Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard
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Autore: semideaa    20/07/2013    7 recensioni
Jem gira la maniglia, chiede permesso educatamente e apre la porta. Mi sussurra: quello al piano è Paul.
Il maestro è uscito, infatti lui ha smesso di suonare. Dallo sgabello dove sta seduto si alza e viene verso di noi. Alto, capelli castano-rosso, occhi chiari e un neo sotto l’occhio sinistro.
Un presentimento sbagliato, improvviso, impulsivo, mi grida: Ho già visto quel ragazzo, cavolo se l’ho già visto. Minchia, io so chi è.
Si ferma davanti a Jem e parla con la sua solita voce angelica che conosco troppo bene e che ho ascoltato troppe volte per credere che la stia ascoltando davvero, dal vivo.
“Cosa vuoi, Jem? E chi è lei?”
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Maynard, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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vorrei dire che:

questa storia ha finalmente un banner! shiii! ajkyriuy (crediti: @ehimaliik) 
grazie mille, mars, grazie mille per il tuo sostegno...

 

how can you write your destiny in one month?



Sun for us.. and Victoria for Conor.

 
Meno male che esistono i segnali in questa scuola.
Davvero, vi siete mai chiesti come sarebbe il mondo senza segnali?
Semplicemente orribile.
Vi sentireste persi per il resto della vostra vita.
Ma io per fortuna non lo sono, e sapete perché?
PERCHE’ ESISTONO I SEGNALI!

 
Dopo qualche minuto a salire e scendere per le scale, mi ricordo che Conor mi aveva detto che le materie artistiche si trovavano al sesto piano. E se “Arte della composizione drammaturgica ed esistenziale” non è una materia artistica, allora è meglio che mi spari. 
Finalmente trovo la fatidica aula e, purtroppo per me, c’è la porta chiusa.
 
Non so di preciso il motivo, ho sempre odiato le aule con le porte chiuse. Quando dovevo entrarci mi saliva su un groppo d’ansia perché non potevo pre -rassicurarmi di quello che avrei trovato dentro. Come al solito mi riempio la testa di dubbi.
Come sarà la professoressa?
E i compagni?
Mi accetteranno anche se sono italiana?
 
Al fine di smettere di pensare a tutte quelle domande, trovo il coraggio per aprire la porta dell’aula.
 
Il caos che mi assale è qualcosa di semplicemente madornale, ma quando mi ritrovo sulla soglia e fisso sconcertata la classe, un velo di silenzio la trapassa da capo a piedi.
 
 
CONOR’S POV
 
L’aula di biologia non era mai stata così silenziosa.
La Truman stava spiegando monotonamente, come al solito, le principali caratteristiche delle piante marine e come saperle riconoscere. In pratica, una noia mortale.
Anth mi fissava dal bordo del tavolo da lavoro all’altro capo dell’aula e qualche volta si girava verso Joy per scambiare qualche risata.
Ero arrivato in ritardo e per questo mi trovavo in una delle prime file, quasi faccia a faccia con la professoressa.
Eppure, non potevo smettere di guardare Victoria. Era così … beh, poteva benissimo essere un angelo.
Fortunatamente, era seduta al tavolo centrale, vicino alla sua amica Clace. Potevo osservarla in tutta la sua bellezza.
 
Victoria non l’ho mai conosciuta davvero, è sempre stata troppo bella per me. Davvero, hai presente quando qualcuno è così bello, che non fa altro che starsene con i suoi simili, e io non ne facevo parte, o squadrare la gente dall’alto in basso, senza degnarli di uno sguardo? La bellezza di Victoria forse era davvero soprannaturale.
Inutile dire che quasi tutta la scuola ci andava dietro. Intendo letteralmente. La seguivano dappertutto, la importunavano quasi fosse una vip.
Io forse ero l’unico ad osservarla solamente, e basta.
 
Ma quel giorno, forse per la prima volta, ero io a squadrarla dall’alto in basso.
Interiormente, intendo. Come poteva piacermi se non la conoscevo nemmeno?
Anth aveva sempre cercato di farmi parlare con lei, senza tanto successo.
Era sempre stato Anth che mi aveva preso in giro per quelle volte che l’avevo guardata così a fondo che mi era scesa la bava alla bocca.
Anth mi aveva anche detto che lei non aveva certo occhi per me, ma a me non era mai importato.
 
