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Autore: starmoon    19/07/2013    0 recensioni
Sei ragazzi, tutti diversi tra loro, non hanno nessun legame, alcuni addirittura si odiano, cosa li porterà ad incontrarsi? cosa li accomuna?
Sei vite completamente diverse, viste con occhi diversi, dovranno confrontarsi fra loro per capire cosa succede. Hanna, Carrie, Rose, Cris, Leo e Cole.
Tutto accade all'improvviso, i ragazzi si incontrano è liberano forze sconosciute, qualcosa aldilà di ciò che il genere umano può minimamente immaginare.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Salveee a tutti, eccovi un nuovo capitolo fresco fresco! buona lettura :)










New York -parte due

 
Il sole splendeva, la mattina era la parte più faticosa di un viaggio. Rose aprii gli occhi infastidita dal sole che filtrava dalla finestra. Erano anni che non viaggiava, prima amava farlo, prima di quell'incidente. 
Flashback 
Rose era seduta accanto al lato guida, suo sorella guidava, non era del tutto sobria, Rose se ne accorse e la pregò fino alla fine di farla guidare. 
- Annie sei ubriaca lascia guidare me 
- dai non essere esagerata 
- Annie 
- Rose sei troppo precisina goditi la vita tesoro 
Rose sbuffò, era impossibile farla ragionare soprattutto quando era in quello stato. 
- che vuoi fare?- chiese Rose 
- che intendi?
- portarmi con te a San Diego cosa vuoi fare Annie?
 
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La ragazza la scruto pensandoci sopra. 
- ti fa male stare a casa 
Rose rise girandosi verso il finestrino, una luce forte, quasi accecante. Rose si voltò verso sua sorella per avvertirla. 
fine flashback 
 
Quella fu l'ultima volta che la vide, sorrideva, già che cosa buffa, forse l'alcool non le faceva nemmeno capire cosa stava succedendo o forse Annie non voleva essere triste era qualcosa che voleva. Per gli ultimi due anni Rose si era sempre chiesta perché lei era viva, perché non era morta lei, era quella dalla parte dove la macchina aveva colpito, eppure lei non aveva avuto nulla, solo qualche osso rotto. Non si era mai capacitata di quello che fosse successo, aveva in mente solo un sorriso amaro, ma pur sempre luminoso. 
Rose si alzò finalmente dal letto. Non ricordava molto dell'incidente, un pensiero le venne in mente. 
- se posso tornare indietro posso portarla in vita…
Nel momento stesso che fini la frase qualcuno bussò alla porta. 
- arrivo
Rose cercò di darsi una sistemata veloce, prese una vestaglia a portata di mano e si coprii il pigiama. 
- Cole 
- sono andato in quello studio, ho visto che dormivi e non volevo disturbarti, comunque nulla di utile, non sanno niente, ma ho un'altra pista. 
- Cole frena devo dirti una cosa 
Cole la guardò curioso. 
- se io posso tornare indietro posso salvare mia sorella e forse Ether 
Appena sentii queste parole, il cuore di Cole perse un battito. 
- come? 
- non so di preciso come funziona so solo che devo dormire simile alle visioni di Hanna 
- vuoi portare in vita due persone? 
 
 
Hanna uscii dalla doccia. Si guardò allo specchio, vedeva una persona diversa, meno combattiva, meno lei. Si asciugò il volto e osservò i suoi grandi occhi. Qualcosa la spingeva a osservare meglio. Nello specchio qualcosa prendeva forma, il suo riflesso era diverso. Un immagine diversa. Martin bussò, distraendo Hanna, tornò immediatamente a guardare sullo specchio, ma c'era solo il suo riflesso. 
- hai finito?
- Sii- Hanna aprii la porta e uscii velocemente. 
- è tutto tuo 
Martin guardò Hanna allontanarsi, il tono di voce che aveva usato era strano, quasi seccato. 
 
 
Leo si svegliò di soppiatto, quasi come se qualcosa si fosse posata pesantemente su di lui. La stanza era piena di roba, cibo, vestiti, bibite, la festa della sera prima gli era sfuggita un po' di mano. Cris si alzò dal letto muovendosi a zig zag fra le varie cose. 
- sembra che ci sia stato un tornado
- almeno abbiamo tenuto sott'occhio Martin per ben cinque ore
- incredibile che hai progettato tutto questo per Hanna
- che posso farci 
- di la verità…- Cris si stava allacciando le scarpe scure - ti è piaciuta dal primo momento…
Leo non rispose, si limito a osservarlo. 
- lo prendo come un si, ma dove vuoi arrivare? ti stai frequentando con la sua migliore amica 
- hai dimenticato un piccolo dettaglio…a lei piaci TU
Cris alzò lo sguardo verso di lui, come se udire quelle parole era troppo per lui. Era strano sentirselo dire, non sapeva spiegare perché, ma da quando erano rimasti bloccati in quella periferia qualcosa era cambiato. Leo si alzò dal letto diretto verso il bagno. 
 
