La Chiacchierata
(Rappresentazione Agrodolce sulla Questione Esistenziale)
Mentre riflettevo
su quali strade ella dovesse in effetti circolare notai per terra una foto che
raffigurava una dolce pulzella come mamma l’aveva fatta impegnata in certe
pratiche che non mi lasciarono di certo indifferente: guardandomi intorno come
un bambino che mette il bostik nel reggiseno della madre la raccolsi e la
osservai con marmoreo interesse.
Ad un certo punto
sentii un forte rumore temporalesco sopra di me, così alzai la testa e vidi una
cosa incredibile. Le nuvole si stavano condensando sopra di me e turbinavano
impetuose attorno a qualcosa di grandissimo ed indefinibile: sembrava un globo
di mercurio ribollente, e dalla sua superficie usciva del fumo argentato che si
univa alla nuvole per ingrossarle e generare un immenso maelstrom.
Il globo sembrava
largo per chilometri, ma iniziò a rimpicciolirsi man mano che raggiungeva la
terraferma.
Io, pietrificato da
quella visione, non riuscivo a muovermi.
In poco tempo
diventò delle dimensioni di circa un metro e mezzo e mi si avvicinò. Quando mi
fu a poca distanza iniziò, volteggiando in aria, a mutare aspetto: si
estendeva, si spezzava, girava su se stesso, formava figure geometriche che non
avevo mai visto. Ad un certo punto si fermò un attimo e prese una sembianza che
si può definire umanoide: era alta poco più di un metro, poi quella cosa che
doveva essere la faccia mi squadrò da capo a piedi (o almeno pensai che fosse
la faccia, visto che era senza nessun tratto somatico: era liscia come un ferro
da stiro). Dopo un momento di incertezza
la figura aumentò di statura sino a raggiungere la mia e due occhi
argentati emersero dalla superficie liscia dal volto.
Poi senti una voce,
baritonante e eterea, gorgogliare da quella figura:
-Little man, do
you know who I am?-
Non è che non capii
la domanda, ma ero talmente impietrito che mormorai solo :- Sc…scusi?-
La figura aggrottò
un liquido sopracciglio per un secondo, poi disse :-Aren’t we in Britain?-
-S…Scusi?- perseverai
io –Non..non capisco…-
Lui alzò il braccio
e formò con l’indice e il pollice una V sotto il mento.
-Italiano, eh?-
Io annuii
timidamente.
-Pensavo di finire in Inghilterra, che
strano…- assunse un aria pensosa -…ma
visto che sono qui…-
Alzò il braccio
indicandomi:- Piccolo uomo, sai chi sono
io?-
Non feci in tempo a
rispondere che iniziò a borbottare –Dannazione,
in inglese avevo anche trovato la rima…comunque…lo sai si o no?-
Scossi la testa in
segno di diniego.
-Io sono colui a cui voi anelate!- la sua
voce cresceva mentre parlava – Sono
l’onnipotente creatore dell’umanità! Sono Dio!!!!- Concluse alzando le
braccia al cielo.
Io continuavo con
la mia politica fossile, con la bocca così aperta che le mosche per non
entrarci dovevano virare dieci metri prima.
Dio era fermo nella
sua posa come una statua, forse aspettandosi qualcosa. Dopo cinque minuti buoni
mi fissò accigliato: -Beh? Nessuna…
insomma, reazione? Pensavo che una buona frase ad effetto sarebbe servita allo
scopo-
-In verità sono
così stupito che non riesco a dire niente…-dissi tremante.
Dio sembrò
soddisfatto :-Se le cosa stanno così
allora va bene, anche se urlare e correre in tutte le direzioni sarebbe stato
più divertente…- gorgogliò una risatina.
