Una
sconosciuta locanda nascosta nel bosco, una proprietaria piena di segreti e un
cliente inaspettato…
~ Half Moon ~
N. 1
Pioggia,
pioggia, solo molta pioggia. Oltre ad alberi, attorno a me non c’è
altro.
Eppure
il maestro si era raccomandato ( “Kimimaro, attento, lo sai che sei
particolarmente soggetto a quella malattia…
se vai fuori con la pioggia l’umido ti entra nelle ossa, le tue difese si
abbassano e ti AMMALERAI!” ) ma io devo compiere la missione affidatami
da Orochimaru-sama…
Chough!!
Un
colpo di tosse inaspettato mi fa sbilanciare e cascare penosamente dal ramo sul
quale ero appena saltato.
Ok,
forse forse… finché non smette di piovere, dovrò trovarmi
un riparo. Ma in mezzo alla foresta, in un luogo isolato pieno solo di piante,
senza nemmeno una piccola grotta, dove posso trovare una…
Toh,
una locanda.
“Half
Moon”… sembra un po’ decadente ma in mancanza di meglio
cercherò di adattarmi.
Provo
a bussare e mi viene ad aprire una ragazza dai lunghi capelli marroni raccolti
in due trecce ai lati della testa.
Appena
mi vede si tira su gli occhiali con un gesto rapido e mi guarda con
un’espressione piuttosto stupita. Non mi sembra di conoscerla, eppure il
suo viso non mi è nuovo.
Dopo
un po’, comunque, si decide ad aprir bocca e a dirmi qualcosa con una
vocina flebile flebile:
-
Ma tu… - inizia, puntando l’indice contro di me – Non sarai
mica un cliente? –
Heh, ti pareva… ci mancava anche
una tipetta simile!
~~
Finalmente,
dopo non so quante feste fattemi da quella ragazza, riesco ad entrare e a
prenotare una stanza.
Beh,
se fuori questo posto cade a pezzi, all’interno è davvero molto,
molto accogliente, pulito e curato. L’illuminazione è calda e sa
di casa, i mobili sono in legno pregiato ed è tutto spolverato ed in
ordine. Sì, è proprio un bel posticino! Credo che lo
raccomanderò agli altri Quattro del Suono, nel caso dovessero fermarsi
da qualche parte durante una missione…
-
Dev’essere affamato – mi dice ad un
tratto la ragazza sfoggiando un sorrisone che le va da
un’estremità all’altra del viso – Se vuole può
accomodarsi in sala da pranzo, la cena sarà servita fra poco. –
La
strana individua si allontana da me canticchiando e saltellando, mentre le sue
trecce svolazzano allegramente qua e là ad ogni suo balzo.
Che
tipa, è veramente bizzarra.
Mi
incammino verso la sala da pranzo e prendo posto ad una delle sedie attorno al
tavolo: sembra non esserci nessun altro cliente, ora capisco perché lei
è così felice.
Faccio
vagare ancora lo sguardo e scopro che proprio dietro di me c’è la
porta della cucina.
Mi
avvicino e con fare furtivo sbircio dentro: la ragazza con le trecce si sta
affannando fra pentole e padelle, mentre si affretta a mettere la minestra nel
piatto fondo e cercando di aprire lo sportello del forno con un piede. Mi
domando se tutti i giorni faccia da mangiare così tanto anche se c’è solo
lei, oppure è solo un caso…
Quando
si accorge della mia presenza sfodera un altro sorriso, senza però
guardarmi negli occhi.
-
Serve qualcosa? – mi domanda, grattandosi sotto l’occhio
sfregandosi il viso contro un braccio
- No, a dire il vero no – le
rispondo – Mi era soltanto sorto un dubbio… -
-
Mi dica pure –
-
Ecco… - non so perché, ma per qualche motivo questa domanda mi
imbarazza – lei gestisce questa locanda da sola? –
-
Già – mi risponde, velocemente.
-
E perché? –
-
Perché… beh… - assume un aria un po’ triste, mentre si
ferma un attimo, stringendo un ciondolo che ha legato al collo – E’
una storia troppo lunga e noiosa, non credo che le possa interessare! –
Quindi,
mi sorride di nuovo, provocandomi una specie di fitta al cuore.
