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Autore: Kiri94    21/07/2013    2 recensioni
AVVISO: la storia è stata completamente revisionata e riscritta in un modo più gradevole: per qualsiasi feedback vi invito a mandarmi un messaggio personale!
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Questa saga tratta eventi successivi alla Kiri no Gemini - Introductive Arc, pertanto invito a leggere questa saga solo nel caso si abbia già letto la saga precedente.
Nel cuore della notte diverse figure si muovono nell'ombra: il loro piano di vendetta darà vita ad una grande battaglia nella città di Namimori che vedrà coinvolti i Guardiani dei Vongola che vi risiedono ed alcuni nuovi personaggi!
Chi sono i misteriosi Drago? E per quale motivo odiano così tanto la famiglia Vongola?
La storia finalmente inizia ad entrare nel vivo, con colpi di scena ed intrighi a fare di sfondo ad alcune fra le più grandi battaglie mai combattute!
Genere: Azione, Comico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Chrome Dokuro, Mukuro Rokudo, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini'
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Il sole sorse, illuminando una mattina d'autunno apparentemente come tante altre.

Come ogni mattina, il suono di una sveglia interruppe il sonno di una certa ragazza che, come di consueto, la zittì defenestrandola per poi rigirarsi nel letto.

Altrettanto prevedibilmente, il letto accanto a lei era vuoto: il suo proprietario si era svegliato di buon'ora ed era corso ad allenarsi: ma lei, al contrario, dormiva ancora profondamente, come se niente al mondo potesse interrompere il suo sonno beato.

«LASCIATEMI STARE, BYOOOOOOOOON!!!» urlò improvvisamente una voce disperata proveniente dal corridoio attiguo, che fece svegliare la bella addormentata di soprassalto mentre urlava «PORCODAEMONCHECAZZOSUCCED...?!» prima di cadere dolorosamente faccia a terra dal letto.

Inutile dire che quando si rialzò sembrava posseduta dal demonio «Ora ammazzo qualcuno!» sibilò sottovoce rialzandosi per poi spalancare la porta con l'autocontrollo di un orso bruno, scardinandola e colpendo in pieno un disperato Ken che finì così la sua corsa contro un muro.

Non ebbe nemmeno ebbe il tempo di rendersene conto che si ritrovò la ragazza sopra di lui con il pugno puntato in direzione del viso: i capelli spettinati, il fatto che fosse ancora avvolta in un pigiama tutto stropicciato ed il suo sguardo assassino la fecero sembrare ancora di più una psicopatica omicida «M-Mirai-san, ti prego, lasciami stare, byon! Devo scappare, mi inseguono!!» urlò terrorizzato, mentre si udì in lontananza «Eccolo, è lì!» seguito da diversi passi di corsa.

In preda al panico, Ken urlò «EEEEK, NOOO, MI RAGGIUNGERANNOOOO!» spingendo di lato Mirai per poi riprendere la propria corsa in modo maldestro, inciampando e rotolando giù dalle scale finendo faccia a terra per poi rialzarsi nuovamente e continuare la fuga.

Mirai osservò la scena con aria interdetta «Che... cacchio... sta... succedendo...?» mormorò in maniera più confusa che irritata, e ancora intontita dal sonno.

Per sua fortuna, le risposte non tardarono ad arrivare «Oh, buongiorno tesoro mio!» disse una voce gentile il cui tono emanava affetto e familiarità: Mirai sentì il suo nervosismo svanire rapidamente mentre il volto le si distendeva un sorriso «Buongiorno mamma!» disse, sforzandosi di essere allegra.

Chrome le sorrise di rimando, mentre sopraggiungevano di corsa anche Chikusa seguito da Mukuro, il quale rivolse un sorriso alla figlia per poi rivolgersi alla moglie «Nagi, che mi dici, l'hai preso?» le chiese con tono stranamente serio: Chrome scosse la testa «No, purtroppo mi è sfuggito...» rispose lei scuotendo la testa: Chikusa guardò Mirai da dietro gli occhiali «Mirai-san, hai per caso visto quell'idiota di Ken?» domandò con tono apatico. A quella domanda le venette sulla fronte le ripresero a pulsare in maniera eloquente «Sì, se cercate quel cretino di Zio Ken è fuggito di là in preda al panico» rispose indicando le scale dove poco prima era caduto: poi, d'un tratto, domandò curiosa «A proposito, come mai lo state inseguend... oddio, che è questa puzza?!» mormorò disgustata annusando l'aria.

