Da un paio di giorni Victoire non si sentiva bene. Continuava a ripetersi che probabilmente era il pensiero del matrimonio a farla agitare. Ma non aveva senso: lei voleva sposarsi. Voleva vivere la sua vita a fianco della persona più importante per lei: Teddy Lupin. Non vedeva l’ora di diventare sua moglie.
“Ma cherie, non ti preoccupare. Tu e Teddì state per fare un gronde passo. E’ normale sontirsi così” le disse un giorno Fleur.
“Già. Ma è come se il mio stomaco fosse in subbuglio. Non saprei come descriverlo.”
“Mon tresor, quando dovevo sposare tuo padre, provavo le stesse sensazioni” le rispose la madre dolcemente.
Sì, Victoire era emozionata alla sola idea di sposare Teddy, però qualcosa le diceva che si sentiva come se avesse le farfalle nello stomaco. Ma forse era solo un falso presentimento.
 
Nei giorni precedenti alle nozze, Victoire era aiutata da tutta la famiglia. La cerimonia avrebbe avuto luogo a villa Conchiglia, ma sulla spiaggia e poco prima del tramonto. Tutt’intorno, gli addobbi nuziali avrebbero rispecchiato il paesaggio marittimo.
La ragazza si era fatta fare un abito su misura da madame McAllan: un bellissimo abito avorio stile impero, con inserti di perline e cristalli. Per i capelli pensò a un’acconciatura chignon che le facesse cadere una ciocca ondulata sulla spalla, il tutto adornato con roselline bianche.
Ted, dal canto suo, era stato più diretto: smoking nero, camicia bianca e cravatta.
Naturalmente tutte le cugine avrebbero partecipato come damigelle, ma solo una avrebbe ricoperto l’ambito ruolo di damigella d’onore: Dominique, la sorella di Victoire. Infatti avevano pensato insieme al quadro generale dei preparativi. Ma c’era una cosa che a Dominique non andava giù: doveva trovarsi un cavaliere.
“Vic, quante volte te lo devo dire? Non voglio un cavaliere!”
“E dai sorellina. Ci sarà qualcuno disposto ad accompagnarti, no? Mm…”
“Perché mi fissi in quel modo?”
“Stavo pensando che…”
“Cosa?!” insistette Dominique.
“Beh, che Lysander, il figlio di Luna, potrebbe essere un ottimo accompagnatore.”
Silenzio. Dominique distolse nervosamente lo sguardo dalla sorella, mentre diventava rossa come una ciliegia.
“Ha-ah! Lo sapevo! Sapevo che c’era qualcosa fra voi due piccioncini!”
“E anche se fosse? Tutti pensano che sia strano e invece è un ragazzo interessante e dolce” intervenne pronta la sorella.
“D’accordo piccola innamorata. Tranquillizzati opp.. oh!” esclamò Victorie, mentre si portava le mani al ventre diventando pallida.
“Vic? Tutto bene?”
“Oh, mi gira la testa come una trottola e ho lo stomaco sotto sopra.”
“Coraggio, stenditi qui - disse Dominique aiutando la sorella a coricarsi sul divano – vado a chiamare la mamma.”
 
Arrivate tutte e tre al San Mungo, si recarono al pronto soccorso per far fare degli esami di routine a Victoire. Ci volle quasi un’ora e mezza prima che la ragazza uscisse.
Fleur e Doinique erano stanche di aspettare. Ma ecco la giovane uscire dal reparto su una sedia a rotelle accompagnata da un’infermiera. In compenso, aveva un sorriso smagliante.
“Ma cherie! Tuto bene?” chiese Fleur preoccupata.
“Oui, maman. Non potrei star meglio.”
“E allora cos’è successo prima?” incalzò la sorella.
“Beh.. Maman, ma chere soeur.. sono incinta.”