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Autore: VegaAltair    20/07/2013    7 recensioni
-NUOVA EDIZIONE-
*
Respira. Andrà tutto bene.
Respira e ricorda che ci sei già passata. Sei già stata così ansiosa, così impaurita, così disperata. E sei sopravissuta.
Respira e sappi che puoi superare anche questa. Questi sentimenti non possono spezzarti. Sono dolorosi e stremanti, ma puoi conviverci, puoi imparare a conoscerli, e alla fine scompariranno.
Non subito, ma prima o poi scompariranno. E quando saranno scomparsi, ti guarderai indietro e riderai per aver dubitato della tua forza. So che sembra insopportabile, ora come ora, ma continua a respirare. Ancora, e ancora.
Passerà. Te lo prometto, andrà tutto bene.
*
L'amore per la musica. La voglia di sfondare. L'adrenalina che scorre nelle vene quando sali sul palco.
I sentimenti assopiti verso una vecchia amica. La passione. Il passato che ti insegue.
Tra New York e Roma, Jojo tenta di sfondare nel campo della musica, pur sapendo che il suo cuore è legato ad una sola persona...
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Note Pre-Cap:

Alor, innanzitutto grazie mille a chi legge, recensisce e mette la storia tra preferiti e seguiti. Thanks guys, mi avete fatto capire che ancora c’è gente che mi segue nonostante i tempi di attesa J

Con questo capitolo si inizia la storia vera, perciò si fa un salto di quindici anni indietro, quando ancora deve accadere tutto. Noto che il prologo ha messo un bel tarlo nella testa di chi legge, il che mi fa capire che ho fatto un buon lavoro u.u missione compiuta.

Con questo capitolo credo capirete anche meglio cosa intendo per rivisitazione, dato che più o meno, quello che cambia, è solo il contorno dei fatti e qualche nuovo aspetto dei personaggi. Ma non dico altro.

BACIUZ E BUON LETTURA.

Spoiler non troppo spoiler oso per chi ha già letto l’altra storia (o forse dovrei dire, aiutino per farvi capire meglio un certo punto del capitolo): Vi ricordate personaggi con occhi verdi?


CAPITOLO I

Rientri e Rivincite

 

 

 

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Roma, 7 Luglio 2010

 

 

 

Accendo la telecamera.

 

 

 

 

 

-Okay…* sospiro *Vi avevo promesso il video del mio ritorno in Italia…ed eccolo qua. Tanto vale iniziare dall’aeroporto. Sono al John Fitzgerald Kennedy Airport di New York, e sono le dieci e quaranta. Fra un’ora esatta sarò sull’aereo che mi porterà, in circa nove ore, nella “madre patria”. Sono seduta su una di quelle sedioline di plastica scomodissime, non so se avete presente, ad aspettare la chiamata per il mio volo. Riuscite a vedere dietro di me? Il JFK… *guardo verso lo schermo digitale della telecamera* Dio, ho due occhiaie immense…scusate ragazzi, ma sono due, no!, tre giorni…sono tre giorni che non dormo e sono veramente distrutta. E mi aspettano ancora dieci ore infernali. Non ce la posso fare…salvatemi, vi prego. *fisso lo schermo della telecamera,e sospiro* Ah, prima che mi scordi. Jamie dovrebbe mettere i video del concerto sul canale Youtube entro la settimana. È stato fenomenale, davvero. Non credo di essermi mai divertita tanto…sul serio! Vi adoriamo. Vi adoro! E se il concerto è andato così bene è solo merito vostro, ragazzi. Seriamente, grazie a chi è venuto e ha mostrato il suo supporto per la band. Lo apprezziamo molto. *sospiro di nuovo* Mi conviene spegnere la telecamera. Odio gli adii strappa lacrime, ma voglio lasciarvi con una chicca: Lily, da quanto mi ha detto James, non ha ancora smesso di piangere. E Shane non è ancora uscito dalla sua camera. Ryo mi ha salutata ieri sera al concerto, e a malapena riusciva a trattenere le lacrime. E Jamie…Jamie è il solito cucciolo della band. mi ha accompagnata lui, qui in aeroporto. Gli altri hanno preferito non venire, per evitare scene drammatiche qui al terminal. Forse è meglio così, in fondo. Meglio salutarci con un “Ci vediamo presto”, la sera prima di partire…così da dare una parvenza di routine. Così da far sembrare il mio ritorno in Italia come un viaggetto di pochi giorni. Jamie invece è voluto venire. Mi ha salutato, tentando di mantenere una certa…una certa stabilità emotiva,sì. Ma quegl’occhi non mentono…lo sapete meglio di me, forse.

