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Autore: Swan    28/09/2004    7 recensioni
Severus Snape viene convocato da Dumbledore per svolgere una segretissima missione in compagnia di una improbabile compagnia di maghi ... indovinate che sono??? ^___-
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fu con aria irritata che Severus Snape pronunciò la parola d’ordine indispensabile per entrare nell’ufficio di Dumbledore. Era stato un pomeriggio pesante, in quanto durante la lezione Neville aveva come al solito fatto scoppiare il calderone inondando tutti di pozione Scomparente… era stata una dura lotta far ritornare visibili quell’orda di ragazzini scatenati; inoltre dopo il fattaccio si era accorto che dalla sua dispensa privata di ingredienti, ne mancavano alcuni. Figurarsi se non era stata opera di quel moccioso imprudente di Harry Potter e dei suoi due degni compari: Wesley e la Granger! Avevano sicuramente approfittato dell’occasione per procurarsi il materiale per attuare chissà quale diavoleria! Sempre più irritato Severus entrò nello studio del preside, trovandolo seduto dietro la scrivania, intento ad accarezzare la sua fenice, la quale stava posata sulla sua spalla chinando amabilmente la testolina, dando segno di gradire molto le coccole del padrone. - Ah Severus, puntuale come sempre… - Disse il preside all’insegnante di pozioni con un largo sorriso. - Buona sera, preside - Rispose Severus con la sua consueta aria formale, mentre dentro di lui, pensava con inquietudine a cosa Dumbledore dovesse dirgli…. Doveva riprendere a fare la spia per lui?.... Negli ultimi giorni il braccio gli bruciava parecchio, segno che Voldemort era riuscito a riacquistare gran parte del suo potere. Tuttavia, dalla prima volta che il signore oscuro era ricomparso dopo quattordici anni di silenzio, quella volta in cui egli aveva ignorato il richiamo del suo vecchio padrone cioè l’anno prima, durante la finale del torneo tremagli, in cui Cedric Diggory fu ucciso e per poco anche il figlio di James non ci rimise le penne, Voldemort non lo aveva più chiamato a se, segno che colui che non si deve nominare, aveva capito che il suo ex seguace lo aveva oramai abbandonato. Se Dumbledore voleva ancora proporgli di fare la spia per conto suo rimandandolo in mezzo ai death- eaters, che giustificazione poteva portare all’oscuro signore per avere così a lungo ignorato il suo richiamo? Se si fosse rifatto vivo, di sicuro sarebbe stato ucciso sul posto! Ma quella sera, il preside della scuola di magia più facoltosa del mondo, aveva ben altri progetti per il suo brillante insegnante di pozioni… ( non pensata male!!! Nda ) - … Allora preside, voleva vedermi? .. - Chiese infine Severus con fare rassegnato, mentre con la mente ripassava tutto il suo repertorio da ex death- eater di torture e squartamenti a cui, di questo era convinto, di lì a poco sarebbe stato sottoposto. La sua voce normalmente ferma e sicura, tremò quasi impercettibilmente. Dumbledore gli rivolse nuovamente uno straordinario sorriso: - Non avere fretta Severus - Disse con aria quasi divertita - E rasserenati, non ho nessuna intenzione di chiederti di tornare tra i tuoi vecchi compagni… perché, se ho capito bene, è questo che ti spaventa, non è così? - Si, in effetti il preside aveva toccato il tasto giusto, ma il fiero professore non poteva certo mostrare le sue debolezze, lui non era un vigliacco! - Se me lo chiedesse, non avrei problemi ad andare - Disse con aria risentita; l’idea che Dumbledore, per il quale aveva una grande stima, lo considerasse un debole era intollerabile. - Non lo dubito Severus - Rispose il preside un po’ dispiaciuto: era chiaro che l’aveva ferito. - il coraggio non è di certo tra le doti che ti mancano, tuttavia ho un’altra missione da affidarvi…- Il maestro di pozioni fissò il preside con aria sorpresa - .. Affidarvi? .. - Ripetè - Esatto ragazzo mio, e presto saprai chi saranno i tuoi compagni! - Severus Snape sentì un vago senso di panico impadronirsi del suo animo… - No preside! Non