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Autore: _Nancy_    21/07/2013    3 recensioni
La lussuria è uno dei peccati capitali, ed Hermione Granger la conosceva bene, ci ha vissuto per due lunghissimi anni.
La lussuria è Fred Weasley che le ha insegnato cosa vuol dire amare, vivere, lasciarsi andare, farsi possedere.
Hermione Granger lo sa bene, nessun'altro uomo sarà come Fred.
Nessun'altro uomo può essere Fred Weasley.
Ma Fred è morto, e con lui è morto anche il suo peccato.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La morte è troppo veloce per essere definita paurosa.
La morte non fa paura, la morte non è neanche dolorosa, è solo un attimo.
Un attimo che il tuo corpo cada a terra e privi alla tua anima di poterlo sollevare dalla caduta.
La morte non è mai stata così devastante per la Famiglia Weasley.
Non è mai stata così devastante per Hermione Granger che desiderava ben altro a un'altra perdita, desiderava soltanto dire la verità su ciò che era nato due anni prima alla Tana.
 
- Quindi sei un prefetto? – Chiese il ragazzo rosso.
- A quanto pare si – Disse lei con un sorriso.
- Quindi farai delle eccezioni per me e il mio fratellino, giusto? – Chiese lui con un ghigno.
- Ovvio che no, io ho l’incarico di .. – Disse lei, ma una mano sulla bocca fermò la sua parlantina.
- Ti prego basta, Merlino sei insopportabile quando fai così! Lasciati andare per una volta, hai quindici anni – Sbuffò lui, sorridendo.
- Imbecille – Disse lei di rimando, scostando la sua mano dalla bocca.
- Un imbecille di cui non puoi fare a meno – Ridacchiava lui.
E si chinò per la prima volta a baciarla.
Non era la prima volta che baciava un ragazzo, Krum al Ballo del Ceppo e durante l’anno l’aveva sempre baciata di nascosto dietro le colonne o quando tornavano da una giornata in biblioteca.
Ma Krum non era niente in confronto al bacio di Fred Weasley.
Fred Weasley ci sapeva fare con i suoi baci, l’aveva sentito dire l’anno prima da Angelina Johnson. Ed era vero.
Lui sapeva farci perfino con le labbra di Hermione Granger. Lui sapeva come prenderla.
Sapeva mordicchiarle le labbra, e farla sospirare quando con le mani le accarezzava le cosce coperte dai semplici pantaloncini estivi che portava quel giorno.
Inutile dire che lui quando aveva finito la tortura di farla impazzire con un semplice bacio, era andato via, l’aveva lasciata sola a sfiorarsi le labbra, a sfiorarsi quel peccato che aveva commesso.
Nei giorni successivi l’aveva fatta arrossire soltanto, semplici sguardi malandrini che le lanciava quando stavano a tavola, semplici frasi dette senza senso che solo lei poteva comprendere a pieno.
Semplici “Oggi ho proprio voglia di infrangere le regole” rivolto solo a lei per farla infuriare durante i mesi ad Hogwarts.
E poi giorno dopo giorno lui la faceva accostare dietro una colonna quando tornava da una delle sue giornate in biblioteca, e la baciava con impeto, non le lasciava via di scampo quando si impossessava non solo delle sue labbra ma anche del suo corpo che combaciava con quello di lei.
Baci frettolosi, dolci, passionali, agguati ovunque, mani addosso in mancanza di qualcuno nei corridoi o nella camera di lui alla Tana.
- Forse è lussuria – Diceva lui quando la baciava dietro a una colonna che nascondeva i loro corpi.
- Lussuria? – Chiedeva lei tra un bacio e l’altro. – Lussuria, no. E’ peggio. – Rispondeva mentre gli passava una mano tra i capelli.
- Per me sarà sempre lussuria – Diceva lui, ridendo sulle sue labbra, e riprendeva a baciarla con impeto.
 
