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Autore: Angie_san    19/07/2013    1 recensioni
Due mondi completamente diversi. Due vite. Due cuori. Un unico destino. Una guerra terminata da tremila anni. Un nemico che si nasconde nell'ombra. Un nuovo imminente attacco. Misteri, segreti, magia, avventura. Una semplice gita tra amici che cambierà per sempre la vita di Alan.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera a tutti! Questo è il mio primo tentativo di storia fantasy originale. Spero che vi possa piacere. Questo primo capitolo è una sottospecie di prologo. Detto questo, buona lettura!

CAPITOLO 1 – Nuovo mondo
 

Green Bay – Ore 20:47
 
“Ripeti un attimo, perché non credo di aver capito” Non riusciva nemmeno ad alzare gli occhi dal piatto, aveva paura di vedere l’espressione di sua madre.

“Domani parto per una vacanza al lago con degli amici” Continuava a giocare col cibo, senza mai alzare lo sguardo.

“E come farai con gli esami universitari? So che ne hai parecchi in questo periodo” Ecco, lo sapeva che prima o poi gli avrebbe fatto quella domanda.

“Mi sono messo d’accordo con i professori, me li faranno recuperare una volta tornato”

“E quanto dovresti starci al lago?”

“Un mesetto, forse un po’ di meno” Finalmente alzò lo sguardo, ed incontrò lo sguardo severo di sua madre. Sapeva che non gli andava a genio l’idea che lui si prendesse una vacanza, però gli serviva staccare un po’ la spina. E una tranquilla vacanza al lago Michigan era proprio quello di cui Alan aveva bisogno in quel momento.

“Va bene, ho capito. Però ti avverto, io ti lascio andare al lago, ma tu mi giuri che andrai bene in tutti, e dico tutti, gli esami che hai da fare. Chiaro?”

“Si mamma, te lo giuro” Detto questo, Alan iniziò a mangiare sul serio ciò che rimaneva della sua cena. Capitava spesso che ci fossero solo lui e sua madre a cenare. Sua sorella, Ashlin, la maggior parte delle colte usciva con le amiche. Suo padre era morto anni addietro per colpa di un tumore diagnosticato troppo tardi. Alan ormai l’aveva superata, però sua madre da quel giorno non era più stata la stessa. Era cambiata, non sorrideva più come prima anzi, non sorrideva affatto. Alan aveva cercato in tutti i modi di farla tornare come prima, ma invano.  Ora si comportava semplicemente da studente universitario. Finita la cena, Alan si alzò da tavola, lavò i suoi piatti e se ne andò in camera sua. Accese il computer e, mentre aspettava che si caricasse, indossò i pantaloni della tuta che usava per dormire. Una volta che il computer ebbe finito di caricarsi, Alan si sedette in poltrona ed entrò su Facebook. Stava curiosando tra le foto dei suoi amici quando arrivò al suo orecchio il suono di un nuovo messaggio. Vide il mittente: Jonathan, il suo migliore amico.

°-°-°-°-°-°-°

Jonathan Taylor

1 luglio 21:39

Jordan Taylor:Ehilà!
Alan Harris:Ehy
Jordan Taylor:Hai chiesto a tua madre per il lago?
Alan Harris:Si, ha detto che posso venire
Jordan Taylor:Ma?
Alan Harris:Ma cosa?
Jordan Taylor:C’è sempre un ma quando si tratta di tua madre.
Alan Harris:Mi ha fatto giurare che sarei andato bene agli esami. Può stare tranquilla, sono il primo della classe, non avrò nessun problema ad avere il massimo.
Jordan Taylor:Giusto, tu sei il genio della classe! Comunque, vengono anche Justin, Max, Scott, Rachel, Zoe e Gabrielle. Ti ho già detto cosa portare vero?
Alan Harris:Si, ho già tutto. Non preoccuparti. Ci si vede
Jordan Taylor:Già.  Ci si vede

°-°-°-°-°-°-°

Dopo quella conversazione Alan  girovagò fra foto, post e notifiche fino a che non sentì che gli occhi non riuscivano a stare aperti. Sapendo che domani mattina avrebbe dovuto trovarsi alle cinque con gli altri, decise di andare a letto presto quella sera. Spense il computer e tutte le luci, chiuse la finestra e si infilò sotto le coperte. Prima di addormentarsi osservò per qualche minuto la foto di suo padre che teneva sul comodino. Poi chiuse gli occhi e sprofondò in un sonno piuttosto agitato.
 
