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Autore: malecotp    20/07/2013    14 recensioni
Stavo per entrare l’ultima volta all’ Ellen Degrenes Show.
I ricordi iniziano ad affollare la mia mente, ricordo quando ho avuto il diploma ed Ellen ha organizzato una cerimonia in studio, con il cappello che non mi faceva rovinare i capelli.
Ricordo quando uscì il mio singolo “Boyfriend” e le portai una giacca con scritto ‘Girlfriend’ mentre sulla mia c’era scritto ‘Boyfriend’.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: Questo è per Cory Monteith.
Era giovane e ci ha lasciati poco tempo fa, ci manchi ♥
Proteggi Lea da lassù, ti vogliamo bene.


Le urla delle fan non erano cambiate affatto, dopo tutti quegli anni, loro erano sempre lì a supportarmi nonostante ora avessi una famiglia e avessi deciso di ritirarmi dalle scene.
Volevo in po’ di tranquillità per mia moglie e i miei figli, volevo garantirgli una vota normale e loro lo avevano capito, mi avevano appoggiato anche quella volta. Avevo le fan migliori del mondo, mi avevano dato di nuovo modo di capirlo.
Quello che provavo per loro non sarebbe stato mai sostituito da nessuna fidanzata, moglie o figlio. Era una cosa speciale che non si poteva esprimere, per capirla dovevi solo provarla.
Avevo da poco finito il mio album ‘1994’ e le ragazze, le chiamavo ancora così, aspettavano che annunciassi il tour, ma non ci riebbe stato nessun tour.
La mia carriera stava finendo così come era cominciata: in un battito di ciglia.
Così come in un attimo mi ero ritrovato in cima a tutte le classifiche, in un attivo avevo deciso di cambiare vita, di nuovo. Tutto quello che avevo guadagnato nella vita era stato grazie alla mamma, e ora pensare di andare avanti con la carriera senza di lei era una cosa che non riuscivo neanche a pensare.
James e Pattie, i miei bambini, mi vennero vicini correndo nel backstage del programma di cui ero ospite.
“Bambini che ci fate qui?”
“La mamma ha detto che potevamo venirti a salutare, papà”
Papà. Nonostante fossero già passati quattro anni da quando mi sentii chiamare così per la prima volta mi sembrava ancora strano.
“Avanti, tornate dalla mamma, non potete stare qui”. Sorrisi, cercando di non sembrare troppo duro.
Corsero di nuovo via e il produttore mi disse che tra tre minuti il programma sarebbe iniziato.
Mi ricordavo ancora la prima volta in cui ero stato lì, ero piccolo, spaesato, impaurito. Cercavo di sembrare sicuro ma non lo ero affatto.
Ormai conoscevo bene quello studio. Stavo per entrare l’ultima volta all’ Ellen Degrenes Show.
I ricordi iniziano ad affollare la mia mente, ricordo quando ho avuto il diploma ed Ellen ha organizzato una cerimonia in studio, con il cappello che non mi faceva rovinare i capelli.
Ricordo quando uscì il mio singolo “Boyfriend” e le portai una giacca con scritto ‘Girlfriend’ mentre sulla mia c’era scritto ‘Boyfriend’.
Ripensai a tutte le volte che ero stato lì, ma i tre minuti passarono e mi fecero cenno di entrare in scena.
Mi sarebbe mancata quella sensazione, le urla del pubblico, l’ansia di entrare per vedere i sorrisi delle fan, il presentatore che annunciava il mio nome con voce ferma, mi sarebbe mancato tutto.
Entrai in quello studio che ormai conoscevo benissimo, era luminoso come sempre, mi sedetti sulla poltrona davanti ad Ellen, e aspettando che lei iniziasse a parlare guardai il pubblico, le mie fan, le mie beliebers, le mie ragazze. Loro sarebbero stata la cosa che mi sarebbe mancata di più. Poi guardai i bambini, mia moglie e i loro sorrisi mi diedero la forza per affrontare anche quella, ultima, intervista.
“Allora Justin, come stai?” mi chiese Ellen facendo abbassare il rumore delle urla delle fan.
“Agitato”. Dissi.
“Agitato? In tutte le volte che sei venuto qui non mi hai mai detto di essere agitato!”
Sorrisi perché non sapevo proprio cosa dire, aveva ragione.
“Lo so, ma l’ho sempre pensato”. Dissi poi.
“In realtà lo sospettavamo tutti!” Il pubblico rise.