 In un certo senso…un senso un po’ malato… sono compiaciuta. *sorrido sorniona *. E…*prendo una pausa *…so che non è una cosa carina da dire, ma in fondo, credo di aver capito solo oggi quanto realmente ci tengano a me. Come è che si dice? “Non conosci il vero valore di ciò che hai finché non lo perdi”. Credo funzioni un po’ così per noi. Per me , per Shane, per Lily, Ryo e Jamie. Tengo a loro più che a me stessa…ma solo ora mi accorgo di quanto mi mancheranno. Quanto già mi manchino. *chino lo sguardo, rassegnata *

È ora di spegnere la telecamera. Basta con i toni tristi e le smancerie. Speriamo almeno di riuscire a dormire in aereo…almeno un po’- Dai belli, aggiorno a breve con qualche nuova canzone, improvvisata al volo nel mio appartamentino romano. Ci si vede. Beeella raga *occhiolino*.-

 

 

 

 

 

E spengo la telecamera. Dio solo sa quando caricherò il video sul canale…ma l’intenzione è quello che conta, giusto?

Sarà che sono stanca…stremata, in effetti. Se ci penso mi sento ancora un po’ strana. È incredibile che siano passati già tre anni. Tre anni. Ed è ancora più incredibile che stia già per ritornare in Italia. È strano pensare che ritornerò a parlare italiano, che rincontrerò tutti i miei vecchi amici, che ritornerò nella mia vecchia scuola...che dovrò ricominciare tutto daccapo. Un nuovo inizio per tutto quanto: scuola, amici, lavoro.

Solo a pensarci, diamine, mi vengono i brividi.
Lasciare questa città mi è molto difficile.

Andar via da New York. 

Dio, solo qualche mese fa avrei pensato a questa frase come ad un presa in giro. E invece...

Eccomi qui, ad aspettare la chiamata per il mio aereo. Non riesco a pensare ad altro se non al fatto che ,da domani, mi sveglierò nella capitale italiana: Roma.

Non ci credo. Non riesco a crederci. New York è la mia città. Crede in me come io credo in lei. Non posso lasciarla. Perché d’altronde, qui a New York, posso dire di aver passato i miei anni migliori: i momenti più belli, le giornate più assurde, il primo amore…i litigi. Già, questa città è la città dove più ho vissuto; o meglio, dove più ho vissuto a modo mio. Libera.

 Certo, ogni tanto Roma mi è mancata, su questo non c'è dubbio. 
Ma avete presente quella nostalgia stupida, che viene quando guardi i film con gli amici, o quando esci dalla doccia. Già…una nostalgia proprio stupida. Incomprensibile.

Non voglio tornare a Roma…lo ripeto ogni due minuti nella mia testa.

 Ormai qui a NY ho la mia vita: i miei amici, il mio lavoro, la Band!

Ma Luke vuole che finisca gli studi nella mia patria. E se Luke ordina una cosa, quella deve essere. Niente  obbiezioni.

BzBzzz...

 

Sento il cellulare nella tasca destra vibrare, avvertendomi di un nuovo messaggio. Lo tiro fuori, e fisso il nome sul display: Federico. Allo stesso tempo noto di averne perso un altro mentre filmavo, questa volta da Tom.

Febo:

“Oi Jo! Se i miei calcoli non sono errati, in questo momento dovresti stare sul punto di imbarcarti. Spero di averti preso in tempo. Calcola che sono veramente troppo felice che rientri a Roma. Non vedo l’ora di rivederti. Anche gli altri non fanno altro che parlare di te, e del tuo rientro. Non sono più nella pelle, davvero. Facci sapere quando ti va di uscire col vecchio gruppo! Buon volo!