-Comunque, sentiti onorato, perchè voglio
concederti un grandissimo privilegio!-
-Q…quale?-
Dio iniziò a
camminarmi attorno mentre parlava :-Voi
uomini vi siete senza dubbio chiesti un sacco di cose sul mio conto e sulla
vostra esistenza…- Si fermò e mi puntò un dito liquido contro il petto- Io, dall’alto della mia bontà e della mia
saggezza, ti voglio offrire l’onore di condurre una conversazione con me per
tutto il tempo che riterrai necessario! – Avvicinò la sua faccia alla mia :
odorava come se ci avesse piovuto sopra. -Non
è fantastico?-
Deglutii e annuii
incerto, ma Dio sembrò non accorgersene:-Allora?Da
cosa vuoi cominciare?-
-Adesso?-
protestai, ricordandomi dove eravamo –in mezzo alla strada?-
-Ah non ti preoccupare- mi rassicurò l’Onnipotente –Nessuno, nel raggio di Diecimila chilometri,
ci sta guardando-
-E come lo sai?-
-Che domanda è? Ti sei dimenticato chi sono?
Ho fatto in modo che tramite una catena di eventi, messi in moto in modo
appropriato, ogni persona nei dintorni non sia in grado di dirigere la sua
attenzione verso di noi-
-Una catena di
eventi?Ma quanto ci hai messo per crearne una per ogni persona?-
-Che dire? Una buona dose di pazienza e di
fantasia- Indicò una finestra con una vecchia signora che stava guardando
la televisione –Ad esempio per lei mi è
bastato farle cadere il telecomando accendendole il televisore sul suo
programma preferito, mentre per il figlio è stato più difficile…Ho dovuto far
inceppare il fucile ad un Sudista durante la guerra di secessione Americana-
-Ma è da così tanto
tempo che pianifichi la nostra discussione?- domandai allibito
-Beh sai, ho avuto
un sacco di tempo libero…- assunse un aria interrogativa – A proposito, ecco
una cosa che volevo chiederti: Cosa intendi per …Tempo?-
-Come cosa intendo?-
-Si, cosa intendi. Ascoltandovi, questa cosa
chiamata Tempo sembra regolare ogni cosa della vostra vita…Ma di preciso cos’è?-
-Beh…- iniziai,
incerto -…il Tempo…mmm…il Tempo è il tempo, le ore che passano per esempio –
-Ore?- Rispose accigliato
-Si, insomma…
oppure gli anni…Ad esempio, quanti anni sono passati da quando hai inceppato il
fucile del soldato in america?—
-Ehm…- Dio sembrò incerto – Lo sto facendo adesso, no?-
Sgranai gli occhi
:-Come adesso?-
-Si, adesso…adesso sto parlando con te e
adesso sto facendo marcire la polvere da sparo nel fucile di Richard Carson con
l’umidità di questa notte.-
Dopo questa sua
ultima affermazione mi venne un’illuminazione.
-Signore…-
-Su, Su, non facciamo i formali, chiamami
pure L’onnipotente…o L’altissimo…oppure, si, L’ineguagliabile! Oppure, se
preferisci, semplicemente Dio-
-Si, Dio… Posso
farti una domanda?- Lui annuì –Tu puoi morire?-
-Intendi come quando i le vostre funzioni
vitali cessano?-
-Precisamente-
-Non penso… non avendo funzioni vitali, e se
devo dirla tutta neanche una vita, non penso di dover morire-
-Oddio…-mormorai io
-Cosa c’è? Disse lui-
-No, è che se ciò
che dici è vero forse posso spiegarti il perchè non riesci a comprendere il
tempo…-
-Davvero? E come?-
-Un'altra cosa…sei
sempre stato come sei adesso?-
-Direi di si…per precisare posso dirti che
sono sempre stato “adesso”-
-Forse ho capito…
Per noi uomini il concetto di tempo è legato al concetto di “divenire”, di
“cambiare”, di “Morire”… - Dio ascoltava attento –Ma per te, che sei estraneo
al mutamento e alla morte, la tua…”esistenza”, non so come chiamarla, è come
intrappolata in un continuo presente.-
Dio appariva
pensoso :-Adesso che ci penso è palese…e
dire che me lo avevi già detto…-
Come glielo avevo
già detto, pensai, poi capii: se Dio era all’infuori del tempo, era anche all’infuori
del concetto di passato e futuro. Ma se come ha detto anche lui la sua
esistenza non è un “divenire” allora… Dio vive il passato , il presente e il
futuro contemporaneamente! Lui in questo momento è qui che parla con me, è in
America ad inceppare il fucile del soldato Richard Carson, è ad assistere alla
presa della bastiglia e anche nel futuro! E’ l’espressione massima della staticità
temporale!
