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Autore: Desty    20/07/2013    2 recensioni
Aria Foster odiava, in principio, un’infinità di cose: odiava gli occhi appiccicati e la bocca impastata appena sveglia. Odiava dover stare alzata fino a tardi per dover terminare le sue stupide tesine per l’università e odiava svegliarsi troppo presto per dover riprendere il lavoro non terminato la sera precedente; odiava l’odore stantio in quella camera e odiava il forte rumore del ticchettio di quella maledetta sveglia che sembrava solo ricordarle quanto il tempo passasse in fretta. Odiava vivere in quel piccolo appartamento di quel condominio dello Yorkshire e odiava la donna delle pulizie che, puntualmente, alle sette del mattino iniziava a passare l’aspira polvere per tutto il corridoio. Odiava ogni singolo abitante di quel condominio ma, specialmente, odiava con tutta se stessa il suo vicino d’appartamento. Louis Tomlinson, proprietario dell’appartamento 26A, era, molto probabilmente, il vicino più fastidioso e la persona più casinista di questa terra.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The Breaker.

 

Aria Foster odiava, in principio, un’infinità di cose: odiava gli occhi appiccicati e la bocca impastata appena sveglia. Odiava dover stare alzata fino a tardi per dover terminare le sue stupide tesine per l’università e odiava svegliarsi troppo presto per dover riprendere il lavoro non terminato la sera precedente; odiava l’odore stantio in quella camera e odiava il forte rumore del ticchettio di quella maledetta sveglia che sembrava solo ricordarle quanto il tempo passasse in fretta. Odiava vivere in quel piccolo appartamento di quel condominio dello Yorkshire e odiava la donna delle pulizie che, puntualmente, alle sette del mattino iniziava a passare l’aspira polvere per tutto il corridoio. Odiava ogni singolo abitante di quel condominio ma, specialmente, odiava con tutta se stessa il suo vicino d’appartamento. Louis Tomlinson, proprietario dell’appartamento 26A, era, molto probabilmente, il vicino più fastidioso e la persona più casinista di questa terra. Tralasciando il fatto che lasciava sempre i sacchetti della spazzatura proprio davanti al suo zerbino, attirando così diverse mosche quando le poche finestre, presenti al sesto piano, venivano aperte per far cambiare un po’ d’aria; riusciva anche a passare sopra al fatto che, ogni sera, rincasava verso le tre del mattino attivando l’ascensore e facendo un fracasso infernale quando, troppo ubriaco, cercava di infilare le chiavi nella serratura del suo appartamento. Sopportava anche quando, la mattina alle sei, si alzava per uscire e andare a correre; facendo casino anche a quell’ora e lasciando uno sgradevole odore di sudore quando rientrava. Ma, fondamentalmente, Aria odiava Louis Tomlinson per un motivo principale: quel ragazzo, oltre ai suoi mille difetti, non contento, la costringeva ad ascoltare, ogni singolo giorno, tutte le canzoni dei Muse, Paramore, 30STM, NSYNC. Degli AC/DC, dei Kiss e degli Iron Maden ad un volume anche fin troppo elevato, disturbandola così ogni volta che cercava, vanamente, di riuscire a terminare una tesina per l’università. Aveva provato, diverse volte, ad ignorare anche quel “fattore disturbo” ma proprio non riusciva a non detestare quella musica così alta. Se solo fosse successo un paio di anni fa, molto probabilmente, Aria si sarebbe distesa sul letto e, con gli occhi chiusi, sarebbe rimasta in silenzio a rilassarsi mentre si faceva emozionare da quelle splendide note musicali così forti e dure; ma, in quel momento, troppo impegnata con gli studi, la sua vita sociale e reale ruotava solo sulle tesine universitarie. Sapeva quanto sua madre ci tenesse e, almeno su quello, non voleva deluderla facendole sprecare soldi per farla studiare all’università senza ottenere ottimi risultati. La bionda si strofinò una mano sugli occhi assonnati e si alzò dalla scrivania, pronta per riposarsi quei cinque minuti quando, precisamente alle cinque del pomeriggio, riconobbe le acute note di Highway to hell degli AC/DC provenire dall’appartamento di fronte al suo. Sbuffò e si permise di roteare gli occhi scocciata. Non aveva mai parlato direttamente con Louis Tomlinson, esprimendogli così il suo odio viscerale nei suoi confronti e, per di più, non l’aveva nemmeno mai visto realmente, se non quelle poche volte in cui lo incontrava per le scale e non si fermava nemmeno per aiutarlo a caricare la spesa; oppure quando si trovava nell‘ascensore e lo vedeva uscire di casa, chiedendole di poterlo aspettare ma lei, prontamente, pigiava sempre più velocemente il pulsante del piano terra, per non doverlo sopportare anche solo per dieci minuti. Che poi, di tanto in tanto, si presentava anche alle tipiche riunioni condominiali ma, ovviamente, si sedeva in fondo, nascosto da gran parte degli altri presenti in quella claustrofobica palestra posta di fronte al condominio, partecipando astrattamente alle polemiche che si venivano a creare. Ogni tanto, Aria, aveva anche provato a trattare l’argomento del suo vicino che la disturbava mentre cercava di studiare, ma nessuno dei presenti sembrava troppo interessato ai problemi della stupida diciannovenne che vive nell’appartamento 26B al sesto piano, isolata dal resto degli altri condominiali e con un piano completamente vuoto che la divide dagli altri, se non da Louis Tomlinson. Perché, comunque, fino a qualche mese fa, le piaceva anche vivere in quell’appartamento al sesto piano, isolata da tutto e tutti; ma poi, sfortunatamente, il 16 gennaio 2013, quel ragazzo, fonte di disturbo, aveva iniziato a vivere nell’unico appartamento libero di quel condominio: il 26A. Mandando così a puttane la tranquillità e la stabilità di Aria.