 

Solito vecchio Febo.

È uno dei pochi ragazzi che reputo maturo e rispettoso al punto giusto. E fidatevi, è veramente difficile trovarne di questi tempi…soprattutto in Italia. Forse sono un po’ di parte in questo, ma dopo aver vissuto tre anni in America, e aver vissuto per sei mesi in Inghilterra, fidatevi, vedreste anche voi le differenze di cultura e apertura mentale.

Per questo Federico è una sorpresa inaspettata. Tornare a Roma sapendo che almeno una persona sarà dalla mia parte mi rincuora non poco.

Nonostante credo sia una delle persone più leali e trasparenti, dubito veramente delle sue parole. Non credo che agli altri e, soprattutto, alle altre del gruppo interessi qualcosa del mio rientro.

Claudia, Amy, Silvia, Letizia… e Giulia.

Ecco, uno dei vai motivi per cui non voglio rientrare.

Giulia.

Dannatissima prima cotta che, nonostante la distanza, non accenna a lasciarmi vivere in pace.

Sapete, sono molto combattuta in verità.

Non voglio rientrare a Roma, per mille e più motivi.

Ma una piccola, minuscola parte di me, vuole ritornare. E volete sapere il motivo?

Voglio una rivincita.

Una rivalsa.

Voglio far vedere a tutti quelli che un tempo mi credevano solo una strana ragazzina quello che sono diventata ora. Voglio far capire al mio vecchio gruppo di amici quanto Jojo Greco sia cambiata.

In meglio, in peggio…

Quello è solo un dettaglio. Quella piccola, minuscola parte di me che vuole ritornare a Roma…ha bisogno di vedere le facce sconvolte di Claudia, Amy, Silvia, Letizia.

E soprattutto di Giulia.

Stiracchio un sorriso sulle labbra e rispondo a Federico con un messaggio veloce:

Sto salendo ora sull’aereo. Appena scendo ti chiamo e ti faccio sapere un giorno per rivederci. E se i miei calcoli non sono errati, dovrebbe essere parecchio tardi dalle tue parti, quindi…buona notte o, in caso,  buon divertimento ;)

Il secondo messaggio è di Tom, il quale mi avverte che sarà alla’aeroporto al mio atterraggio. A questo evito di rispondere.

Tra un po’ sarò di nuovo nella vecchia, noiosa, e storica Italia. Nella polverosa e famosissima capitale: Roma. Tra monumenti e quartieri disastrati. Tra Colosseo, San Giovanni, Piazzale Flaminio,Re di Roma, San Lorenzo e quant’altro…

Tutti quei luoghi, ora, sono avvolti da una nebbia compatta che sfoca la visuale. Ma nonostante tutto, pensarci mi fa venire uno strano sentimento di nostalgia proprio all’altezza dello stomaco.

 

-Ehi.- sento dire di fronte a me. Alzo lo sguardo di scatto, e noto immediatamente gli occhi verde scuro scrutarmi fin dentro l’anima. –Hanno chiamato il nostro volo. Andiamo?- mi chiede, con voce dolce e un sorriso.  

Stringo i denti, guardandola dritta negli occhi, e alzandomi in piedi.

Così, mi ritrovo a guardare per l’ultima volta verso l’esterno dell’ aeroporto.
Dio, mi mancherà New York. Mi mancherà moltissimo.
Ma non ti preoccupare, Città Dove Tutto È Possibile, il tempo di diplomarmi e mi rivedrai. Il tempo di finire quest’ultimo fottutissimo anno di scuola  e tornerò, più pronta di prima.

Per sfondare.

 

 

-Allora? Cosa dice?- chiedo a Federico , che ha appena rimesso il cellulare nella tasca.

- Stava per partire. A minuti dovrebbe salire sull’aereo- mi risponde con calma, riponendo il braccio attorno al collo di Amy, e baciandole la tempia.