“Questa sarà un intervista importante” continuò Ellen “hai intenzione di lasciare il palcoscenico e di stare con la tua famiglia “ guardò verso mia moglie e i bambini, mentre le fan iniziarono a commuoversi “so che per te è stata una scelta difficile, non vorresti lasciare le tue splendide fan” le ragazze impazzirono a quelle parole, e io iniziai ad avere gli occhi lucidi ma mi trattenni “quindi vorrei ripercorrere tutta la tua carriera insieme a voi per ricordare tutti i traguardi che avete superato insieme”.
Mi sentii morire. Improvvisamente la scelta che avevo preso non mi sembrava quella giusta. Avrei voluto condividere tutte le cose belle con loro, avrei voluto continuare a cantare per loro, a farle sorridere, vorrei ancora sentirle dire che io le avevo salvate, loro erano le mie principesse, non potevo lasciarle. Avevo passato settimane a pensare a quello che avrei dovuto fare, avevo pensato di aver preso la decisione giusta, ma una sola frase era riuscita a far crollare ogni mia certezza.
Feci finta di niente e annuii sorridendo.
“Bene, cominciamo”. Annunciò Ellen e sullo schermo dietro di noi apparve una mia foto da bambino. Un coro di “aw” si alzò dal pubblico ed Ellen ricominciò a parlare.
“Questo sei tu, un little Justin. Come ha fatto quel bambino del Canada ad arrivare dove è ora?”
“Ha creduto nei suoi sogni, ha creduto in se stesso e ce l’ha fatta. Prima degli undici anni non avevo mai pensato di fare il cantante, mi interessava di più lo sport, ma la musica mi ha sempre affascinato”.
Un’altra foto di me da bambino, seduto davanti una batteria decisamente troppo grande per la mia età.
Ellen sorrise insieme al pubblico e mi guardò, aspettando che io dicessi qualcosa.
Allora dissi: “se non fosse stato per mia madre e i suoi amici forse non amerei la musica come la amo ora. Devo tutto a mia madre, se non fosse stato per lei probabilmente non avrei neanche pubblicato i miei video su youtube, devo tutto a lei e vorrei che ora fosse qui e che mi avesse aiutato a prendere una decisione così difficile”.
Parlando della mamma non riuscii a trattenermi e piansi, come tutto lo studio.
“Pattie manca a tutti noi”. Mi consolò Ellen.
“Ti voglio bene, mamma”. Dissi solo, guardando verso l’alto.
Ancora una foto apparve sullo schermo, su quella c’eravamo io, Scooter e Usher.
Sorrisi istintivamente, quella fu la prima volta in cui incontrai Usher, cantai per lui, e disse che gli piacevo.
“Fu un sogno per me cantare per lui, amavo la sua musica e non avevo mai pensato di poterlo incontrare e tanto meno di poter cantare per lui. Fu incredibile”.
Le foto andarono avanti, c’ero io con la chitarra in una stazione radio.
“Cosa ci dici di questa Justin?” Chiese Ellen.
“Questo fu uno dei momenti più difficili. Nessuna radio voleva trasmettermi, nessuna casa discografica farmi firmare un contratto, per loro ero troppo piccolo. Le uniche cose che mi facevano andare avanti erano la fiducia che avevano in me la mamma e Scooter. Ma soprattutto, il supporto dei miei bellissimi fan.” Guardai le mie beliebers con gli occhi lucidi. Erano cresciute, non erano più delle ragazzine, forse anche loro avevano un marito e dei figli, ma erano ancora qui per me, non mi avrebbero lasciato mai.
“Le mie beliebers”. Lo sussurrai come se fosse stato un segreto, come quella volta in cui durante il Believe Tour guardai le mie ragazze per cinque minuti senza dire una parola e poi sussurrai ‘vi amo’ perché era un nostro segreto.
Continuai a parlare perché quando si trattava di loro non riescivo a fermarmi: “sono state loro a scoprirmi, sono state loro a spronarmi a caricare altri video su youtube, loro mi hanno trovato prima di Scooter, Usher e tutti gli altri. Grazie.”
Ellen annuì senza dire niente e tornò a guardare la nuova foto comparsa sullo schermo.
C’ero io con il completo bianco e viola al Medison Square Garden.
“Il Madison Square Garden! Cosa si prova ad esibirsi lì?” Chiese Ellen.
“E’ una sensazione incredibile. Ero così piccolo quando è successo la prima volta, non mi sono neanche davvero reso conto di quanto fosse importante.”