saranno mica…- Ancor prima di finire la frase, sentì qualcosa di caldo posarsi dritto sulle sue natiche e l’inconfondibile voce di Sirius Black che diceva - Ciao Sev… che belle chiappe che hai !!! - Lupin entrò per ultimo e assistette alla scena con disappunto ( possibile che Sirius non perdesse occasione per fare il cretino con chiunque gli capitasse a tiro?) Dumbledore dal canto suo osservò con inquietudine il professore di pozioni diventare prima rosa, poi rosso, viola e infine di uno strano color cobalto… - UAARRRGGGGHHH!!!!! - Il grido di Snape risuonò per tutta Hogwarts, svegliando dal sonno non pochi studenti - Wow Sev, che ululato…- fu il commento di Lupin Severus intanto, con un balzo si era rifugiato dietro la scrivania accanto a Dumbledore e fissava Sirius con gli occhi che mandavano fiamme - Non osare mai più toccarmi, maniaco di un pervertito! - Sbraitò - Ma dai Severus! - Disse il preside che pareva assai divertito - Il ragazzo scherza… vero Sirius? - - Si si certo - Rispose l’animagus con aria angelica - Ah ah ah molto divertente …- Ribattè Severus fra i denti, mentre Lupin, non visto, faceva scivolare un candeliere d’argento sotto al lungo mantello. Sentendo che l’aria cominciava a diventare.. come dire… pesante, Dumbledore decise che era venuto il momento di rivelare ai suoi agenti la dinamica del suo piano; si schiarì dunque la voce e disse: - Bene, bene, visto che oramai avete … ehm… socializzato, credo sia giusto dirvi il motivo della vostra convocazione. Come immaginerete la causa principale è sempre il nostro vecchio amico Voldemort - Sirius e Severus rabbrividirono sentendo quel nome, mentre a Lupin quasi cadde un soprammobile d’oro massiccio che stava furtivamente facendo scivolare dentro una specie di borsa attaccata alla cintura. Dumbledore fece una pausa e andò verso una mensola attaccata alla parete, dove in mezzo a vecchissimi libri, stava un oggetto che assomigliava a un ciondolo. Dopo averlo afferato, il preside si avvicinò ai tre con un cipiglio molto serio - Guardate! - disse con aria grave - Questo strano gingillo potrebbe rappresentare la risoluzione di tutti i nostri problemi. I tre maghi guardarono sorpresi ciò che Dumbledore teneva sulla mano destra: era davvero un ciondolo, e molto particolare; rappresentava un viso umano, con gli occhi e la bocca chiusa, inoltre sicuramente un tempo dovevano esservi state incastonate delle pietre, poiché vi erano tre spazi vuoti tra la fronte dell’immagine. Rimasero a fissare lo strano oggetto per pochi attimi, finchè Remus non prese la parola: - Preside, quanto varrà ..ehm, volevo dire, a cosa ci servirà queto strano coso? -…prese in mano il ciondolo per esaminarlo meglio e soprattutto per verificare se fosse costituito da oro massiccio o no. - Vedete ragazzi miei… consultando i miei… ehm… antichi testi di magia- Disse il preside facendo sparire dalla sua scrivania con un gesto furtivo l’ultima copia della raccolta a fascicoli “ Antichi gioielli e pietre magiche “ edita dalla De Maghini - Ho trovato una cosa molto interessante, dovete sapere che tanto tempo fa vissero una coppia di maghi molto potenti, chiamati Lambruscus e Tavernellis; questi due maghi erano anche i sacerdoti del loro regno..- - E dove si trovava questo regno? - Chiese Sirius solo vagamente interessato mentre fingendo di scrutare il ciondolo, si era avvicinato a Lupin e gli aveva furtivamente fatto scivolare una mano sotto la tunica, ma il lupo mannaro parve non accorgersene e interpretò il sorriso da beota dell’amico col fatto che vendendo quell’orribile affare a un antiquario avrebbero potuto far su una bella cifra… - Si chiamava Asti cinzano! - Continuò Dumbledore interperrito - Mi faccia indovinare… - Si intromise Snape sempre più sconcertato - Il Dio che adoravano era Dioniso…- - Si, come fai a saperlo?