Anime & Manga > Pokemon
Ricorda la storia  |      
Autore: F l a n    30/01/2008    6 recensioni
Non tutte le favole hanno un lieto fine.
Lucinda, ne ha sempre lette molte, e sua madre le ha insegnato a credere nel buono.
Ma un principe può avere capelli viola scuro e occhi nero pece?.
[PaulxLucinda, nella fic con i nomi originali ovvero = Shinji e Hikari.]
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non per sempre felici e contenti.

"Non tutte le favole hanno un lieto fine."

Ci sono tante favole nel mondo, le leggono ai bambini quando sono piccoli, esse parlano di eroi coraggiosi che sconfiggono draghi, per i maschietti, e per le bambine si raccontano favole più dolci, dove le principesse si innamorano del salvatore del loro cuore.
Indipendentemente che lo vogliamo o no, cresciamo con questa concezione dell'amore.
Un'amore che può essere appassionato e forte, e sicuramente speriamo che anche per noi, un giorno o l'altro arrivi un principe su cavallo bianco, tra l'altro a volte lo pensiamo inconsciamente.
Eppure non tutte le favole hanno un lieto fine.

Lei, era una ragazzina solare dai lunghi capelli blu e occhi puri come il cielo notturno, di quell'intenso azzurro scuro, più comunemente chiamato blu oltremare.
Lui, era esattamente l'opposto del principe azzurro che ci si potesse immaginare, capelli viola scuro con riflessi più chiari, e occhi neri come la pece.

Hikari era una persona solare, sua madre l'aveva abituata a sperare nell'amore in ogni sua sfumatura, sognatrice coglieva ogni giorno fiorellini nel suo giardino, componendoli con cura in un vaso di vetro, sognando poi, che un giorno il suo principe dal manto dorato glieli avesse regalati anzichè lei se li dovesse cogliere da sola nel giardino.
Erano tante le sue aspirazioni per il futuro.
Hikari aveva cominciato a viaggiare in solitudine, incontrando una vastità incredibile di persone, e creandosi degli amici nelle città in cui passava. Partecipava a contest di Pokémon, alcuni vincendoli con l'aiuto dei suoi Pokémon, altri perdendoli, ma senza gettare la sua dignità.
Amava gli abiti sfarzosi, infatti si esibiva sempre con vari che aveva portato con se in viaggio.
Un giorno, durante una delle solite gare, si ritrovò faccia a faccia con un ragazzo bizzarro, dall'esprezzione dura e inflessibile, lanciò in campo il suo Pokémon, apparentemente ben allenato, ma in lui mancava una luce, quella luce che i suoi Pokémon avevano sempre avuto.
Contro di lui aveva perso, con due semplici mosse l'aveva messa KO.

Il ragazzo, sparì misteriosamente dalla scena.
Lo cercò dietro le tribune, lo cercò negli spogliatoi, lo cercò nei cortili.
Non lo trovò.
Quel ragazzo era apparso su quel palco, in tutta la sua freddezza, quel gelo per qualche motivo la pervase.
Da quel giorno non fece altro che pensare a lui.

Era un coordinatore stranissimo, dovette ammetterlo, doveva sapere di più su di lui, ma perchè non le avevano mai letto favole dove il misterioso uomo, che poi sarebbe divenuto il principe, era di un aspetto mediocre e l'aria cupa?
Tutte le favole avevano sempre luci e splendori, eppure lei non riusciva a vederli nella sua vita, oh, certo, c'erano le vittorie, ma c'erano anche le sconfitte, e mai un cavaliere l'aveva salvata o aiutata nel momento del bisogno.
Ma dov'era questo impavido eroe?
E perchè questo eroe aveva sempre un mantello bianco, chioma dorata, e occhi splendenti nelle favole?
Perchè non aveva occhi nero pece e capelli viola tetro?

Si pose tante domande su di lui, fino all'esaurimento, forse era solo una bambina che voleva scoprire il mondo, forse era solo una bambina abituata a credere che ciò che era scritto nei libri fosse constantemente vero.
Possibile che dovesse ricredersi?
Possibile che avesse sempre sbagliato a credere nei concetti basilari della vita?

Ma no, lei voleva sperarci, un giorno avrebbe rivisto quel ragazzo, quel ragazzo che tanto l'aveva incuriosita, esattamente come una principessa è incuriosita dal suo misterioso salvatore.