E ora, invece, che mi succedeva?
Perché d’un tratto non mi appariva più “bella impossibile”?
Cos’era cambiato?
Bella certo, lo era rimasta.
Alta, scura, con i capelli castani, lunghi e ondulati e dei grandi occhi profondi color nocciola. La solita bellezza intrigante, provocante e misteriosa.
Non avevo mai pensato di poterle interessare, e mai mi era passato per l’anticamera del cervello di invitarla ad uscire, ma ora erano passati tre anni, ormai, non potevo rimanere ad osservarla per sempre.
Allo stesso tempo, però, non volevo dare una svolta alla mia vita, non volevo parlarle e cambiare il nostro rapporto.
Avevo paura, ecco.
 
Dovevo assolutamente sapere cosa ne pensava Anth, era l’unico di cui mi fidavo davvero in fatto di ragazze. Ma i miei occhi non ne volevano sentire di spostarsi dai sui fianchi, dai suoi capelli, dalle sue gambe, da lei.
 
Solamente lo squillo della campanella mi riportò alla realtà. La seguì con lo sguardo mentre usciva con le sue amiche nel corridoio. Sapevo a memoria i suoi orari, ora le sarebbe toccata letteratura inglese.
Anth arrivò giusto in tempo per impedire che vomitassi arcobaleni in cielo.
 
-Stai di nuovo osservando “maniacalmente” la Tansey? Eddai, lasciala perdere.
Invece, dicci un po’, chi è che era quella rossa che ti sei portato su in presidenza? Cos’è, avete dei privè prenotati, lì?-
Lanciò un’occhiata di sbieco a Joy, che rispose di rimando.
-Ma non dire cretinate, Anth, lui i privè li usa solo con la Victoria … certo, nei suoi sogni!-
Poi mi trascinarono fuori e scoppiarono a ridere, dandosi delle pacche a vicenda e continuando a fare battutine squallide che non sto qui a ripetere perché sennò vi scandalizzerebbero.
 
-La “rossa” si chiama Fel … mhh voglio dire Rita –
- Rita? E da dove sbuca?-
-E’ italiana ed è qui per uno stage musicale, l’ho ospitata a casa mia-
-Davvero? E quando ce ne volevi parlare, precisamente?-
-Non pensavo fosse così importante, ecco tutto-
 
Camminavo a testa bassa, con le mani nelle tasche, per il corridoio del secondo piano. Dovevo precipitarmi a lezione di chitarra ma avrei avuto tempo.
Intanto non capivo perché Anth volesse sapere così tanto su Fel.
Salutai Joy che andava nell’aula di scienze e Anth mi guidò verso uno spiazzo, coperto dal muro degli armadietti.
 
-Perché non vuoi parlare di Rita?-
-E’ complicato, Anth. Oggi mi sento strano-
-E’ il primo giorno che passi con lei?-
-Si, ma perché me lo chiedi?-
-Beh, anche io ti vedo strano. Non reagisci alle battutine su Victoria ..-
-Forse perché sono squallide ..-
-Non ridi con noi .. dai, che ti sta succedendo? C’è in ballo qualcuna?-
-C’è in ballo Rita, ne sono sicuro-
 
 
RITA’S POV
 
La classe mi guarda con occhi spalancati, come allibita, sorpresa.
Mi faccio coraggio e a testa bassa entro nell’aula trascinando la mia borsa piena di libri e mi posiziono in uno degli ultimi banchi, quelli più vicini alla parete di dietro, isolata da tutti.
L’atmosfera nell’aula si alleggerisce e tutti quanti incominciano a sussurrare tra di loro, come per paura che io possa sentirli.
 
E’ lei quella nuova?
Ma chi, l’italiana?
Ma hai visto che maglia larga che indossa?
Umh, forse lì in Italia sono abituati a vestirsi da barboni!
Ma secondo te lo capisce l’inglese?
L’unica cosa che deve fare è andarsene, ecco.
 
Ignorando tutte le parole che si stanno diffondendo intorno a me, mi concentro sulla cattedra, notando, per la prima volta da quando sono entrata, una donna grassoccia e paffutella, seduta dietro la grossa scrivania, sommersa da copioni e rimasugli di costumi per spettacoli.
Aveva una strana aria, trasognata, poco lucida, la solita che hanno gli ubriachi, ma quando si alzò in piedi, facendo scuotere tutte le sue collane di perle e le frange della sua gonna lunga, era stabile, quasi come una statua.
 