- - Intuito - Rispose il mago cercando sull’elenco gufico l’indirizzo di una buona casa di riposo. Dumbledore intuì il suo pensiero e decise di finire il discorso prima di essere portato via con addosso una camicia di forza - Insomma, questi due maghi regnavano con molta saggezza, finchè uno dei due non prese la via del male, spodestò il suo compagno e istaurò un regno del terrore. L’altro mago ovviamente tentò di spodestarlo, ma essendo entrambi molto potenti, alla fine nessuno dei due riuscì a prevalere sull’altro; un giorno Tavernellis, il mago buono, trovò uno strano oggetto che a quanto si diceva, sarebbe servito per entrare in possesso dell’unica arma che gli avrebbe consentito non solo di sconfiggere L’amico, ma anche di ricondurlo sulla strada del bene…- - E alla fine ci riuscì? - Chiese Remus svincolandosi dalla presa di Sirius, il quale non si era ancora accorto che ciò che credeva essere il membro turgido del suo compagno, era in realtà il candeliere che il lupo mannaro aveva trafugato poco prima.. - Si, Tavernellis raggiunse il suo scopo, anche se non rivelò mai a nessuno che tipo di arma gli fu donata…pare però che da allora, nel regno vi fu sempre pace e allegria e i suoi rapporti con l’ amico ritrovato divennero… beh…. Più intimi ecco - Sirius sghignazzò apertamente mentre Severus lo fulminò con uno sguardo carico di sommo disprezzo. - Vuole dire preside che quell’affare è in realtà l’oggetto che ha dato a ..ehm..Tavernellis l’arma per sconfiggere il suo nemico? - Chiese Black assai divertito dall’assurdità della storia. - E’ esatto ragazzo mio, questo affare, come lo chiami tu, sarà la nostra carta vincente! - - Allora che aspettiamo? - Chiese Severus che non vedeva l’ora di liberarsi dalla presenza di Black - Facciamoci dare questa maledetta arma! Come si usa quel ciondolo? Bisogna dire qualche formula magica o cosa? - - Non è così facile Severus - rispose Dumbledore - Purtroppo la cosa è un po’ più complessa di quanto non sembri, pensate che Tavernellis ha impiegato ben cinque anni per poter trovare la sua famosa arma! - - Cosa??!!! - Sbraitò il maestro di pozioni che fremeva al pensiero di passare cinque anni in compagnia di Sirius Black e del suo compare lupo mannaro. - - Calmati Sev - Replicò Sirius - Ci pensiamo io e Remus a non farti annoiare, sappiamo un sacco di bei giochino da fare tutti e tre insieme! - Snape si limitò di lanciargli un’occhiata furiosa mentre Lupin disse dubbioso: - Se ho ben capito preside, la nostra missione è quella di scoprire il modo in cui si può utilizzare il ciondolo…- - Si e no Remus, … ma vedo che sta per arrivare un’altra delle due persone che vi accompagneranno - La porta dell’ufficio si aprì mentre i tre maghi si girarono incuriositi: dall’entrata spuntò una figura a loro ben nota, lasciandoli di stucco. - Sento influenze nefaste provenire da ognuno di voi…. - Sussurrò la inconfondibile voce della professoressa Cooman. Dopo un attimo di sgomento iniziale tutti e quattro gli uomini portarono le mani in mezzo alle gambe… era un tradizionale modo per scacciare la sfortuna noto anche ai babbani. Severus e Remus non parvero molto entusiasti della presenza della strega, mentre Sirius gradì non poco quell’improvvisata poiché con la scusa della sfortuna riuscì a palpare in qua e in là sia Remus che Severus senza riportare danni mortali. La donna incurante di tutto avanzò nella stanza e i numerosi amuleti e pendenti vari che portava disseminati in ogni parte del corpo tintinnarono graziosamente… - Preside, dobbiamo proprio portare con noi questa specie di albero di Natale? - Sussurrò Remus a Doumbledore cercando di non farsi sentire dalla Cooman che si guardava intorno con sguardo fosco. - Temo di si Remus, i vostri nomi sono stati scelti secondo un elaborato studio di aritmanzia , tenendo conto di…- - Va bene va bene ho capito - Tagliò corto Lupin- Allora l’ultimo della compagnia chi sarebbe? - - Ehm…ecco, vedi …. - Il preside pareva assai imbarazzato e la cosa era assai preoccupante… chi ci poteva essere peggio della Cooman? Improvviasamente la strega si esibì in una spassosissima interpretazione di una trance - Ahhhhhhhh ohhhhhhhhhh ihhhhhhhh - - Ehhhh Uhhhhh … - La rimbeccò Black Dall’estasi della trance, la donna riuscì a rivolgergli uno sguardo raggelante e disse: - L’occhio interiore è entrato in contatto col mondo degli spiriti… Le nostre vite sono tutte in pericolo… sento provenire dal di fuori della porta una forte potenza negativa…- Si sentirono dei passi e qualcuno pronunciò la parola d’ordine per entrare nell’ufficio; in pochi secondi la figura elegante di un Lockart molto irritato si manifestò agli occhi dei presenti - Insomma!