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Autore: rossymatta96    19/07/2013    1 recensioni
tratto dal testo: e tutte le volte ti chiedo di non essere morto...
Incentrata sui pensieri del dottor Watson.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“È così che fanno le persone, lasciano un biglietto”

Resto fermo a guardarti, sei lassù, su quell’edificio. Non sposto gli occhi da te da quando mi hai dato quell’ordine, l’ordine di guardarti. Cerco di dirti qualcosa, di persuaderti dal fare quella pazzia ma tu parli e io non posso fare altro che ascoltarti.dici che hai inventato tutto, i casi e anche Moriarty, dici di essere un impostore. No che non lo sei, lo so bene, mi stai mentendo, ne sono certo. Poi arriva quella frase: << Addio, john >> e ti butti in caduta libera giù dall’edificio schiantandoti al suolo. Quando arrivo al tuo fianco non voglio crederci e ti provo il polso ma il cuore non batte più. Sono sotto shock e guardo il tuo corpo che viene portato via dai medici.

***

Ricordo quel giorno come se fosse oggi. Ricordo ogni tua singola parola dettami al telefono. E ora sono qui sulla tua tomba a posare dei fiori come faccio spesso e tutte le volte ti chiedo di NON ESSERE MORTO[1]. Guardo la tua tomba e leggendo il tuo nome inciso su essa mi ripeto che non è vero. E con la mente torno indietro a tutti i nostri casi, più tuoi che miei, risolti con successo, alle nostre litigate, quanto mi facevi dannare, non sopportavo di essere usato come cavia, non sopportavo i tuoi spari all’una di notte, non sopportavo quando eri in astinenza da casi e impazzivi chiedendo le sigarette, ma nonostante tutto questo ti ero sempre accanto. Ricordo anche le nostre risate, ricordo ogni minima cosa della mia vita con te. Ero solo come un cane, te lo dissi la prima volta che io venni sulla tua tomba. Ti ho ringraziato, perché con te finalmente stavo bene. E … mi manchi, questa sono io che sto impazzendo perché mi manca tutto di noi e stare in quell’appartamento mi fa male, sono da solo lì, certo c’è la signora Hudson ma lei non è TE. Io sto impazzendo perché sei tu che mi manchi. Sai ho tenuto i tuoi vestiti, le tue provette, il tuo violino di cui mi manca terribilmente il suono, le tue bellissime melodie che componevi. Ho tenuto tutto con la speranza che tu ritorni, che tu ritorni a prendere il tuo posto qui in questa casa, qui nella mia vita, qui nel mio cuore da cui però non sei mai andato via del tutto. Ma c’è una domanda che mi assilla e una tua frase che mi rimbomba in testa. Diamine se rimbomba! Quando al telefono mi dissi: << è così che fanno le persone, lasciano un biglietto >>. E la domanda che mi pongo è questa: quel biglietto, cos’è o cos’era? Era la tua chiamata di addio o è un biglietto che mi deve arrivare, magari con scritto che non sei morto, che sei vivo e vegeto. Perché io ci spero che sia così, che tu non sia mai morto. Io ci spero tutti i giorni, e ci spererò fino a che mi resta fiato in corpo.

 
NOTA AUTRICE: povero John. Sherlock torna alla svelta che se no impazzisce davvero questo e lo rinchiudono in un manicomio.
Comunque dopo questo sclero di inizio nota ecco la precisazione del [1]: ho scritto la parte in maiuscolo perché la trovo essenziale, John non vuole credere che sia davvero morto. Beh vi saluto e aspetto visite, recensioni ecc… se volete criticare nessuno ve lo vieta ;) (penso che le righe siano troppo attaccate ma non son come risolvere il problema, ci lavorerò su prossimamente) Saluti, Rossy

  
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