-Oh, bentornati ragazzi, ad un altro anno in questa aula!-
 
La voce era limpida, profonda, ma aveva un ché di soprannaturale che faceva accapponare la pelle.
Quasi tutti i ragazzi scoppiarono a ridere a quelle parole e ricominciarono a parlare fitto tra loro. Diciamo che rispetto per quella professoressa ce n’era davvero poco.
 
-Oggi cominceremo con le rappresentazioni che io chiamo “vitali”, quelle che ci porteranno sulla strada per capire e comprendere davvero le nostre emozioni!-  continuò la Shutz, sempre con quell’aria sognante.
 
-Si, a comprendere le emozioni del ribrezzo e del vomito!-
Un ragazzo dal viso spigoloso, scuro, con qualche brufolo, si era alzato in piedi e aveva quasi sputato in faccia alla professoressa, che, dal suo canto, sembrava essere abituata.
Inutile dire che la classe scoppiò in un boato di fragorose risate e applausi, fin quando la Shutz non replicò.
 
-Bene, Simon, sarai proprio tu ad incominciare-
Detto questo tirò fuori un foglio tutto strapazzato e glielo porse con mani salde.
Simon, il ragazzo spigoloso, si alzo e con malavoglia andò a prenderlo e si posizionò sul lato destro dell’aula.
 
L’aula era molto larga e con un soffitto abbastanza alto. I banchi erano tutti rivolti verso la parte destra, il lato dove si trovava la porta, mentre la cattedra era messa in obliquo, un po’ rivolta ai banchi e un po’ rivolta a quella specie di “palco” improvvisato.
Uno sciame di perline colorate scendeva giù dal soffitto, quasi a fare da sipario, mentre sulla parete era poggiato un pezzo di legno che faceva da “scena”.
 
Dopo aver chiamato Simon, la Shutz si rivolse ad un gruppetto di ragazze vestite di blu e bianco, lo stesso che avevo notato la mattina appena entrata a scuola.
 
- Umh … vediamo, chi incomincia? Clarissa? Theresa? Glim?-
 
La ragazza più alla sinistra delle altre si alzò in piedi e con sguardo fiero si avviò verso Simon. Era alta, più del ragazzo, con i capelli che si perdevano nei vari colori e nelle varie trecce. Tinti, immagino, di certo l’azzurro non è un colore naturale.
La Shutz sembrava felice della coppia appena formata.
 
-Benissimo! Simon, Clarissa, potete cominciare!-
-E cosa dovremmo fare esattamente?- replicò Simon, con quel suo tono biascicoso.
-Dovrete interpretare una coppia di giovani innamorati, così la classe potrà vedere l’effetto dell’amore sui giovani!- esclamò la professoressa tutta estasiata.
 
Fu il momento di altre grosse risate, stavolta non guidate da Simon, che guardava Clarissa sconcertato.
 
Incominciarono a recitare, guidati dai consigli della Shutz che li seguiva passo dopo passo.
Il tempo scorreva veloce e, sotto le grosse risate dei compagni e qualche urlo della professoressa, lo spettacolo procedeva con, come unico protagonista, l’amore.
Intanto nessuno ancora si era accorto di me, ed io ne ero più che felice.
 
Il suono della campanella mi scosse dai miei pensieri.
Simon e Clarissa finirono di recitare e ritornarono al loro posto per prendere i libri, mentre la Shutz assegnava i compiti per casa.
 
-Dovrete scrivere un tema di due pagine sul sentimento che abbiamo analizzato oggi: l’amore, facendo riferimento anche a qualche episodio che vi è capitato nella vostra vita-
 
Stava scherzando, vero?
Perfetto, proprio il compito che ci voleva per me.
Di cosa avrei parlato, esattamente?
Non avevo mai conosciuto quel sentimento, se non quello che provavo per Francesca. L’amore verso i miei genitori si era andato perdendosi  sempre di più e ora non ero sicura di poter dire chiaramente che li amavo.
Per non parlare dei ragazzi, poi. Nessuno mi aveva mai notato davvero, nessuno mi aveva mai confessato di provare quel sentimento obbrobrioso nei miei confronti.
Io non provavo amore per gli altri, gli altri non provavano amore per me.
Perfetto, no?
No, il fatto è che non era perfetto.
Tante volte mi ero fermata a pensare alla mia vita, guardandola come un buco grigio, vuoto. Riempito solamente da Francesca.
 