Sono le quattro di mattina, e come al solito, io, Claudia, Guido -il mio ragazzo-, Amelia (detta Amy) e Federico siamo usciti per un giro di bevute e discoteche. È estate d’altronde, e fare nottata non è certo fuori dal comune per noi.

 È il sette Luglio, fa un caldo pazzesco, e oggi, dopo tre lunghissimi anni, tornerà una nostra grande amica: Jojo.

Tre anni, almeno per me, assurdamente lunghi.

Nonostante non si sia fatta sentire per due dei tre anni passati oltreoceano, durante l’ultimo ha ripreso i contatti con Federico.

I due si sono sentiti, più o meno, per gli ultimi sei mesi, ritornando al rapporto che avevano un tempo.

Chiamate, messaggi, chat. Chi più ne ha, più ne metta. E fra circa dieci ore, quella ragazza che qualche anno fa reputavo mia migliore amica, sarà di nuovo qui a Roma.

E se lo sappiamo è solo grazie a Federico, dato che Jo non ci ha fatto sapere niente. Non a Claudia, non a Amy…e neanche a me.

Quattro anni di amicizia buttati via come se niente fosse. Ho il diritto di essere arrabbiata, giusto?

Pensate come vi sentireste se, dopo aver passato quattro anni con una delle persone più fantastiche che abbiate mai conosciuto, tutto d’un tratto, questa smetteste di parlarvi. Di cercarvi.

Ecco, sono giusto un tantino nervosa per il suo ritorno. L’unica persona che ha saputo qualcosa dei suoi tre anni all’estero è Federico, il quali si rifiuta di divulgare quanto sa. Bastardo.

“No, Giu, calma. Federico non centra niente” mi dico, mentre guardo il moretto tramite lo specchietto retrovisore.

La verità è che, dopo la partenza di Jo, mi sono sentita completamente abbandonata. Avevamo un rapporto così intenso, forte…così vero. Non credo di aver mai avuto un rapporto tanto onesto e leale con nessun’altra amica…il che la dice lunga sulle mie amicizie. Credo.

Insomma…non so cosa pensare. Come ci si comporta con una persona che ritenete vostra amica, ma che non sentite da più di tre anni? Non c’è una specie di tutorial su internet? “Re-Incontri con vecchie amiche ormai sconosciute per idioti”, o qualcosa di simile?

No?

Beh, allora sarà veramente imbarazzante rivederla.

Poco ma sicuro.

D'altronde in tre anni sono cambiate così tante cose.

Ora ho un ragazzo, un gruppo di amici fidati, sono abbastanza conosciuta a scuola, sono un’internet-dipendente e un’accanita fan del cibo. Alla faccia delle modelle anoressiche.

Ho un problema, lo so. Giudicatemi.

Ma sta di fatto che in tre anni sono cambiata come persona, e la stessa cosa credo varrà per Jojo.

Per questo ho paura.

Tenevo così tanto a lei prima che partisse. E fra neanche dieci ore sarà di nuovo qui, a Roma. E ho veramente paura che il tempo abbia cambiato troppo…

Sono passati tre anni. Trentasei mesi, santo cielo. Troppi mesi.

Forse troppi per ricominciare da capo.

Ma torniamo al presente. A cosa serve pensare al passato, ora come ora?

Jojo dovrebbe arrivare all’ora di pranzo, più o meno.

Volevamo andare a prenderla all’aeroporto, ma Fede ha detto che si è già organizzata in altro modo.

Ci sono rimasta male, ad essere sincera. Volevo vederla subito, pochi minuti dal suo atterraggio. E invece dovremo aspettare, ancora. Dopo “solo” tre anni, cosa saranno mai un paio di giorni di attesa.

Già, così ha detto a Federico.

“Vi faccio sapere, ma per qualche giorno sarò irraggiungibile” , niente spiegazione, a quanto dice Federico.

Sarà irraggiungibile.

Dio,ogni secondo che passa fa aumentare il mio nervosismo.

Ha paura di vederci? O forse, più semplicemente, non vuole?