Carrie era a scuola, continuava a fissare lo schiena del suo migliore amico, voleva parlargli, digli quello che era successo, confidarsi con lui. Ore e ore a pensare a come spiegarglielo non erano servite. Appena la ricreazione arrivò Carrie aspettò che tutti fossero usciti. 
- Ey senti possiamo parlare un attimo?- Carrie usò un tono supplichevole. 
- che vuoi dirmi?- Matt era in agitazione. 
- ieri ho trovato una scatola sotto il letto di mio padre la sera stessa è sparita, dopo che mio padre mi ha visto che lo vista- Carrie mosse la testa con fare disperato. 
- frena frena non capisco nulla 
- mio padre sa qualcosa e tu devi aiutarmi a scoprire cosa
La porta della stanza si aprii. Un Sam tutto frastornato li guardò stupito. 
- che ci fate qui?
- veramente sei tu che non dovresti essere qui- disse sprezzante Carrie 
Lui fece finta di niente e si diresse verso il primo banco, quello più vicino a lui, si sedette senza dire una parola e si appoggiò con la testa china. 
- ma che fai dormi?- disse Carrie avvicinandosi a lui, osservandolo bene, non sembrava uno stronzo incallito mentre dormiva. Matt fece spallucce e andò verso la porta. 
- allora la nostra ricerca?
Carrie sorrise e corse verso di lui. 
 
 
 
Rose e Cole aspettarono i due ragazzi sotto un edificio. 
- perché siamo qua?- chiese Rose 
- qui abita la sorella di Ether 
Rose lo guardò stranita. 
- cosa? stai facendo una ricerca personale per caso?- disse un po' seccata 
- senti so che per te è un fastidio ma io devo saperne di più 
Rose lasciò scivolare le mani che prima erano unite, lungo i fianchi. 
- fa come vuoi io ho bisogno di sapere che succede a noi adesso 
Cole la guardò allontanarsi, era furiosa, avrebbe dovuto dirgli tutto. 
 
 
Rose cercò l'albergo dove i ragazzi alloggiavano, in lontananza vide Hanna e dei ragazzi andare verso un pullman. Hanna notò la figura di Rose appostata a fianco di un edicola. 
- tutto bene?- chiese la professoressa
- non so credo di sentirmi male, forse dovrei restare in albergo
La professoressa la guardò non convinta, ma visto i precedenti malori annuii. Hanna fece finta di rientrare e appena il pullman sparì dietro l'angolo uscii nuovamente. 
- Rose? 
La ragazza era nervosa, Hanna la guardò preoccupata.
- tutto bene?
- si credo che dobbiamo cercare da sole
- cosa?
- i ragazzi sono ragazzi sai com'è…- Rose trascinò per un braccio Hanna senza darle troppe spiegazioni. Da un lato Hanna ne fu sollevata, rivedere Cris non era di certo qualcosa che avrebbe potuto migliorare la giornata.
 
 
Leo e Cris raggiunsero Cole. 
- Rose?
- piccola lite di coppia? scherzò Leo, Cole lo guardò torvo. 
- adiamo qui abita la sorella di Ether. 
Cris e Leo si guardarono in faccia, non capendo. 
- ho fatto delle ricerche su di lei, qui abita sua sorella Trisha, devo sapere se c'era qualcosa di vero. 
La porta era grande, come il grande appartamento di cui faceva parte, le pareti giallastre richiamavano un senso di famigliarità. Cole si fece coraggio e bussò. Una donna aprii la porta, Cole la osservava sorpreso dalla somiglianza con Ether. 
- posso esservi d'aiuto? 
Cole la guardò senza riuscire a dire una parola. 
 