Eppure, sentivo che ora qualcosa stava cambiando.
Ero arrivata ad una parte della mia vita in cui dovevo decidere per me stessa, per il mio destino.
Ero ferma in un punto e non riuscivo ad andare avanti, fino a quando non ero arrivata a Brighton, non avevo conosciuto Conor.
E non era qualcosa che stava cambiando, ma ero io che stavo cambiando.
Vedevo quel punto fermo, a cui ero bloccata, allontanarsi sempre di più. Vedevo la musica come mio unico futuro. Vedevo anche la mia famiglia, certo, Francesca soprattutto, sicuro, ma vedevo Conor. E vedevo la paura.
 
Uscì dalla stanza, ancora piena di questi pensieri che mi vorticavano in testa e senza guardare dove andavo, arrivai fino al centro dell’atrio del sesto piano, color malva.
Mentre mi dirigevo verso gli armadietti, sentii una forte spinta e qualcuno mi arrivò addosso, catapultandomi a terra. Venni sommersa da una decina di pesanti libri e da una custodia nera laccata, forse contenente uno strumento.
Sentii delle risate tutto intorno, poi i ragazzi si calmarono e continuarono per i fatti loro.
La furia che mi aveva scaraventata a terra, cadendomi sopra, si alzò.
Era una ragazza, di circa della mia stessa età, con capelli biondi, arruffati e ricci, raccolti tutti dietro un cerchietto. Era bassina, ma molto magra. All’inizio pensai addirittura che fosse anoressica.
Portava un maglioncino di cotone lilla e una gonna a vita alta magenta con un grosso cinturone, calze e stivaletti bassi. Nel complesso dava l’impressione di essere un’artista, con una matita infilata dietro l’orecchio e una grossa collana fatta a mano.
 
-Scusami tanto, è che sono in dannatissimo ritardo per la lezione di chimica e non vedevo dove stavo andando-
-Me ne sono accorta!-
 
Mi rialzai da terra, recuperando la borsa e tesi la mano alla nuova sconosciuta.
 
-Piacere, sono Rita –
-Piacere, io sono Sun-
- Sun! E’ un nome stupendo!-
-Anche il tuo credimi!-
 
Poi Sun scoppiò a ridere. Una risata che era una via di mezzo tra uno squittio e un raggio di sole. Calda e dolce, come il suo nome.
 
 
SUN’S POV
 
Che ragazza stramba, Rita.
Non aveva l’aspetto di una ragazza inglese, con i lineamenti duri, squadrati e freddi.
Aveva il viso contornato da una linea dolce e, anche se era molto chiara, si vedeva che portava impresso sulla pelle quel fascino e quel calore del Mediterraneo che solo gli italiani mostravano. Lo sapevo fin troppo bene.
 
-Sei italiana, giusto?
-Come te ne sei accorta? L’avrai capito da come parlo.. –
-No, affatto. Anzi, mi meraviglio, parli benissimo inglese. Me ne sono accorta dal tuo viso-
 
Lì per lì Rita rimase di stucco, come a riflettere su cosa potesse avere in faccia, poi timidamente si portò una mano con dita lunghe e affusolate sulla guancia e se l’accarezzò con un semplice gesto, sorridendo.
 
-Suoni il pianoforte?-
- Umh, si, ma comincerò a studiarlo meglio qui. Ma come fai a sapere tutte queste cose?-
-Semplicemente, osservo-
-Tu, invece, cosa c’è in questa custodia?-
 
Detto questo raccolse da terra la mia custodia laccata nera e me la porse, timorosamente.
 
-Io suono il flauto traverso. Un incubo, credimi, soprattutto ora che stiamo cominciando a provare per il “ballo delle debuttanti”-
-Il ballo di che?-
-Non sai niente?-
 
Rita scosse la testa, facendo ondeggiare i capelli ramati e facendoli ricadere sulle spalle e sulla fronte.
 
-Il “ballo delle debuttanti” o “concerto iniziale” è un concerto che si fa ogni inizio anno. Gli studenti del primo anno assistono, mentre gli altri ragazzi dal secondo anno in su devono esibirsi o suonando o cantando o recitando, da soli, a coppie, a gruppi … in parole povere devono mostrare le loro abilità. Ecco perché tutta la scuola è in fermento-
-E tu vorresti dirmi che anche io devo esibirmi?-
-Beh, alla tua lezione di strumento vedrai che te ne parleranno-
-Ce l’ho oggi pomeriggio.. –
 
Sembrò confermarlo più a se stessa che a me.
Incominciai ad avviarmi verso il secondo piano, nell’aula di chimica, ricordandomi solo ora che ero in immenso ritardo. Poi mi accorgo che anche Rita scende con me e la domanda mi sorge spontanea.
 
