Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure
Ricorda la storia  |       
Autore: TsukiHikari89    31/01/2008    8 recensioni
− Hikari… ti prego... − la voce di Daisuke le giunse stanca, e subito dedicò a quel ragazzo la propria attenzione − ...non pensare a loro... ascolta quanto ho da dirti. Apri gli occhi Hikari, apri gli occhi... lui ti ama. −
− Ma io non amo lui... − un debole sussurro, quasi colpevole.
− Non parlavo di lui, Hika. Alla fine, tra noi tre, hai vinto tu. Parlavo dell’altro, e hai capito a chi mi riferisco. −
Daisuke sussurrava, un po’ a causa del forte dolore che provava, e un po’ per non farsi udire da orecchie che non meritavano di sapere così presto. Hikari annuì.
− Devi dirglielo Hikari... prima che sia troppo tardi... mi dispiace però... −
− Daisuke, perdonami se non ti amo... − un bisbiglio colpevole.
− No, tesoro, dicevo che mi dispiace che non ci sarò quando tu ti dichiarerai a lui... −
Un flebile sorriso del ragazzo venne ricambiato da Hikari, alla quale sfuggì una lacrima di dolore. Si era accorta che lo stava perdendo.
− Grazie Daisuke, ti voglio tantissimo bene... grazie per avermi compresa... −
− Lo sai che ti amo Hikari... ogni giorno che passa sempre più... −
Hikari si sentiva sempre più colpevole, del non riuscire a ricambiare quell’amore tanto sincero.
Un'opera firmata Roe e Kari89!
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hikari Yagami/Kari Kamiya, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Un amore che sboccia dopo il dolore

Un amore che sboccia dopo il dolore

 

Capitolo primo: Un piovoso primo aprile.

 

1 aprile.

Un ragazzo moro, dagli occhi color cioccolato, abbandonò pigramente il proprio letto accompagnato dalle urla assordanti della sorella maggiore.

Un nuovo anno scolastico era cominciato, ma nessuno poteva sapere che avrebbe portato imprevedibili novità.

Quello di cui Daisuke Motomiya era certo, è che di lì a un’ora, e anche meno, sarebbe cominciato un nuovo anno di scuola.

“Anche meno” ripeté il giovane nella propria mente, degnandosi di dare uno sguardo alla propria sveglia.

Mancavano esattamente quattordici minuti al suono della campanella.

Aveva ancora quattordici minuti.

Solo quattordici minuti.

− Dannazione, Jun!! Volevi svegliarmi prima? Come pensi che io riesca a essere pronto in sette minuti? −

Impresa epica.

− Oh, fratello, ce la farai fidati. Soprattutto non appena ti avrò detto che ieri sono andata alla tua scuola, che tra l’altro è comunicante alla mia in quanto abbiamo i laboratori in comune, e ho visto che anche quest’anno sei in classe con Hikari Yagami... sbaglio o è la ragazza che ti piace? −

Il nome magico era stato pronunciato. In men che non si dica, Daisuke Motomiya fu pronto. Sette minuti dopo, era già sulla porta intento a salutare i suoi genitori, e aspettava la sorella che in quel momento aveva appena preso i loro pranzi.

E così, i due fratelli s’incamminarono verso scuola ignari di ciò che li attendeva in quella giornata del primo aprile.

 

Hikari e Taichi Yagami avevano l’abitudine di recarsi a scuola insieme, vista la vicinanza delle due strutture scolastiche. Incredibile ma vero, quella mattina Taichi si era svegliato in orario. Quella giornata, a parere della minore della famiglia, sarebbe entrata nella Storia. Hikari, mentre pensava ciò, non sapeva quanto avesse ragione, ma ancora non aveva il diritto di saperne il motivo.

Sulla strada per la scuola, i due incontrarono Yamato e Takeru.

Hikari lo vide avanzare verso di lei, mani affondate svogliatamente nelle tasche e ciuffi biondi che gli cadevano elegantemente sugli occhi... quanto era bello.

Taichi vide semplicemente i suoi due amici avvicinarsi, mani nelle tasche, andatura ciondolante, e capelli sempre più biondi. Sperava vivamente che nessuno gli chiedesse mai di giudicare chi dei due avesse i capelli più biondi, perché non avrebbe saputo rispondere.

Takeru la vide, sempre più bella, andare verso di lui. Assieme al fratello, che si era svegliato in orario. Evento apocalittico.

Yamato vide i due amici avvicinarsi... il suo migliore amico era riuscito ad arrivare puntuale a scuola... un evento del genere non sarebbe forse mai più ricapitato. Doveva approfittarne in quell’occasione per prenderlo per bene in giro...

 

Sora Takenouchi e Miyako Inoue avevano appuntamento per recarsi assieme a scuola. In seconda superiore la prima, in terza media la seconda. S’erano ben informate: Sora anche quell’anno era in classe con Jun, Yamato e Taichi; mentre Miyako era in classe con Ken Icchijouji.

Ken era in classe con lei.

Il suo Ken.