 
Hanna e Rose erano sul punto preciso dove pochi giorni prima la cometa era caduta. 
- è strano che in così pochi giorni hanno già sistemato tutto- affermò Rose 
- credi che l'abbiano fatto per nascondere qualcosa?
- ne sono più che certa 
Rose si guardò intorno, quel vicolo le era familiare, Hanna la osservò sembrava come se Rose fosse assente. Rose incominciò a muoversi, camminava. Hanna la guardava sempre più preoccupata. 
- Rose?- la ragazza sembrava non sentirla. 
Hanna si guardò intorno spaventata. 
- che cavolo succede? 
Rose iniziò a girare l'angolo, Hanna corse dietro di lei seguendola. Rose sembrava conoscere a memoria le strade o forse era guidata da qualcosa, pensava Hanna. 
Rose si fermò dopo un quarto d'ora di strada. Hanna si piazzò davanti a lei con sguardo fermo e un po' arrabbiato. 
- ma che ti prende? mi hai fatto preoccupare dove siamo- Rose la guardò confusa, poi alzò lo sguardo sull'edificio che avevano di fronte. 
- non lo so, ma credo che qui dentro troveremo quello che cerchiamo
Hanna si voltò, un ospedale. Hanna e Rose fissavano il palazzo preoccupate. 
 
 
Carrie aprii leggermente la porta. 
- mi dici perché ti intrufoli a casa tua? 
- che strano 
- cosa?
- la porta è aperta
- l'avrà dimenticata tuo padre comunque che entri a fare di nascosto?
- mio padre sarà qui a momenti abbiamo solo dieci minuti e poi sarà già qui vieni 
Carrie lo guidò lungo le scale e insieme entrarono nella camera da letto del signor Curt. 
- cosa devo cercare di preciso?
- una scatola, verde, sembrava di cartone
- come quella? 
Carrie si voltò verso il letto, la scatola aperta, ma vuota.
- qualcuno è entrato in casa, Carrie! 
La ragazza si voltò verso il suo migliore amico, scioccata.  
 
 
 
Hanna e Rose entrarono, quel luogo non era molto bello, anzi, per Hanna sembrava un manicomio. 
- siamo sicure che siamo nel posto giusto?- domandò Hanna un po' atterrita da tutti quegli sguardi strani che i pazienti le rivolgevano. 
- probabilmente qui c'è qualcuno che sa qualcosa 
- meglio chiedere 
Hanna si avvicinò ad una sala, sembrava una sala d'aspetto. 
Una donna robusta e dai ruvidi lineamenti la scruto. 
- cerca qualcuno? 
Rose si fece avanti, dal camice della donna doveva trattarsi di un'infermiera. 
- per caso c'è qualche paziente che parla di comete?- Rose si rese conto che le sue parole erano ridicole e poco credibili per uno donna comune come quella. La donna la guardò scettica, poi sbuffò e guardò la pila di fogli che aveva tra le mani. 
- un ragazzino, è stato portato qui dai poliziotti, allucinate…
- i suoi genitori?- chiese Hanna 
- non è nemmeno registrato all'anagrafe, praticamente non esiste 
Rose e Hanna si guardarono in faccia. 
 
 
Cole, Cris e Leo erano seduti su un divano bianco, comodo, confortevole, quella stanza sapeva di famiglia. Trisha era seduta di fronte a loro, sorseggiava il suo tè, così come il marito accanto a lei, però in piedi, era una figura criptica, portava un paio di occhiali da vista, ma dietro Leo notò le sue iridi chiare scrutarli dalla testa ai piedi. Trisha posò la sua tazza. 
- siete qui per Ether, Oddio non pesavo che un giorno avrei parlato di lei così…- Trisha si mise una mano tra i lunghi capelli biondi - beh non posso aiutarvi molto, lei era riservata e non parlava mai dei suoi problemi, soprattutto dopo la gita di qualche hanno fa, che buffo…- la donna fece un sorriso amaro - sembra che tutto sia cambiato dopo quello strano incidente…un  suo amico è morto durante una caduta di un meteorite…cioè mi ha raccontato solo questo, ho sempre pensato che ci fosse dell'altro, cioè la polizia ha detto che il masso la schiacciato, ma effettivamente essendo io un investigatore ho fatto le mie ricerche personali e non ho trovato nulla di credibile, ma chissà qualcuno voleva farlo fuori 
- non ha provato a capire chi fosse?- disse Cole d'un fiato. 
- certamente, ma non ho trovato nessuna traccia, quel ragazzo era buono come il pane, io lo conoscevo nessuno voleva fargli del male, per prima Ether visto che aveva pure una cotta per lui- Trisha sorrise di nuovo un sorriso che cela il dolore. 
- quindi di lei sa solo che poi è andata via? 
- aspettate forse ho qualcosa che può aiutarvi- Trisha si alzò da quella piccola poltroncina e si diresse verso una vetrina, sotto gli occhi vigili di suo marito che guardava con attenzione ogni piccolo particolare. 
Trisha tirò fuori un quaderno. 
- aveva un diario, ho provato a leggerlo, ma tutto mi sembra così assurdo insomma sembra una storia inventata. 
Trisha porge il quaderno a Cole. 
- tu dovevi essere il suo ragazzo, sai aveva dei tipi ideali, tu racchiudi tutti quei punti
Cole fece un sorriso capendo di cosa stava parlando. 
- prima di morire cosa ha detto?- chiese improvvisamente la donna. Cole esitò un attimo, ma poi si fece coraggio. 
- che saremmo stati una bella famiglia- Cole guardò sinceramente dispiaciuto la donna. Leo la guardò, era come se percepiva il suo dolore. 
 