“Never say never. Il tuo film”.
“L’ho fatto per raccontare la mia storia, per far conoscere ai fan il vecchio Justin canadese e non il Justin Bieber americano e famoso”.
“Beh ci sei riuscito, ha avuto abbastanza successo”.
“Si, ai fan è piaciuto”. Risposi soddisfatto.
Le foto continuarono a scorrere sullo schermo, quella fu la volta di un Justin diciannovenne, sospeso sul palco, con indosso delle grandi ali. L’entrata del Believe Tour.
“Il Believe Tour. Un grande cambiamento per te”.
“Si, lo è stato. Con quell’album sono cresciuto, sono maturato, ho cercato di dimostrare che ero degno di rispetto anche a chi non era mio fan e alla fine ce l’ho fatta.”
“Poi è stato un percorso in discesa. I paparazzi non sono più stati un problema, sei riuscito a conquistare anche loro”.
“Ho fatto il possibile per riuscire a farmi rispettare, io non sono stato creato ma trovato”.
“E questo ti fa onore Justin.” Sorrise. “Ci sono ancora un po’ di foto..”
Il matrimonio. Io e mia moglie. Lei vestita di bianco, con i fiori in mano. Ci guardiamo, siamo felici di quello che abbiamo fatto.
Sorrido, la guardo e dico: “ci amiamo, ci siamo sempre amati, dall’inizio”.
“E’ stato un duro colpo per loro?” Accennò alle fan.
“Forse” risposi “ma non sarebbe dovuto esserlo. Io amo solo loro in quel modo e amo solo lei in quel modo. Non dovrebbero esserci gelosie tra loro, sono tutte nel mio cuore, e ci resteranno per sempre”.
“Bene, la penultima foto”.
In quella c’era tutta la famiglia. Io e mia moglie insieme ai bambini. Sorridiamo tutti, siamo felici.
“Loro sono la cosa migliore che potesse succedere, non c’è altro da dire”.
“Siete davvero una splendida famiglia”.
Apparì l’ultima foto: tutta la crew e tutte le beliebers che c’erano all’ultimo concerto.
“Mi mancheranno tutti. Sono stati parte della mia vita per anni, siamo diventati tutti buoni amici e sicuramente lo rimarremo”.
“Sono felice, hai realizzato tutti i tuoi sogni. Dai un insegnamento importante a questi ragazzi: niente e nessuno può impedire loro di realizzare il loro sogno, qualunque esso sia”. Concluse Ellen.
So che vorrebbe dire qualcos’altro ma non si lascia andare ai sentimentalismi.
“L’ultima cosa Justin, abbiamo deciso di farti una sorpresa”.
Arrivò sul palco una donna, piangeva mi abbracciò e mi disse delle cose all’orecchio, perché solo io potessi sentirle: “noi saremo sempre le tue beliebers, le tue ragazze. Molte di noi ora hanno una famiglia ma nessuna si è dimenticata di te. Sei stato importante per noi e continuerò a vederci sempre come ragazzine innamorate di te. Restiamo una famiglia. Abbiamo sempre voluto che tu fossi felice e ora lo sei. Se per te questa è la scelta giusta lo è anche per noi”.
Si staccò da me e chiese: “posso salutare anche loro?” Indicando mia moglie e i bambini. Io annuii.
La accompagnai vicino a loro, mia moglie si alzò e la abbracciò. Anche a lei disse qualcosa all’orecchio: “sei stata in grado di passare sopra tutti gli insulti e i pregiudizi della gente, vi amate e questa è la vostra vita. Complimenti, tuo marito è fantastico”.
La donna si avvicinò anche ai bambini e gli disse: “Siete bellissimi proprio come i vostri genitori, avete il papà migliore del mondo”.
Mi guardò e fece per andarsene ma io la tirai per un braccio e l’abbracciai di nuovo. Quella volta fui io a parlare: “grazie per avermi capito e supportato, è anche grazie a te se ora sono qui, e tutto il tempo che hai passato pensando a me non è stato vano, io apprezzo qualsiasi cosa voi ragazze facciate per me. Vi voglio bene, grazie”. Dissi.
Lei iniziò a piangere sentendo quelle parole: “Justin, noi dobbiamo ringraziare te, tu ci hai salvate, tu ci hai cambiato la vita. Grazie a te”.
Poi uscì dallo studio, Ellen ci ringraziò e il programma finì.

 

 
  
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