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Autore: Boris88    20/07/2013    1 recensioni
Un testo riguardante le sensazioni che bene o male, chi più e chi meno, si provano nell'essere a tu per tu con la Pizzica (detta talvolta Tarantata o Tamurriata). Un testo introspettivo sui sentimenti e sui pensieri che escono fuori dal proprio essere quando si è presi da questo antico rito messo in ballo, in tutti i sensi.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perdonato o meno di vedere il mio primo lavoro scritto, ho solo due importanti nozioni prima della qualsivoglia lettura del brano che segue. La prima informazione è che essendo questo brano una trascrizione di un flusso di coscienza, ho cercato di riportare quanto pensato e/o detto nella maniera più fedele al monologo interiore.
La seconda informazione ma non per questo meno importante è che non a caso ogni paragrafo è stato finito e concluso con una parola che forma una assonanza e una consonanza con le altre parole a fine paragrafo, poichè era volontario il volerlo rendere così, quasi come una canzone, visto che è un monologo che trae la sua origine dal mondo della musica.
Detto questo, buona lettura e siate più spietati possibili.
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Quando sono lì la sento dentro di me. Le sue vibrazioni passano dallo strumento al mio ventre, mi fanno vibrare i polmoni ad ogni battito cupo e forte. Tum tum tum-tum-tum. Le note vengono pizzicate, gli accordi vengono artigliati, il violino straccia le sue corde, la fisarmonica si apre e si chiude come i mantici di una fornace. Le orecchie si riempiono di quella cosa, ecco, vedi? È quella cosa che riempie tutto il corpo. Si muove veloce, talmente veloce con tutti quegli strumenti, con tutte quelle note, quei battiti sul tamburello, che tutto il mondo intorno a te si rilassa e rallenta. Vedi i corpi della gente ballare, li vedi muoversi in tondo, saltando, muovendo verso l'alto degli stracci di pezza qualsiasi. I loro corpi che girano, dio come è bello!

E tu sei lì, sei nel mezzo di tutto questo, cerchi di muoverti per come vorresti tu, ma ti rendi conto che stai già ballando come tutti gli altri, insieme a tutti gli altri, PER tutti gli altri, figliolo! Ah dio, che sensazione! Le tue mani si muovono verso il cielo, un piede si muove come il perno di una trottola e l'altro che ti sposta avanti e indietro, per poi darsi il cambio dopo un paio di battute, col suo gemello. Il tuo respiro è forte, senti il sudore scendere dalla fronte, i tuoi capelli che coprono le orecchie e niente, NIENTE, potrebbe comunque distoglierti da quel tum tum tum-tum-tum! Nemmeno la morte! E io ne conosco di gente che ne è morta, altroché, per questo ballo!

Il violino tende le corde del tuo cuore, il tamburello sembra una intera mandria di cavalli che ti cavalca nel petto e li per li non ti rendi conto che stai più nemmeno ballando e basta, stai pure cantando, stai gridando, sei diventato un tarantato, sei stato pizzicato dalla taranta figliolo, e ora o balli o muori e allora balli, allora balla figliolo! Balla!
  
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