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Autore: Akira Haru Potter    22/07/2013    4 recensioni
“Ricordo di averti spaventato all’inizio,” avrebbe voluto confessare, “di averti preso per le spalle e il tuo sguardo speranzoso, prima di aver assaggiato la vodka direttamente dalle mie labbra. E avevi capito che era stato l’alcool a farmelo fare e che dietro non c’era alcun sentimento. Ma ti sei fatto baciare comunque.”
Ricordava tutti i dettagli, ma si imbarazzava ad esternarli ad alta voce.
Non era nella sua natura confidarsi in quel modo, e mai lo sarebbe stato.
Ma in quel momento le parole indugiavano sulla punta della lingua

(Partecipa alla challenge "Syllables of Time")
[KaixTakao]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Hiwatari, Takao Kinomiya
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dopo molto tempo sono finalmente tornata in questo fandom <3
Beh, devo dire che ho avuto varie distrazioni che, per un motivo od un altro, mi hanno portato a mettere da parte Beyblade (e, me tapina, anche la mia adorata OTP KaixTakao) ma eccomi qui, a scrivere nonostante tutto su quei due cretini :'D
Beh, che dire al riguardo? Dopo due anni ho avuto il coraggio di postare una storia per la challenge "Syllables of Time" e per chi è interessato all'iniziativa questo è il link!
Il prompt utilizzato è "Indugia sulla punta della lingua" e la coppia KaixTakao, ovviamente <3
E' un AU con ambientazione scolastica, molto generale e senza ruoli di fondo secondari.
Beh, dopo questi ultimi avvisi, spero che piaccia <3





Teenage Complex



<< Per una volta potresti pedalare tu, sai? >>

<< Hn. >>
<< Comunicativo come sempre, eh, Kai? >>.

<< Kinomiya, zitto e pedala. >>

<< Ma Kai …! >>.

<< Se hai energie per sparare idiozie, ne avrai anche per pedalare. >>

<< Non ha senso! >>.

I colori del tramonto accarezzavano le figure di due ragazzi in bicicletta, e l’umidità della giornata lasciava spazio ad un fresco venticello ristoratore.

Kai, la schiena appoggiata mollemente a quella arcuata di Takao che guidava il veicolo a due ruote con fatica, si godeva il panorama del sole al tramonto davanti ai suoi occhi, mentre l’altro ragazzo continuava a lamentarsi.

<< E poi casa mia è distante …! >>.

<< Vieni da me. >>

Takao sgranò gli occhi e per poco non investì un gatto randagio.

<< Eh? >>.

<< Vieni a stare da me per stasera. >>

<< … sul serio? >> la fievole domanda venne comunque intercettata dalle orecchie di Kai, che fece un cenno d’assenso che l’altro riuscì a cogliere.

Un bellissimo sorriso invase la sua faccia, aumentando la velocità al solo pensiero di poter stare una serata intera con lui.

<< Te l’avrei proposto prima se avessi saputo che saresti andato più veloce. >>

<< Sta zitto. >> fu lui ad ammonirlo stavolta, ma il sorriso non lo abbandonò. << Sono secoli che non vengo a casa tua. Non vedo l’ora! Ti preparerò la mia specialità, e poi potremo guardare un film, oppure faremo uno di quei giochi da tavolo, oppure …! >>.

<< Mi stai seriamente facendo pentire di averti invitato, Kinomiya. Zitto e pedala. >>

 

*

 

Arrivati a casa di Kai, Takao si era apprestato a cucinare ma, dopo aver quasi bruciato la cucina, si fecero portare del cinese a domicilio.

<< Sei un disastro, Kinomiya. >>

<< Non è vero! Sei stato tu a distrarmi! >>.

<< Mi sono solo avvicinato a vedere se non stessi bruciando nulla. Cosa che stavi effettivamente facendo. >>

<< La carne si è bruciata dopo il tuo arrivo, e poi ti sei avvicinato proprio di soppiatto, mi hai fatto spaventare! >>.

La verità era che Takao stava sognando ad occhi aperti nel momento in cui l’altro ragazzo si era messo al suo fianco per vedere il suo operato.

La sua presenza l’aveva fatto andare nel panico più totale ed era finito a bruciare la loro cena. Si sentiva solo arrossire al ricordo.

<< Certo, Kinomiya, come no. >>

Si trovavano nel letto di Kai, la piccola tv che trasmetteva un documentario che nessuno dei due stava seguendo, i loro corpi a contatto e le mani sul punto di sfiorarsi.

