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Autore: Uzumaki94    30/01/2008    1 recensioni
Una sconosciuta locanda nascosta nel bosco, una proprietaria piena di segreti e un cliente inaspettato…
Questa fic doveva essere una One-shot, ma ho deciso di dividerla in due capitoli. Spero che sia di vostro gradimento.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kimimaro Kaguya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una sconosciuta locanda nascosta nel bosco, una proprietaria piena di segreti e un cliente inaspettato…

~ Half Moon ~

N. 1

Pioggia, pioggia, solo molta pioggia. Oltre ad alberi, attorno a me non c’è altro.

Eppure il maestro si era raccomandato ( “Kimimaro, attento, lo sai che sei particolarmente soggetto a quella malattia… se vai fuori con la pioggia l’umido ti entra nelle ossa, le tue difese si abbassano e ti AMMALERAI!” ) ma io devo compiere la missione affidatami da Orochimaru-sama…

Chough!!

Un colpo di tosse inaspettato mi fa sbilanciare e cascare penosamente dal ramo sul quale ero appena saltato.

Ok, forse forse… finché non smette di piovere, dovrò trovarmi un riparo. Ma in mezzo alla foresta, in un luogo isolato pieno solo di piante, senza nemmeno una piccola grotta, dove posso trovare una…

Toh, una locanda.

“Half Moon”… sembra un po’ decadente ma in mancanza di meglio cercherò di adattarmi.

Provo a bussare e mi viene ad aprire una ragazza dai lunghi capelli marroni raccolti in due trecce ai lati della testa.

Appena mi vede si tira su gli occhiali con un gesto rapido e mi guarda con un’espressione piuttosto stupita. Non mi sembra di conoscerla, eppure il suo viso non mi è nuovo.

Dopo un po’, comunque, si decide ad aprir bocca e a dirmi qualcosa con una vocina flebile flebile:

- Ma tu… - inizia, puntando l’indice contro di me – Non sarai mica un cliente? –

Heh, ti pareva… ci mancava anche una tipetta simile!

~~

Finalmente, dopo non so quante feste fattemi da quella ragazza, riesco ad entrare e a prenotare una stanza.

Beh, se fuori questo posto cade a pezzi, all’interno è davvero molto, molto accogliente, pulito e curato. L’illuminazione è calda e sa di casa, i mobili sono in legno pregiato ed è tutto spolverato ed in ordine. Sì, è proprio un bel posticino! Credo che lo raccomanderò agli altri Quattro del Suono, nel caso dovessero fermarsi da qualche parte durante una missione…

- Dev’essere affamato – mi dice ad un tratto la ragazza sfoggiando un sorrisone che le va da un’estremità all’altra del viso – Se vuole può accomodarsi in sala da pranzo, la cena sarà servita fra poco. –

La strana individua si allontana da me canticchiando e saltellando, mentre le sue trecce svolazzano allegramente qua e là ad ogni suo balzo.

Che tipa, è veramente bizzarra.

Mi incammino verso la sala da pranzo e prendo posto ad una delle sedie attorno al tavolo: sembra non esserci nessun altro cliente, ora capisco perché lei è così felice.

Faccio vagare ancora lo sguardo e scopro che proprio dietro di me c’è la porta della cucina.

Mi avvicino e con fare furtivo sbircio dentro: la ragazza con le trecce si sta affannando fra pentole e padelle, mentre si affretta a mettere la minestra nel piatto fondo e cercando di aprire lo sportello del forno con un piede. Mi domando se tutti i giorni faccia da mangiare così tanto anche se c’è solo lei, oppure è solo un caso…

Quando si accorge della mia presenza sfodera un altro sorriso, senza però guardarmi negli occhi.

- Serve qualcosa? – mi domanda, grattandosi sotto l’occhio sfregandosi il viso contro un braccio

- No, a dire il vero no – le rispondo – Mi era soltanto sorto un dubbio… -

- Mi dica pure –

- Ecco… - non so perché, ma per qualche motivo questa domanda mi imbarazza – lei gestisce questa locanda da sola? –

- Già – mi risponde, velocemente.

- E perché? –

- Perché… beh… - assume un aria un po’ triste, mentre si ferma un attimo, stringendo un ciondolo che ha legato al collo – E’ una storia troppo lunga e noiosa, non credo che le possa interessare! –

Quindi, mi sorride di nuovo, provocandomi una specie di fitta al cuore.

