Titolo: Hate or Love.
Autore: Dark Spectrum.
Fandom: Teen Wolf.
Personaggi: Derek Hale - Stiles Stilinski.
Paring: Sterek (Stiles/Derek)
Rating: Giallo.
Genere: Sentimentale, romantico.
Disclaimer: I personaggi sono di proprietà di Jeff Davis e di chiunque ne possegga i diritti. La storia è stata scritta senza fini di lucro e non intende infrangere alcun copyright.
Note: Questa flashfic è nata da una mente annoiata. Ha poca trama: si limita a descrivere ciò che Stiles prova, mentre nell'ultima parte troviamo un piccolo sviluppo. L'ispirazione è nata mentre ascoltavo “I hate everything about you”. Come potrete comprendere, è scritta dal punto di vista di Stiles. Spero vi piaccia, nonostante sia piccina picciò.(?)
In ogni caso, per critiche/insulti/consigli/whatever, le recensioni sono graditissime.
Grazie e buona lettura.
 

Ti odio, Derek Hale.
Ti odio quando le tue sopracciglia si inarcano improvvisamente e le tue labbra si piegano in una smorfia di puro disappunto, se pongo una domanda fuori luogo.
Ti odio quando mi fai sentire inutile, come se mai necessitassi supporto; ti odio perché nel caso in cui un giorno dovessi averne bisogno, rifiuteresti qualunque aiuto, da parte mia, se non si trattasse di vita o di morte.
Ti odio perché tu sei quello forte, perché sei l'Alfa e io sono solo un umano, uno qualsiasi, soprattutto ai tuoi occhi.
Ti odio perché mi fai sentire una formica, ciò che sono in confronto a te.
Odio quando, dopo un leggero contatto fisico, ti ritrai, ma lo fai con una lentezza di riflessi che non ti appartiene. Ed odio anche quando non lo fai, ma ti volti o cerchi un argomento di discussione che distolga l'attenzione da noi.
Forse, Derek, più di te odio solo me stesso. Odio quando i miei occhi si soffermano su di te più del dovuto, quando mi becchi a fissarti ed io devo voltarmi immediatamente, sentendo poi indugiare il tuo sguardo pungente sulla mia pelle. Mi odio perché è colpa mia, perché cerco un tuo contatto più spesso di quanto dovrei. Mi odio perché in tua presenza le parole faticano ad uscirmi di bocca, e spesso non riesco a pronunciare che un balbettio forzato o qualche frase idiota.
Ho odiato me stesso, quando ero su di giri e ho dimenticato di pensare a cosa stessi facendo. Mi sono odiato, mentre mi avvicinavo a te con cautela, perché le mie labbra erano irrimediabilmente attratte dalle tue, come fossero calamite.
E non sai quanto ho odiato te quando, all'inizio, ti sei fermato ed hai tentato di ritrarti. Poi ti sei bloccato ancora, come se nella tua testa stesse esplodendo un uragano. Avrei voluto gridarti di non pensare, di uscirne, di ignorare i temporali, i tuoni e le tempeste che infestavano la tua testa e che avevo fin troppo presenti. Ma tu poi ti sei avvicinato, senza che ti avessi detto nulla e con la mia stessa precedente lentezza.
Ed ho odiato ed amato allo stesso tempo il tuo modo travolgente di trascinarmi in paradiso; in un paradiso ricco di un desiderio tanto ardente da suscitare invidia all'inferno.