L’incontro con Joe e Ken, riportò la ragazza con i piedi per terra, ove rimase per poco, prima di partire verso nuove fantasticherie mentali non appena vide l’oggetto dei suoi desideri.

I quattro, immensi ciascuno nei propri pensieri, s’incamminarono verso il ritorno tra i banchi di scuola.

 

 

− Mia dolce e amata Hikari! −

Daisuke, all’ingresso dell’edificio scolastico si era già fatto notare con la sua squillante voce. Poco apprezzata da un simpatico biondo.

− Daisuke... lasciala in pace! −

Il moro non avrebbe sorvolato anche questa volta. Si trattava della goccia capace di far traboccare il vaso.

−Ah, Takeru, cosa c’è? Sei innamorato di lei, forse? −

Il viso rosso pomodoro del giovane Takaishi era una risposta fin troppo chiara.

− Piantatela voi due. Dovete punzecchiarvi anche di prima mattina? −

La voce pacata di Ken Icchijouji servì a sedare gli animi.

Dopo poco, ciascun ragazzo era nella propria classe.

 

Joe giunse in classe in perfetto orario. Di per sé era già uno studente modello, e il dover tenere gli esami, quell’anno avrebbe senz’altro contribuito al crescere dei suoi voti. Il ragazzo avrebbe messo tutto sé stesso in quell’impresa.

Taichi, Sora, Yamato e Jun, come l’anno precedente erano riusciti ad impossessarsi delle ultime file accanto alla finestra. I ragazzi all’ultimo banco, le ragazze al penultimo. Un nuovo anno di poker sottobanco era cominciato, con la viva speranza di riuscire a farla franca con tutti i professori.

Ken e Miyako erano felici di essere in classe insieme anche quell’anno. Per loro sarebbe stata più dura a causa degli esami, ma erano felici di poter affrontare, e sperare di superare, quell’ostacolo assieme. Ancora per poco tacitamente.

Daisuke, Hikari e Takeru erano nuovamente nella stessa classe. Soprannominati da molti il trio dell’apocalisse, erano sempre inseparabili, poiché, nonostante litigassero in continuazione, erano tra loro molto legati.

Anche se non l’avrebbero mai ammesso.

Quella mattina, però, qualcosa di strano e triste incombeva nell’aria.

Qualcosa che nessuno avrebbe mai immaginato.

 

Pausa pranzo.

I ragazzi avevano appuntamento sulla terrazza, come sempre.

I fratelli Yagami si lamentavano delle verdure che la madre aveva preparato loro, e gentilmente Yamato e Miyako diedero rispettivamente a Taichi e Hikari. Jun e Daisuke, che si volevano più bene di quanto avrebbero mai ammesso, si stuzzicavano continuamente. Sora, Miyako Takeru e Joe consumavano silenziosi il loro pranzo.

Tutti erano ignari di cosa avrebbe riservato loro il futuro.

 

1 aprile, ore 16:50.

Le lezioni erano appena finite, alle 16:30 come sempre, e tutti avevano appuntamento a una fontana nella piazza di fronte alla scuola. Era il ritrovo di molti studenti, tra cui anche i mitici dieci. Venti minuti dopo il suono della liberazione mancavano due persone all’appuntamento: Taichi e Daisuke.

Del primo, ritardatario perenne, non c’era di che stupirsi, ma solitamente il minore dei due raggiungeva molto velocemente il luogo del ritrovo, per vedere la bella Hikari.

E l’assenza dei due non prometteva alcunché di buono. Affatto.

Taichi era appena uscito dall’edificio scolastico con la consapevolezza che anche in quella giornata i suoi amici l’avrebbero creduto in ritardo... ma non aveva importanza in quanto a lui interessava solo che egli sapesse le vere ragioni dei suoi ritardi.

Mentre raggiungeva il loro “solito posto” una calca insolita di gente al centro della strada attirò la sua attenzione, alimentando la sua fervida curiosità. Immediatamente, decise di andare a informarsi su quanto fosse successo.

Con una discreta fatica, riuscì a portarsi al centro di quella calca, e quando vide quanto era successo rimase di sasso: Daisuke giaceva sul ciglio della strada, dapprima ansimante e poi privo di sensi.

Chiamò subito gli altri con il proprio cellulare, pregandoli di raggiungerlo subito.

 

Hikari arrivò di corsa, presagendo brutte notizie. Vedendo la funerea espressione del fratello, decise di guardare dietro di lui, accorgendosi così di Daisuke. In un attimo, la giovane Yagami era piegata su di lui, che, ripresosi a fatica, si era aggrappato disperatamente alla divisa della ragazza.

− Hikari... − sussurrò, tra il respiro che gli mancava e le ferite che gli bruciavano su tutto il corpo.

− Daisuke, che è successo? Daisuke, non ti affaticare!! Ti prego resisti!! Qualcuno ha chiamato un’autoambulanza? − Hikari non sapeva cosa fare, e questo la portava a pronunciare frasi sconnesse.