La bionda si prese la testa tra le mani, completamente infastidita da quel rumore così piacevole e fastidioso allo stesso tempo; possibile che quel ragazzo non avsse mai nulla da fare, se non tormentarla il più possibile? Sbuffò spazientita anche quando sentì il suo cellulare squillare, notando che a chiamarla era suo fratello, anzi fratellastro, Niall. Roteò gli occhi e si decise a rispondere.

-Che vuoi?- chiese con tono acido e scocciato. Sentì Niall ridere dall’altro capo del telefono; perché sì, il suo fratellastro godeva nel sentirla in quel modo. O, per lo meno, lei pensava così. I rapporti tra Aria e Niall non erano mai stati dei migliori, non avevano mai legato a rapporto famigliare e lei, proprio come pensava lui di lei, lo considerava solo una fonte in più di disturbo.

-Ciao anche a te, Aria. Come sto? Oh, sì grazie, io sto bene e tu? Anche a me fa piacere sentirti cara sorellina. No guarda ti ho chiamato perché avevo voglia di sentirti e perché, comunque…-

-Taglia corto Niall, sto studiando- lo zittì con decisione. -Dimmi cosa ti serve ed evapora- aggiunse, dopo un paio di secondi, trattenendosi dal mandarlo gentilmente a quel paese quando lo sentì sogghignare divertito.

-Oh andiamo, non posso chiamare la mia sorellina solo perché mi manca e ho voglia di sentirla?- chiese Niall, fingendosi offeso dal tono utilizzato da Aria.

-No. E tanto per chiarire una cosa: Non sono tua sorella. Solo perché mia mamma ha sposato tuo padre, non sta a significare che tra me e te ci sia qualche legame di sangue o altro. Anche perché, mi farebbe parecchio orrore poter aver solo un gene dei tuoi- puntualizzò Aria, afferrando dal frigo una bottiglietta di Dr.Pepper e posandola sul tavolo davanti a lei. Niall rise divertito a quelle parole e Aria, nuovamente, roteò gli occhi al cielo cercando di ignorare il più possibile sia le risate di quell’idiota che la musica di quel rompi coglioni. - Niall, vorrei cercare di studiare e finire il prima possibile. Ti muovi o no? Cazzo- ribadì Aria, diventando sempre più nervosa. Come se non bastasse, il suono del campanello aveva iniziato a tormentarla. Trattenne un urlo e si diresse, con velocità, verso la grande porta di legno, ormai scrostato e poco lucidato. Controllò allo spioncino chi potesse essere e, quando riconobbe quella testa bionda tinta che solo Niall poteva avere, si morse la lingua nervosa.