 
 
Hanna e Rose erano dietro ad una porta quasi blindata. 
- possiamo entrare?- chiese Rose 
- ci vuole un permesso dalla polizia
Rose non sapeva che fare, aveva bisogno di parlare con quel bambino. 
- ci vuole Carrie qui…- disse Hanna senza pensarci, Rose la guardò come se avesse avuto un colpo di genio. 
La donna si allontanò un attimo. 
- dobbiamo distrarla
- io non sono brava in questo
- o si che lo sei- Rose guardò Hanna come un predatore osserva la sua preda. 
- mi stai chiedendo di avere una visione? 
- no no no devi fare finta so che è pericoloso 
Hanna la guardò scettica, non le piaceva fingere. 
- non sono brava in queste cose 
- pensa che qui nessuno ti conosce 
Hanna la guardò, Rose le fece cenno che la donna stava tornando. Hanna si mosse lentamente, toccandosi la fronte, si appoggiò al muro. 
- sta bene la sua amica?- chiese la donna a Rose 
- no le succede spesso a questi mancamenti…Oddio non ha nemmeno le sue pasticche. Nella mente di Hanna stava già immaginando a quali torture si sarebbe dovuta sorbire. 
La donna prese per un braccio Hanna e la portò in un'altra stanza, lontana da Rose. Rose si guardò intorno, notò che c'era una bacheca chiusa a chiave con dei pass. Andò verso la scrivania della donna e cercò la chiave per aprirla. 
 
 
 
 
 
Cole salutò Trisha con un abbraccio, quasi come due persone che si conoscevano da tanto, anche Cris e Leo la salutarono, ma si limitarono ad una stretta di mano. Cole saluto con una stretta di mano anche il marito, Cris si limitò ad un sorriso forato e poi uscii dalla casa. Leo si avvicinò a quell'uomo che le dava così tante brutte impressioni. Allungò la mano per salutarlo e l'uomo fece lo stesso. Leo si sentii percorso da una specie di scossa, ma era qualcosa di diverso era un avvertimento. 
 
 
Carrie era davanti alla porta di casa sua, suo padre le andò incontro. 
- tesoro che succede?
- qualcuno è entrato in casa, non hanno preso nulla, a parte quello che c'era dentro ad una scatola 
L'uomo si irrigidì di colpo. 
- come?
 
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Carrie notò la sua razione preoccupata. 
- cosa c'era dentro? 
L'uomo abbassò il capo, quasi dispiaciuto di dover ammettere cose c'era li dentro. 
- foto…foto di tua madre 
Carrie lo guardò senza capire come sei sentisse, triste, preoccupata, ansiosa. 
- avevi foto di mamma…avevi detto di averle bruciate tutte e io non so nemmeno che volto abbia perché tutte queste bugie?- Carrie parlava a raffica. 
Suo padre la guardò negli occhi serio. 
- non posso spiegarti nulla, sappi solo che tutto quello che ho fatto lo fatto per proteggervi- L'uomo le diede un bacio sulla fronte e entrò in casa, lasciando Carrie confusa sulla soglia di casa. Matt si avvicinò a lei e l'abbracciò, Carrie si strinse a lui, la sua ancora di salvezza, l'unico che non le ha mai mentito, l'unico di cui si fida. 
 