E così fu. Lo rivide. Ad un'altra gara.
Lo vide seduto ai piedi di un albero nell'attesa che il contest di quella città cominciasse, lei cautamente si avvicinò.
"Ciao."
"Mh, che vuoi?"
Hikari inarcò un sopracciglio. Normalmente nelle favole quando una donzella parlava con un uomo, esso le rivolgeva un inchino, un baciamano e le chiedeva come stava.
"Sei strano." rispose solamente, la ragazzina rivolgendo lo sguardo al cielo.
Lui non riuscì a capire, ed annoiato chiuse il libro che stava leggendo.
"Puoi andartene?" il suo tono era tutt'altro che amichevole, forse si era sbagliata, forse quello non era un principe uscito male, come lo aveva definito lei, ma era l'antagonista della storia, però l'antagonista non attrae mai la protagonista.
Hikari si posò ingenuamente un dito sulle labbra.
"No. Mi diresti il tuo nome?"
"Mi chiamo Shinji, e adesso ti prego, vattene."
"Non me ne andrò finchè non saprò come mai hai attirato tanto la mia attenzione."
Lui la stava chiaramente per prendere per pazza.
Si alzò da terra e le rivolse uno sguardo accigliato, quasi divertito dalla stranezza della situazione.
"Senti... ragazz-"
"Hikari, prego."
"ragazzina, non voglio fare amicizia con i miei avversari, quindi sei pregata di allontanarti.Sei solo una scocciatura."

Non poteva essersi sbagliata, quando aveva incontrato gli occhi di lui aveva sentito un tuffo al cuore, qualcosa le si era aggrappato alla gola, e non l'avrebbe lasciata.
Forse, era solo un tipo di principe del quale non aveva mai letto nelle sue favole...

Lei se ne andò, e dall'ora per tutto il resto della giornata non si rincontrarono.
Solo il giorno seguente, quello delle prove, lei potè rivederlo, si esibì in modo perfetto, con uno spettacolo stupendo.
Solo un principe poteva fare un tale spettacolo.
Incrociò le dita e salì sul palco dando prova della sua abilità, era una perfetta principessa lo sapeva, e infatti ottenne il massimo dei voti.

Si ritrovarono in finale.
La sconfisse di nuovo. Non le interessò molto, corse verso di lui, sperando di ricevere dei complimenti, gli sorrise congratulandosi.
Lui schiaffeggiò la sua mano e la guardò severo.

"Da me non avrai altro che il dolore. Non guardarmi, non seguirmi, non parlarmi."

Le lacrime cominciarono a scendere dal suo volto, lente e copiose, e i suoi occhi blu si strinsero furiosamente, corse via, nella stanza che gli era stata offerta per la momentanea permanenza in quella città, con sé naturalmente aveva i libri di favole, strappò le pagine, una ad una, piangendo, in un impeto di rabbia.
Non si chiese il perchè di quello scatto.
Non si volle dare spieazioni del perchè avvenne tutto così velocemente.
Non cercò di capire se lo amasse davvero o no.
Constatò solo una cosa quando si era ritrovata sdraiata tra pagine di favole, scritte di gioie che lei non aveva.

Quelle favole non le avevano mai detto la verità, quella verità in cui lei, inconsciamente, aveva sempre creduto.

Gettò una pagina dalla finestra, il passante che era lì per caso la raccolse, aveva i capelli viola e gli occhi nero pece.

"Non si è sempre felici e contenti."

Accartocciò la pagina e la gettò dietro di se, fu portata solamente via dal vento.



Fine.

Non chiedetemi come mi è uscita fuori, è stato un delirio psicologico, forse dovuto ad alcuni recenti avvenimenti.
Non l'ho riletta, non ce la farei, mi colpisce troppo nel profondo, confido di aver fatto pochi errori comunque.
Vi prego di stare molto attenti alla morale, e di commentare quella, perchè forse i personaggi sono usciti un po' OOC, ma del resto le PaulxLucinda, per quanto mi ispirano, non sono mai facili.
Comunque sono felice di averla scritta, e la dedico a tutti coloro che hanno avuto una delusione almeno una volta nella vita.
Lasciate un commento.

Ashley.






   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: F l a n