-Si può sapere che minchia ci fai qui fuori casa mia?- chiese, parlando con lui al telefono. Niall sogghignò sornione.

-Se mi apri te lo spiego. E, tanto per la cronaca, mi spieghi come fai a studiare con questo frastuono?- chiese Niall, accigliando la fronte infastidito da quella musica troppo elevata. Aria scosse la testa e terminò la telefonata, posando il cellulare sul copri termosifone di legno posto vicino all’ingresso. Titubante aprì la porta e Niall, senza neanche attendere il permesso della proprietaria, entrò in casa chiudendosi la porta alle spalle. Aria rimase immobile, osservando il suo fratellastro con le braccia incrociate al petto e lo sguardo accigliato.

-Che cosa diavolo vuoi?- domandò scostandosi la frangia bionda dagli occhi; Niall scrollò le spalle e s’infilò le mani nelle tasche dei pantaloni, estraendo un pacchetto di Winston Blu e un accendino.

-Sono venuto a farti visita, cara Aria- urlò Niall, per far si che la ragazza di fronte a lui riuscisse a sentirlo parlare, siccome Louis, non contento, aveva alzato ancora di più il volume dello stereo. Up in the air dei 30 Second To Mars risuonava per tutta la casa di Aria.

-E perché?- chiese la bionda shockata. Niall non le faceva mai visita, se non quando necessitava qualche cosa e la maggior parte delle volte era un posto in cui dormire per qualche giorno quando, durante i suoi viaggi di lavoro, si trovava nello Yorkshire. Horan scrollò le spalle e si decise ad accendere la sigaretta che gli pendeva dalle labbra sottili e rosee.

-Mi serve un alloggio almeno per questa sera; domani mattina ho un meeting a poca distanza da qui- spiegò, posandole una mano sulla spalla e scostandola, così da poter passare e dirigersi in cucina. Aria roteò gli occhi e si trascinò, scocciata, in cucina, proprio dietro Niall, il quale aveva preso posto s’una sedia del tavolo e si stava fumando la sua Winston in completa tranquillità, nonostante il cipiglio sulla fronte provocato dalla musica ad alto volume.

-Ok, non ci sono problemi. Basta che non mi disturbi mentre studio- lo liquidò girando sulle punte e facendo scricchiolare la suola delle sue amate Vans rosse contro il pavimento di marmo. Niall rise.

-Sicuramente non lo farò più di quanto non lo stia già facendo questo frastuono- scherzò Horan, buttando fuori dalla bocca una densa nuvola di fumo grigio; Aria scosse la testa e cercò, con tutte le sue forze, d’ignorarlo. Aria aggiunse altre due cose al suo privato, e mentale, elenco delle cose che odiava di più: Niall Horan e quel giorno.

 

 

 

-Mi annoio- borbottò Niall rigirandosi nel materasso gonfiabile che, puntualmente, veniva utilizzato da lui per dormire ogni volta che faceva visita ad Aria. La bionda si limitò a grugnire innervosita, sfogliando l’ennesima pagina su Google, alla ricerca disperata di qualche informazione extra sulla Rivoluzione Francese, argomento dell’ennesima tesina universitaria. Erano le sette e mezza precise, questo stava a significare che aveva ancora mezz’ora prima di doverla spedire via Mail al suo professore di storia; peccato però che quest’ultimo fosse anche fin troppo esigente e la richiesta di dieci pagine di testo sulla Rivoluzione Francese l’aveva mandata completamente in panico. Era arrivata solamente a scriverne sei e non sapeva proprio come poter completare il tutto siccome Internet, essendo molto originale, forniva sempre e solo le stesse cose. Per di più, a mandarla ancora più in crisi, ci si mettevano pure Niall, il quale non la smetteva un secondo di lamentarsi, e Louis, il quale trovava ancora divertente ascoltare musica a tutto volume alle sette e mezza di sera. Aria, ormai al limite dell’esasperazione, si prese la testa tra le mani e trattenne il più possibile ogni istinto omicida che le frullava per la testa. La tesina, doveva concentrarsi fondamentalmente sulla tesina; non voleva un brutto voto, non voleva deludere sua madre, non voleva deludere il suo professore e non voleva deludere se stessa.

