Si era così abituata all’oscurità delle acque in cui era caduta, e così rassegnata alla sua sorte ormai chiara, che non credeva avrebbe rivisto ancora il sole.
“Elena…” una voce che conosceva bene, la chiamò. Proveniva da qualche parte dietro di lei, così si volse per guardarlo. In un piccolo angolo di se stessa il dubbio la pungeva. Il Vampiro Originale o il professore? L’uomo che si era preso cura di lei e di Jeremy da quando erano rimasti soli o quello che voleva uccidere tutte le persone che amava?
“Rick!?” lo guardò negli occhi, scavando a fondo dentro di essi, in cerca di quella luce dolce e compassionevole che lo aveva sempre distinto. Lui le sorrise paterno, con un velo di rammarico dipinto in quelle due piccole rughe sulla fronte.
La ragazza, d’un tratto, notò l’assurdità di quella situazione. Lei era certamente morta. La sua strana lucidità, mentre combatteva contro l’acqua che forzava le sue vie respiratorie, le aveva permesso di rendersene perfettamente conto. Per cui anche Rick…
“Oh mio Dio!”
Allora era proprio vero!
Le loro vite, collegate da un incantesimo di Esther, erano giunte al termine. Morendo in quel fiume, aveva portato con sé anche Alaric.
“Siamo… Siamo nell’altro lato?” chiese lei, un po’ intimorita, un po’ sollevata.
“Mi dispiace, Elena. Ho fallito,” confessò lui, abbassando lo sguardo “non sono riuscito a salvarti.”
“Oh, no. No, Rick. Tu hai fatto così tanto per me, per noi” sussurrò mentre lo abbracciava “Sarebbe dovuta andare così tanto tempo fa e, tutto sommato, va bene. È giusto.”

“No, non è giusto, Elena! - disse, con un dolore senza tempo nelle urla di rabbia appena trattenute. Si scostò da lei quel tanto che bastò per guardarla negli occhi castani, spalancati e spaventati - Tu avresti dovuto vivere una vita piena e felice. Avresti dovuto sposarti con un bravo ragazzo, avere dei figli, vederli crescere, diventare vecchia e, solo allora, saresti dovuta morire. Non adesso. Non così.”
Chinò la testa fino a far aderire la propria fronte a quella della ragazza. La sua disperazione era palpabile; ma non riusciva a vedere, come lei, l’aspetto positivo della situazione? Benché si sentisse perduta e disperata all’idea di aver lasciato tante persone care, loro due erano lì insieme, e da lì avrebbero sempre vegliato su chi era rimasto.

“Rick, - lo richiamò perché la guardasse negli occhi – non siamo soli, almeno questo apprezzalo. Siamo qui, e resteremo per sempre uniti. Aiuteremo Jeremy, aiuteremo chi amiamo ad andare avanti. Avremo ancora la possibilità di fare del bene, non lo vedi?”
Lui la guardò come un padre che guardava la sua bambina divenire una forte e splendida donna.
Si piangeva, nell’altro lato?

Si provava dolore, in quel posto sperduto alla fine del mondo?
Elena non se ne preoccupò poi molto. Stava già versando calde lacrime tra le braccia del suo professore di storia, e di vita. Gli voleva un gran bene, e per lui provava una tristezza infinita perché non aveva fatto altro nella sua vita che non fosse perdere tutte le persone amate. Proprio come era successo a lei.
“Andrà tutto bene, Rick. Andrà tutto bene.” Lo rassicurò, stringendolo forte.
Incredibile - pensò lui - anche nella morte, Elena restava sempre la persona coraggiosa e altruista che era sempre stata, e al posto che cercare rassicurazioni, era lì a dargliene.
“Hai ragione, piccola – rispose alla stretta con la stessa intensità e chiuse gli occhi, nel tentativo di trattenere la commozione – ce la caveremo. L’abbiamo sempre fatto.”
Improvvisamente Alaric sentì il vuoto tra le braccia. Aprì di colpo gli occhi.
“Elena?!” si guardò in giro, incredulo e spaesato. ”Elena!”
E in un attimo vide tutto, come fosse la scena di un film.
Percepiva la loro presenza, calda e pulsante.
Nessuno lo vedeva, in piedi vicino alla porta, ma lui c’era; era lì per loro.
Elena giaceva incosciente su un freddo tavolo d’acciaio, nell’obitorio dell’ospedale di Mystic Falls. Stefan se ne stava seduto accanto a lei, immobile come una statua, in lacrime. Vide anche Damon: camminava svelto in uno dei corridoi e Meredith gli sfilava accanto, tentando di spiegargli qualcosa.
Il momento dopo Elena aprì gli occhi, tornando a respirare a pieni polmoni.

Qualcuno l’aveva nuovamente strappata alla morte.
Qualcuno l’aveva trasformata in qualcosa che non avrebbe mai voluto essere: un vampiro.  
E lui era rimasto lì, ad occuparsi da solo di tutti.
   
 
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