 
 
 
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Rose aprii velocemente la porta con il pass. 
Pian piano la luce che proveniva dalla stanza in cui veniva Rose diede forma a quello che si trovava in quella stanza. Un misero letto e un bambino, per altro legato. Rose si avvicinò ad esso un po' spaventata. 
- Hey, piccolo 
Il bambino si alzò di colpo spaventato. 
- mi farei del male? 
- no no che stai dicendo?
- si si sei come loro
Rose si avvicinò a lui, notò che c'era qualcosa di strano in quel luogo, qualcosa che la faceva stare male, come a toglierle le energie. 
- cos'è questo posto?- domandò Rose 
- è fatto per quelli come me, quelli che devono essere eliminati
Rose sgranò gli occhi, quel luogo era il nemico, quel luogo era pericoloso e quel bambino era uno di loro, era il settimo guardiano. 
 
 
Hanna era sdraiata su una barella, priva di sensi, qualcuno la stava trascinando in un corridoio lungo e senza uscita. 
 
 
Cris sentii un brivido percorrergli la schiena, qualcosa di strano. Leo era appoggiato al muro, si trovavano non  poco lontano dall'albergo, in una vita meno frequentata, Cole li aveva appena lasciti soli. 
- quell'uomo nasconde qualcosa…andiamo 
- vuoi che mi fido del tuo sesto senso?- disse sarcastico Cris 
- andiamo andiamo ne sono sicuro
Cris scosse la testa. 
- tra un ora abbiamo la partita e siamo ancora qua 
- sei tu quello che non vuole entrare per non vedere Hanna 
- tu sei fuori
- si si di come vuoi, ei ma quello non è il loro pullman?- disse Leo indicando un  pullman rosso parcheggiare di fronte all'albergo. Cris che prima era seduto su delle scale si alzò di colpo. I due si avvicinarono, in fondo volevano sapere se stava bene. Quando però non notarono nessuna figura che assomigliasse ad Hanna si preoccuparono. Leo notò Kate e le andò incontro. 
- sei Kate?
- tu saresti?
- Leo un amico di Hanna 
- ma certo il giocatore come dimenticarti
- hai visto Hanna?
- non è venuta all'incontro oggi diceva di non sentirsi bene- Kate si allontanò verso il suo ragazzo per entrare insieme. 
Cris si avvicinò, aveva un cattivo presentimento. 
 
 
Rose cercò di spezzare quelle che sembravano delle catene. 
- dannazione… non hai dei poteri in grado di spezzare queste cose?
- li avrei ma qui non funzionano
- cosa?
- te lo detto è fatto apposta
Rose era quasi sull'orlo della disperazione, uscii un attimo da quella stanza e cercò nel cassetto della donna, tutto era così confusionario e privo di significato per lei. Trovò un mazzo di chiavi e lo prese senza pensarci, appena però torno nella stanza sentii dei passi avanzare verso di lei. 
- devi sbrigarti
- ci sto provando
Rose trovò la chiave giusta e liberò il ragazzino. 
- Hey che stai facendo?- un uomo si avvicinò a lei. Rose prese il bambino per un braccio e lo porto fuori, l'uomo prese per un  braccio Rose per impedirle di fuggire, improvvisamente l'uomo si accasciò a terra dolorante. Il bambino aveva la mano in avanti. Rose lo guardò un po' spaventata, ma il volto del bambino era dolorante, lo stesso dolore dell'uomo a terra. 
- vieni dobbiamo andare via- il bambino le prese la mano correndo, Rose si fermò di colpo. 
- Hanna lo lasciata qui, ha finto di stare male, adesso non so dove sia 
Il bambino fece una faccia strana. 
- l'avranno portata dove mi hanno portato a me 
- dove?
- nei sotterranei
Rose indietreggio di un passo. 
- tutto questo è assurdo è tutta colpa mia…
- non possiamo andare li da soli 
 
 
 
Cris percorse il lungo corridoio dell'albero, si fermò davanti alla stanza dove Hanna dormiva, Martin si avvicinò a lui. 
- non c'è nessuno…- Martin tirò fuori il pass per entrare, in effetti la stanza era vuota. Leo raggiunse Cris. 
- Cris mi ha chiamato Cole
 
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Cris e Leo, corsero verso l'albergo dove alloggiavano Cole e Rose. Erano nella Hall, insieme a Rose c'era un bambino. Cris lo guardò non capendo. 
- era questo che dovevate dirci? un bambino 
Rose non sapeva come dirglielo, aveva paura di una loro reazione. 
- hanno rapito Hanna 
Cris si sentii un enorme macigno piagarsi su di lui, come se un coltello lo avesse appena trapassato. 
- che stai dicendo? 
Leo scosse la testa. 
- non è divertente 
- credi che stai scherzando? su una cosa del genere?
- si tratta di Hanna dannazione!- Cris diede un calcio al divano posto accanto a lui. Rose guardò spaventata la scena, lo vedeva nei suoi occhi, rabbia paura. 
- ho un piano!- disse il bambino con voce quasi tremante. Tutti si voltarono verso di lui curiosi. 
- non possiamo dare ascolto ad un bambino…- disse Cris agitato. 
- lui è già stato li, sa come muoversi
 
