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Autore: Symphoniies    20/07/2013    3 recensioni
Mystic Fall, 1864. Katherine, in fuga da Klaus, trova riparo a Mystic Falls, a casa Salvatore dove si infatua dei due fratelli Damon e Stefan. Nessuno sa che è una vampira, tranne i due fratelli, la sua amica strega Emily, Pearl e sua figlia Anna. Un giorno, a casa Salvatore, arriverà una giovane ragazza, Vasilisa Smirnenska, vampira trasformata dal fratello di Klaus, Elijah, per salvarle la vita. Inizialmente le due giovani non si riconoscono, ma successivamente scopriranno la verità. Vasilisa, però, nasconde un passato composto da periodi felici e di periodi bui e tristi e nel vivere a casa Salvatore riuscirà ad aprire il suo cuore, a vivere l'adolescenza che non si è mai potuta permettere, e forse anche ad innamorarsi. In una storia fatta di balli, tradimenti, passione, sangue, uccisioni, riuscirà l'amore a sopravvivrete? O finirà tutto in un bagno di sangue?
Frase tratta da uno degli ultimi capitoli della storia:
- L'inferno è vuoto e tutti i diavoli sono qui.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Elijah, Katherine Pierce, Stefan Salvatore | Coppie: Damon/Katherine, Katherine/Stefan
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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DOVE TUTTO HA INIZIO
-Capitolo uno-






Inghilterra, 1492. 