Takao guardò Kai con la coda dell’occhio, un po’ arrabbiato con lui ma non più per il disastroso episodio precedente.

La mano posata sulla sua maglia si strinse intorno alla stoffa, le dita tremanti e le nocche bianche per il tentativo di trattenersi.

Cercò di non guardarlo, ma inevitabilmente continuava a farlo, e a posare lo sguardo sull’altra sua mano, sul punto di toccarsi con quella dell’altro.

<< Kinomiya. >>

<< Sì? >> trattenne il respiro.

Kai si voltò verso di lui, i grandi occhi marroni che parevano setacciare qualsiasi emozioni degli occhi blu dell’altro.

Sentiva l’incertezza di Takao a quell’intimità e non poteva non comprenderlo: il loro rapporto era andato vacillando negli ultimi tempi, soprattutto per via di una sera in cui si era trovato un po’ ubriaco (la sua coscienza gli ricordava che era stato un po’ più che ubriaco) e aveva baciato l’altro durante una festa.

E Kai sapeva bene dei sentimenti non dichiarati dell’altro.

Sapeva di averlo ferito il giorno dopo, quando aveva affermato di non ricordare niente.

Ed era stata vera, la sua temporanea amnesia della serata.

Solo che poi aveva ricordato tutto, ed invece di sentirsi schifato, aveva desiderato riprovare l’esperienza.

E la cosa lo mandava fuori di testa: di tutte le persone con cui, nel corso dell’anno, era stato costretto a intraprendere un rapporto d’amicizia (non voleva ancora ammettere che lui, Kai Hiwatari, fosse stato concorde a ritrovarsi amico di un gruppo di stupidi e buffoni) proprio da lui doveva essere attratto?

Da Takao Sono-Amico-Del-Mondo-Intero Kinomiya?

Il silenzio fra loro si era fatto soffocante.

<< No, niente. >>

Takao abbassò la testa, deluso.

Iniziò a dare attenzioni al documentario sulle pantere, trattenendo tutte le offese che avrebbe voluto urlargli.

Era stato contento all’inizio di rimanere solo con lui una notte intera, ma adesso si chiese se non avesse sbagliato ad accettare.

O a solo sperare che la situazione fra loro potesse migliorare.

Passarono alcuni minuti con gli occhi incollati al televisore, prima che Takao ricordò di dover dire una cosa all’altro: << L’altro giorno Maxie mi ha detto di voler organizzare una festa a sorpresa per Mariam, e vuole che io ti convinca ad aiutarci. >>

<< Mizuhara non si fa scrupolo a trascinarmi in qualsiasi sua macchinazione, perché adesso lascia il compito a te? >>.

<< Boh. >>

<< Non lo capirò mai, quel ragazzo. >>

Kinomiya si lasciò scappare una risata: << Lo conosco da anni, ma neanche io mi sono abituato alla sua imprevedibilità. Potrebbe avere qualcosa in mente, come suo solito. Non mi stupirebbe. >>

<< Del tipo? >>.

<< Boh. >>

Anche all’altro sfuggì un’espressione divertita: << Staremo a vedere. >>

<< E sempre l’altro giorno, sai, mi parlava di come si sarebbe voluto dichiarare a Mariam, visto che finalmente ha ammesso di avere una cotta per lei, e mi diceva che avrebbe voluto far finta di essere ubriaco e …! >> ma all’improvviso arrossì, percependo solo in quel momento la vicinanza fra i loro volti, e anche ricordandosi del bacio che si erano scambiati.

<< … e? >>.

Staccò il contatto visivo e si girò dall’altra parte di fretta: << … e dichiararsi. >>

Proprio non riusciva a completare la frase come avrebbe dovuto!

Quel “baciarla” non gli usciva di bocca!

Bastava già lui a ripensare continuamente al loro bacio, sarebbe stato imbarazzante farglielo ricordare, soprattutto la discussione avuta poi la mattina successiva.

Non sarebbe stato in grado di reggere un altro rifiuto da lui.

Non ora che finalmente il loro rapporto si stava stabilizzando!

Ma Kai notò ogni singola emozione che l’altro tentava di celare, gli afferrò la mano e lo fece voltare, ripristinando il contatto visivo.

<< Kinomiya. >>

Takao lo guardò boccheggiante, per poi riprendersi e intonare una falsa risata.

<< Scusa. >> si passò una mano fra i lunghi capelli << Non mi sento bene, forse è il caso che torni a casa. >>

<< No. >>

<< Eh? >>.