 
 
Hanna si svegliò di colpo, un po' frastornata, cerco di alzarsi, ma qualcosa la blocca, si guardò i polsi, nelle manette. 
- ma che diamine….
- ti sei svegliata Hanna Milton 
Hanna guardò la figura davanti a lei, il marito di Trisha la guardava compiaciuto. 
 
 
- Ok questo è il posto!- disse Rose, li aveva guidati a fatica, non ricordava bene la strada. 
- è un ospedale?- chiese Cole. 
- io lo chiamerei manicomio- disse Rose nervosa. 
- c'è una porta dal retro è da li che mi hanno portato li dentro, dobbiamo sbrigarsi altrimenti le faranno del male…- le parole del bambino era quasi spezzate dal pianto, i ragazzi non osarono nemmeno immaginare cose avesse passato quel bambino. 
 
 
 
- che vuole farmi?- Hanna cercava di smuovere quelle manette, inutilmente. Era una stanza scura, vuota, li con lei a parte quello che hai suoi occhi era uno psicopatico solo dei macchinari. 
- nulla solo un paio di test 
L'uomo le appoggiò alla testa dei tubi con delle ventose. 
- lei è pazzo 
- no sono un genio 
- convinto lei….mi lasci subito andare 
- scherzi ho aspettato così tanto che uno tra i più potenti discendenti arrivasse e adesso vuoi togliermi il privilegio di fare controlli
- tu cosa sai?- chiese Hanna rabbiosa 
- abbastanza 
- abbastanza non mi basta…cosa diamine sai su di me?
- ti chiami Hanna Margaret Milton, hai diciassette anni e vivi in Texas con tua madre. Ti basta?
- cosa sai dei guardiani?
L'uomo fece un ghigno. 
- sei la seconda tra le famiglie più potenti, mi basta sapere questo 
Hanna guardò preoccupata le mani dell'uomo che si muovevano frenetiche in quel computer. 
- anche Ether faceva le tue stesse domande
- Ether che centra Ether?
- oh la mia cognatina non vi ha proprio detto nulla… sono stato io a mandarla a cercarvi, cercavo te e il tuo amico Cris, eravate voi il mio obiettivo, ma non ha eseguito i miei ordini 
- Oh mio Dio sei stato tu a farla uccidere 
- bingo, non era poi così difficile
- com'è l'hai convinta a fare quello che voleva? 
- con questo!- l'uomo abbassò una leva, Hanna sentii un dolore fortissimo alla testa, il suo corpo salii verso l'alto dal forte dolore, le sue urla erano talmente intrise del dolore che qualunque persone non avrebbe resistito ad ascoltarle, ma quell'uomo ne sembrava compiaciuto. 
- i tuoi poteri non sono nel corpo, a differenza degli altri sono tutti nella tua testa, non oso penare al dolore che stai passando. 
- smettila ti prego…- Hanna aveva il volto pieno di lacrime, fluide e senza freno. 
- abbiamo appena cominciato 
 
 
 
