Serie TV > Il commissario Montalbano
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Autore: mastersilver88    30/01/2008    4 recensioni
-Notte secca. Di magra, e di luna piena. Un vento che pizzica i polmoni, li sveglia dal torpore notturno. Odore di una terra che non sempre si ha sotto gli occhi, così diversa dal freddo nord..- Fanfic dedicata al personaggio creato da Camilleri. Questa volta Montalbano non si troverà per le mani la solita indagine, ma una ricerca in cui é in ballo la vita di un uomo..
Genere: Thriller, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una disperata ricerca Notte secca. Di magra, e di luna piena. Un vento che pizzica i polmoni, li sveglia dal torpore notturno. Odore di una terra che non sempre si ha sotto gli occhi, così diversa dal freddo nord. G. lo sentiva. Quante volte ha sentito questa differenza, viaggiando da una zona a un'altra d'Italia, alla caccia della sua preda, in fuga da troppo tempo.


Il bagno mattutino aveva un sapore diverso, il suo mare sembrava diverso. Montalbano lo sentì attraverso ogni poro, ogni onda e ogni corrente che gli veniva incontro,e che tentava di cacciarlo prepotentemente verso la spiaggia. Seguì il consiglio, e poco dopo la sabbia salutò i suoi piedi umidi, impiastricciandoglieli.
Poco dopo si accorse che, vicino alla terrazza di casa sua, stava un uomo, che lo stava aspettando. Lo capì leggendogli la faccia, impassibile e con gli occhi attenti su ogni mossa del commissario.
L'uomo gli si avvicinò.
-Buon giorno.- fu laconico e preciso come un orologio svizzero.
-Desidera, signor..?-
-..G., non mi chieda il cognome, perché l'ho perso da tanto tempo. Ho bisogno del suo aiuto.-
Il signor G. era un bel ragazzo, sui 25 anni,lo si sarebbe notato anche in mezzo alla folla. Il suo sguardo mise in guardia Montalbano, ma il motivo preciso della sua incertezza non lo sapeva.
- Meglio andare in casa, se vuole le offro un caffè.-
Stare lì, in piedi e protetto solo dal costume da bagno, gli dava troppo fastidio, lo faceva sentire..inerme.
In accappatoio sulla veranda la debolezza si sentiva di meno. Riuscì a preparare il caffè in poco tempo, giusto per discutere il più velocemente possibile.
-Come mai mi ha cercato?-
-So che lei è una persona curiosa, e che si butta volentieri a capofitto in ogni indagine..-
-Ma ora sono in vacanza, e se mi permette non voglio rotture di scatole in giro..-
G. sorrise, come se si aspettasse la risposta del commissario.
-Per questo la volevo coinvolgere in questa mia caccia personale.-
Montalbano si bloccò. La cosa puzzava, e il termine "caccia" non portava nulla di buono alla sua memoria di poliziotto. Non ebbe bisogno di parlare per farlo proseguire.
-Una persona a me cara rischia di morire entro stanotte, e vorrei che questo "incidente" si evitasse.-
-Mi scusi, ma come fa a dirlo con tanta precisione?-
-Non è importante come io lo sappia, ma che lei mi aiuti a fermare l'assassino.-
-Ah, quindi lei lo conosce!-
-Proprio qui sta il mio problema: io non posso fermarlo, perché oltre ad ammazzare lui, se mi vedesse ammazzerebbe me.-
-Un bel problema. E per questo lei mi ha chiesto di aiutarla. Posso sapere chi è il pazzo omicida?-
Il volto del ragazzo s'impallidì. Iniziò ad agitarsi sul divano, nervoso e insicuro.
-Io..non posso dirglielo. Devo scappare via. Ah, ecco il nome della vittima.-
Un foglietto ingiallito cadde sul tavolo. Montalbano non fece in tempo a leggere il nome che il ragazzo si era già dileguato saltando giù dalla terrazza.
Lo colsero l'incazzatura per aver mandato a puttane la sua meritata vacanza, l'incazzatura per essersi fatto coinvolgere nell'ennesimo casino, e la preoccupazione di non sapere da dove iniziare la disperata ricerca.