-Ho anche fame- bofonchiò Niall posandosi una mano sullo stomaco. -Sto proprio morendo di fame- aggiunse, in seguito, notando che Aria non lo stava nemmeno ascoltando. La bionda grugnì rumorosamente, cercando di sovrastare il rumore della musica e facendosi sentire da Niall.

-Affermi sempre di morire di fame, peccato che tu non sia ancora morto- ringhiò Aria voltandosi verso di lui e fulminandolo con lo sguardo. Horan non trattenne una risata e scosse la testa.

-Ma questa volta è vero! Ho una fame che potrei sbranarmi da solo!- cercò di giustificarsi Niall, allargando le braccia con fare teatrale. Aria alzò gli occhi al cielo.

-E fallo. Nessuno, qui, te lo impedisce. E se, per caso, tu abbia appena cambiato idea, aspetta fino alle otto! Adesso non rompere, cazzo- rispose Aria, cercando di urlare il più forte possibile per farsi sentire dal biondo, coricato sul materasso. Niall grugnì velocemente e si portò le braccia al petto, offeso.

-Dovresti essere meno nervosa- borbottò tra se e se, attirando così l’attenzione di Aria, la quale si trattenne dal girarsi di scatto, raggiungere il materasso e stordire con un colpo secco in testa il suo fratellastro. Si limitò a sbuffare e riportò la sua attenzione, per quanto fosse possibile, allo schermo acceso del suo Mac. Mancavano venti minuti alle otto e, ormai, Aria era consapevole che non sarebbe riuscita ad aggiungere altre quattro pagine di tesina. Si passò una mano tra i cotonati capelli biondi, esasperata; avrebbe sicuramente preso una C- in quella tesina e, quasi certamente, quel voto non l’avrebbe digerito tanto facilmente. Ma ormai non aveva più tempo e la testa le chiedeva, quasi la implorava, di spegnere quel maledetto computer e di staccare da tutto e tutti; si strofinò gli occhi con il dorso della mano e spedì quel poco che aveva scritto al proprio professore, attenendo con ansia una risposta.

- Niall, ordina due pizze- borbottò, distrattamente, senza nemmeno voltarsi verso il suo fratellastro; il biondo non se lo fece ripetere due volte e, con un balzo, scese dal materasso gonfiabile mettendosi alla disperata ricerca del telefono cordless. Aria, nel frattempo, rimase ferma e immobile, seduta alla scrivania; le mani incrociate e lo sguardo fisso sullo schermo del computer, in attesa di ricevere, il prima possibile, la mail di risposta. Fortunatamente il suo professore di storia non era quel tipo di persona che amava tardare e, perciò, la mail arrivò dopo neanche cinque minuti che aveva spedito la tesina.

-Mia cara Aria, sono rimasto molto colpito dalle informazioni fornite in questa tesina e la precisione con la quale sono esposte. La grammatica, parzialmente corretta, mi ha fatto comprendere a pieno ciò che intendevi esprimere e i contenuti non sono particolarmente scarsi. Ma, sfortunatamente, la tesina richiedeva dieci pagine di testo e tu me ne hai spedite solo quattro; questo, a parer mio, è un punto a sfavore. Il giudizio, mi duole ammetterlo, non sarà positivo come gli ultimi che hai ricevuto: D+- Aria lesse quelle parole con malinconia. Aveva addirittura preso una D+, la prima della sua carriera universitaria. Si morse il labbro inferiore, delusa, e con una manata chiuse il pc, facendolo sbattere violentemente; era arrabbiata, frustrata, esasperata, fuori di sé e delusa. Si era impegnata per quella tesina ma, a causa di un rompi palle, creo solo problemi e ascolto musica a manetta di un vicino, non era riuscita a concentrarsi a pieno come le altre volte. Come se non bastasse, quando la lancetta della sveglia segnalò che erano appena scoccate le otto, la musica cessò di colpo, facendola imbestialire di colpo. Digrignò i denti, onde evitare di urlare come una matta e batté le mani, chiuse a pugno, contro la scrivania di legno. Detestava Louis Tomlinson, lo detestava con tutta se stessa.