Ed era continuata così quella “lussuria” che lui diceva ogni volta quando si lasciavano andare l’uno tra le braccia dell’altro.
Baci che erano durati fino ai suoi G.U.F.O quando lui era andato via sulla sua scopa, con il sorriso sulle labbra e le aveva detto “Vieni a Diagon Alley quest’estate.” Ma lei non l’aveva fatto, aveva aspettato la fine dell’estate per andarci con Ron e Harry.
Lui le aveva sorriso e aveva sussurrato quando nessuno c’era “Vuoi che vengo a vederti partire il primo settembre?” e lei aveva mimato un no con le labbra, George era lì, stava arrivando con Harry.
Se ne era andato con il solito sorrisetto, ma non si era arreso, le aveva mandato una lettera con dentro il sogno brevettato che le aveva offerto.
Usalo per pensare alla nostra lussuria, usalo bene e fatti trovare ai tre manici di scopa il 14 ottobre.
P.s Sottrai la Mappa del Malandrino a Harry e passa per la cantina di Mielandia.
Per una volta aveva seguito il suo consiglio, aveva inventato una scusa ed era uscita di nascosto per andare a incontrarlo.
Lui aveva sorriso trionfante, e l’aveva raggiunta.
- Pensavo non saresti venuta. –
- Bè, alla fine l’ho fatto. Non sei contento? –
- Ovvio. – Le aveva sorriso, e si era chinato per baciarla, ma lei lo aveva respinto.
- Non qui, potrebbe vederci qualcuno. –
- Conosco un posto dove non ci vedrà nessuno. – Le aveva sussurrato, e l’aveva portata di fronte la Stamberga Strillante, accanto al bosco.
- Non ci si può entrare. –
- Lo so, vieni di qua. – L’aveva condotta accanto al bosco, e l’aveva costretta a indietreggiare con le spalle contro un albero.
- Non ho usato il sogno brevettato, puoi tenerlo. – Aveva tirato fuori dalla borsa la boccetta.
- Usalo con me. – Aveva stappato la boccetta e ne aveva bevuto metà. La stessa cosa aveva fatto lei, e insieme avevano sognato quei giorni ad Hogwarts, quella lussuria.
Quella lussuria era durata anche allo sesto anno di lei, ogni giorno, tra lettere e incontri erano andati avanti con quei baci fugaci.
Finito l’anno lei aveva obliviato i suoi genitori ed era andata alla Tana, Ron l’aveva consolata con un abbraccio, Ginny l’aveva incoraggiata, e Fred .. Fred l’aveva fatta vivere di nuovo.
Quando tutti erano fuori o quando nessuno vedeva dietro a una tenda o al negozio si vedevano, andavano ben oltre i baci stavolta, ridendo facevano per la prima volta sesso, o meglio lussuria e amore allo stesso tempo.
- Non credo sia più lussuria questo. – Aveva detto lui mentre entrava in lei.
- E cos’è? – Aveva chiesto Hermione aggrappandosi alle sue spalle, e accogliendolo dentro di sé, desiderosa quanto non mai.
- Quello che vuoi. – Diceva mentre le stringeva la mano e affondava dentro più a fondo. – Amore? – Aveva tirato a caso lui.
- Amore e lussuria. – Rideva lei, e inarcava la schiena, gemendo mentre lui affondava e stringeva la sua mano.
- Sono bravo, eh? – Rideva lui, affondando ancora e ancora, gemendo con lei.
Era bravo. Non solo a baciare. Era bravo tra le coperte, con le sue mani che sapevano dove andare, e con i suoi affondi speciali come li chiamava lui.
Era lussuria e amore quando la faceva sua in quei mesi prima che lei partisse per la ricerca degli horcrux, prima del matrimonio di Bill dove furono attaccati.
Era bravo a fingere di stare bene quando lavorava insieme a George, era bravo a mandarle i suoi messaggi attraverso “Radio Potter”, era bravo ad averle lasciato un sogno brevettato per ricordare il passato.
 
Ma il giorno della Battaglia non era stato altrettanto bravo come sperava, si era fatto uccidere sotto i suoi occhi, aveva riso per l’ultima volta e si era accasciato a terra.
Aveva smesso di vivere.
Ed Hermione Granger quel giorno aveva smesso di amare, aveva combattuto per lui, aveva consolato la sua Famiglia per la perdita, aveva finto.
Ed ora a tre anni dalla sua morte aspettava un segno, un qualcosa che lei facesse sentire che lui era lì per lei, che non era mai andato via.
E che dopo tutto, lui non aveva paura della morte, lui aveva solo paura di perderla, ed era morto per ciò in cui credeva.
La lussuria e l’amore se l’era portato via con la sua morte, Hermione lo sapeva bene, con Ron non era lo stesso.
Ron era .. Ron.
E Fred .. Fred Weasley era la sua lussuria, il suo peccato che l’aveva aiutata a crescere.
Non serviva a niente piangersi addosso.
E neanche sospirare aiutava.
Fred era ed è morto, e con lui è morta anche Hermione Jean Granger, la Salvatrice del Mondo Magico.
 
 
 
Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c'è più. È una cosa che ci resta dentro, nella pelle.
 

 






































  
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