A 47 anni una persona cerca di non fare sforzi oltre i limiti delle proprie possibilità, per cercare di non ritrovarsi il giorno successivo con dolori o altre brutte sorprese. Montalbano se ne fregava di consigli di questo tipo, nonostante la sua eterna fidanzata gliene dicesse uno ogni giorno, e cercava di non dare a vedere
i frutti delle sue fatiche extra. Stavolta, ne era certo, non se la sarebbe cavata con poco: era appena tornato da una serie di giri presso il commissariato alla ricerca di Fazio, per cercare il signor X.P., ma per ora aveva trovato ben poco. Sapeva solo che era un pensionato di 65 anni, appena trasferitosi a Vigàta dopo la morte della moglie. Non aveva ancora trovato una residenza, e si spostava tra gli alberghi del circondario.
Facile a dirsi, ma il circondario consisteva in ben quattro comuni, ognuno fornito di un numero di alberghi oscillante tra i due e i cinque. Non poteva permettersi il lusso di perdere minuti preziosi, ormai erano le quattro passate del pomeriggio, e mancavano meno di 8 ore al termine della giornata.
Con molta pazienza si mise a chiamare in tutti i posti dove si poteva trovare il suo uomo, ma dopo due ore di ricerca poté tranquillamente escludere che si trovasse al di fuori di Vigàta. Rimanevano solo i  due alberghi del paese, ma preferì andare a controllare di persona.
Uscì dal commissariato, diretto verso la macchina, ma ad aspettarlo c'era G., tranquillamente appoggiato contro il cofano della fiat truccata. Era più inquieto rispetto alla mattina, ma cercava di non darlo a vedere. Gelò Montalbano con una sola occhiata.
-Non l'ha ancora trovato. Il tempo stringe.-
-Credete che abbia passato il tempo a girarmi i pollici? Non potevate aiutarmi, o darmi delle indicazioni?-
Era incazzato nero, avrebbe potuto rispondergli peggio, ma si trattenne. Aveva fretta, ormai erano quasi le otto, e più stava lì più tempo perdeva.
-Devo andare a controllare i due alberghi, venite con me o mi lasciate andare?-
-Avete ragione. Avremo tempo dopo per discutere.-
E lo piantò in mezzo alla piazza, con la fretta e un sacco di domande in testa.
Mentre correva verso la periferia nord di Vigàta, verso l'entroterra, si chiese che cosa intendesse il giovane con la sua ultima frase. E poi perché si sa così poco di questo signor X.P.? Che legami ci sono tra lui e G.? Ma soprattutto, perché il pensionato è inseguito da una persona che lo vuole uccidere?


Naturalmente al primo albergo la vittima non c'era, aveva soggiornato lì fino a due giorni prima. Stava per andarsene, diretto verso l'altro albergo, quando notò una donna che lo fissava intensamente. Era preoccupata tanto quanto lui, aveva le mani unite strette, i capelli neri sciolti e tristi al vento. Montalbano andò verso lei, e sospettò che lo stesse aspettando. Si capirono al volo.
-Il commissario Montalbano, giusto?-
-Si. Sto cercando X.,e lei?-
I suoi occhi divennero lucidi. Le mani si strinsero più a fondo, e il respiro si mozzò. Perfino il vento tacque.
-Sono giorni che tento di raggiungerlo, ma ogni volta che arrivo lui è già partito. Ma sappiamo entrambi dove andare.-
-Salga su, lo raggiungeremo.-
In viaggio pensò bene di chiarire i suoi dubbi su tutta la faccenda. Ormai anche lui si poteva ritenere coinvolto in quella storia, e voleva capire di più.
-Mi scusi, ma le devo fare qualche domanda..-
La ragazza gli sorrise. Guardandola meglio, vide che era giovane, circa 21 anni. Non era sposata, ma aveva un anello d'argento all'anulare.
-Mi chiamo C.U..-
-Ah, credevo fosse la figlia del signore B.. Come mai lo state cercando?-
-Io e il mio..ragazzo..lo stiamo cercando. E' un nostro amico, e siamo preoccupati per lui.-
-Capisco. G. e lei lo state cercando..e siete preoccupati..quindi lei SA che c'è un uomo che vuole uccidere il vostro amico, e dovrebbe anche sapere il perché.-
C. si zittì. Guardò fissa davanti a sé la strada.
-Se non gliel'ha detto G. allora non posso farlo nemmeno io. Io non dovrei essere qui..- aggiunse, guardando Montalbano negli occhi- G. vorrebbe che stessi lontana sia da X. che dal suo inseguitore, ma non potrei mai farlo. Devo aiutarlo.-
Bene, pensò il commissario, invece di capirci qualcosa in più, si aggiungono altre magagne. Pestò sull'acceleratore per sfogarsi, e raggiunsero l'albergo verso le nove e mezza.
Si gettarono fuori dalla fiat in preda alla preoccupazione, e appena furono nella hall sommersero di domande l'albergatore. Si videro porre davanti il registro dei clienti, e notarono, tra i nomi in fondo alla pagina, la firma del loro uomo.
-Siete i terzi che me lo chiedono oggi! Ma che cosa vi ha fatto questa persona?!-
Montalbano restò di sasso. Forse era tardi, oppure avevano ancora una possibilità?
-Potrei sapere chi ha chiesto del signor X.P. prima di noi?-Uscirono dall'albergo. Li accolsero il mare e G., e C. gli corse incontro. Si vedeva che era disperata, ma lui cercò di tranquillizzarla.
-Probabilmente é andato al luogo dell'incontro. La prego, commissario, ci porti al cimitero di Vigàta.-
-Poco prima che voi arrivaste me l'ha chiesto un giovane, un certo G., che doveva incontrarsi con il mio cliente tra un'ora.-
Il commissario guardò la ragazza, cercando conferma di quello che aveva detto l'albergatore. Lei gli rispose con lo sguardo, e capì che era vero.
-E prima del ragazzo, chi è venuto?-
-Era un signore sulla quarantina, insieme ad altre due persone, probabilmente due tirapiedi. Aveva fretta di trovarlo, mi aveva anche chiesto dove era andato.-
-Andato? Perché, per caso, è uscito dall'albergo?-
-Si, commissario, e non è ancora tornato.-
Uscirono dall'albergo. Li accolsero il mare e G., e C. gli corse incontro. Si vedeva che era disperata, ma lui cercò di tranquillizzarla.
-Probabilmente é andato al luogo dell'incontro. La prego, commissario, ci porti al cimitero di Vigàta.-


