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Autore: marcolino_    21/07/2013    1 recensioni
Voglio dedicare a lei queste 2000 parole. Non riusciranno mai a riassumere quello che provo per lei,
ma volevo raccontare quella che ormai è la storia più importante per me. Ho voluto scriverla perché
secondo me vale la pena di essere raccontata. Vorrei far capire a tutti quello che ho capito io
vivendola: non bisogna mai rinunciare a chi si ama; per quante difficoltà possano esserci, se l’amore è
vero troverà il modo di farsi strada tra gli ostacoli.
A Patrizia ♥
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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È cominciato tutto per caso. Nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe andata così. Nessuno 
avrebbe potuto immaginare. Un giorno è entrata nella mia vita, e da allora se ne è impadronita 
giorno dopo giorno; non ne è più uscita. Quando ci siamo conosciuti non le davo molta importanza. 
Mi sembrava una ragazza un po’ strana, faceva battute che non capivo, scriveva abbreviando la metà 
delle parole e spesso non ci capivamo, creando talvolta divertenti malintesi. Abbiamo smesso di 
sentirci per diversi mesi. Poi un giorno si è rifatta sentire. Lei era assieme a un ragazzo, e mi 
raccontava di loro. Già ero un po’ geloso, cominciava a piacermi, ma ancora non era nulla di 
importante. Cominciavo appena a capire quanto avessimo in comune, in quante cose condividevamo 
gli stessi pareri. Poi ho capito che mi piaceva. E allora ero davvero geloso ogni volta che mi parlava 
del suo ragazzo. Ma quando mi chiedeva consigli cercavo di essere il più obbiettivo possibile: non 
volevo rovinare il loro rapporto solo per egoismo. Ho sempre cercato di tenermi fuori dalle storie 
altrui. Ricordo come la prendevo in giro, chiamandola “amore”, e lei a dirmi di smetterla che il suo 
ragazzo sarebbe stato geloso. È la prima persona con cui mi sento di potermi aprire. Un giorno mi 
dice che ha lasciato il ragazzo con cui stava: la faceva star male e non riuscivano quasi mai a vedersi. 
Naturalmente ero dispiaciuto per lei siccome stava male per averlo lasciato, ma in un certo senso ero 
anche contento. Non che ci sentissimo di più, ma lo stesso la sentivo più vicina. Un giorno mi ha 
chiesto di sentirci su skype, allora l’ho scaricato. Ancora mi ricordo lo shock: si sentiva malissimo e la 
metà delle cose che diceva non riuscivo a capirle. Così ho rinunciato. Abbiamo continuato a sentirci 
solo per messaggio. Pian piano dai “ti voglio bene” siamo passati ai “ti amo”, lei sempre specificando 
che “ti amo, ma di bene”. Una cosa che non riuscivo a sopportare: perché dire “ti amo” se intendi 
qualcos’altro? Era come non dirlo insomma. Scherzando, parlavamo di sposarci. Di che cognome 
avrebbero preso i bimbi eccetera. Stavamo ore a scriverci messaggi, a raccontarci cose, a parlare, 
chiacchierare, di qualunque cosa. Stavo tanto bene con lei. Il tempo passava in fretta e in un attimo 
era mezzanotte, l’una, le due... a volte ci è capitato di andare avanti fino alle 4 del mattino a 
messaggiare. Io studiavo a Zurigo, tornavo a casa dai miei nei finesettimana e non avevo la 
connessione. Quindi non potevamo sentirci tramite Whatsapp. Fu così che iniziai a scriverle i famosi 
“romanzi”: nei due giorni che non ci sentivamo le scrivevo dei lunghissimi sms scrivendole cose dolci, 
o raccontandole cosa facevo. Lei li riceveva e rispondeva su whatsapp, quando la domenica sera 
tornavo a Zurigo li leggevo. Era talmente dolce in quei messaggi. Poi un giorno abbiamo cominciato a 
vederci tramite videochiamate. Le prime volte, non so per quale motivo, non riuscivo a sentirla. Lei 
però riusciva a sentire me e mi prendeva in giro per questo. Poi per fortuna il problema è passato e 
anche io ero in grado di sentire quello che diceva. Ha smesso di scrivere abbreviando la metà delle 
cose: ora lo fa solo se è di fretta o arrabbiata. Ma capita anche a me. Abbiamo cominciato a dirci cose 
dolci, a immaginarci insieme, le cose che potremmo fare. Abbiamo cominciato a vivere quella che poi 
è diventata la nostra “seconda vita”, dove siamo felicemente insieme, a ogni ora del giorno. Potessi 