- Commentò indispettito tastandosi una ciocca della bionda chioma - Questo castello è troppo umido… guardate i miei capelli come sono appesantiti! - Dumbledore, Remus e Sirius rimasero senza parole, alla Cooman scivolava dalla bocca una sostanza di dubbia natura, ma che sicuramente non era dovuta alla trance; Snape svenne. Dopo che si furono un po’ calmate le acque, Dumbledore era di nuovo alla scrivania e davanti a lui stavano gli altri cinque seduti su comode poltrone che avevano fatto apparire per magia. Lockart aveva come al solito la sua consueta aria svampita ed era intento a limarsi le unghie visibilmente soddisfatto ( Si apprestava a vivere la sua prima vera avventura! ) , incurante della Cooman che completamente protesa verso di lui, dalla sedia affianco gli stava sbavando abbondantemente sul fine mantello di velluto blu cobalto. Accanto alla strega stava Black con entrambe le guance rosse come pomodori maturi, in quanto prima, garantendosi un esperto di respirazione bocca - bocca, aveva tentato di rianimare Snape, rimediando un sonoro ceffone da Severus stesso e un altro ben assestato da un gelosissimo Lupin, che ora sedeva ancora visibilmente indispettito, tra il suo compagno e Snape. Il maestro di pozioni chiudeva la fila, ancora più pallido e di malumore del solito. - Dunque signori miei - Esordì il preside - Ora che siamo tutti quanti presenti posso finalmente dirvi con precisione lo scopo della vostra missione. Come ho gia detto ad alcuni di voi, questo ciondolo… a proposito… dov’è finito? - - Lupin tira fuori il malloppo - Disse Snape senza nemmeno guardare il lupo mannaro Remus tirò fuori l’oggetto dalla tasca arrossendo leggermente - Me l’ero.. ehm.. scordato in tasca - Buttò lì a mo’di scusa, passando il ciondolo a Black che lo scrutò curiosamente. - Sappiamo sappiamo …- Replicò l’altro senza scomporsi Dumbledore si schiarì la voce e continuò: - Dunque, questo ciondolo può darci la possibilità di trovare la potentissima arma che potrebbe distruggere una volta per tutte il signore oscuro, tuttavia il punto è che per poter fare funzionare l’incantesimo è necessario ritrovare tutte e tre le pietre che un tempo erano incastonate nel ciondolo: le tre magiche ametiste. - - Mi scusi preside Dumbledore - Prese parola Lockart - E dove le andiamo a cercare queste pietre? Non è che possiamo setacciare tutto il mondo palmo a … - In quell’istante l’affascinante mago fu interrotto dal grido di dolore di Sirius - Ahiaaaa! ( porco qui, porco là )!!!!! - Tutti quanti si volsero sorpresi a guardare l’animagus che si teneva stretto un dito con l’altra mano e aveva lasciato cadere l’amuleto in terra - Ma mio caro… non essere così scurrile… - Commentò Lockart. Tutti lo guardarono. - Quell’affare… - Disse Sirius scosso - Quell’affare mi ha morso!!! - - Black, sei sicuro di esserci ? - Sentenziò Snape - Lo sapevo, l’oscuro spettro della pazzia si sta abbattendo su di lui….- Commentò la Cooman - Sirius vuoi rimanere serio per una volta? - Replicò Lupin - TI HA MORSO DAVVEEEROOO??? - ….Lockart ovviamente ( c’è bisogno di dirlo? ) Di nuovo tutti lo guardarono…ma una strana voce gracchiante proveniente dal pavimento attirò l’attenzione dei presenti. - Ahi lo dico, io brutta sottospecie di broccolo ammuffito! - - Broccolo ammuffito? - Ripetè Black ; gli altri rimasero a guardare senza parole il ciondolo che ora li stava scrutando con gli occhi dorati bene aperti. - Questa è la risposta alla sua domanda, signor Lockart - Riprese Dumbledore interrompendo il silenzio - Sarà il ciondolo stesso a guidarvi verso le pietre…-
  
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