Green Bay - Ore 04:26 del mattino
 
Alan era sveglio già da due ore. Si era svegliato con il fiatone, tutto sudato per l’incubo appena avuto, e non era riuscito a riaddormentarsi. Spense la sveglia prima ancora che suonasse e si diresse al bagno che aveva in camera. Restò una decina di minuti sotto la doccia e, una volta uscito, indossò una T-shirt e un paio di shorts e scese a fare colazione. Sua madre ovviamente non si era ancora svegliata, era in ferie e sicuramente non si sarebbe svegliata prima delle dieci. Si preparò un toast, prese il borsone ed uscì di casa. A piedi ci voleva una ventina di minuti per arrivare a casa di Jonathan, così decise di prendersela comoda. La borsa non pesava molto e, nonostante l’estate fosse appena all’inizio, faceva già parecchio caldo. Il sole non era ancora sorto e per le strade non c’era nessuno, e ad Alan piaceva quel silenzio quasi surreale, quella tranquillità lo metteva di buon umore, e avrebbe voluto fermarsi, sedersi sull’asfalto del marciapiede, e aspettare l’alba. Guardò l’ora sul cellulare e si accorse di essere leggermente in ritardo, perciò proseguì per la sua strada.
 
Green Bay – Ore 5:07 del mattino
 
“Sei in ritardo” Era stata la prima cosa che Jonathan gli aveva detto quando aveva bussato alla porta.

“Sono solo sette minuti. Non puoi passarci sopra?” Jonathan sorrise all’estrema ingenuità dell’amico.

“Stai tranquillo, stavo scherzando. Sono arrivati soltanto Justin e Max. Le donne arriveranno con minimo una mezz’oretta di ritardo, quindi abbiamo pensato di preparare qualcosa per il viaggio. Ci metteremo almeno mezza giornata ad arrivare. Ci dai una mano?” gli chiese facendosi da parte per farlo entrare.

“Certo, adoro preparare quintali di cibo che sicuramente non mangeremo mai” Jonathan sorrise e lo fece entrare. Trovò Max e Justin intenti a pulire il pavimento coperto di farina, uova sbattute, e cioccolata. Alan sorrise, lui forse era ingenuo, ma in fatto di cucina era un esperto. O almeno, era molto più esperto dei suoi amici.

“Alan! Grazie a Dio sei arrivato! Abbiamo bisogno del tuo fantastico aiuto. Stavamo cercando di preparare delle frittate e della cioccolata fusa da metterci sopra. Volevamo mangiarle per colazione, sapendo che tu avresti mangiato a casa, noi abbiamo pensato di cavarcela da soli. Ma, a quanto pare, abbiamo fatto qualche casino” Justin si era gettato in ginocchio e sembrava come se fosse in adorazione. Alan si rimboccò le maniche e spinse fuori dalla cucina i suoi amici.

“Datemi un quarto d’ora e vi preparo una colazione da re. Però non pulisco il casino che avete fatto voi. Io preparo, voi pulite. Chiaro?” Poi si mise a preparare la colazione dei suoi amici.
 
Astarace – Ore 15:47
 
“Sembra che anche oggi non usciremo di qui. Tu cosa dici Dan?” Un uomo sulla trentina osservava la pioggia scendere fitta sui tetti di Astarace, il suo villaggio. La pioggia non aveva dato un attimo di tregua al suo popolo, era da cinque giorni che la pioggia non cessava, e Darnroth era preoccupato. Le provviste iniziavano a scarseggiare e, con quel tempo, non si poteva uscire a raccogliere erbe o andare a caccia. Alle sue spalle una figura incappucciata se ne stava appoggiata al muro senza proferire parola.

“Ehy, mi stai ascoltando? Dan?” Ancora nessuna risposta, la figura sembrava non sentirlo, così Darnroth alzò la voce “Danas!” Il ragazzo alzò di colpo la testa, come se avesse avuto un incubo.

“Cosa? Scusami non stavo ascoltando” Finalmente Danas parlò. Darnroth gli si avvicinò, i lunghi capelli argentati che gli ricadevano sulle spalle.

“C’è qualche problema Dan?”

“Mi è sembrato di sentire il portale fremere” Ammise il ragazzo incappucciato fissando lo sguardo dorato in quello color fumo del più grande.

“Il portale?” Darnroth si passò una mano tra i capelli, visibilmente preoccupato.

“Non ne sono sicuro, magari mi sbaglio. Anzi è molto probabile che io mi sia sbagliato. Comunque, visto che oggi non si esce, posso tornare a casa. Mio padre ha bisogno di me.”

“Certo, vai pure. E porta i miei saluti a Losuil” Una volta solo, Darnroth cercò di trovare una spiegazione a ciò che aveva appena udito. Era impossibile che il portale si fosse riaperto. Era sigillato da più di tremila anni, ed era impossibile che si fosse riaperto. L’unico in grado di riaprirlo era morto da quasi vent’anni. E allora cosa stava succedendo? Possibile che si stia per ripetere tutto un’altra volta. Darnroth sperava con tutto sé stesso di sbagliarsi, ma solo il tempo avrebbe potuto dirglielo.


L'angolo di Angie_san: Ok, uhm ditemi cosa ne pensate. Vorrei intanto lasciarvi i link alle immagini dalle quali ho preso ispirazione per alcuni personaggi e luoghi.
1) Danas     2) Darnorth     3) Alan     4) Astarace
Ok, detto questo, ditemi cosa pensate del capitolo. Un bacione da

Angie_san

  
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