-Vabbè, comunque…- continuò lui –Fa pure un'altra domanda- poi
guardandomi la mano :-scusa, ma quello
cos’è?-
Solo allora mi resi
conto che avevo ancora in mano la foto porno che avevo trovato per terra.
-No, niente!- dissi
mettendomela velocemente in tasca –E’ una foto…E’ una foto di mia madre!-
-Fammela vedere! Voglio vedere la donna che
ti ha generato-
-Ma scusa, non
l’hai creata tu?-
-Ma neanche per sogno! L’avrà creata sua
madre e suo padre, io che c’entro?E poi non posso ricordarmi il volto di tutti
voi!-
-No, no è…venuta
male…-
-Fa lo stesso, dai!- Dio iniziò a
sporgere la testa per vedere dietro di me, ma feci ostruzione.
Cercai di cambiare
discorso :–Ma perchè dici che non l’hai creata tu?Insomma, non sei il creatore
di tutte le cose?-
-Tecnicamente si, ma non nel senso che
pensi! Cioè… è vero che ho creato l’uomo, ma non è vero che ho creato ogni uomo
singolarmente! Mi capisci?-
-Si, ho capito…
Quindi… non conosci nessuno di noi?-
-Dipende cosa intendi per conoscere. Se lo
intendi come sapere che esistete allora posso risponderti di si-
-No, non intendevo
questo…-
-E cosa, allora?-
-Intendevo...- feci
una pausa per trovare le parole –Per esempio, mi conosci? Sai chi sono, come mi
chiamo?-
Dio mi guardò
perplesso aggrottando un sopracciglio: onde concentriche si formarono sul suo
volto.
-I nomi sono cose da uomini, io non ne trovo
l’utilità : io non conosco le cose dal loro nome, ma dalla loro stessa
essenza.-
Lo guardai con fare
interrogativo
-Ti spiego meglio: nel mondo in questo
momento ci sono sei miliardi
settecentotrentasettemilioniquattrocentoventicinquemilacentoventitre uomini
vivi – aspettò un attimo
alzando il dito indice – mentre adesso ce
ne sono sei miliardi
settecentotrentasettemilioniquattrocentoventicinquemilacentoquindici. Sai
perchè lo so? Perchè riesco a percepire l’esistenza di ogni persona in quanto
elemento costituente della realtà da me creata, tutto qui.-
-Ho capito…-
-Ma non conosco il nome di nessuno di voi, ne
tantomeno conosco quello che pensate, i vostri sogni e i vostri desideri – mi guardò fare una
faccia spaventata –Dovrei?-
-Certo che
dovresti! Ci sono tantissime persone che ti pregano e vogliono parlare con te!
Vuol dire che non li hai ma ascoltati?- esclamai
-Assolutamente no! Cos’è, dopo avervi creato
devo anche soddisfare i vostri bisogni? Ma che cosa stai dicendo? Non siete
contenti per il solo fatto di esistere?-
-Assolutamente no!
– dissi frustrato, pensando a tutte quelle persone che si sono aggrappate tutta
la vita a false speranze.