vivrei solo quella, ma pesare che se mi impegno possiamo arrivare a viverla davvero quella vita mi fa 
continuare a mettercela tutta. Ricordo il giorno che le ho chiesto se voleva essere la mia ragazza. Lei 
è rimasta scioccata. All’inizio diceva che ci era già rimasta male le altre volte che si era messa con 
qualcuno e non voleva cascarci e starci male ancora se dovessimo lasciarci. Io a dirle che non avevo 
intenzione di lasciarla e che in ogni caso non si può certo iniziare una relazione pensando “se per 
caso poi ci lasciamo”. Poi diceva che aveva paura di perdermi come amico se ci fossimo messi 
assieme. Diceva che se poi ci fossimo lasciati non sarebbe più stata la stessa cosa. Le spiegavo che 
non sarebbe cambiato nulla: praticamente eravamo già assieme, e c’era esattamente lo stesso rischio 
che finisse male. Poi mi ha spiegato che, in realtà, temeva per via della distanza di non poter avere 
una vera relazione e che quindi non avesse senso metterci assieme. La sua migliore amica, che ogni 
tanto sentivo, mi diceva che secondo lei dovevamo metterci assieme, che quando due persone si amano, dovrebbero stare insieme, non importa se sono lontani. Poi a Natale sono iniziate le vacanze 
di semestre. Sarei stato a casa fino a metà febbraio. Eravamo d’accordo che un paio di giorni a 
settimana avrei attivato i dati a pacchetto sul cellulare permettendoci così lo stesso di sentirci. Non 
andò esattamente così: in realtà finii per tenere i dati a pacchetto attivi ogni giorno, non riuscendo 
ormai più a non sentirla. (dopo quelle vacanze ci sentivamo anche durante i weekend, siccome 
appena uscivo da casa a Zurigo attivavo i dati a pacchetto, che la compagnia telefonica mi fatturava 
in base al numero di giorni di utilizzo). In quelle vacanze dunque ci siamo sentiti lo stesso tutti i giorni. 
A parte una settimana che con la famiglia siamo andati in settimana bianca in Altoadige. Siccome non 
mi andava il roaming, quella settimana non siamo riusciti a sentirci. Le scrivevo ogni sera dei 
messaggi che poi, una volta tornato a casa, avrebbe ricevuto. Quando tornai a casa, però, lei era 
triste. Diceva che le ero mancato tanto e che in quella settimana aveva pensato che sarebbe stato 
molto più semplice se non ci fossimo mai conosciuti. Che sarebbe stata la soluzione più facile quella 
di non sentirci più, così almeno non avremmo sentito la reciproca mancanza. Io, a non sentirci più, 
sarei stato solo peggio, e alla fine concordò con me e riuscii a farle tornare il sorriso. Come mi sentivo 
bene quando riuscivo a farle tornare il sorriso. Se era felice lei, lo ero sempre anche io. Dopo quella 
settimana che ero stato via, ho dovuto (per scuola) fare 5 settimane nelle quali lavoravo in una 
azienda. Dovevo alzarmi al mattino alle 6.30, dopo un ora di treno arrivavo al lavoro, tornavo la sera 
tardi ed ero stanchissimo. Insomma riuscivamo a sentirci solo pochino in pausa pranzo e la sera. È 
stato in quelle 5 settimane che mi ha scritto dicendomi che le sarebbe piaciuto un giorno avere una 
bimba con me. Ricordo la dolcezza delle sue parole. Credo di aver provato la stessa emozione che se 
mi avesse detto di essere incinta. Ero troppo attaccato a lei. La amavo. un amore che mi portava a 
fare di tutto per farla felice. Finite quelle cinque settimane di lavoro, ne ho avuta ancora una di 
vacanza e poi cominciava il secondo semestre. Le prime sere che ero a Zurigo siamo stati fino a 
tardissimo a vederci in webcam. Dopo quasi due mesi, rivederci è stata una cosa fantastica. Diceva 
che vedermi la faceva felice. Che le ero mancato e che ora le sembrava di avermi più vicino. Forse è 
stato per quello che, due settimane dopo, mi ha detto che voleva essere la mia ragazza. All’inizio, 
quando mi ha detto, facevo fatica a crederci. Sarà per il fatto che già un paio di volte l’aveva quasi 
detto, ma subito dopo si rimangiava le parole, non essendo sicura di volerlo davvero credo. Quel 
giorno ho cominciato a sentirla davvero mia. Prima mi sentivo come se chiunque avesse potuto 
rubarla. Certo questo non era cambiato, ma essendo assieme, era meno probabile che qualcuno ci 
provasse. Poi lei so che non si sarebbe lasciata dire o fare nulla: uno dei suoi tanti pregi era la fedeltà. 