-Aria, che pizza ti andrebbe di…- Niall si affacciò allo stipite della porta ma Aria, completamente incazzata, si voltò di scatto e gli lanciò addosso un Dr. Martins che recupererò a caso dal pavimento.

-Esci dalla mia camera!- urlò innervosita e sull’orlo di una crisi di pianto. Ma no, Aria Foster non aveva mai pianto e, sicuramente, non avrebbe iniziato per via di un brutto voto, ottenuto solo per colpa di Louis Tomlinson. Prese un profondo respiro e cercò di calmarsi il più possibile, ignorando lo sguardo shockato di Niall, accucciato sul pavimento e terrorizzato al pensiero che quello stivale lo stava per colpire in faccia. La bionda riaprì gli occhi neri come la pece e cercò di sorridere il più possibile.

-Va bene con peperoni e salsiccia, con doppio strato di formaggio- sì, Aria Foster avrebbe superato la sua delusione attraverso il cibo, il miglior antidepressivo che potesse mai esistere. Niall, con la fronte corrucciata e tremante, si issò dal pavimento e compose il numero della pizzeria, allontanandosi il più possibile dalla sua sorellastra.

-Hai bisogno di rivedere le tue priorità- lo sentì borbottare. La bionda si lasciò scappare una risatina divertita e, dopo aver sistemato le lunghe maniche dell’enorme maglione nero che indossava, seguì Horan in cucina, dove si decise a preparare la tavola.

 

 

 

Il ticchettio della sveglia, il gracchiare delle rane e i grilli fuori dalla finestra, le auto che sfrecciavano sulla strada e il frusciare delle lunghe tende, il russare di Niall e il pensiero del brutto voto; tutti fattori che impedivano ad Aria di poter riposare in pace e tranquillamente. Se fosse stato per lei, a quell’ora, starebbe già dormendo senza dover sopportare tutti i rumori provenienti dall’esterno, visto che le finestre sarebbero rimaste chiuse. Ma no, Niall aveva deciso nuovamente di rompere le palle, lamentandosi del fatto che lui la notte non riusciva proprio a chiudere occhio se la finestra non era aperta, facendo così entrare l’aria fredda dello Yorkshire in tutta la camera da letto. Aria, freddolosa come non mai, aveva deciso di indossare il suo maglione nero di lana con lunghi leggins di pelle; era vestita e con le coperte fino a sotto il mento. Desiderava con tutta se stessa che quella notte, proprio come la giornata che era appena trascorsa, finisse il prima possibile; le capitava spesso di non riuscire a dormire la notte, ma quella era diversa. Oltre ai mille pensieri che le frullavano per la mente, si aggiungeva a tutto il fastidioso russare di Horan e i molesti rumori provenienti dall’estero; in fondo, temeva anche che una rana o un grillo, o qualsiasi altra bestia schifosa e riluttante, potesse entrare dalla finestra e finirle proprio addosso o ai piedi del letto. In quel momento, Aria, desiderava solo andarsene da quel condominio, lasciando solo Niall e abbandonando il tormento che Louis le forniva ogni singolo giorno; voleva trasferirsi in qualsiasi altro posto, il più lontano possibile da lì e non dover pensare, costantemente, ai suoi voti e alle sue stupide tesine. Si rigirò nel letto e con suo odio si trovò a pochi centimetri dal volto, parecchio assonnato, il piede di Niall. Fece un’espressione disgustata non appena l’odore, nauseante, le arrivò alle narici e, di scatto, si alzò ritta sulla schiena trattenendosi dall’urlare, e vomitare. Si prese il labbro inferiore tra i denti e si scese dal letto, infilandosi le sue Vans rosso fuoco; avrebbe dormito, come ogni volta che aveva Niall come ospite, sul divano a due posti tremendamente scomodo e freddo. Strisciò i piedi fino al salotto dove, completamente in silenzio, riuscì a sentire l’ascensore scattare; capì immediatamente che era Louis Tomlinson a chiamarlo dopo aver controllato l’ora: 3.15 AM. La mascella le s’irrigidì di colpo e le mani iniziarono a sudarle intensamente; doveva sfogare quei mesi di rabbia repressa che, quel giorno, sembrava desiderare, più di ogni altra cosa al mondo, di venir liberata. Prese un paio di profondi respiri e, con le mani chiuse a pugno, raggiunse a grandi passi la porta di casa, facendo scattare la serratura per aprirla. Uscì giusto in tempo per vedere le porte di ferro dell’ascensore aprirsi, mostrandole un Louis Tomlinson assonnato e decisamente ubriaco. Indossava un paio di jeans neri rigirati al fondo, una larga canotta bianca, con una stampa di un’onda, che metteva in risalto i diversi tatuaggi presenti sul braccio destro e sul petto ben scolpito. I corti capelli spettinati e color castano chiaro erano coperti, in parte, da una cuffia color porpora che si abbinava alle Vans indossate ai piedi; un lieve segno di barba circondava le labbra sottili e rosee, conferendo al volto, ben definito da ventiduenne, un’aria più matura e adulta. Gli occhi, di un color azzurro marino, erano arrossati e semichiusi. Aria non poté che ammettere quanto fosse bello quel ragazzo, se solo non fosse stato un maleducato rompicoglioni. Louis, accortosi della presenza di quella ragazza proprio davanti a lei, sorrise sghembo e uscì dall’ascensore. Era la ragazza che alle assemblee condominiali cercava sempre di farlo sbattere fuori dal condominio solo perché ascoltava la musica a volume elevato, ma che nessuno si cagava minimamente; era la biondina che non lo aspettava mai con l’ascensore e lo costringeva sempre a fare dodici rampe di scale per scendere, facendolo tardare in continuazione quando aveva appuntamento con Harry, Zayn e Liam alla pista da skate; era Aria Foster, la ragazza che abitava insieme a lui al sesto piano e che non usciva mai dal suo appartamento se non per andare a scuola. Louis la detestava con tutto se stesso e, per quello, molte volte faceva apposta ad ascoltare la musica a volume così elevato, ma non poteva negare quanto fosse carina nel suo largo maglione nero, nei suoi leggins di pelle e con un berretto nero di lana. L’unica macchia di colore erano le sue Vans rosso fuoco. I capelli biondi e cotonati le ricadevano lunghi fino alle costole e gli occhi erano di un marrone così scuro da sembrare neri.