Dio sembrò
stupito:- Come non siete contenti?-
Respirai
profondamente poi decisi che l’argomento meritava di essere approfondito con
più calma :- Possiamo andare a parlarne a casa mia?-
-Perchè? Che differenza ti fa?-
-Preferirei
continuare la discussione stando più comodo – un topo di fogna passò lì vicino
e annusando il gradevole olezzo proveniente delle mie ascelle esplose in una
conflagrazione multicolore – Poi ci sarebbe un altro problemino con l’odore…-
-Come ti pare…- disse alzando le spalle.
Ci dirigemmo sino a
casa mia ed entrammo. Appoggiai la cartella sul letto della mia camera e mi
rivolsi a Dio
-Prima di
continuare posso andare a fare una doccetta veloce?-
Lui annuì e io
entrai in bagno, chiudendo la porta a chiave e mi svestii, girai la manopola
dell’acqua ed entrai nella doccia. Per i primi cinque minuti feci fatica a
lavarmi perchè l’acqua, a contatto con i gas mefitici che il mio corpo emanava
evaporava a pochi centimetri dalla mia pelle.
Erano passati pochi
minuti quando sentii la voce di Dio alla mia sinistra :- E così sei maschio,eh?-
Penso che in quel
momento il mio cuore si fermò almeno per tre secondi per lo spavento, poi mi
ripresi e andai a coprirmi il pirillo che penzolava allegramente in mezzo alle
gambe.
-Ehi!- urlai.
-Cosa c’è?- Disse Dio che in quel momento era di fianco
a me dentro la doccia
-Non…Non sta bene
entrare nella doccia quando c’è un altro!!!-
-Queste regole le avete inventate voi
uomini, io non centro, ma se vuoi …-
disse uscendo dalla doccia.
Anche se ero
pesantemente sotto shock mi vestì senza neanche asciugarmi ed uscì tutto
inzuppato.
Dio mi aveva visto
nudo!
-Allora, continuiamo?- disse lui placido:
era seduto sul mio letto e ne tastava la
morbidezza. Tremai al pensiero di quando avrei dovuto spiegare a mia madre il
perchè ci fosse della sostanza divina ( che a contatto con la stoffa sembrava
biancastra e appiccicaticcia ) sul mio letto.
-Si,
continuiamo … allora stavamo dicendo… - mi fermai un attimo come in catalessi –
Ehi! Cosa vuol dire “E così sei maschio???”- esclamai
-Mica lo sapevo che lo eri, non ti sei mai
riferito a te stesso come tale!-
-Va bene, ma non si
notava? Ho forse le tette io?-
-E che ne sapevo? Ci sono anche delle femmine
senza tette, lo sai? E poi hai anche i capelli lunghi! -
-Ok, ma tu non avresti
dovuto saperlo, scusa?-
-Te l’ho anche già spiegato, io vi percepisco
in quanto esseri esistenti, senza distinzioni di sesso-
-Ah, ho capito…
continuiamo il discorso? –
-Va bene, chiedi pure-
Visto che non mi
ricordavo di cosa stavamo parlando prima pensai a quale domanda fargli per
prima
-Vediamo…ma tu che
dio sei? –
-Scusa? Io sono IL dio, non mi sembra che ce
ne siano altri-
-Intendevo…sei il
dio Cristiano, Islamico o cos’altro? –
L’onnipotente ci
pensò un attimo :- Penso che la risposta
più corretta sia che sono il dio di tutte le religioni ma non lo sono di
nessuna in particolare-
-Vuoi dire che in
fondo tutte le religioni predicano lo stesso Dio?-
-Esatto…poi ognuna la pensa diversamente su
certi aspetti, ma questo fa parte del giuoco umano…-
-E quindi è vero
quello che c’è scritto nei testi sacri? Nella Bibbia, per esempio?-
-Non l’ho letta, non so dirti…-
-E nel vangelo? Che
mi dici di Gesù Cristo?-
-E chi è?- mi disse con un espressione
scettica.