Cris diede un calcio alla porta, la sua super forza era sempre utile in questi casi, ma c'era qualcosa di diverso nei suoi movimenti, erano frenetici e impacciati, quasi senza controllo. Leo se ne accorse e si avvicinò a lui che camminava davanti a tutti. 
- Cris non sarebbe il caso di calmarti? stai andando di matto 
- è il minimo- disse lui tornando alla sua ricerca. 
- dietro quella porta!- disse il bambino. 
Cole si voltò verso Rose. 
- voi due restate qui
- cosa non se ne parla…
- Rose ragiona, so che c'è l'hai con me, ma non puoi portare quel bambino la dentro e poi tu non hai dei poteri in grado di difenderti 
Rose lo guardò, purtroppo dovette ammettere che aveva ragione. 
- non credo che andrete molto lontano. 
Dei uomini vestiti in nero, uomini familiari li avevano circondati. http://www.youtube.com/watch?v=1JzAZSmXU6Q
- che facciamo?- chiese Rose agli altri. Cris si voltò verso di lei ridendo compiaciuto. 
- quello che sanno fare meglio i cattivi ragazzi…- disse Leo mettendosi accanto a Cris 
- spezzare cuori?- ipotizzò per sdrammatizzare Rose
- fare a botte
Cris si avventò su quello più muscoloso, mentre Leo si difendeva dall'attacco di un altro uomo. Rose strinse a se il bambino. 
- posso aiutare
- no ho visto cosa succede se usi i tuoi poteri, hanno delle ricadute su di noi…e poi se la stanno cavando abbastanza bene
- non per molto guarda- il bambino indicò un condizionatore in aria dalla quale usciva del fumo. 
- è quel gas, quello che c'era nella stanza 
- maledizione…RAGAZZI FATE IN FRETTA
La lotta era diventata più difficile, i movimenti dei ragazzi non erano più leggeri e agili, ma pesanti e faticosi. 
- che succede?- chiese Cole, Rose non sentiva nessuna conseguenza fisica a differenza degli altri. 
- questo gas ci toglie i poteri
Gli uomini si stavano riprendendo. Il bambino scappo dalla presa di Rose. 
- fidati di me ho ancora un po' di potere.
Il bambino portò le mani in avanti. Cris si stava rialzando nonostante sembrasse che la gravità fosse cento volte più pesante. Leo guardò gli uomini accasciarsi. Cole si alzò, bianco in faccia, paonazzo. 
- cosa è successo?- chiese incredulo. 
- non riesco a capirlo è stato tutto così veloce…- disse Rose ancora stranita. Il bambino si accasciò a terra, Rose corse verso di lui. 
- andate avanti voi- disse Rose, come presi da una scossa di adrenalina Cris e Leo corsero verso il corridoio. Cole si voltò un attimo verso Rose. 
- Rose, mi dispiace
Rose sollevo lo sguardo. 
- anche a me. 
 
 
-Che succede?- Hanna era sfinita, il suo cervello le sembrava un forno che le stava bruciando tutto il corpo. 
- a quanto pare i tuoi amici hanno fatto prima del previsto, maledizione…- Hanna notò che l'uomo stava sistemando delle cose. 
- quindi che se ne fa di tutte quelle informazioni- la voce di Hanna era ancora impresa del suo dolore. 
L'uomo si avvicinò, con la sua valigia tra le mani, al volto di Hanna.
- dobbiamo pure trovare un modo per sterminarvi.
 
 
http://www.youtube.com/watch?v=UfGRUCsObZ0
 
Cris buttò giù l'ultima porta, entrò in una stanza vuota, almeno apparentemente. Poi sentii un rumore provenire dalla stanza accanto. Leo corse dietro di lui. Cris aprii lentamente la porta, aveva paura di quello che avrebbe potuto trovarci. Hanna era seduta su quel lettino senza forze, quell'uomo le aveva tolto le manette " ci rivediamo presto Hanna…salutami Cris da parte mia" le sue parole erano ancora incise nella sua mente. 
Hanna alzò lo sguardo, rivedere Cris era come rivedere di nuovo la luce, le sembrava di respirare di nuovo, era stremata, ma senza rendersene conto si alzò di botto e corse verso di lui, Cris fece lo stesso. Hanna arrivò tra le braccia di Cris, così confortevoli, quasi fatte a posta per lei, affondò il suo viso nel suo petto, stringendolo a se, come se volesse accertarsi che quella non fosse una visione. Leo li osservò, una parte di lui lo aveva sempre saputo, ma aveva lottato contro la parte innamorata di Hanna. Leo si allontanò da quella stanza per lasciarli soli. 
- mi dispiace- disse Cris stringendola a se. 
Hanna si staccò da quell'abbraccio.
- non è colpa tua insomma…- Hanna distolse lo sguardo, non riusciva a sostenere i suoi occhi limpidi. Cris sorrise nel vedere il rossore sulla guance di Hanna. 
Cris si avvicinò di poco, quasi troppo. Hanna riposò lo sguardo su Cris, il cuore le stava per uscire dal petto, una sensazione che ricordava poco e niente. Ma era spinta come da una calamita, una forza più grande di lei. 
- ragazzi!- La voce di Cole interruppe quel momento. 
Cris e Hanna si allontanarono di colpo. 
- scusate se ho interrotto il vostro momento romantico, ma dobbiamo svignarcela da qui. 
 