Chrome aggrottò le sopracciglia sorridendo «Ehm, ti sei appena risposta da sola...» disse dolcemente: Chikusa annuì sistemandosi gli occhiali «Puzza da fare schifo, talmente tanto che per un momento ho seriamente pensato che fosse morto. È disgustoso» aggiunse poi, mentre Mukuro sorrideva sadico «Kufufu~ Mi è appena venuta un'idea...» esclamò divertito con un sorrisetto macabro, mentre il kanji del suo occhio destro passava a tre: nello stesso istante, decine di animali selvatici vennero evocati, rimanendo sull'attenti in attesa di ordini.

Il sorriso di Mukuro assunse parvenze diaboliche mentre indicava le scale ordinando con tono autoritario «Portatemi Joshima Ken il prima possibile! Kufufu~» rivolgendosi alle bestiole.

Non appena ebbe terminato la frase, gli animali diedero immediatamente il via alla caccia all'uomo.

Successivamente, Mukuro sorrise chiudendo gli occhi «Kufufu~ tendete le orecchie e tenetevi pronti ad intervenire!» consigliò... ed infatti, dopo appena qualche istante udirono distintamente i toni soavi del fuggitivo «COSA VOLETE?! A-ANDATE VIA! QUESTO E' IL MIO TERRITORIO, AVETE CAPITO?! NO, NON AVVICINATEVI! NOOOOO!!!!» e poi calò il silenzio.

Infine, dopo una breve attesa, le bestie tornarono con Ken, il quale era stato immobilizzato e ammutolito da due Boa costrictor: Mukuro sorrise sadico, evocando spugna e bagnoschiuma «Bene bene... la preda è caduta nella trappola eh?» mormorò divertito, avanzando lentamente in direzione del biondino mentre Chikusa si tirava su le maniche sussurrando apaticamente «Facciamola finita in fretta» avvicinandosi a sua volta.

Chrome li guardò per un po' con un'aria mista tra il divertito ed il preoccupato, ma si limitò a scrollare le spalle e a guardare la figlia «Va bé, a questo punto penso sia meglio lasciarli soli. Andiamo a fare colazione?» suggerì con un sorriso mentre si avviava in direzione della cucina ignorando le urla disperate di Ken.

Sorridendo, Mirai si rialzò e la seguì.


Yamamoto sorrise scrutando con sguardo fiero il suo avversario, un ragazzo quattordicenne dagli occhi eterocromatici alto ad occhio e croce una decina di centimetri in meno di lui, che ricambiò lo sguardo con un sorriso: erano ormai ore che si stavano allenando, e dal sudore sui loro volti si capiva che entrambi erano allo stremo.

Il ragazzo alzò la propria katana urlando «Geminio Kiri!» sdoppiando l'arma nello stesso istante in cui Yamamoto evocava il proprio Vongola Gear, col risultato che ognuno dei due contendenti ottenne una seconda spada: Yamamoto lanciò quindi un'occhiata al proprio allievo, esclamando «Avanti, Kurai-kun, a te l'onore!» assumendo una posizione di guardia.

Kurai abbassò lo sguardo sorridendo beffardo «Come vuole, Yamamoto-sensei, ma non mi tratterrò!» disse in tono serio, prendendo immediatamente l'iniziativa «Shigure Soen Ryu Dual! Nebbia Tagliente!» per poi scomparire nel nulla mentre nello stesso istante una tempesta di fendenti proveniente da ogni dove iniziò a tempestare Yamamoto, il quale però riuscì a parare abilmente ogni fendente senza troppo sforzo finché non urlò «Sei qui!» colpendo con il dorso della katana un punto apparentemente vuoto, ma il tonfo che ne seguì eliminò ogni dubbio: Kurai rotolò a terra portandosi le braccia allo stomaco, mentre le due katane scomparivano.

Yamamoto disattivò il Vongola Gear correndo da lui «Dannazione, ho esagerato... Tutto apposto Kurai-kun?» domandò inchinandosi per assicurarsi della sua salute: Kurai annuì, alzando lo sguardo con un sorriso rassicurante.