-Come chi è? Tuo
figlio!-
-Ehi Ehi Ehi, vai piano! Io non ho figli, ne
ho mai pensato di farne uno! Perchè poi dovrei volerlo?-
-Beh, Nel vangelo
c’è scritto che hai mandato tuo figlio sulla terra per diffondere la tua
parola…-
-La mia parola la vedete ogni giorno, con
quello che ho creato, compresi voi! Come fate a non vederla?-
-Non lo so…forse
perchè il mondo ci sembra una cosa che c’è e basta…ci sono molte persone che
non credono che tu esista-
-Stai dicendo la verità?- disse serio Dio
Annuii. La sua
espressione si rabbuiò e non disse niente per parecchi secondi.
-Dio…?- lui alzò il
suo sguardo su di me -…perchè hai creato il mondo?-
-Non c’è una ragione precisa…le ragioni sono
create dagli uomini, dalla mia parte c’è solo la Volontà pura e semplice-
si fermò un attimo e si sdraiò sul letto –comunque
non è preciso dire che vi ho “creati”…voi siete sempre esistiti, solo che
eravate espressi in un'altra forma, dentro di me.-
-Cosa vuoi dire?-
-Prima che prendeste la forma che avete
adesso esistevate dentro di me, dentro la mia stessa essenza, poi ad un certo
punto vi ho separati da me e avete preso questa forma-
-Tutti noi?-
-All’inizio solo il primo uomo e la prima
donna-
-Adamo ed Eva?-
-Non lo so…ti ho già detto che i nomi sono
cose da uomini... Successivamente, tramite la riproduzione, anche gli altri
uomini sono stati convertiti nella vostra forma.-
-Prima eravamo
tutti dentro di te?-
-Certo- disse guardando il soffitto
-Dio…?- chiesi
timidamente -…cosa c’è dopo la morte?-
-Non lo so…- disse freddamente.
-Non c’è niente?-
esclamai allarmato.
-Ehi calma! Ho detto che non lo so, non ho
detto che non c’è niente! – mi
fissò per un attimo –Non dovrebbe esserci
niente, però. O almeno io non ho predisposto niente per tutto ciò. Avrei
dovuto?-
Fui un attimo
spiazzato dalla risposta –Non…non lo so se avresti dovuto…-
-Ecco.- esclamò –Visto?Non lo sai neanche tu! Io di sicuro non ne sento il bisogno-
In quel momento Dio
mi sembrò un essere incredibilmente egoista –Forse tu no, ma noi si! – urlai
-Tu sei immortale,
è certo che non senti il bisogno di certezze sulla morte! Noi poveri mortali,
invece, abbiamo un tempo limitato da vivere! E tu mi vieni a dire che visto che
tu non ne senti il bisogno noi dovremmo vivere le nostre vite senza la
consolazione che dopo ci sia qualcosa di migliore della nostra condizione?-
-Consolazione per cosa?- Dio sembrava non
capirci un acca
-Come per cosa? Ci
sono persone la cui vita è un peso! Per la maggior parte di noi la essa è una
continua sofferenza!-
-Stai mentendo- mi accusò
-Assolutamente.-
dissi, glaciale – Anche se il mondo lo hai fatto tu con le migliori intenzioni
non vuol dire che sia un bel posto.-
Dio sgranò gli
occhi -Quindi mi vuoi dire che le persone…soffrono?-
-Ti sembra una cosa
tanto aliena?-
-Non ho mai pensato che…- disse
guardandosi i piedi -...insomma, io
pensavo che gli uomini fossero felici di vivere! Vi ho donato cose che neppure
io ho: la vita, il Tempo, la morte! Quale gioia più grande dell’attaccamento a
qualcosa, della lotta di ogni giorno contro il tempo, la morte? Quale felicità
ineguagliabile deve essere vedere se stessi mutare giorno dopo giorno per poi
sfociare nella calma placida della morte?-
Dio mi sembrò in
quel momento molto più simile ad un uomo di quanto non sia mai stato descritto.