<< Non torni a casa. Non a quest’ora. >>

E non adesso” avrebbe voluto aggiungere, ma se lo tenne per sé.

Forse era il momento di regolare i conti, di dirgli che si ricordava e che non c’era bisogno che si imbarazzasse.

<< Kinomiya. >> prese un respiro profondo << Ricordo tutto. >>

Sperò di non aver capito.

Davvero, Takao lo sperò con tutto il cuore, perché sarebbe giunto il rifiuto finale, quello che avrebbe posto una fine definitiva alla loro amicizia.

<< Cosa? >>.

<< La notte della festa di Tachibana. L’ubriacatura. Il bacio. >> l’ultima parola venne pronunciata in un sussurro, come un segreto, e si ritrovò ad accaldarsi al solo pensiero.

La cosa lo vergognava a morte.

<< … dicevi di non ricordare nulla della serata. >> quelle parole vennero pronunciate pochi minuti dopo, e l’agitazione era evidente.

<< Ed era vero, prima non ricordavo nulla. Ma poi qualche giorno fa ho ricordato tutto, non è stato facile. >>

Ricordo di averti spaventato all’inizio,” avrebbe voluto confessare, “di averti preso per le spalle e il tuo sguardo speranzoso, prima di aver assaggiato la vodka direttamente dalle mie labbra. E avevi capito che era stato l’alcool a farmelo fare e che dietro non c’era alcun sentimento. Ma ti sei fatto baciare comunque.”

Ricordava tutti i dettagli, ma si imbarazzava ad esternarli ad alta voce.

Non era nella sua natura confidarsi in quel modo, e mai lo sarebbe stato.

Ma in quel momento le parole indugiavano sulla punta della lingua.

L’influenza di Takao gli faceva male.

<< … e allora? >> si ritrovò ad avere i nervi saldi, a dispetto dell’ansia che lo aveva accolto precedentemente << Sei stato tu a dire:”E se proprio ci siamo davvero baciati, questo non influenzerà la nostra amicizia. Facciamo finta che non sia successo e basta, non ti fare problemi.”? >>.

<< Tu ti sei fatto problemi e ancora te ne fai per quello che è successo. >>

Le loro dita erano ancora intrecciate, e poté sentire il tremore della mano di Takao, che iniziò ad affondare le unghia sulla sua pelle.

<< Perché non avrei dovuto farmeli? Sai, non è da tutti i giorni farsi baciare dal proprio migliore amico. >>

<< Non è da tutti i giorni ricambiare il bacio del tuo suddetto migliore amico. Ubriaco o meno che egli sia. >>

<< E allora? Io l’ho fatto, ti ho ricambiato perché sarebbe stato brutto mollarti uno schiaffo e andarmene via. Ti ho solo assecondato. >>

Bugiardo”.

<< E comunque sia non ne voglio più parlare, visto che non ha significato nulla. >>

<< Sei sicuro che per te non ha significato niente, Kinomiya? >>.

Eccola la domanda, quella che Takao avrebbe voluto evitare più di tutte.

<< Perché non dovrei esserlo? >>.

<< Non lo so, dimmelo tu. >>

L’aria si faceva sempre più tesa.

Avevano perso il controllo della situazione.

<< Sono sicuro che non abbia significato nulla! Per te non ha significato nulla, quindi non lo farà nemmeno per me! >>.

<< E chi ti ha detto che per me non ha significato nulla? >>.

Affondò così profondamente le unghia sull’altro che iniziò ad uscirne sangue.

<< Kinomiya! >> Kai ritrasse la mano e indurì lo sguardo.

L’altro sembrava completamente in trance.

<< … per te ha significato …? >>.

<< … qualcosa? Può darsi. >> si passò le dita sulle zone lese, raccogliendo le gocce di sangue e portandosele alla bocca.

<< Come “può darsi”?! Kai! >>

<< Io sono riuscito ad ammetterlo, almeno. >>

<< “Può darsi” significa supporre, non ammettere. >>

<< Non ho negato ciò che mi è piaciuto come hai fatto tu. >>

Takao sentì il viso in fiamme.

<< Chi ti dice che mi sia piaciuto? >>.

<< Lo so. >>

<< Non lo puoi solo “sapere”! >>.

<< Sì, invece. Ti è piaciuto. >>

Calò il silenzio fra loro.

<< … davvero a te è …? >>.

<< Sì. >>

<< Allora potremmo …? >> non gli fece nemmeno completare la frase, che Kai gli prese il viso fra le mani e lo baciò.

La situazione si era finalmente stabilizzata.

 

 

   
 
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