L’Angelo
ed il
Fratello
Non
aveva più fiducia in nessuno Dean, no, si sentiva tradito
abbandonato ed il suo
cuore si era definitivamente frantumato, ed il suo animo, il suo animo
era come
se fosse sceso di nuovo all’Inferno avvolto dalle fiamme, ma
stavolta il
bruciante e devastante dolore avvolgeva il suo spirito non il suo
corpo. Beveva
e beveva, beveva per dimenticare e cancellare dalla sue mente quelle
scelte che
il suo amico aveva compiuto, quelle scelte che avevano spezzato il loro
legame.
Erano ancora
amici? …
Un vecchio
capanno dimenticato da Dio,
una pistola, un
coltello ed una
formula improvvisata,
la luce tremante,
lui entra,
gli occhi blu
come l’oceano piantati
nei suoi,
dispiega le ali,
è un
Angelo del Signore,
Castiel.
Osserva
il tramonto, la luce adesso più tenue della stella del
giorno si riflette in
quei suoi occhi profondi come l’oceano, fissa
l’orizzonte ed il suo animo è
tormentato. Per la prima volta sente nel suo cuore il sentimento farsi
spazio
mettendo a tacere la ragione, per la prima volta sa, comprende cosa
siano le
emozioni e quanto queste possano essere potenti, le teme Castiel forse,
ma ciò
che più teme e che più lo fa soffrire
è aver perso il suo amico, la sua roccia,
il suo protetto. Dean non aveva capito, che lui aveva agito in quel
modo solo
per proteggerlo, non era riuscito ad aprirsi con il cacciatore ed
adesso forse
era troppo tardi.
Lo avrebbe mai
perdonato? …
Le
fiamme bruciavano sulla pelle,
avvolgevano il cacciatore,
aveva
aperto la porta dell’Inferno l’angelo
ed ucciso migliaia di demoni,
aveva
spalancato le sue ali,
teso
la sua mano e l’aveva preso,
lo
aveva salvato,
Dean
Winchester.
Era
il momento perfetto per uscire e prendere una boccata d’aria
fresca, Sam
dormiva tranquillamente sul divano e lui, aveva bisogno di starsene un
po’ da
solo, presa la giacca uscì di soppiatto e si mise in auto.
Guidava veloce ed i
fari dell’Impala sferzavano l’oscurità
come la gelida falce della morte sferza
le anime dei dannati e dei virtuosi senza distinzione alcuna. Aveva
guidato per
due ore circa finché non si fermò davanti un
piccolo casolare abbandonato e
parecchio isolato. Lo conosceva fin troppo bene.
Lo aveva
conosciuto li…
Una vecchia ed
economica camera di motel,
una tv
sgangherata,
un divano verde
pistacchio,
ed un angelo
confuso davanti ad
un film porno,
risate, scherzi,
e sciocche battute,
una sera normale
nell’anormalità della sua
vita,
un Castiel alle
prese con le dinamiche del
sesso,
con le strategie
di rimorchio del
protagonista, il fattorino delle pizze.
E
la gelida notte era calata, ed il suo respiro avrebbe potuto
condensarsi e
diventare ghiaccio tanto faceva freddo adesso. Non si era mosso di un
solo
centimetro era rimasto li, come a cercare un ulteriore modo per
punirsi,
espiare le sue colpe ed il suo dolore per aver perso Dean, un amico, il
suo amico.
Si era sempre più forte il dolore, insopportabile, sarebbe
stato meno doloroso
finire come Lucifero, ripudiato dal proprio Padre. Si teletrasporta
Castiel e
si trova davanti ad una fatiscente struttura abbandonata che conosce
perfettamente. Lo ha visto li la prima volta.
Lo
perdonerà mai? …
Un pub, donne
succinte,
copiose
quantità di alcol,
lussuriosi e
peccatori,
le sonore risate
di Dean davanti a
quel suo imbarazzo con Castità,
l’aver
terrorizzato la spogliarellista
involontariamente,
Dean che lo
prendeva in giro,
si prendeva
gioco di lui celando
affetto dietro la sua spavalderia.
Non
sapeva Dean perché fosse tornato in quello stabile dove per
la prima volta
aveva evocato ed incontrato Castiel. O meglio non riusciva ad
ammetterlo a
stesso per orgoglio. Castiel gli mancava, ecco la verità,
dopo il suo
tradimento aveva perso ogni significato il termine fiducia per lui. Il
suo
cuore quella notte lo aveva condotto dove la ragione, la sua ragione,
mai
avrebbe voluto mettere piede, lo aveva ricondotto nel luogo dove tutto
era
iniziato. Un fruscio, rumore di passi c’era qualcuno li con
lui!
“Chi
è!?” gridò il cacciatore
puntando la pistola nell’oscurità.
Ci
tornava ogni sera come per tener vivo quel legame che lo univa a Dean,
quel
luogo aveva segnato l’inizio di un amicizia, quel luogo era
intriso di un
sentimento che mai avrebbe pensato di poter nutrire, specialmente per
un umano.
Amore, il suo. Perché si, i fratelli si amano e si
proteggono a vicenda e Dean
non proteggeva solo Sam, aveva protetto anche lui, Castiel lo sapeva
bene, e
per proteggere Dean aveva sbagliato, aveva tradito anche se
involontariamente
la sua fiducia percorrendo una strada che pensava fosse lastricata di
buone
intenzioni. Sussultò quando sentì una voce
rompere il silenzio, avrebbe
riconosciuto quella voce ovunque, non riusciva a crederci!
“Dean!” rispose di
rimando sorpreso.
Uscirono
entrambi dall’ombra ed i loro sguardi si incrociarono, mise
la sicura alla
pistola e la gettò lontana da loro Dean, rimase inerme con
gli occhi lucidi
l’angelo invece.
“Cass
che ci fai qui?”
“Io…
perdonami Dean” fu tutto quello che poté
dire.
“Mi
dispiace pennuto” disse il cacciatore.
“
Anche a me scimmia senza pelo” disse con un
sorriso l’angelo.
Si
avvicinarono, i loro occhi una trappola di sguardi per
l’altro, un abbraccio,
un legame incredibile, saranno sempre fratelli Dean e Castiel, il loro,
un
legame ancora vivo e davvero indissolubile nonostante:
incomprensioni,
ostacoli,
diversità,
l’appartenenza
a due mondi
differenti.