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Autore: _eco    21/07/2013    8 recensioni
[Post Mockingjay] [Katniss Everdeen/Annie Cresta/Peeta Mellark/accenni a Finnick Odair]
Mentre Annie sorseggia lentamente il suo tè, con la coda dell’occhio osservo Peeta, che segue incantato il grassoccio indice di Sean, puntato sul televisore.
- Cavallo. – spiega Peeta.
- Cavallo. – ripete lui.
- Esatto. Proprio così. –
Peeta trasuda gioia da tutti i pori. Il suo sorriso, il suo sguardo rapito, le fossette che gli solcano la pelle, agli angoli della bocca. Così vicino a Sean, sembra lui stesso un bambino.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Annie Cresta, Finnick Odair, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera, cari tributi EFPiniani!
Siccome sono in carenza di fluff - ma quando mai? LOL - ho scritto questa cosa zuccherosa e dolcerrima. Si tratta di una one-shot post Mockingjay. Annie fa una visita inaspettata a casa di Katniss e Peeta. E niente, è una cosetta molto semplice e sciocca, ma ho amato scriverla.
Ovviamente, è scritta dal punto di vista di Katniss. Ovviamente, perché praticamente scrivo quasi sempre dal suo punto di vista u.u
Buona lettura! (:
S.

Zollette di zucchero.
 

Quando apro la porta di casa, l’ultima cosa in cui penso di imbattermi sono gli occhi verde mare di…
- Annie! – esclama Peeta, gioviale, che non ha saputo resistere alla curiosità per una visita ad un orario tanto insolito.
Sporge la testa da dentro la cucina e un largo sorriso gli modella le labbra. Sincero, come qualsiasi gesto o espressione che gli si dipinga in faccia.
Sono appena le tre del pomeriggio: è un orario di quiete, qui, ed Annie è arrivata senza alcun preavviso.
La cosa non mi turba, visto che, con Peeta sempre in giro per casa, è praticamente impossibile che mi ritrovi a corto di biscottini glassati preparati in giornata. Così è questo che le offro: una tazza di tè caldo, per scaldarla, e qualche biscotto alle mandorle. Fuori nevica da un’oretta scarsa, ed Annie ha ancora il naso chiazzato di rosso per il freddo, pur essendo imbacuccata per bene.
Si chiama Sean, e avrà più o meno due anni. Un bimbo grassottello, dai riccioli biondo ramati che gli cadono disordinati sul viso paffuto e un intenso sguardo trasparente. Adesso è seduto sul pavimento, le gambe incrociate come un piccolo indiano, la bocca spalancata, in ammirazione delle sagome colorate che si muovono e chiacchierano alla TV.
Peeta gli sta accanto, anche lui sul pavimento, ma non guarda il televisore. La sua attenzione è tutta per Sean, che emette lievi gridolini di approvazione in particolari momenti del cartone animato, così, per una ragione che né io né Annie né Peeta riusciamo a capire.
Ogni gridolino acuto corrisponde ad un sorriso sul volto di Peeta, accompagnato dal classico sbuffo che caratterizza le sue risate più spontanee.
Chiedo ad Annie come va, ma non mi serve una risposta per trarre le mie conclusioni. Sembra serena, il che mi fa sentire sollevata e meno a disagio davanti a lei. Capisco, con mia grande gioia, che non dovrò portare avanti una recita in cui le dico, ancora una volta, quanto sia addolorata per la perdita di Finnick e per il fatto che il piccolo Sean sta crescendo senza una figura paterna.
Non che non lo sia, anzi; solo, mi fa sentire una sciocca ripetere quelle frasi che in molti sicuramente le hanno già detto.
Così mi concentro sul suo viso, finché non noto che ha dato una evidente spuntata alla sua chioma castana. I capelli adesso sono sistemati in un ordinato caschetto, che mette in evidenza i grandi occhi verde mare e il collo sottile e slanciato.
- Ti stanno molto bene. – le dico, e lei annuisce, e pare contenta che abbia notato la piccola rivoluzione apportata al suo look.
Non che Annie sia una fanatica della moda o dell’estetica. La mia mente la mette a paragone con Effie, sempre sgargiante, sempre un passo avanti rispetto agli altri in fatto di stile, e no, Annie non le somiglia proprio per niente.
Semplicemente, il mio apprezzamento le ha fatto piacere.
Mentre Annie sorseggia lentamente il suo tè, con la coda dell’occhio osservo Peeta, che segue incantato il grassoccio indice di Sean, puntato sul televisore.
- Cavallo. – spiega Peeta.
- Cavallo. – ripete lui.
- Esatto. Proprio così. –
Peeta trasuda gioia da tutti i pori. Il suo sorriso, il suo sguardo rapito, le fossette che gli solcano la pelle, agli angoli della bocca. Così vicino a Sean, sembra lui stesso un bambino.
E poi si lasciano andare entrambi in buffe imitazioni di nitriti e sbuffi tipicamente equini.
Alla TV, gli occhi del cavallo dalla criniera marrone si trapuntano di tante stelline argentee, alla vista di un piccolo cubetto bianco, che una mano, il cui padrone resta fuori dall’inquadratura, gli sta porgendo.
Sean si rizza in piedi e barcolla sino alla sedia di Annie. Poi le si arrampica sulle ginocchia e comincia a schioccare le labbra, emulando il verso dell’animale.
- Anche io! Anche io! – snocciola trepidante e impaziente.
Annie capisce al volo cosa vuole. Me lo dice, e mi spiega anche che Sean ha una certa passione nell’imitare qualsiasi cosa facciano i personaggi dei cartoni animati alla TV.
Così apro la credenza e tiro fuori un barattolo di plastica. Tolgo il coperchio e pesco a caso un cubetto di zucchero.
Rigirandomelo fra le dita, penso a Finnick. Al nostro primo incontro, al suo sorriso ammaliante e alla sua insulsa offerta: una zolletta bianca e granulosa identica a quella.
E guardando Sean succhiarsi i pollici zuccherosi con gusto, mi riprometto che, un giorno, gli racconterò di quell’incontro, e di quanto Finnick andasse matto per quei cubetti piccoli e perfetti. Sempre che Annie non mi batta sul tempo.

  
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