-
Capisco… - abbasso lo sguardo, per poi tornare a guardarla
-
Com’è che si chiama, lei? – le chiedo
-
Nozomi… Nozomi Mizukawa – mi dice, pronunciando lentamente tutte le
parole, come per farmi capire meglio – E lei? –
- Io mi chiamo Kimimaro, Kimimaro Kaguya.
–
-
Kimimaro… - la sento dire, a bassa voce –
Bel nome! –
-
La ringrazio –
-
Comunque… - mi fa, girando con maestria la frittata nella padella, mentre
ridacchia un po’ – Non mi dia del “lei”, per favore. Mi chiami semplicemente Nozomi! –
-
Va bene, però anche lei... cioè, tu… non darmi del
“lei”-
-
D’accordo, Kimimaro! – fa un’altra
risatina, poi prende una serie di piatti e inizia a portarli in sala, seppur
barcollando.
-
Ti serve una mano? – le dico, cominciando già a toglierle qualcosa
di mano per aiutarla a rimettersi in equilibrio.
-
… grazie… - mi risponde, timidamente, lei.
~~
La cena era
ottima. Nozomi può sembrare una svampitella mezza fuori di testa, ma è una cuoca
eccellente.
In questo
istante sono appoggiato al davanzale interno di una finestra, mentre guardo le
gocce di pioggia che si schiantano contro i vetri. Chissà quando
cesserà questo maledetto temporale, che per altro già odio con
tutto me stesso. Devo portare a termine la mission…
Chough!! Chough!
Un altro attacco
di tosse… quando tornerò a Oto credo che me la farò
controllare dal Maestro…
- Uuuuh, che brutta tosse! Vuoi fare un bagno termale?
–
Appena sento
quest’invito inaspettato, di riflesso tiro fuori un osso dalla spalla e
lo punto contro chi ha parlato.
- CHI SEI?!
– Urlo, semiterrorizzato
- Ma come, non
mi riconosci? Sono… io, sono Nozomi. –
Smetto di
puntarle l’osso contro e mi rilasso. Certo! Come ho fatto a non capire
subito che era lei? Si è solo sciolta i capelli… come sono scemo,
penso, mentre mi batto una mano sulla fronte.
- Sai manpolare le tue ossa? – mi chiede, con fare
interessato, indicando con un dito l’osso che ho tirato fuori poco fa (e che ora sto
rimettendo al suo posto). A quanto vedo, questa, ragazza ha l’abitudine
di indicare le cose…
- Già,
hai scoperto la mia abilità innata – rispondo – Spero che tu
non ti sia impressionata troppo. –
- Oh, no, non
preoccuparti. Ah! Comunque sia, - comincia a dire, cambiando discorso –
questo bagno termale, ti va di farlo sì o no? –
- Terme? Ci sono
delle terme qui? – accidenti, non credevo che in un posticino così
piccolo ci fossero seriamente…
- Sì, ma
sono due stanzine proprio piccole al chiuso, una per i maschi e l’altra
per le femmine… un bagnetto termale io me lo facio
tutte le sere, è così rilassante… e poi fa bene alla pelle,
ne previene l’invecchiamento e tira via tutte le impurità! –
mi dice, come se stesse recitando una filastrocca a memoria
- Accidenti,
già ti preoccupi dell’invecchiamento? Quanti anni hai? – le
faccio, con una punta di maliziosità.
- A dire il
vero… ne ho 19. –
- Accidenti, sei
davvero giovane… - sussurro, mentre continuo a guardarla.
Ormai ne sono
certo, io questa ragazza l’ho già vista, ma dove?
~~
Anche il bagno
termale è stato piacevole. Esco tutto avvolticciato
in un asciugamano, e con i piedi pesto qualcosa di duro.
Guardo a terra:
è una collanina con attaccato un piccolo ciondolo a forma di mezzaluna.
Probabilmente è di Nozomi, glielo
restituirò domani, ormai è tardi e sarà a letto...
Mi metto un
Kimono da notte e mi fiondo in camera a stendere il futon.
Poco prima di
spengere la luce, lancio un’altra occhiata al ciondolo. E’ molto
bello, in oro bianco o argento, non riesco a capire…
FLASHBACK: Anche
questo ciondolo io l’ho già visto!!! Era al collo di qualcuno
quando abbiamo assediato il villaggio dei Campi di Riso: ma come mai ce
l’ha Nozomi? Abbiamo imprigionato tutti, di
quel villaggio… o forse no? Troppi pensieri mi girano per la testa, credo
che non dormirò, stanotte…