-Anche tu chimica?-
-Non ci crederai, ma si!-
-Oh, cavolo. Abbiamo ritardato di mezz’ora… mah, al diavolo chimica, io me la salto. In fondo, cosa entro a fare se manca solamente un quarto d’ora?-
-Si, in fondo hai ragione. Io dopo ho la pausa, tu?-
-Niente da fare, ho tecnica-
 
Ferme al secondo piano avevamo deciso di spassarcela e di conoscerci meglio.
In fondo, se saltavamo una lezione di chimica nessuno ci uccideva.
 
 
CONOR’S POV
 
- Rita? Non dirmi che ti sei innamorato di lei?-
-No, assolutamente. E’ solo che ora che guardo Victoria, provo una sensazione che non ho mai provato prima, come se fossi stufo di guardarla solamente-
-E allora provaci! Cosa aspetti?-
-Te l’ho detto, è questa strana sensazione.. –
 
Possibile che Anth non capisse?
Ora che Rita era entrata nella mia vita, era come se tutta la mia vita girasse intorno a lei. Avevo come quella sensazione, da fratello maggiore, di proteggerla.
Ma avevo paura, paura di ferirla, di spingermi troppo oltre.
E poi c’era Victoria. Non avevo smesso di provare attrazione nei suoi confronti.
E ora, volevo cambiare la situazione della mia vita.
Solo che non sapevo bene in che modo.
 
-Scusa, Conor, non c’è niente di complicato. Vai lì, le chiedi se vuole venire al ballo con te e la baci.. –
-Ah, già il ballo.. –
 
Le parole di Anth arrivarono in ritardo alle mie orecchie.
 
-Baciarla? Ma sei pazzo? Non ho neanche il coraggio di parlarle, figurati di baciarla!-
-Conor, eccola. O lo fai ora, o mai più-
-No, Anth, no … -
 
Ma lui fu più veloce di me. Mi spinse fuori dall’angolo degli armadietti e andai a finire proprio davanti a Victoria.
Il mio stomaco era in completo subbuglio, mancava poco e vomitavo tutto ai suoi piedi. Sentivo davvero uno sciame di api impazzite che girovagavano nel mio ventre, altro che farfalle. Non guardai nemmeno in giro, com’era mio solito prima di incominciare un discorso importante, anzi la presi per un braccio e la portai in un angolo. Non sapevo da dove tiravo fuori tutto quel coraggio, ma lo stavo facendo. Ormai, era la mia ultima speranza.
Fui compiaciuto quando lei non si oppose al mio gesto, né gridò o si divincolò. Diciamo che questo suo comportamento mi diede più forza. Ero consapevole che Anth mi stava osservando, così com’ero consapevole che Clace e Jeremy, gli amici nonché cagnolini di Victoria, mi stavano mangiando con gli occhi. Non mi importava, andai dritto al punto.
 
-Senti, Victoria, è da un po’ che voglio farlo, ma non ho mai trovato il coraggio.. voglio solo che tu sappia cosa provo per te-
 
Detto questo, costantemente con la testa bassa, alzai lo sguardo e incontrai i suoi occhi, impassibili come sempre, ma così profondi.
Mi avvicinai leggermente a lei e vedendo che non si scansava né si opponeva, mi chinai verso le sue labbra.
Non ho mai provato una sensazione come quella.
Un sapore caldo mi entrò tutto dentro, assaporai tutta la sua bellezza, il suo io interiore, in quell’unico momento. Non seppi dire quanto durò, ma seppi con certezza che tutto intorno a me si era diradato. Non sentivo più nessuno parlare, né qualcuno muoversi.
Esistevamo solo io e lei.
Sono in un sogno, perciò svegliatemi prima che continui.
 
 
RITA’S POV
 
Il mio primo giorno qui non era stato del tutto un fallimento. Avevo incontrato una nuova amica, di cui fidarmi e con cui poter parlare.
Sun era davvero stramba.
Non avevo mai conosciuto una ragazza più appariscente di lei. Si faceva notare, anche se, diciamocelo, in quella scuola erano tutti molto strambi, dai vestiti al comportamento.
 