Yamamoto si tranquillizzò, riponendo la propria katana «Ottimo! Direi che per oggi ci siamo allenati abbastanza!» disse porgendo la mano al proprio allievo per aiutarlo a rialzarsi.

Kurai afferrò la mano del suo maestro e si rialzò in piedi senza difficoltà: Yamamoto sorrise, poi, improvvisamente, un'idea gli balenò per la testa «Ah! Kurai-kun, ti andrebbe del sushi? Ahahah!» domandò ridendo.

A Kurai si accesero come due fari negli occhi mentre urlava esultante «Assolutamente sì! Sto morendo di fame!» decisamente entusiasta.

Yamamoto ridacchiò di rimando mentre si avviava alla porta «Allora andiamo, ti porto al ristorante del mio vecchio» disse uscendo dal Dojo: Kurai lo seguì allegramente senza perdere tempo.


Yamamoto sorrise fermandosi davanti a un ristorante vecchio solo d'età, dato che nonostante i parecchi decenni di attività pareva ancora come nuovo, facendo un cenno con la testa a Kurai «Siamo arrivati, Kurai-kun, questo è il ristorante di sushi del mio vecchio! Avanti, entra, non farti remore ahahahah» disse allegramente aprendo la porta e varcando la soglia: Kurai non se lo fece ripetere due volte e lo seguì, entrando a sua volta nel locale e rimanendo immediatamente estasiato dall'atmosfera calma e serena che vi regnava «Woah!» esclamò girando entusiasta lo sguardo ovunque, dalla cassa alle decorazioni ai clienti «Che figata, è davvero bello questo postooOODDIONO!» s'interruppe a metà frase diventando bianco come un cencio mentre un brivido freddo gli percorse la schiena, mantenendo lo sguardo fisso su una ragazza dai capelli neri e gli occhi grigi e gelidi come il ghiaccio che si accorse della sua presenza ricambiando lo sguardo con una reazione altrettanto sconvolta mentre il sushi le cadeva dalla bocca: dopo qualche istante, che per loro parve un decennio, ritrovarono all'unisono la parola.

«L'allodoletta! CHE CI FA QUI?!»

«Que... quell'idiota di Rokudo! CHE CI FA QUI?!»

Yamamoto tuttavia non fece caso alla duplice reazione dei ragazzi, occupato com'era a sua volta a fissare l'uomo dai capelli neri seduto al tavolo con la ragazzina, sorridendogli allegro «Hey, Hìbari! Che ci fai qui? Ahahahah! Che bella sorpresa! Vieni, Kurai-kun, sediamoci al suo tavolo!!» propose Yamamoto spingendo Kurai verso una sedia, evidentemente troppo di buon'umore per avvertire la gelida aura omicida proveniente da quel tavolo: in men che non si dica Kurai si ritrovò faccia a faccia con Kumo, al suo stesso tavolo.

Era talmente vicino a lei che poteva specchiarsi nei suoi occhi, carichi fino all'ultima fibra di odio e istinto omicida: Kurai non poté esimersi dal rabbrividire «Come può Yamamoto-sensei essere così tranquillo e a suo agio seduto al tavolo di due pazzi omicidi?!» mormorò fra sé e sé, mentre guardava il suo maestro intavolare allegramente una discussione con l'uomo, che stava in silenzio osservandolo con solenne scocciatura.

«Hey, idiota»

Kurai si girò lentamente con sguardo carico d'ansia incrociando quello di Kumo «Vedi di non farmi fare figuracce.... sono stata chiara?» mormorò piano, e ogni sillaba risultava fredda come una tempesta polare: per qualche strana ragione Kurai si ritrovò in totale soggezione, e si limitò ad annuire senza aggiungere una sola parola.

Sbuffando scocciata, Kumo distolse finalmente lo sguardo iniziando a mangiare il suo sushi, ignorandolo completamente: Kurai invece si accasciò sul tavolo mormorando «Che ho fatto di male...» con aria decisamente abbattuta.

Essendogli passato l'appetito, alzò lo sguardo tornando a fissare Kumo: per qualche ragione, l'immagine dei gelidi occhi di lei era come stampata fissa nella sua mente. Osservò in silenzio la ragazza mangiare elegantemente il sushi, dapprima senza alcun interesse, poi intensamente «Però... è veramente carina...» pensò sovrappensiero «se solo fosse più femminile...» e la sua testa schizzò a velocità interstellare perdendosi in fantasie dove Kumo vestiva delle divise più carine e disparate, da quelle scolastiche a quelle da gattina a quelle da Maid, in pose altrettanto tenere e femminili.