Grida. 
Rumore di passi. 
Puzza. 
Silenzio e poi di nuovo da capo.
Grida, di bambini e di donne. 
Passi, di uomini che si scontrano l’uno con l’altro per…sfuggire, ma sfuggire da cosa?
Puzza, uno starno odore di bruciato.
Lissa aprì lentamente gli occhi.
La stanza era immersa nell’oscurità della notte.
La ragazza si girò su un fianco, coprendosi la testa con le coperte, il cuore che le batteva forte per la paura.
Ma che stava succedendo?
In quel momento qualcuno entrò nella sua stanza, spalancando la porta e facendo entrare una fortissima puzza di bruciato.
'Oh, Dio ti prego, fa che non mi accada nulla!', pensò.
“Lissa!” disse una voce, chiamandola.
La giovane si irrigidì di colpo, chiudendo gli occhi e strizzandoli fino a farle venire il mal di testa.
“Vasilisa, sono io, svegliati!”
Lissa aprì gli occhi di scatto e si mise a sedere.
“Elijah!” esclamò impaurita, “Ma che stà succedendo?!”
“Non c’è tempo per spiegare. Dobbiamo andarcene. Subito” disse il ragazzo, prendendo una valigetta e iniziando a buttarci dentro alcuni effetti personali della ragazza.
“Ma dove andremo?” chiese, con un nodo in gola.
Non voleva andarsene.
Quella era casa sua, in fin dei conti.
“Lontani da Nicklaus”
“Tutto questo è opera sua?” chiese sconvolta Lissa, prendendo la vestaglia e mettendosela sopra la camicia da notte, lunga fino alle caviglie.
Elijah annuì, “Ha preso mamma e papà”
La ragazza si mise una mano sul cuore.
Come poteva, suo fratello, essere così crudele?
“E..gli altri?” domandò, timorosa della risposta.
“Se ne stanno andando adesso”
“Come adesso? E non ci aspettano?”
“Noi non andremo con loro” rispose il ragazzo, chiedo la valigetta.
“Noi non andre..cosa?! E allora cosa faremo?”
Il fratello non le rispose, la prese per una mano e la trascinò fuori dalla stanza, iniziando a correre.
“Di qua!” gridò il ragazzo, cercando di sormontare con la voce le grida dei servi che correvano impauriti nella direzione opposta alla loro.
“Elijah, ti prego rallenta!” gridò Lissa, “Mi fanno male i piedi!”
Il fratello si fermò di colpo, si girò e la afferrò per le spalle, in modo da poterla guardare meglio negli occhi, “Vasilisa, so che ti chiedo molto, ma ci dobbiamo sbrigare. Fra poco questo posto cadrà e io non voglio che questo succeda quando ancora tu ci sei dentro, quindi ora ti chiedo di tirare fuori la forza che caratterizza la nostra famiglia e tenere duro finchè non saremo al sicuro su quella carrozza, va bene?”
La ragazza serrò la mascella e poi annuì determinata. 
Stavano per rimettersi a correre, quando Lissa si ricordò di una cosa di vitale importanza per lei.
“Elijah?”
“Si?”
“Hai preso il mio carillon?”
“Quale carillon? comunque no, ho preso solo vestiti e altri oggetti”
“Devo tornare indietro a prenderlo!” urlò la ragazza, girandosi per tornare nella propria stanza.
Il ragazzo la bloccò, “Ma è solo uno stupido oggetto!”
“Sarà anche solo uno stupido oggetto, ma per me è di grandissimo valore affettivo!”
“Ok,va bene” esclamò Elijah, passandosi una mano fra i capelli lunghi, “Vado a prenderlo, ma tu aspettami qui!”
Lissa annuì.
Intorno a lei vi era il caos, ma non poteva andarsene senza quell’oggettino.
Era l’unico ricordo che aveva della sua vera famiglia.
“Sei ancora viva?” domandò una voce femminile, alle spalle della ragazza.
Lissa sentì dei brividi freddi percorrerle la spina dorsale.
La ragazza si irrigidì e poi molto lentamente si girò.
“Rebekah!” esclamò, tirando un sospiro di sollievo.
Sua sorella se ne stava li a fissarla, con i lunghi riccioli biondi che le ricadevano morbidamente sulle spalle, le labbra dischiuse in un sorrisetto furbo e gli occhi di un color blu, quasi nero.
“Vasilisa…non sei ancora morta?”
'Cosa?'
A Lissa si smorzò il fiato in gola.
“C-come prego?”
“Fammi indovinare…tu e Elijah pensavate di scappare vero?”
“C-cosa stai d-dicendo?” domandò Lissa, spaventata.
“Oh, andiamo, Lissa, smetti di fare l’ingenua, ormai hai 18 anni, devi fare una scelta..”
'Ok, è ufficiale, mia sorella è impazzita!'
“Senti Reb, non capisco di cosa tu sia parlando e non voglio neanche saperlo, l’unica cosa che voglio fare è uscire di qua!” disse la ragazza, iniziando a tossire per il troppo fumo.
“Non osare..!” disse Rebekah, afferrandola per un polso e avvicinando il viso della ragazza al suo.
“Se vuoi soggiogarmi è tempo sprecato, sai benissimo che sono munita di verbena” disse Lissa, recuperando un po di coraggio.
Sua sorella la squadrò e poi scoppiò a ridere, “Non ci credo! Elijah non ti ha ancora trasformato!”
Vasilisa serrò la mascella.
“Ecco allora perché vuole scappare. Teme per la tua vita..” continuò lei, “Prevedibile”
L’umana rimase ancora in silenzio.
Negli anni in cui aveva vissuto con la sua nuova famiglia, aveva imparato che per non dare alcuna soddisfazione alla vampira, doveva restare in silenzio e indifferente.
“Che ne dici se ti rendo un membro della nostra famiglia a tutti gli effetti?” domandò la vampira, sorridendo maleficamente, “E’ da 14 anni che sogno di farlo”
In quel momento gli occhi della ragazza divennero rossi come il fuoco, circondati da delle vene blu scuro.
Lentamente schiuse le labbra, mostrando i canini bianchi e appuntiti.
“Spero che tu abbia bevuto la tua razione di sangue quotidiana” aggiunse Reb, avvicinando la bocca alla giugulare di Lissa. 
Questa deglutì a vuoto.
'NO, NO, NO!
Non adesso!
Non in questo momento!
Elijah, dove sei?
Non puoi privarmi della scelta!'

