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Autore: Sheeran    20/07/2013    2 recensioni
Non è mai facile come sembra. E il problema è che le persone non capiscono, il problema è che le persone fingono di capire e tu, come uno stupido ci credi sempre, credi in loro senza aver mai creduto in te stesso.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non è mai facile come sembra. E il problema è che le persone non capiscono, il problema è che le persone fingono di capire e tu, come uno stupido ci credi sempre, credi in loro senza aver mai creduto in te stesso.

Mi chiamo Christopher, ho sedici anni e vivo in Australia, nel Queensland. Ah a proposito, ''Benvenuti nel Queensland'' (è una stupida frase che gli abitanti del posto dicono ogni volta che vedono un turista). Vivo nella città di Richmond, il luogo più caldo dell'intero Queensland; è estate, sono le tre del pomeriggio del 27 luglio e la ventola a soffitto della mia veranda non riesce a combattere i 39° di questo sole. La canottiera bianca mi si attacca alla pelle sudaticcia come un adesivo mentre impreco contro questa ventola inutile e mi chiedo perché debba fare così caldo. Certo potrei anche entrare nella mia 'Queenslander house', (come si ostina la gente di qui a chiamare le nostre case, neanche fossero qualcosa di speciale! Semplici case in legno, con una veranda davanti rialzate di quasi un metro da terra) e accendermi l'aria condizionata ma uno simpatico scorpione si è infilato in quegli strani apparecchi e non potendo permetterci di pagare qualcuno per aggiustarlo, io e mio padre ci armeggiamo sopra da tre giorni ormai, ogni volta che torna da lavoro, ma l'unico risultato che abbiamo avuto è stata una nuvola di fumo nero e uno scorpione morto, e sinceramente non so se prenderlo come buon segno. È ormai un'ora che fisso la strada costeggiata da stupidi alberi bassi stile savana e erbetta, che a parer mio si sta seccando; in cerca di un riflesso del sole in lontananza sulla carrozzeria del pick up rosso di mia madre, in realtà è di seconda mano ma dopo una lavata e considerando che il motore va che una meraviglia, è perfetto e ogni volta che qualcosa non funziona ci metto le mani io e tutto si sistema, non per essere sbruffone ma con i motori ci so fare, eccome. Mamma sarebbe dovuta essere qui già da un'ora circa, era scesa nel centro di Richmond per andare a trovare la sua amica Cate e mi ha detto che sarebbe tornata subito dopo pranzo, per le due. Ma probabilmente si è trattenuta per assaggiare qualche dolce. Cate ha una pasticceria e fa i dolci più buoni di questo mondo giuro! Oltre che grande amica di mamma la signora Cate è anche la madre del mio migliore amico: Luke. Ci conosciamo da sempre, siamo come il pane e la nutella, il burro e il salmone, l'uovo e la maionese.. okay gli effetti del mio pranzo mancato si iniziano a sentire. Dipendiamo l'uno dall'altro e non c'è descrizione migliore delle parole 'migliori amici'. Abbiamo la stessa età anche se Luke dimostra qualcosa in meno forse, non si è ancora sviluppato bene riguardo la muscolatura e per questo ogni giorno mi obbliga a fare esercizi di tutti i generi con lui, anche se da una settimana quasi non ci vediamo: la signora Cate lo ha punito per aver preso di nascosto i dolci dal tavolo di esposizione del suo negozio, il solito. Però in realtà mi manca stare con lui, siamo come fratelli e per i miei genitori è come avere due figli, e ne sono contenti, sopratutto papà; Luke è cresciuto solo con la mamma, ha perso suo padre quando aveva neanche un anno, il padre faceva il militare, e le bombe non portano mai cose buone. Probabilmente vede in mio padre l'uomo guida che gli è mancato.

Vedo qualcosa di rosso fuoco comparire all'estremità della strada, il pick up di mamma, non riesco ancora a vederla però, è troppo lontana. Ho un buon rapporto con mia madre, è una donna bellissima, io l'ho sempre detto. Ha gli occhi da cerbiatto, nerissimi e i capelli castani ricci e lunghi, raccolti in una coda di cavallo profumata di shampoo, e il sorriso dolce che solo una mamma ti sa fare.
Solo adesso mi ricordo che dovevo rifarmi ancora il letto da stamattina, no
n ho voglia di litigarci, allora come un topo inseguito da un gatto corro in camera mia, al secondo piano, e la sistemo meglio che posso; ho finito giusto in tempo. -Chrii sono a casa- eccola. Esco dalla camera per salutarla ma nelle scale qualcosa mi travolge sfregandomi la testa. E ti pareva, quel pirla di Luke esprime il suo affetto così, tanto meglio. -Hai visto chi ti ho portato? Sono riuscita a convincere Cate che la punizione era sufficiente-. Rido e la ringrazio con un sorriso, lo stesso fa Luke, a modo suo ovviamente. Luke è muto. È muto dalla nascita e se dicessi che non è mai stato troppo difficile per lui sarebbe una gran cazzata. Lo vedo ogni giorno, ci soffre e lo so. Luke ama la musica, un giorno ero appena arrivato a casa sua, ma non mi aveva sentito per la musica troppo alta, mi sono affacciato in camera sua e l'ho visto, l'ho sentito, stava provando a cantare; ma riusciva a emettere sono suoni gutturali. Mi sono sentito uno schifo, mi capita di sentirmi in colpa perché io posso parlare, posso cantare, e lui no. Lui che lo merita più di me. So che è sbagliato ma lo penso, e continuerò a farlo probabilmente. Quel giorno mi sono vergognato di me stesso come mai, perché sono scappato via, non ho avuto la forza di entrare in quella stanza e dargli un abbraccio da fratello anche se sapevo che era quello di cui aveva bisogno, sono scappato via. Come un vigliacco. Luke è più forte di me, avrà meno muscoli, ma dentro, dentro ha la forza di un leone.

  
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