− Hikari… ti prego... − la voce di Daisuke le giunse stanca, e subito dedicò a quel ragazzo la propria attenzione − ...non pensare a loro... ascolta quanto ho da dirti. Apri gli occhi Hikari, apri gli occhi... lui ti ama. −

− Ma io non amo lui... − un debole sussurro, quasi colpevole.

− Non parlavo di lui, Hika. Alla fine, tra noi tre, hai vinto tu. Parlavo dell’altro, e hai capito a chi mi riferisco. −

Daisuke sussurrava, un po’ a causa del forte dolore che provava, e un po’ per non farsi udire da orecchie che non meritavano di sapere così presto. Hikari annuì.

− Devi dirglielo Hikari... prima che sia troppo tardi... mi dispiace però... −

− Daisuke, perdonami se non ti amo... − un bisbiglio colpevole.

− No, tesoro, dicevo che mi dispiace che non ci sarò quando tu ti dichiarerai a lui... −

Un flebile sorriso del ragazzo venne ricambiato da Hikari, alla quale sfuggì una lacrima di dolore. Si era accorta che lo stava perdendo.

− Grazie Daisuke, ti voglio tantissimo bene... grazie per avermi compresa... −

− Lo sai che ti amo Hikari... ogni giorno che passa sempre più... −

Hikari si sentiva sempre più colpevole, del non riuscire a ricambiare quell’amore tanto sincero. Stava per riconfermagli quanto bene gli volesse, quando sentì le proprie labbra essere sfiorate da quelle dell’amico.

A Daisuke dolevano tutte le ossa, l’urto con l’auto subito poco prima si faceva sentire meglio che mai. Ma doveva farlo, soprattutto in quel momento in cui sentiva le proprie forze abbandonarlo.

Doveva dimostrare a Hikari quanto amore provasse, perciò l’aveva baciata. E lei aveva ricambiato. Sapere se fosse sincera o meno, non gli interessava.

Quel momento, tanto atteso da Daisuke e forse anche da Hikari, fu interrotto da una Jun urlante.

− Fratellino!!! −

Non ce l’aveva fatta più a rimanere in disparte. I soccorsi non arrivavano, e suo fratello era in condizioni gravi. Aveva grande rispetto per la giovane Hikari, ma adesso era arrivato il momento in cui lei avrebbe parlato con Daisuke. Suo fratello.

Si avvicinò al corpo stanco del suo consanguineo, l'amico-nemico,  il complice di tanti misfatti, il compagno di tutta una vita.

Il buon caro e dolce Daisuke.

− Dai... − il suo fu un sussurro, mentre cercava di abbracciarlo meglio che poteva.

Hikari, capendo perfettamente la situazione, si era fatta in disparte. Aveva tante domande da porgli circa quel bacio, ma non era il momento opportuno. Avrebbe avuto tempo dopo, perché sicuramente ci sarebbe stato. Grossa illusione.

− Jun... − ormai le parole di Daisuke erano un sussurro, gli mancava anche la forza per parlare.

− Daisuke, ti prego non mi lasciare!! Con chi litigo poi, io? Con chi mi arrabbio perché ha ficcato il naso tra le mie cose? Chi mi prende in giro per la cotta che ho per Yamato? Chi difendo e chi mi difende dalle rappresaglie con i nostri genitori? E soprattutto... − fece una pausa... una lunga pausa solenne, importante anticipazione delle sue parole − ...non morire, fratellino mio, perché ti voglio bene... −

Oramai Jun non riusciva più a trattenere le calde lacrime, che cominciarono a scorrere copiose sul suo viso. Una di queste fu asciugata da una mano priva di forze di Daisuke.

− Non piangere, Jun. Non piangere sorellina. Non voglio vederti piangere, scusa se mai ti ho detto prima che ti voglio tantissimo ben-... −

Daisuke spirò prima di poter completare la frase, sul suo volto un candido sorriso: era riuscito a dire alla sorella quello che provava. In punto di morte si riesce a fare tutto. Dopo di essa, non resta che piangere. Come non poté evitare di fare Jun, che aveva perso Daisuke.

Ma non solo. Jun aveva perso l'unica persona che le voleva bene e a cui aveva avuto tanto bene quanto mai ne aveva voluto a nessun'altro. Ed erano riusciti a dirselo, anche se forse troppo tardi.

E mentre tutti piangevano, cominciò a piovere. Cadeva una pioggia che ricordava a tutti che alle 17:17 era morto Daisuke Motomiya...
Il cielo aveva richiamato a sé un suo figlio.

 

DarkSelene89Noemi.

Salve a tutti! Siamo DarkSelene89Noemi (Tsuki) e Kari89 (Hikari) e questa è la prima fanfiction che scriviamo assieme! ^^ Questa fic è tutta per voi, Dena, Shun, Kalie, Memi, Sae, HikariKanna, Ice_Princes, Sora89... speriamo vi piaccia!

Alla prossima!!! ^^
La frase finale mi è stata ispirata da una canzone! ^^

TsukiHikari89

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Digimon > Digimon Adventure / Vai alla pagina dell'autore: TsukiHikari89