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Autore: historygirl93    21/07/2013    2 recensioni
Éljen Erzsébet! Éljen Erzsébet!
Elizabeta guarda la folla esultante dall'interno della carrozza che la sta portando alla cattedrale Mathias di Buda.
In quel giorno quel popolo, il suo popolo, avrebbe finalmente ottenuto il compromesso con l'Austria. Non piů subalterni, ma loro pari.
Genere: Introspettivo, Storico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le due Erzsébet

 

 

 

Éljen Erzsébet! Éljen Erzsébet!

Elizabeta guarda la folla esultante dall'interno della carrozza che la sta portando alla cattedrale Mathias di Buda.

In quel giorno quel popolo, il suo popolo, avrebbe finalmente ottenuto il compromesso con l'Austria. Non piů subalterni, ma loro pari. Un grande risultato, ottenuto preferendo usare la diplomazia alle armi.

Merito di Gyula Andrŕssy, il capo dei rivoltosi ungheresi, e soprattutto di lei, della sua grazia, la sua bellezza e il suo amore per il popolo ungherese.

La Nazione si gira e osserva ammirata la donna al suo fianco, i capelli lunghissimi intrecciati e avvolti sopra la nuca, bellissima nel sontuoso abito di broccato bianco. É talmente magra che si vocifera che il vestito le sia stato confezionato direttamente sul corpo, tenuto perfettamente sotto controllo con estenuanti esercizi fisici. L'ungherese ricordň l'espressione scandalizzata comparsa sul volto di Austria quando le aveva mostrato gli anelli da ginnasta appesi nelle stanze dell'imperatrice e aveva riferito delle lunghissime passeggiate a cui le dame di compagnia erano sottoposte ogni giorno.

É bellissima, ma quella bellezza quanto le costa. Solitudine, invidia, malelingue. Viene giudicata a voto unanime la donna piů bella d'Europa, ma nessuno si accorgeva della tristezza nei suoi occhi, la voglia di libertŕ, la malinconia che provava ripensando a Possenhofen, la proprietŕ dei suoi genitori. No, Vienna non era casa sua, era una gabbia dorata. Si sentiva un animale da esposizione, soprattutto nel periodo delle gravidanze in cui doveva sfoggiare il pancione, perché il suo unico dovere era quello di dare un erede agli Asburgo, il resto dei suoi desideri erano capricci, come li giudicava l'arciduchessa Sofia.

Sa che l'imperatrice non č molto amata dalla corte viennese, e che lei stessa ha dato modo di ricambiare questo disprezzo allontanandosi sempre piů dallo Schonbrunn, il palazzo degli Asburgo, e dalla dispotica suocera Sofia, capace anche di portarle via i figli appena nati per crescerli come voleva lei.

La Nazione magiara non apprezza molto il comportamento di quella donna, troppo fredda, che vede negli ungheresi i nemici dell'Impero. Proprio questo astio con l'imperatrice madre, tra l'altro sua zia, aveva spronato la principessa bavarese a studiare la lingua magiara e a prendere le parti dell'Ungheria.

Elizabeta si era subito trovata bene con la sposa di Francesco Giuseppe, avendo lo stesso nome e la stessa passione per le cavalcate.

Una cosa le differenziava, l'istinto materno. La Nazione era molto affezionata al Settentrione italiano, che aveva lottato per l'indipendenza sua e la riunione con il fratello solo pochi anni prima, mentre la donna prossima a diventare la sua regina aveva rinunciato a esser madre quando la sua primogenita Sofia era morta, a soli sue anni, proprio durante un viaggio nelle provincie ungheresi. Sopraffatta dal dolore, la donna aveva affidato i piccoli Gisella e Rodolfo alla suocera e si era messa a viaggiare per tutto il continente, per sfogare il suo dolore e guarire un corpo prostrato da crisi di nervi, diete drastiche e intensi esercizi ginnici.

Nonostante questo, Ungheria e gli ungheresi la amavano. Di piů, la veneravano, come un novello santo Stefano, loro primo re cristiano, giunto dalla Baviera per strapparli dalla loro infelice condizione di sottoposti all'Austria.

-Siete felice, maestŕ? Tra poco arriveremo alla cattedrale.- esclama la Nazione, dopo aver scorto l'alta torre dell'edificio neogotico, attirando l'attenzione della donna, distogliendone lo sguardo bruno dorato dalla folla adorante.

-Certo, signorina Hedervŕry. Questo č un giorno che passerŕ certamente alla Storia. Io e mio marito ci impegneremo solennemente per portare pace e prosperitŕ nel nostro doppio regno.

Giŕ, il duplice regno, l'Austria-Ungheria. Per una Nazione equivale ad un matrimonio, ed Elizabeta aveva passato tanto tempo a sognare il giorno del suo matrimonio con Roderich che quasi non le sembra vero.

Ed era tutto merito dell'imperatrice che le sedeva accanto, Elisabetta di Baviera, meglio nota come Sissi.

 

 

Nello stesso giorno una regina straniera nella sua stessa patria avrebbe ottenuto un regno da cui essere amata e rispettata, e una Nazione avrebbe ricevuto il rispetto e la dignitŕ che merita.

E la Storia avrebbe ricordato per sempre quella giornata, l'8 giugno 1867, come quello delle due Erzsébet.

 

 

 

Era una sacco di tempo che volevo scrivere una fic su Ungheria e Sissi e...eccola qui.

Forse non č uscita un granché, lo riconosco io per prima ma, che cazzo, non sono una biografa, faccio del mio meglio. Sissi č un personaggio molto piů complesso di quanto sembri, ho faticato non poco a scegliere di cosa parlare e cosa tralasciare.

Detto questo, accetto commenti, critiche, lanci di pomodori, ma devo dire di preferire le granite in faccia, da vera Gleek.

Hg93

 

  
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