“Ma, bene, bene, bene, vedo che Nick non è solo in questo progetto. Giù le mani da lei, sorellina!” esclamò Elijah, prendendo Rebekah per i capelli e scaraventandola contro la parete di sassi che si trovava dietro alle sue spalle, facendola così crollare.
“Stai bene?” chiese poi il ragazzo a Lissa.
“Si..” rispose lei, abbracciando il fratello.
“Ehi, ehi, tranquilla. Ora ci sono io, va tutto bene”
“Per un attimo ho…ho avuto paura di..” la ragazza scoppiò in lacrime.
“Shh..” disse Elijah, staccandosi dalla sorella e asciugandole il viso con un dito, “Non piangere, ok? Per fortuna sono arrivato in tempo e non è successo niente”
Vasilisa annuì, “Hai il carillon?”
“Eccolo” rispose il ragazzo, porgendole il piccolo oggettino.
L’umana lo prese fra le mani e poi lo mise nella tasca interna della vestaglia, “Grazie”
Elijah le sorrise per poi tornare serio subito, “Ora mettiti questo” le disse lui, porgendole un mantello, “Dobbiamo uscire immediatamente”
La ragazza indossò il mantello e si coprì la testa con il cappuccio, afferrò la mano del vampiro e poi, insieme, si rimisero a correre.
Una volta fuori dalle mura del castello, Elijah condusse Lissa vicino a una carrozza.
Stavano per salirci, quando si sentì un urlo di agonia, provenire dal castello.
“Katerina..” sussurrò il ragazzo, girandosi.
Lissa lo afferrò per il braccio.
Sapeva cosa voleva fare.
“Ti prego Elijah, non andare!”
Di nuovo un urlo.
“Devo salvarla..”
“No, no! Non andartene!” esclamò la ragazza, presa dalla disperazione.
Il vampiro abbracciò la sorella, “Le nostre strade si dividono qui, сесtра*”
“No”
“Ma ti prometto che un giorno ci rincontreremo”
“No, no! Vai a prendere Katerina! Io ti aspetterò qua!”
Elijah continuò, ignorando la ragazza, “E, quando quel giorno arriverà, spero tu mi possa perdonare per questo..”
Vasilisa era confusa.
Perdonarlo per cosa?
In quel momento la giovane sentì una fitta alla pancia, che la lasciò senza fiato.
Si sciolse dall’abbraccio del fratello e si portò una mano la, dove sentiva quel dolore lancinante.
Quando si toccò la stoffa leggera della vestaglia, Lissa sentì qualcosa di umidiccio bagnarle le dita.
Lentamente abbassò lo sguardo.
Era buio, ma grazie alle fiamme che arrivavano dal castello, Vasilisa poté accorgersi di avere le dita sporche di sangue.
Il SUO sangue.
La ragazza guardò il vampiro, iniziando a boccheggiare, lasciandosi poi cadere in avanti.
Elijah la prese al volo.
“Mi dispiace davvero tanto, piccola mia, ma ho dovuto farlo”
Per Lissa, la voce del fratello era ormai lontana e, mentre il corpo tremava per il freddo, la ragazza si prestava a morire…pronta a rinascere dalle proprie ceneri come la fenice.
Pronta alla dannazione eterna.
Il vampiro prese tra le braccia la ragazza e poi la pose delicatamente sulla carrozza, coprendola con una coperta e sistemandole una ciocca di capelli dietro alle orecchie.
“Dormi ora, mia piccola princesa**, domani, quando ti risveglierai, tutto cambierà per te”
Elijah tirò fuori dalla tasca interna del suo gilet di cuoio marrone una busta che, delicatamente, mise tra le mani della fanciulla.
Guardò la sorella per l’ultima volta e poi chiuse la porta della carrozza.
“Dylan!” disse il vampiro, chiamando il cocchiere.
Questo si girò verso di lui, le redini dei cavalli già fra le mani.
Il ragazzo si avvicinò all’uomo, tanto quanto bastasse per poterlo guardare negli occhi.
Tanto bastasse per poterlo soggiogare.
“Porta la principessa, lontano da qui, da Aradia. Da alla strega questa busta” Elijah tirò fuori dal gilet un’altra lettera e la porse all’uomo.
Dylan prese la busta e la mise nella giacca lurida e piena di toppe.
“Assicurati che Vasilisa arrivi da lei sana e salva. Non dovrà succederle niente, ci siamo intesi? Dovrai proteggerla con la tua stessa vita e se fallisci..bè..spera di non rincontrarmi..”
L’uomo annuì.
Il vampiro si allontanò di qualche passo dal veicolo, in modo da poter permettere al cocchiere d partire.
Mentre la carrozza, contente la cosa più preziosa che avesse mai posseduto durante la sua vita di non-morto, sfrecciava nel buio della notte, Elijah sentì il suo cuore stringersi.
Lei non l’avrebbe mai perdonato.
Il tristezza però scomparve subito.
Un giorno si sarebbero rivisti, ne era certo.
Il ragazzo alzò lo sguardo al cielo.
Era scritto nelle stelle.







Angolo autore:
Salve a tutti!
Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto e vi abbia messo voglia di leggere anche il prossimo.
E' la terza volta che pubblico questa storia su EFP.
Ho cambiato lo stile di scritto e spero che uesta volta bbia più 'successo'.
Un bacio♥



*Sorella in Bulgaro.
**Principessa in Bulgaro.
   
 
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