Al solo pensiero avvampò affondando il viso fra le proprie braccia, nascondendosi «Idiota, a cosa stai pensando?!» si disse da solo mentalmente avvertendo il cuore accelerare il battito: non appena si fu calmato, riprese a pensare lucidamente «Tsk... con l'allodoletta... devo proprio essere impazzito. Beh... però è indiscutibilmente carina, forse un innocente pensierin- AARGH MA CHE DIAVOLO MI PRENDEEEH?!» senza accorgersene aveva urlato l'ultima frase.

Nel ristorante calò il silenzio: tutti si erano voltati a fissare il loro tavolo.

Kumo si batté una manata sulla fronte, arrossendo dalla vergogna «Deficiente! Ti avevo chiesto di non farmi fare figuracce!!!» sbraitò sottovoce a Kurai, il quale era talmente rosso dall'imbarazzo che probabilmente di lì a poco si sarebbe incenerito per autocombustione.

Sentendosi sprofondare, si alzò mantenendo lo sguardo basso «Scusate... io vado, mi sono appena ricordato di avere un impegno...» e corse via, ignorando i tentativi di Yamamoto per farlo restare: corse per diversi minuti, finché non si fermò in prossimità del parchetto dove anni prima aveva affrontato un misterioso ragazzo incappucciato, perdendosi nei suoi pensieri.

Cosa diavolo gli era preso? Se l'era domandato a ripetizione nella sua mente, come fosse una sorta di mantra, ma ancora la risposta tardava ad arrivare.

Si accasciò appoggiandosi a un muro, portandosi una mano alla fronte «Sono... un vero idiota» mormorò.

«BYOOOON!! LASCIATEMI STAREEEEEEE!!!!!»

Kurai sussultò dallo spavento improvviso voltandosi di scatto, appena in tempo per vedere Ken completamente nudo e coperto da bollicine di bagnoschiuma fuggire terrorizzato inseguito da suo padre e Chikusa, armati di tutto punto con spugna e spazzolone, che lo rincorrevano seguiti da un'orda di lupi e serpenti, evidentemente anche loro all'inseguimento del fuggitivo.

Kurai osservò la scena con aria sconvolta finché non li vide scomparire dietro l'angolo, continuando a fissare il vuoto per qualche secondo prima di scoppiare a ridere come non gli succedeva da tempo, sentendo il suo naturale buon'umore tornare alla normalità.

Una volta passato l'eccesso di risa si asciugò le lacrime e si avviò in direzione di casa sua, mentre pensava che forse era ancora in tempo per un bel pranzetto preparato da sua madre, sorridendo di cuore a questo pensiero.


Era ormai calata la notte: un uomo si avvicinò di soppiatto alla costruzione diroccata, ben attento a non farsi scoprire.

Sorridendo da dietro il passamontagna, estrasse dalla tasca un Walkie-Talkie e premette il pulsante centrale trasmettendo un messaggio «Draco 147 a rapporto. La situazione è tranquilla, gli abitanti all'interno del distretto Kokuyoland sono profondamente addormentati. La ritengo l'occasione ottimale per procedere alla Fase 1 del piano!» disse parlando nel microfono dell'oggetto, attendendo risposta.

Dall'altro capo un ragazzo sorrise soddisfatto avvolto dall'oscurità della notte: Draco 289 giusto pochi secondi fa l'aveva avvertito della situazione tranquilla a Villa Hibari, il che significava che finalmente il momento era arrivato «Perfetto. Squadra di ricognizione, ritirata. Squadre d'Assalto Drago Minore Rosso, Verde , Giallo e Blu, restate in attesa di ordini. A tutte le altre, tenetevi pronti, la missione avrà inizio fra tre... due... uno... l'Assalto è iniziato!» urlò esultante alla ricetrasmittente, e nello stesso istante la luna venne oscurata da decine di persone in nero, che si alzarono in volo.

Kurai si rigirò nel letto dormendo tranquillo accanto a Mirai nella silenziosa quiete della notte, entrambi ignari della tempesta in arrivo.

   
 
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