-Allora, hai detto che sei nuova. E di dove sei, precisamente?-
-Io sono del sud Italia, zona vicino Roma. E tu?-
-Oh, io sono proprio di Brighton. E’ da generazioni che abitiamo qui!-
-Ma davvero!-
 
Scoppiammo a ridere entrambe, mentre la folla si diradava intorno a noi uscendo nel cortile. Ci alzammo anche noi, ma proprio in quel momento il mio sguardo si posò su qualcosa che non avrei mai voluto vedere.
Il mondo mi crollò addosso, stavo davvero per accasciarmi a terra.
Sun era già arrivata a metà strada dalla porta principale, quando si accorse che mi ero fermata e mi venne incontro.
 
-Oh, quella è Victoria Tansey, la più carina dell’istituto, pff ..… e quello.. aspetta, quello dovrebbe essere Conor Maynard –
 
Annuisco convulsamente, senza parlare.
 
-Ma perché, lo conosci?-
 
Di fronte a noi c’erano Conor e Victoria, avvinghiati l’uno all’altra, le labbra in stretto contatto.
 
-Si, lo conosco-
 
Portatemi a vomitare, ora.
 
 
*******************************************
Alloraaaaaa, mie care, sono tornata, ed ho un bel po' di cose da dire! 
Riguardo al capitolo:
ci ho messo un'eternità per scriverlo, davvero, perchè non mi convincevano molto il SUN'S POV e il RITA'S POV. 
Spero comunque di aver fatto un buon lavoro! c':
Per i CONOR'S POV, perdonatemi! Mi metto in ginocchio davanti a voi, ma dovevo inserire Victoria come "antagonista". In realtà l'idea mi è venuta all'ultimo momento...e non so se è uscita bene. Perdonatemi anche se voi credete nella coppia Conor-Victoria, ma sinceramente per me possono fare quel che vogliono, l'importante è che lei non lo faccia soffrire.
Mi fido ancora di skillza.
Ritornando al capitolo, ho notato che ci sono alcune imperfezioni riguardo al tempo dei verbi..ma più di così non sono riuscita a correggere, davvero. Mi scuso immensamente.
Mi scuso anche per il ritardo....ma come ho già detto alcune parti non volevano uscire. Ci ho messo un sacco di tempo per scrivere le parti di Victoria (immaginate perchè) e per il fatto del ballo delle debuttanti....uff. Non so neanche come continuare nel prossimo, quindi accetto suggerimenti, critiche...ma vi prego, aiutatemi. Potreste darmi spunti, riflessioni, modi per migliorare..non lasciatemi nel mio caos creativo! (lolz)

AND LAST BUT NOT LIST...
ora mi è venuto in mente che devo ringraziare un po' di persone...
IN PRIMIS
tutte coloro che recensiscono e che seguono la mia storia appassionatamente;
tutte quelle che hanno messo la ff tra le preferite, ricordate e/o seguite;
tutte quelle che hanno messo ME tra gli autori preferiti;
tutte quelle che leggono, silenziosamente, ma che continuano a seguire questa ff (l'avete fatta arrivare a più di 200 visite...grazie :);
sopratutto @ehimaliik: grazie di esserci sempre, di sostenermi anche quando nessuno più crede in me (nemmeno io lol)
@__mrsmalik__: (ti chiamo con il nome di twittah perchè io puo') perchè si deve sbrigare a tornare da dublino...voglio sapere pareri anche da te!. Mi hai sempre sostenuto, anche tu, preoccupandoti per me. 
Non smetterò mai di ringraziare gente, perciò, FERMATEMI!



 
 infine...dato che oggi ho voglia di perdere tempo, vi volevo far ascoltare questi due remix...che io AMO CON TUTTO IL  MIO CUORE e che mi hanno accompagnato passo passo nella stesura di questo santo e benedetto capitolo in cui ho buttato litri e litri di sangue! ahahahaha

can't say no remix lazy j 
http://www.youtube.com/watch?v=-uTvs3fDI_c
vegas girl MV remix  (Wideboys Radio Edit) http://www.youtube.com/watch?v=HE__9SlGQZw


AVVISO IMPORTANTE:

cambierò nome...non sarò più xconahshug ma ehijcassie, come su twitter!
 

per chi volesse contattarmi, sono su:

twitter: https://twitter.com/ehijcassie                 
fb:  https://www.facebook.com/rebecca.defilippis.1?ref=tn_tnmn       
askhttp://ask.fm/xconah


continuo, come al solito, a 2\3 recensioni c:



grazie Conor, è solo merito tuo se questo esiste, se io continuo a vivere con il sorriso sulle labbra.


semplicemente, grazie di esistere.

 

  
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