-Ti serve qualche cosa?- chiese, sornione, emanando così un’alitata d’alcool che arrivò dritta in faccia ad Aria. La bionda arricciò il naso disgustata; erano anni che non toccava alcool, per via dell’università e l’odore le risultava così fastidioso e nauseante. Deglutì velocemente e batté un piede per terra, innervosita dal fare così sbruffone e spavaldo di Louis.

-Ti sembra il caso di rientrare a quest’ora, attivando l’ascensore e facendo così tanto rumore?! Qualcuno sta cercando di dormire!- che poi, non era per niente vero. Non sarebbe riuscita a dormire comunque per via di Niall ma siccome l’era capitato sotto tiro Tomlinson, aveva deciso che era, finalmente, giunta l’ora di sputargli addosso tutto l’odio che provava nei suoi confronti. Louis si limitò a scrollare le spalle.

-Almeno quando non ci sei tu l’ascensore riesco ad usarlo. Sarebbe carino se qualche volta mi aspettassi; tranquilla, piccola, non ho ancora mangiato nessuno- rispose Tomlinson, infilando le mani in tasca e facendole un veloce occhiolino. Perfetto, lei cercava di fargli una ramanzina e lui si metteva pure a chiamarla “piccola” e a farla passare per la maleducata della situazione, quando invece gli aveva risparmiato per mesi ramanzine su ramanzine per il suo comportamento poco civile.

-Sai cosa sarebbe carino? Se per un fottutissimo giorno tu la smettessi di ascoltare musica a volume superiore al cento! Sai, non sono ancora sorda, piccolo- rispose di rimando Aria, gesticolando violentemente con le mani. -Non so te ma io dovrei studiare il pomeriggio, e la tua musica non mi aiuta per niente! Per colpa tua oggi mi sono beccata una D+ per una tesina che avrei dovuto consegnare!- aggiunse, dopo neanche un breve momento di pausa, paonazza in viso per via delle urla. Louis emise una risata roca e finta.