Ma nonostante quella sono sempre stato terribilmente geloso. Non perché non mi fidassi di lei, ma 
perché ci tenevo tantissimo a quello che eravamo, e la paura che potessero rubarmela, che fosse in 
giro con qualcuno che potesse provarci con lei senza che io potessi fare nulla, mi rendeva
terribilmente possessivo. Da quel momento non sono più riuscito a lasciarla anche solo per un giorno.
Anche nei finesettimana quando tornavo dai miei, attivavo i dati a pacchetto e ci sentivamo sempre. 
Ogni tanto la sera quando doveva spegnere il pc, ci sentivamo tramite viber. Non funzionava tanto 
bene, ma sempre meglio di quello che era stato il nostro tentativo su skype. In pratica andava ad 
accumularsi un certo ritardo tra botta e risposta, che aumentava al continuare la chiamata. Quando 
diventava impossibile continuare, bisognava metter giù e richiamarsi. Ricordo quella volta che si è 
addormentata mentre ci stavamo chiamando. Io che piano piano, le dicevo cose dolci, che 
normalmente magari mi sarei sentito in imbarazzo a dirle. Immaginavo di essere nel lettino con lei e 
coccolarla mentre dormiva, mentre le dicevo quelle cose. Ho passato tanto di quel tempo 
immaginando. Fantasticare sul nostro comune futuro era una cosa che mi faceva stare bene. Da 
quando ci sentivamo regolarmente anche nei fine settimana, il numero di “romanzi” era calato, ma 
ogni tanto, soprattutto quando per qualche motivo non ci stavamo sentendo (magari perché aveva da fare) mi mettevo a scriverle. Scrivevo quello che pensavo. Con lei era sempre così: adoravo il fatto 
di non dover nascondere nulla per timore di fare magari brutta figura o che pensasse male. Le 
raccontavo tutto come stava e lei ascoltava quello che avevo da dire, dicendomi quello che ne 
pensava. Ne parlavamo, discutevamo e risolvevamo ogni cosa. Era fantastico come anche le volte che 
magari uno dei due se la prendeva per qualcosa, alla fine finissimo per perdonarci e risolvere ogni 
cosa. Stare con lei era l’unica cosa che mi importava. Lei era la cosa più importante che avessi, l’unica 
a cui tenessi veramente. Mi ha fatto capire molte cose, apprezzare molti miei aspetti. Mi faceva 
sentire importante, mi faceva tornare il sorriso nelle giornate più cupe solo guardandomi con i suoi 
occhioni verdi e sorridendomi. L’ho amata come non ho mai amato nessun’altra. Mi ha amato come 
non credevo fosse possibile amarmi. Mi faceva coraggio quando ero triste. Io non so se riuscivo a fare 
lo stesso. Lo speravo molto. Lei diceva di sì, che anche se spesso quando era triste se la prendeva con 
mer per quello che facevo. E io non sapevo cosa dire perché pareva che ogni cosa che dicevo facessi 
solo peggio, ma le stavo vicino. Ascoltavo quello che aveva da dire, la lasciavo sfogare. E alla fine si 
scusava, diceva che ci teneva tanto a me e non voleva ferirmi con quello che diceva. Tornava a 
sorridere, e io ne ero felice. I suoi sorrisi, anche solo per messaggio, avevano un tale effetto su di me. 
Con lei ero felice. Mi aveva fatto conoscere cose che nessuno prima avrebbe fatto. Con lei ho 
cominciato a sentirmi qualcuno. Ho cominciato a capire che chiunque è importante. Lei mi ha 
insegnato molte cose. La gioia che si può provare ad amare ed essere amati, per esempio. Una cosa 
completamente nuova per me. Mi ha reso felice. Mi ha reso, direi, una persona diversa. Una persona 
migliore. Stando con lei non importava null’altro. Essere insieme era tutto ciò che desideravo. L’unica 
cosa che importasse davvero per me era avere un futuro felice, insieme. Con lei, l’amore era una 
cosa fantastica.

Voglio dedicare a lei queste 2000 parole. Non riusciranno mai a riassumere quello che provo per lei, 
ma volevo raccontare quella che ormai è la storia più importante per me. Ho voluto scriverla perché 
secondo me vale la pena di essere raccontata. Vorrei far capire a tutti quello che ho capito io 
vivendola: non bisogna mai rinunciare a chi si ama; per quante difficoltà possano esserci, se l’amore è 
vero troverà il modo di farsi strada tra gli ostacoli.

 
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