- Capisco… - abbasso lo sguardo, per poi tornare a guardarla

- Com’è che si chiama, lei? – le chiedo

- Nozomi… Nozomi Mizukawa – mi dice, pronunciando lentamente tutte le parole, come per farmi capire meglio – E lei? –

- Io mi chiamo Kimimaro, Kimimaro Kaguya. –

- Kimimaro… - la sento dire, a bassa voce – Bel nome! –

- La ringrazio –

- Comunque… - mi fa, girando con maestria la frittata nella padella, mentre ridacchia un po’ – Non mi dia del “lei”, per favore. Mi chiami semplicemente Nozomi! –

- Va bene, però anche lei... cioè, tu… non darmi del “lei”-

- D’accordo, Kimimaro! – fa un’altra risatina, poi prende una serie di piatti e inizia a portarli in sala, seppur barcollando.

- Ti serve una mano? – le dico, cominciando già a toglierle qualcosa di mano per aiutarla a rimettersi in equilibrio.

- … grazie… - mi risponde, timidamente, lei.

~~

La cena era ottima. Nozomi può sembrare una svampitella mezza fuori di testa, ma è una cuoca eccellente.

In questo istante sono appoggiato al davanzale interno di una finestra, mentre guardo le gocce di pioggia che si schiantano contro i vetri. Chissà quando cesserà questo maledetto temporale, che per altro già odio con tutto me stesso. Devo portare a termine la mission

Chough!! Chough!

Un altro attacco di tosse… quando tornerò a Oto credo che me la farò controllare dal Maestro…

- Uuuuh, che brutta tosse! Vuoi fare un bagno termale? –

Appena sento quest’invito inaspettato, di riflesso tiro fuori un osso dalla spalla e lo punto contro chi ha parlato.

- CHI SEI?! – Urlo, semiterrorizzato

- Ma come, non mi riconosci? Sono… io, sono Nozomi. –

Smetto di puntarle l’osso contro e mi rilasso. Certo! Come ho fatto a non capire subito che era lei? Si è solo sciolta i capelli… come sono scemo, penso, mentre mi batto una mano sulla fronte.

- Sai manpolare le tue ossa? – mi chiede, con fare interessato, indicando con un dito l’osso che ho tirato fuori poco fa (e che ora sto rimettendo al suo posto). A quanto vedo, questa, ragazza ha l’abitudine di indicare le cose…

- Già, hai scoperto la mia abilità innata – rispondo – Spero che tu non ti sia impressionata troppo. –

- Oh, no, non preoccuparti. Ah! Comunque sia, - comincia a dire, cambiando discorso – questo bagno termale, ti va di farlo sì o no? –

- Terme? Ci sono delle terme qui? – accidenti, non credevo che in un posticino così piccolo ci fossero seriamente…

- Sì, ma sono due stanzine proprio piccole al chiuso, una per i maschi e l’altra per le femmine… un bagnetto termale io me lo facio tutte le sere, è così rilassante… e poi fa bene alla pelle, ne previene l’invecchiamento e tira via tutte le impurità! – mi dice, come se stesse recitando una filastrocca a memoria

- Accidenti, già ti preoccupi dell’invecchiamento? Quanti anni hai? – le faccio, con una punta di maliziosità.

- A dire il vero… ne ho 19. –

- Accidenti, sei davvero giovane… - sussurro, mentre continuo a guardarla.

Ormai ne sono certo, io questa ragazza l’ho già vista, ma dove?

~~

Anche il bagno termale è stato piacevole. Esco tutto avvolticciato in un asciugamano, e con i piedi pesto qualcosa di duro.

Guardo a terra: è una collanina con attaccato un piccolo ciondolo a forma di mezzaluna. Probabilmente è di Nozomi, glielo restituirò domani, ormai è tardi e sarà a letto...

Mi metto un Kimono da notte e mi fiondo in camera a stendere il futon.

Poco prima di spengere la luce, lancio un’altra occhiata al ciondolo. E’ molto bello, in oro bianco o argento, non riesco a capire…

FLASHBACK: Anche questo ciondolo io l’ho già visto!!! Era al collo di qualcuno quando abbiamo assediato il villaggio dei Campi di Riso: ma come mai ce l’ha Nozomi? Abbiamo imprigionato tutti, di quel villaggio… o forse no? Troppi pensieri mi girano per la testa, credo che non dormirò, stanotte…

  
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