-Pensi che non lo sappia? Ti sento mentre cerchi di buttarmi fuori da questo condominio ad ogni riunione. Carina la cosa da parte tua; ti hanno mai insegnato a vivere a contatto con la gente? Non è molto educato cercare di sfrattare qualcuno, saresti potuta venire a parlarne direttamente con me- Aria aprì la bocca per controbattere, ma le parole le morirono in gola. Serrò la mascella, adirata.

-Perché è bello uscire di casa e trovare un gradevole odore di spazzatura solo perché tu lasci i sacchi dell’immondizia fuori dal tuo appartamento- cercò di controbattere la bionda, deviando discorso. Louis, alla fine, era riuscito davvero a farla passare per la cattiva della situazione.

-Vale lo stesso per te. Dal tuo appartamento non fa altro che uscire odore di fumo- aggiunse Louis, scrollando le spalle. Aria si morse il labbro inferiore; aveva perso tutta la forza che, fino a quale minuto precedente, l’aveva accompagnata per tutta la giornata. Si portò le braccia al petto, offesa da ciò che Tomlinson le aveva appena detto.

-Sei solo un’idiota- borbottò abbassando lo sguardo.

-E tu una stronza- rispose Louis avvicinando il volto al suo. Aria alzò lo sguardo shockata. L’aveva appena chiamata stronza? Reagì d’istinto. La sua mano si alzò velocemente e, con un sonoro schiocco, colpì, con tutta la rabbia repressa, la guancia sinistra di Louis. Il ragazzo barcollò leggermente e, senza neanche prevederlo, perse l’equilibro e si ritrovò a doversi sorreggere con una mano sul muro dell’appartamento di Aria, la quale lo fissava con occhi sgranati.

-Stronzo- sussurrò abbassando lo sguardo sul ragazzo ricurvo verso il pavimento. Con la mano destra si reggeva al muro e con la sinistra si stringeva lo stomaco. Avvenne alla velocità di un secondo, Louis gemette e subito dopo si ritrovò a vomitare proprio davanti l’appartamento di Aria. La bionda, scandalizzata, si allontanò da lui lanciando un lieve urlo di disgusto.

-Dio che schifo- disse osservando Louis vomitare davanti a lei.

-Sarebbe gradito un aiuto- biascicò Tomlinson, alzando lo sguardo verso di lei; Aria, ancora offesa per ciò che l’era stato detto, arricciò il naso e gli si avvicinò.

-Mi spiace ma sono troppo stronza per te. Non credo che una stronza si fermerebbe ad aiutarti. Buona notte, Louis - gli sussurrò all’orecchio e, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo rientrò in casa. Louis, la osservò rientrare nell’appartamento e sorrise divertito, ma nauseato allo stesso tempo.

 

 

 

 

 

Aria aprì gli occhi non appena il rumore della sveglia cominciò a tormentarla. Erano le otto del mattino precise e, per lo meno, dopo la sua “discussione” con Louis Tomlinson, era riuscita ad addormentarsi sul divano per un paio d’ore, prima di doversi svegliare e andare all’università. Si passò le mani sul volto assonnato e, con un gesto automatico, scese dal divano troppo piccolo e basso per lei. Rimase per un paio di minuti in piedi e immobile, cercando di svegliarsi e riprendersi il più possibile; aveva deciso che avrebbe chiesto al suo professore di storia se poteva darle dei compiti extra così da poter rimediare quella tesina andata da schifo e che avrebbe chiesto a sua madre di potersi trasferire in un altro condominio, così da poter lasciare quello a Niall, quando ne aveva bisogno, e per poter stare il più lontano possibile da Louis. Si passò una mano tra i capelli, scompigliandoseli velocemente; doveva svegliarsi il prima possibile per non fare tardi e per riuscire a fare colazione. Si diresse in camera da letto il più silenziosamente possibile per non svegliare Niall ma quest’ultimo era già sparito dalla camera, avendo anche sgonfiato il materasso gonfiabile sul quale aveva dormito; come souvenir le aveva lasciato un post-it attaccato sul Mac: Grazie per l’ospitalità, scusa il disturbo. N.