-Desideri alla
morte?- chiesi
-Non desidero niente!E’ questo il problema!
Per tutti questo tempo- mi
sembrò strano che proprio lui parlasse di tempo – non ho mai desiderato niente. Vi ho sempre guardato con invidia perchè
voi lottavate contro la vita in un modo che mi sembrava sublime ed
irraggiungibile…E’ questo il senso
della vita che sempre cercate! Non capite di avercelo dentro di voi! Il senso
della vita concentrato nello stesso vivere!- Mi guardò negli occhi – L’immortalità, invece, è un supplizio insostenibile…-
Io annuii
tristemente: mi faceva pena quel dio sdraiato sul mio letto che mi rivelava che
neanche l’essere supremo era felice.
-Guarda che ti
sbagli- gli dissi –in verità qualcosa sogni-
-Cosa?- mi disse dubbioso
-Tu sogni…di
sognare-
Dio mi guardò con
un espressione stupita.
-Tu vorresti
sognare, sperare in qualcosa…e quindi non sei l’essere perfetto che dicono, hai
anche tu delle debolezze.-
-Non ho mai detto di non averle-
-Forse un tempo eri
perfetto, ma forse ti sei separato da quel qualcosa che ti rendeva tale… noi
uomini .
Dio seguiva i miei
ragionamenti senza dire una parola.
-Il fatto che tu ti
sia separato da noi indica che volevi diventare qualcosa di nuovo, di
non-perfetto. Ma se questo è vero allora neanche la perfezione è soddisfacente…
- mi fermai un attimo per trovare le parole
- La vita è un
ciclo : tutti cercano la perfezione, ma l’unico che la detiene vuole diventare
imperfetto… tutto ciò è paradossale.-
-E quindi ?-
-E quindi il
processo per diventare imperfetto deve essere costellato da tappe che si
possono superare solo se le parti dell’insieme divino collaborano, perchè tutte
lo vogliono- gli sorrisi – lo dimostra il fatto che sei venuto da me-
-Non hai ancora risolto il mio quesito : cosa
dovrei fare adesso?-
-Fammi finire, per
piacere. Tu non sei la volontà suprema, ma lo è invece la somma dell’insieme
divino che è costituito da tutto quello che esiste nel senso più generale del
termine, perchè all’infuori di noi non ci dovrebbe essere niente. Probabilmente
anche quando moriamo la nostra essenza ritorna dentro di te, che sei come un
crogiuolo cosmico, l’identità sacrificata perchè il resto dell’insieme possa
godere dell’essere imperfetto.-
-Mi stai dicendo che la vittima sono io?-
-All’inizio pensavo
che fosse l’umanità la vittima, ma adesso che so cosa vuol dire essere te non
ci credo più.-
-Dici che dovrei farmi uomo?- disse
speranzoso
-Non puoi- mi
opposi – Se venissi a mancare tu che sei il perno di Tutto probabilmente
cesseremmo di esistere -
Dio guardò fisso un
punto sul muro, poi gorgogliò una risatina amara: -E così sembra che io debba continuare la mia esistenza solitaria-
-Mi dispiace- lo
confortai io
-Non ti preoccupare… non sono Dio per niente – sorrise – Grazie…forse ci rivedremo- disse mentre lentamente evaporava.
Poco prima che
sparisse del tutto gli chiesi :-Tu sapevi già come si sarebbe svolta questa
discussione, vero?-
Lui annuii
sorridendo
-E allora perchè
sei venuto? –
- Perché siamo tutto burattini…l’unica cosa
che mi differenzia da voi è che io riesco a vedere i fili…ma sono pur sempre un
burattino…- poi scomparve, sempre con il suo sorriso benevolo.
“Se esiste un Dio, allora non deve essere un
essere perfetto e assoluto, perchè in tal caso noi non esisteremmo…”