Cose le abbiamo fatto per farla comportare così?

Non ricordo un litigio, una discussione. Niente che possa spiegare questo atteggiamento freddo e distaccato nei miei…ehm, nostri…nei nostri confronti.

È che ho un brutto presentimento. Tutto qui. E mi fa pensare. E pensare. E quando penso divento un’altra persona. Non mi fate pensare. È meglio. Il fatto è che Jo mi fa pensare in continuazione. Mannaggia a lei. Ecco.

A pensarci bene, tutti noi nella macchina abbiamo un rapporto molto stretto con Jojo ( be’… tutti a parte Guido).

Federico è il suo miglior amico in assoluto, fin dai tempi delle elementari. Sembrerebbero fratelli, se non fosse che lei ha una pelle ambrata tipica di chi è originario del sud, mentre lui è bianco cadaverico ( come lo sono io, d'altronde). Tutti e due con capelli castano scuro, quasi neri, occhi profondi, fisico snello e slanciato. Forse fin troppo asciutto, per certi versi.  Hanno anche un carattere molto simile; entrambi sempre disponibili, dolci, e spiritosi. Con loro si può parlare di qualunque cosa. Inoltre, essendo cresciuti insieme, tra di loro di è formato quel tipo di rapporto di protezione reciproca. Ricordo in particolare quando Federico si arrabbiasse con quelle persone che prendevano in giro Jo per qualche sciocchezza. Si innalzava come un paladino della giustizia. E questo mi ha portato a capire, col tempo, quanto sia importante come amico.

Claudia anche è molto legata all’Americana, come si diverte a chiamarla. Ma al contrario dell’amicizia che ha con Federico, Jojo e Claudia sono gli esatti opposti. In tutto: fisico, carattere, idee, gusti. Ma come si dice: “gli opposti si attraggono”. Con lei Jo ha legato molto durante la terza media…mi ricordo bene, quando durante quell’anno, noi tre eravamo dette il trio dei miracoli. Eravamo sempre insieme, sempre e comunque.

Per Amy invece, credo che valga il discorso sorella maggiore -sorella minore. Forse l’indole dolce e ingenua di Amy rende Jo più protettiva, anche perché la bellezza di Amy è nota quasi quanto la sua ingenuità.

Ora che ci penso, anche Guido la conosce. Frequentando la stessa scuola, anche solo per un anno, si ricorda più o meno che tipo di ragazza era. E ricorda perfettamente quanto fosse presa in giro, soprattutto da un paio di suoi amici. Già, non so cosa aspettarmi da questa situazione, dato che ogni tanto usciamo tutti insieme. Chissà come reagirà Jojo quando si troverà davanti Andrea…chissà se lo ricorda ancora.

E infine ci sono io…

…già, io.

E sinceramente non so cosa ci abbia legato. Forse sarà che condividiamo le stesse idee so. Forse perché, quando uscivamo, la frase che iniziavo io, la finiva lei, o viceversa. Forse semplicemente, il fatto che ci capivamo con uno sguardo.

Non lo so. Ma so che continuare a pensare al passato non mi fa bene…pensa al presente, Giu.

Stiamo rientrando a casa da una serata di quelle fantastiche. Quel tipo di serata che ricordi un po’ per tutta la vita, a dirla tutta.

E siamo alquanto stanchi.

Abbiamo ballato finché i muscoli non hanno chiesto pietà. Abbiamo riso, abbiamo bevuto, e qualcuno è riuscito anche a rimorchiare, pur essendo fidanzato  (cough cough *Federico* cough!).

E ora siamo qui, a salutarci mentre sia Fede che Amy scendono dalla macchina. La mamma di Federico è fuori casa per lavoro…e com’è che si dice: “Quando il gatto non c’è, i topi quagliano…” o era ballano? Già, ho un problema con i proverbi. Di nuovo, giudicatemi!

-Ci vediamo domani, raga.- fa Fede, chiudendo lo sportello alle sue spalle. –e guida piano, Giggio.- aggiunge, strizzando l’occhio al mio ragazzo, che sorride e risaluta.