-Bella pensata,il cimitero! La prossima volta pensaci meglio prima di fare cazzate!-
Ovviamente incazzato, si era perfino dimenticato di dare del lei a tutti e due (In fondo, quando si vive assieme una situazione difficile si creano dei legami insospettabili). La scavalcata del cancello é stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e la pazienza di Montalbano, ma soprattutto il fisico. La schiena stava iniziando a far sentire i primi presagi di dolori vari, ma quello non era il momento più adatto.  Erano arrivati alla cappella centrale, il luogo dell'appuntamento. Videro un uomo seduto sul gradino di pietra, ma videro che non era X.: era più giovane, sui 45 anni, capelli di media lunghezza neri striati di grigio, elegante, occhi azzurri e tremendamente somigliante a G.. Questi si alzò, e sorrise.
-Vedo che non hai tardato di un minuto. E mi hai portato un regalino..non dovevi disturbarti. Sei proprio un bravo figlio.-
C. fece un passo indietro, sapeva che si stava riferendo a LEI. Due uomini armati di pistola sbucarono ai lati del terzetto, e li obbligarono ad alzare le mani.
-Dammela, e sorvolerò su tutte le sciocchezze che hai fatto.- e fece segno ai due, che iniziarono a sparare. Si gettarono a terra, e Montalbano tirò fuori la pistola.
Nel frattempo G. corse verso suo padre, che si stava avvicinando alla ragazza. Quando vide che il ragazzo aveva una pistola in mano, ben puntata verso lui, cercò di allontanarsi verso l'uscita del cimitero.
-Dove vai, papà? Devo renderti il favore per tutto quello che ci hai fatto.-
Il signore inciampò, e si ritrovò con la pistola puntata sul cuore. Sapeva di non avere più scampo, suo figlio aveva imparato da lui che non bisogna avere pietà per nessuno.
-Se hai qualcosa da dirmi prima che ti ammazzi, fallo ora.-
Il respiro gli era morto in gola, gli occhi di G., gli stessi della sua amata e morta moglie lo stavano trafiggendo.
-Io amo C., e rifarei mille volte quello che ho fatto per lei, ma se riuscissi a dimenticarla ti chiederei perdono.-
-Se la ami, ti prego, permettimi di stare con lei.-
Silenzio. Montalbano osservava attento le mosse dei due, avvicinandosi per capire cosa voleva fare il ragazzo. L'uomo abbassò la testa, e finalmente rispose:
-D'accordo, potrai stare con lei. Rendimi orgoglioso di averti come figlio.-
-Lo farò-.
G. premette il grilletto, e prima che il commissario potesse fermarlo, sparò a suo padre.
Il colpo risuonò nel silenzio della notte, scuotendo i presenti.Uscirono dall'albergo. Li accolsero il mare e G., e C. gli corse incontro. Si vedeva che era disperata, ma lui cercò di tranquillizzarla.
-Probabilmente é andato al luogo dell'incontro. La prego, commissario, ci porti al cimitero di Vigàta.-
Ma l'uomo non crollò a terra: lentamente aprì gli occhi, e prima di rendersene conto, G. lo aiutò ad alzarsi.
-Perchè non mi hai sparato?-
Montalbano gli rispose:
-Perché lei non ha ucciso nessuno, nemmeno X., lo ha legato e nascosto nella cappella.-


A mezzanotte la volante della polizia accompagnò i due tirapiedi e il padre di G. al commissariato, ma Montalbano rimase ancora un pò con i due giovani e la ex-preda.
-Credo che mi dobbiate delle spiegazioni.-
-Ha ragione, commissario. Vede, dato che mio padre non voleva che stessi insieme a C. perché si era innamorato di lei, abbiamo deciso insieme di nasconderla da X., un mio caro amico che, per fortuna mia, si era appena trasferito dal nord. Purtroppo ero sempre seguito da qualcuno mandato dal "vecchio", e credo che in questo modo sia venuto a sapere dell'incontro tra me e la mia ragazza.-
-Perché non ha voluto chiamare la polizia per farsi aiutare?-
-Non volevo che succedesse nulla né a C. né a mio padre. Lui é solo un uomo innamorato.-
Vedendoli vicini e felici, Montalbano pensò alla sua Livia, lontana al nord. Stava per andarsene, quando C. lo chiamò.
-Se ci sposeremo, la inviteremo al matrimonio, promesso!-
 

Arrivato a casa, chiamò a Boccadasse, e subito Livia gli rispose.
-Cos'é successo? Sai che é l'una di notte?-
-Lo so, ma dovevo dirti cosa mi é successo oggi, e che mi manchi..-.

FINE
  
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