Aria lo lesse a fatica e, dopo averlo accartocciato, lo buttò nel cestino sotto la scrivania completamente incasinata e coperta da vecchi fogli, vestiti e libri; aprì l’armadio, svogliatamente, ed estrasse un paio di pantaloncini neri, dei collant bucati e una maglia bianca e nera dei Bastille, afferrò i suoi Dr.Martins a fiori e si chiuse in bagno. Ne uscì una decina di minuti dopo lavata, vestita e truccata come suo solito: pensate strato di eye-liner nero, matita nera e mascara. Si posizionò la cuffia bianca in testa e, dopo aver preso la sua tracolla nera e il suo Mac, aprì la porta di casa pronta per uscire. Con sua grande sorpresa, proprio di fronte a lei, si trovò Louis Tomlinson che, parvente agitato, percorreva a grandi passi il corridoio che divideva il suo appartamento da quello di Aria. Notò, con piacere, che la macchia di vomito era sparita.

-Siamo nervosi questa mattina?- chiese Aria, avvicinandosi all’ascensore e chiamandolo pigiando il bottone; Louis sussultò lievemente e le sorrise non appena la vide.

-Ti stavo aspettando, veramente- ammise avvicinandosi a lei. La bionda corrugo la fronte e alzò lo sguardo per incrociare il suo, così azzurro e bello.

-Per ribadirmi quanto io sia stronza?- chiese, ancora accigliata per ciò che l’era stato detto la sera precedente. Louis rise lievemente scuotendo la testa.

-Per chiederti scusa. Mi sono comportato male con te e non sono stato un bravo vicino di casa. Sono stato, più che altro, un rompi coglioni e tu non ti sei mai lamentata; però, davvero, non mi piacerebbe essere sfrattato- ammise scrollando le spalle. Aria abbassò lo sguardo, imbarazzata. Su quello non poteva che dargli ragione; era stata una vera e propria stronza a volerlo far cacciare da quel condominio, quando invece avrebbe potuto discuterne, razionalmente, con lui.

-Mi dispiace- ammise, imbarazzata. Louis rise.

-Siamo pari, allora?- chiese, titubante, allungando una mano verso di lei; Aria sorrise.

-Solo se prometti che non ascolterai più la musica ad un volume così alto- Louis annuì.

-E tu prometti di aspettarmi con l’ascensore?- Aria fece lo stesso e afferrò la mano che il ragazzo le tendeva, stringendola. Alla fine dei conti, Louis Tomlinson, non sembrava essere quel tipo di ragazzo con il quale ci si poteva annoiare e con il quale si poteva sostenere una conversazione. L’ascensore arrivò e le porte si aprirono davanti loro.

-Allora, hai qualche impegno?- chiese Louis entrando all’interno dell’ascensore con le mani in tasca, Aria lo seguì.

-Stavo andando a fare colazione- rispose voltandosi verso il suo appartamento.

-Posso accompagnarti? Offro io!- propose Louis, sorridendole. Aria annuì. Sorrise e abbassò lo sguardo in contemporanea con Louis, proprio mentre le porte dell’ascensore si chiusero davanti a loro.


 

Desty's Corner.
Eccomi qui con una piccola OS che, stranamente, ho scritto senza un motivo preciso .-.
Ho iniziato a scriverla ieri pomeriggio e a mezzanotte precisa ho finito il tutto. Quindi, dopo averne parlato con NuvolaBlu (e dopo averle fatto leggere il tutto), ho deciso di pubblicarla nella speranza che possa piacervi :')
Ci terrei a ringraziare, come sempre, NuvolaBlu per lo splendido Banner e per i mille consigli su questa OS :D
Bene, vorrei anche aggiungere che amo follemente Louis Tomlinson versione Hipster ** Insomma, è perfetto **
However,
Ringrazio già chi passerà a leggere questa OS, magari scrivendoci una piccola recensione, e chi la metterà tra le ricordate/seguite/preferite.
Vi lascio con una foto di Aria (Nina Nesbitt, che personalmente adoro**)

E Louis versione Hipster **:


Love. #Desty 

  
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