Guido è un bravo ragazzo. Dolce, premuroso, carismatico. Forse un po’ troppo possessivo, ma decisamente passionale.

È di bell’aspetto, con due occhi azzurri molto espressivi e un fisico da pallanuotista. Insomma, davvero un bel ragazzo.

Ormai stiamo insieme da quasi quattro anni…

Lo so, sono tantissimi per una relazione nata al liceo. Ma ci troviamo bene, insieme. Certo, litighiamo molto, e spesse volte ci siamo anche lasciati.

Ma alla fine siamo sempre tornati insieme.

Si dice che l’amore è vero solo quando si lotta per far si che rimanga sempre nei cuori dei due amanti. E io, ultimamente, sto lottando molto per mantenere questa relazione, nonostante gli alti e bassi.

-Non vedo l’ora di rivederla.- sento Claudia dire da dietro il sedile. –chissà come sarà cambiata…- fa, guardando il tettuccio della macchina.

Io sorrido, un po’ amara.

-Secondo me non è cambiata poi chissà quanto. Sarà sempre la solita ragazza: semplice, calma, molto introspettiva.- dico, cercando di convincermi  –il tutto abbinato a un paio d’occhiali troppo grandi per il suo viso e ai jeans larghi- aggiungo, ridacchiando, e subito sento Cla aggregarsi.

-Giu.- la voce di Guido mi distrae. Noto che siamo fermi a un semaforo, e come al solito, la sua mano si è automaticamente posata sulla mia coscia, lasciata scoperta dal vestito corto.

A mia volta poso la mano sulla sua, stringendola delicatamente e sorridendogli.

-Dimmi.-

-Vuoi che accompagni prima te? Sei di strada, a questo punto.- e indica davanti a sè. È vero, a forza di perdermi nei pensieri neanche mi sono accorta che siamo a quattro passi dalla “Tana” (Harry Potter docet).

-Sì, va bene- rispondo io, sporgendomi un po’ per posare un bacio sulla sua guancia, e storcendo un po’ il naso alla ruvidità dovuta alla barba.

Ma il mio cervello è a senso unico, questa notte.

Jo.

L’ultima volta che l’ho vista avevamo quattordici anni,e un po’ come tutte le primine di liceo…eravamo acerbe.

Ma lei, soprattutto, è sempre stata, come dire?....

Una tipa, ecco.

Fin dalle medie è sempre riuscita ad attirare l’attenzione di tutti quei ragazzi e ragazze che le stavano attorno. Sia a livello positivo, che negativo.

Chi andava oltre la pura apparenza, trovava in lei una delle amiche più importanti e leali che si potessero trovare. Ma molti, alle elementari e alle medie, la prendevano in giro.

Chi per i suoi capelli, lasciati lunghi e trascurati, chi per i suoi occhiali spessi, che paravano quello sguardo così vivo, sia per il suo abbigliamento, sempre di un paio di taglie in più.  

Eppure il suo viso era così femminile ed armonioso. Ma immagino che a quell’età non tutti riescano a capire l’importanza di un sorriso, o di una buona parola. No…a quell’età contano il tipo di scarpe, l’ultimo cellulare, i jeans stretti.

Una società buttata nella superficialità e nel consumismo, ecco cosa siamo.

Ma lasciamo perdere questo discorso…forse è meglio.

 -Dai- Claudia mi distoglie dai pensieri –Sono passati tre anni. Avrà capito che i jeans larghi sono passati di moda…- fa, ironica.

La prendiamo in giro, certo, ma sinceramente sono un po’ interdetta. Un po’ confusa.

Forse neanche noi ci siamo mai accorti di lei. Non veramente.

Ci fermavamo anche noi solo all’apparenza? Ai vestiti, ai capelli, agli occhiali?

Non l’abbiamo fatta sentire a suo agio, forse.

Non lo so. So solo che continuare a pensare a Jojo Greco non mi porterà a nulla, questa notte.

Così sorrido a Claudia, e aspetto domani.

Chissà…forse è veramente cambiata dalla quattordicenne che ricordiamo.

 

   
 
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