 
 
 
 
Ore 21:00 stanza di Cole. 
- sai il suo nome?- chiese Cole a Rose. 
- non so nulla so solo che ogni volta che usa i suoi poteri il dolore che sentono gli altri lo sente pure lui 
- come uno specchio- aggiunse Cris 
- esatto- affermò Rose 
- cosa ne facciamo?- disse Leo 
Rose si alzò dal letto, era stata tutto il tempo seduta accanto a lui. 
- lo porto con me 
Cole la guardò stranito. 
- tu cosa?
- è un guardiano, credo che abbia visto la cometa per questo era stato chiuso 
Hanna si alzò dalla sedia, la testa ancora le girava, Cris la fermò imponendole di stare seduta. 
- sei pazza? hai appena subito scosse al cervello 
Hanna lo guardò, non sapeva se essere arrabbiate per le imposizioni o felice per le preoccupazioni. 
- quindi il cognato di Ether era il suo capo 
- si la costringeva minacciandola con quei test…- Hanna odiava parlare di questo, ancora aveva la sensazione di essere su quel lettino. 
- domani noi abbiamo la partita il coach ci ha già rimproverati per la mancanza di oggi, ma se domani non siamo presenti ci giochiamo la borsa di studio- disse Leo rivolo a Cris. 
Hanna li guardò, non aveva idea di cosa rischiavano, avevano messo da parte ogni loro problema per lei. 
- io parto domani con il bambino…tu Cole?- chiese Rose voltandosi verso il ragazzo.
- credo di avere trovato quello che cercavo- disse sollevando di poco il quaderno che aveva tra le mani.
 
 
 
 
 
Hanna, Cris e Leo erano nel loro albergo. Era notte fonda. Hanna arrivò di fronte alla porta della sua stanza. 
- ragazzi non c'è bisogno che mi seguiate ovunque, cioè tra poco vi infilate pure in bagno 
- idea geniale- disse Cris malizioso, Hanna rise arrossendo e poi gli diede un leggero colpetto sulla spalla. 
- ci vediamo domani, forse verrò a vedervi- disser Hanna entrando nella stanza e facendogli la linguaccia, poi chiuse la porta, lasciando i due ragazzi un po' confusi, ma contenti di vederla li sana e salva. 
 
 
 
Il giorno dopo il sole splendeva alto. Erano le tre del pomeriggio, i ragazzi in panchina pronti per entrare in campo. Cris alzò lo sguardo tra gli spettatori. Cercava con lo sguardo Hanna. Leo lo notò e rise divertito. 
- è li 
Leo indico un punto vicino la panchina, precisamente da dove si entra. Era appoggiata al muro, in tribuna. Cris rise divertito e si avvicinò a lei. 
- cercavi me?- chiese lei 
- non vantarti 
- ma cercavi me 
Cris rise divertito 
- Rogers!!- il coach lo richiamò
- vai e distruggili
Cris si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia. Le sue labbra erano soffici, delicate. Hanna lo guardò correre versi i suoi compagni. Questo era lui, un attimo era li accanto a lei un attimo dopo era distante, ma sempre nella sua mente. Hanna sorrise felice che le cose stavano andando meglio. Ma aveva un brutto presentimento, come se quei momenti le sarebbero strappati via. Hanna incrociò lo sguardo di Leo, doveva ringraziarlo di tutto, anche di essersi preso cura di Kaley. 
 
 
 
Rose, Cole e il bambino erano sull'aereo. 
- non è stato facile ma li abbiamo procurati- disse Cole dando in mano a Rose i documenti del bambino. 
- Charly Benson, undici anni, Minnesota. 
- hai fatto un ottimo lavoro- disse Rose sorridendogli. Il bambino si svegliò, appena aveva messo piede in aereo si era riaddormentato nuovamente. 
Rose era seduta dal lato del piccolo finestrino, mentre Cole ai lati esterni. 
- senti come ti chiami veramente?- chiese Cole al bambino. 
- mi chiamo Zach 
- chi sono i tuoi genitori, cioè come sei finito in quel manicomio?
- Cole!- lo richiamò Rose credendo che fosse troppo per il bambino. 
- tranquilla, mi hanno trovato accanto alla cometa e mi hanno portato li
- hai un intelligenza superiore rispetto alla tue età- costato' Cole 
- quando vivi in quel mondo le cose sono diverse
Cole e Rose si guardarono in faccia. 
- vengo dal nostro mondo, io sono nato li, ma sono scappato
- non ti capisco…- disse Rose mettendosi la schiena di lato per vederlo meglio. 
- non lo sapete, eppure da noi è la prima cose che ci insegnano
Cole lo guardò paonazzo in volto e Rose era sempre più stranita. 
- Olimpo, almeno qui lo chiamano così. 
  
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